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domenica 5 giugno 2016

Le regole del buon sonno

Le regole del buon sonno sono molto semplici, e, a fronte della loro semplicità, risultano essere davvero efficaci per migliorare la qualità del sonno e favorirlo al meglio

Dormire è la condizione fondamentale per il riposo del corpo e della mente. Dormire bene è il modo migliore per ricaricare le nostre energie e affrontare le giornate in maniera produttiva e sana. E' necessario quindi osservare poche e semplici regole affinché si possano creare le condizioni migliori per il nostro riposo.  

Per quanto le ore di sonno possano essere limitate, esse devono esserci, pena un eccessivo accumulo di stress da parte del nostro organismo, scompensi vitaminici e di sali minerali, riduzione delle capacità mentali e della resistenza fisica. Lo stesso vale per l'eccesso di sonno. Da persona a persona il bisogno di sonno è variabile, e i ritmi cambiano anche in base agli stress accumulati, alle pressioni psicologiche e ai cambiamenti nella nostra vita. Possiamo però seguire alcune fondamentali regole per favorire un corretto riposo, vediamo quali:

1) Non mangiamo troppo alla sera,  ingerendo cibi difficilmente digeribili che impegnano il nostro tratto intestinale per diverse ore. Sarebbe utile a favore della digestione stessa, non cenare oltre le 19 di sera, evitando combinazioni alimentari scorrette che rallentino la digestione. 

2) Evitiamo di assumere in quantità eccessive alcolici che oltre ad impegnare in maniera considerevole il fegato, e quindi tutto l'apparato digerente, hanno un influsso negativo sulla mente andando stimolare le zone del cervello che gestiscono il ritmo sonno veglia, e la zona onirica, con la possibilità tutt'altro che remota di fare brutti sogni e mantenere lo stato di sonno meno profondo e quindi meno ristoratore. La mente è come un computer e andare a dormire dopo aver guardato programmi violenti o ascoltato musica stimolante, o dopo una discussione, può l'effetto di alterare la qualità del sonno. 

3) Per quanto possibile sarebbe necessario andare a dormire sereni, abbandonando le preoccupazioni, le tensioni della giornata. In caso contrario la nostra mente sarà impegnata in queste faccende anche durante il sonno. Può essere utile una meditazione o semplicemente ascoltare musica rilassante in grado di abbassare al nostro livello di tensione. 

4)  La scelta del materasso è fondamentale: non deve essere troppo elastico né troppo duro. Se scegliete un materasso troppo elastico il vostro corpo subisce deformazioni eccessive con un'accentuazione delle curvature vertebrali. Viceversa se materasso troppo duro obbliga i muscoli a opporre una resistenza eccessiva con una conseguente pressione mal distribuita. 

5) La rete deve essere abbinata in maniera corretta con il materasso. Un abbinamento scorretto non fa che accentuare le possibili problematiche già citate invase la scelta del materasso. 

6) Il cuscino: la scelta del cuscino dovrebbe essere fatta anche in base alla posizione in cui siamo abituati a dormire. Dormire orizzontalmente senza cuscino è sbagliatissimo poiché ne derivano tensioni notevoli a livello della nuca e dalla colonna vertebrale. In questo caso è bene dormire utilizzando un cuscino piccolo ma abbastanza duro, da sposare la forma della nuca. La testa non deve affondare nel cuscino troppo morbido. In questo caso verrebbe accentuata la lordosi cervicale . Un cuscino troppo alto allo stesso modo, affatica il collo e le spalle. 

7) La posizione migliore per dormire: sul ventre su un fianco o supina? Dormire a pancia in giù è decisamente sconsigliato. Il mal di schiena e di mal di testa è assicurato. Dormire supino invece è decisamente più raccomandato, a patto di utilizzare come accennato in precedenza, un cuscino adeguato. Probabilmente, il cuscino migliore è quello cinese, fatto di lacca. Larga 20 cm altre cinque presenta al centro un rigonfiamento in cui si appoggia la nuca. Dal punto di vista anatomico e sicuramente il migliore.  Dormire sul fianco è consigliato. Importante che le spalle le braccia siano protese in avanti. In questo caso tuttavia, il cuscino deve essere più grande in modo tale che mantenga l'allineamento naturale del collo dalla colonna vertebrale. Com'è evidente, per ogni posizione bisogna usare il cuscino giusto. Non è sufficiente quindi, aver scelto il materasso e la rete adatta se poi viene utilizzato un cuscino sbagliato. 

