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sabato 5 marzo 2016

NON C'E' PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, è come cercare di far prendere a qualcuno una palla, che inevitabilmente rimbalza su un muro trasparente e torna indietro. Cerco invano di far capire che la mia vita è totalmente cambiata da un anno a questa parte e che vi sono cose che forse, non potrò fare mai più. Spiego, cercando le parole più semplici affinchè il ricevente comprenda che la mia vita è su una strada diversa, ma son parole buttate al vento.

Quando il tuo corpo subisce un trauma importante a seguito del quale si è dovuto intervenire chirurgicamente, ne scaturiscono alcune conseguenze, inevitabilmente. Tutto ciò che eri abituato a fare, tutto quello che caratterizzava la tua vita cambia, e di conseguenza, si è costretti a cambiare le proprie abitudini. Coloro che ci circondano dovrebbero essere in grado di capire, anche solo osservandoci, ma non sempre è così. Se sei  costretto a convivere con il dolore fisico tutti i giorni, se devi stare attento ai movimenti che fai, se devi costantemente tenere una speciale tabella di marcia di esercizi fisici, se quando devi alzarti dal letto devi mettere in atto una serie di azioni particolari, la tua vita non è più quella di prima. Ma con alcune persone è come parlare al vento. La loro mente è predisposta a pensare che fatto l'intervento tutto è risolto. Si può essere così ciechi e ottusi? Come far capire che anche la nostra mente e non solo il corpo subisce le conseguenze di tale radicale cambiamento? 

E' semplice: non si può. Si potrebbero usare tutte le lingue del mondo,  fare un disegnino,  usare il linguaggio più basso ed elementare, questo non porterebbe assolutamente a niente. 
In principio è incredulità, poi rabbia, quindi delusione, e infine rassegnazione
E' come trovarsi di fronte ad un bivio,  la biforcazione di una strada familiare che si si divide e ti costringe a scegliere, o da un lato o dall'altro, è la via di mezzo che manca.

L'obbligatorietà di questa scelta, comporta l'acquisizione e la perdita. L'acquisizione di nuove abitudini, di una nuova visione della vita da parte del soggetto agente, la perdita di ciò che era prima e di coloro che non accettano questo cambiamento. 
La mia strada adesso è nuova, profondamente diversa, ed esclude sordi e ciechi all'evidenza. Il mio percorso adesso lascia alcuni ed acquisirà altri, perchè su questo treno, che è la vita, fatto di stazioni, nel nostro scompartimento ci sono viaggiatori che salgono, altri che scendono, ma solo pochi che ci accompagnano fino in fondo.


lunedì 17 agosto 2015

Psicopittografia, la soluzione di non far nulla

Come comportarsi di fronte ad un problema nei confronti del quale non sappiamo come reagire? Cosa dobbiamo fare? 
Non è detto che si debba fare per forza qualcosa, anche se, è radicato nel nostro modo di pensare che è necessario reagire. E' naturale riflettere, ed essere certi che il problema non si risolverà da solo se non facciamo qualcosa. Attenzione! A volte l'azione corretta consiste nell'inazione

L'inazione può essere un processo fecondo che porta a soluzioni sorprendenti. Ad esempio anzichè fornire una risposta, dissolve il problema stesso. Noi siamo troppo ansiosi di fare qualcosa in presenza di un problema perchè non amiamo l'indecisione e l'incertezza. Faremo di tutto per risolvere il problema in un modo o nell'altro. Ma ciò conduce a compiere passi falsi ed azioni impulsive che non fanno che aggravare le difficoltà.

Non facciamo le cose che facciamo normalemente, prendiamo una nuova strada. Non facciamo le cose che abitualmente danno risultati infelici. Non siamo impazienti di ottenere una soluzione. La soluzione è dentro di noi, non possiamo vederla perchè la inseguiamo con troppa frenesia. E' come se si volesse rintracciare una moneta nel fondo di uno stagno. Se agitiamo l'acqua tutto attorno, non possiamo vederla. ma se aspettiamo e smettiamo di agitare l'acqua, la moneta apparirà. Possiamo chiamare ciò la soluzione di non fare nulla? Sì, consideriamo questo processo come un'inazione costruttiva. 

Un esempio? Supponiamo che un uomo abbia dei problemi familiari che lo rendono infelice. Egli si rende conto che le sue azioni abituali sono vane. allora saggiamnte, abbandona il metodo errato. Lo respinge perchè inadeguato. Ora la tranquillità che nasce da questo "non fare" gli illumina la mente. Egli constata perl a prima volta, che è molto più importante possedere un ambiente familiare gioioso che l'essereun dittatore domestico. In questo sta il segreto: sostituire le azioni abituali con un nuovo modo di vedere le cose. Non facendo le cose abitudinarie, scopriamo quelle inconsuete che risolvono le difficoltà. Dobbiamo liberarci dalle false opinioni per raggiungere la verità. E siamo certi che essa verrà.


venerdì 4 aprile 2014

L'ANIMA GEMELLA


Cercai una magara, che facesse magarìe. Volevo ritrovare l'anima gemella che persi un dì lontano. La magara stava nella foresta pietrificata, perchè lei lì abitava e le raccontai la mia pena.
La magara non parlava, mi guardava e pensava. Sembrava ignorare la mia angustia.
Poi così parlò:
"Se per avere l'anima gemella dovessi abitar in altra magione?"
"Lo farei" dissi
"Se per avere l'anima gemella potessi vederla solo attraverso uno specchio?"
"Lo farei" risposi
"Se per avere l'anima gemella  potessi solo sentirne la voce?"
"Lo farei" replicai
"Se per avere l'anima gemella ti fosse concesso toccarla solo una volta?"
"Mi sta bene" insistetti
"Se per avere l'anima gemella tu dovessi morire?"
"Per me va bene" ebbi a dire "io son già morta senza la mia anima gemella"
Aprì un libro, lesse parole, fece gesti, poi mi indicò una strada, mi disse di seguirla fino in fondo, senza voltarmi mai. Andai, andai,
avevo male ai piedi,
andai, avevo sete,
andai, sentii i morsi della fame, andai.
Laggiù trovai l'anima gemella, quella mia, ed ebbi quell'unico tocco di eternità.


giovedì 24 ottobre 2013

VIAGGIO ASTRALE

Via Lattea
Notte,
a che punto sei?
Mi invitò,
salii,
verso il firmamento.
Passeggiai,
solitaria visitatrice della Via Lattea,
sentiero dell'universo,
abitato da benevole stelle,
feudo di caccia di Orione,
strada del Carro,
prateria di Pegaso.
Raccolsi frammenti,
gemme di luce,
fiammelle di sogni perduti,
dimenticati eroi in cerca di un nuovo destino.
Ascoltai il silenzioso vibrare di pianeti,
il lamento delle nane bianche,
il rombo vellutato dei buchi neri.
All'apparir d'Osiride,
riscesi,
soffiando al mondo il frutto dei miei raccolti.
Ti illuminasti tu.




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