8) Disposizioni del letto e isolamento elettromagnetico: un errato orientamento e la vicinanza a campi elettromagnetici possono influire in maniera sostanziale sul nostro riposo, provocando anche insonnia con tendenza a risvegli notturni. Il letto dovrebbe essere disposto con la testa morta in piedi asciutti nel senso del magnetismo terrestre. Le prese della corrente e ogni altro eletto utensile dovrebbero essere assenti nella zona in cui dormiamo. Ovviamente i cellulari vanno lasciati decisamente lontano dal nostro giaciglio. L'importanza dei colori della stanza e l’ isolamento acustico e luminoso È stato dimostrato che il colore delle pareti, ha un'influenza importante sulla qualità del sonno. Il colore migliore, resta il bianco. E' importante che nella stanza ci sia un adeguato livello di silenzio. Il problema si presenta soprattutto per chi vive nelle città. In questo caso non è stata soluzione che provvedere ad un adeguato isolamento acustico. Lo stesso modo anche l'inquinamento luminoso può infastidire e disturbare il riposo. Tende oscurati e luci spente possono facilmente aiutare.


mercoledì 9 marzo 2016

Passiflora incarnata, non solo per il sonno

La passiflora incarnata o fiore della passione è una pianta perenne dal portamento rampicante, originaria dell’America Centrale e Meridionale e appartenente alla famiglia delle passifloraceae.Usata come pianta ornamentale, essa ha moltissime proprietà medicinali. Molti la conoscono come un buon rimedio naturale per favorire il sonno, poichè contiene  numerosi flavonoidi che agendo sul sistema nervoso centrale svolgono una funzione sedativa ed ansiolitica; è ricca di acidi fenolici, curarine, fitosteroli ed eterosidi cianogeni e la sinergia di tutti questi elementi ne amplifica l’effetto calmante e neurotonico.


Oltre ad essere un buon rimedio per cadere nelle braccia di Morfeo,  è un rimedio efficace anche per l’intestino irritabile e per sedare gli attacchi di tosse, grazie alle sue proprietà antispasmodiche. Utile per i dolori mestruali, svolge oltre anche un’azione preventiva per gli attacchi di cuore. Ma quel che è ancora più importante è che la passiflora è sicura, non ha effetti collaterali e non provoca assuefazione. Si può assumere come tisana o sotto forma di tintura madre e la sua azione è potenziata dalla sinergia con altre piante (come camomilla, melissa, valeriana, etc.).

Per sperimentare immediatamente i benefici della passiflora ecco una tisana rilassante, perfetta prima di andare a nanna. Ciò che vi occorre è un cucchiaino da caffé colmo di foglie di passiflora, mezzo cucchiaino di fiori di tiglio e mezzo di foglie di melissa. Lasciate il tutto in infusione per 15 minuti in acqua bollente, filtrate e dolcificate a piacere.

venerdì 1 gennaio 2016

Antichi rimedi popolari per il sonno: la lattuga

La saggezza empirica si tramanda di generazione in generazione, come l'uso delle erbe per altro. Non esistono trattati scientifici sugli antichi rimedi popolari, e ogni paese ha elaborato la propria tradizione. In tanta vaiertà, ecco uno degli espedienti più diffusi per ritrovare il bene inestimabile del sonno.


La lattuga
In molti paesi si mangia lattuga se si vuole riposare bene. Il lattucario, sostanza amarognola ha potere sedativo e ipnotico, è contenuto nel lattice che corre nelle nervature principali di questo vegetale e sgorga anche dal gambo quando si recide un cespo di lattuga. Nel passato è stato usato come succedaneo dell'oppio, soprattutto per ridurre l'eccitazione nervosa.
Gli insonni dunque consumino come verdura, a ogni pasto della sera, un bel cespo di lattuga bollita. Oppure, seguano il consiglio dell'antica medicina che prescrive, prima di coricarsi, 2-3 foglie di lattuga cruda, condita con miele.
Si può anche preparare un decotto: 1-2 foglie per 300 grammi d'acqua , far bollire una decina di minuti.


La lattuga è anche leggermente lassativa. Ci conferma la forza oppiacea di questa verdura chi vive in campagna e coltiva insalate. E' comune, infatti, trovare tra le foglie di lattiga diverse vespe, che di solito vi si intrufolano cercando rifugio o per vizio, completamente inebetite e con gli occhi appannati dal sonno.

domenica 13 dicembre 2015

Il Silenzio della Neve

Sono uscita dal mio sonno aprendo gli occhi in un irreale silenzio, e dagli scuri una luce fra il grigio e l'indaco danzava sul piumone. Nessun tipo di suono, nemmeno il canto degli uccellini sui rami ancora spogli del pruno rosso, che, eleganti e sottili, quasi toccano il davanzale della finestra. 

Dalla porta accostata si affaccia il musetto curioso della bambina pelosa che salta sul letto e mi tocca delicatamente con la zampa. Ci coccoliamo un po', un paio di grattini e decido di trascinarmi fuori dal letto cercando di trovare il modo di srotolarmi dal piumone in cui mi sonno avvolta come un salame. Uff, che fatica! Apro gli scuri, richiamata dal suono del silenzio e, a falde larghe come margherite, cade lenta la neve. Il giardino è bianco,  i rami del melo si son vestiti a  festa,  e continuano ad adornarsi di cristalli di ghiaccio, algoritmi in perfetto accordo con il silenzio e il leggero gelido vento che li fa ballare sospesi fra terra e cielo.

Brividini mi attraversano la schiena, al pensiero di mettere il naso fuori, ma non posso resistere e dopo una corroborante colazione, mi trasformo in una sorta di omino Michelin: scarponcini da montagna, scaldamuscoli, giaccone imbottito, cappello e cappuccio. Ora posso andare a sondare l'esterno. 

La neve continua a cadere e il mio impatto con l'aria fa diventare la punta  del mio naso rossa e fredda. Sarà meglio camminare ed esplorare i dintorni, nulla è come sembra quando la neve ricopre tutto, nemmeno San Filippo. Nessun segno di vita, nessun rumore. I frutteti e le vigne dormono in un letargo antico e i miei passi sul manto bianco producono un buffo cigolìo, mentre alle mie spalle lascio una lunga scia di orme tutte uguali, la strada da seguire per il ritorno. 

Ai bordi della via, qualche verde foglia ancora fa capolino, resa traslucida dal ghiaccio che l'ha avvolta e ha scattato un'istantanea ai fiori di campo chiusi nella rigida trasparenza del gelo, che come l'ambra, ne ha immortalato un particolare istante. Sento solo il mio respiro e sono l'unico essere colorato nei dintorni, colorato ancora per poco, perchè i fiocchi ballerini si stanno accumulando sul giaccone uniformandomi all'irreale paesaggio, e con ragione, perchè in effetti in tutta quella candida purezza ci stono solo io.


giovedì 3 dicembre 2015

Pietre e cristalli, Zircone

Certe correnti mistico-magiche Cristiane associano lo Zircone all' Angelo Guardiano Tsuriele e al discepolo Simone.

ZIRCONE
Caratteristiche: silicato di zirconio; sistema tetragonale; cristalli prismatici o bipiramidati, ma anche granuli arrotondati; colori: rosso-bruno, bruno grigio, verde oppure incolore e varietà gatteggianti. Può essere confuso con la cassirite e con la vesuviana

Proprietà: è indicato per chi ha problemi di sonno; scaccia i pensieri malinconici. Portando sempre con sè questa pietra si tiene lontana la sfortuna.

Disturbi: aiuta la milza nelle sue funzioni; rafforza il sistema endocrino e combatte le malattie della pelle; stimola l'appetito
Associazione con i chakra: terzo


giovedì 12 novembre 2015

La melissa, per le donne ipersensibili

La melissa (Melissa officinalis), detta anche cedronella per il suo profumo luminoso, è un'erba dedicata soprattutto alle signore, ma, più generalmente, a tutta le persone ipersensibili. Dal 1611 l'ordine delle Carmelitane Scalze di Prigi prepara un'acqua antisterica a base di melissa (associata ad essenza d'arancio e di limone, cannella, noce moscata e coriandolo), che da quel tempo è stata la compagna fedele di ongi donna di qualsiasi categoria sociale.

L'ha assistita e la assiste nelle ore più difficili della sua esistenza: crisi di nervi, svenimenti, patemi dell'anima e del cuore, lutti, esaurimenti, età critica. E naturalmente quando la sua natura troppo delicata rende inquieto anche il suo sonno.


L'infuso di melissa ha le stesse prescrizioni dell'acqua delle Carmelitane e lo si può prendere anche soltanto per rasserenare il cuore e cacciare la melanconia, 3 tazze ogni giorno. Preso invece prima di coricarsi, faciliterà e proteggerà il riposo. Poichè la pianta non contiene che un basso tenore di essenza, è opportuno abbondare nelle dosi: un pugno di sommità fiorite fresche appena raccolte, o 10 grammi di droga secca per ogni tazza.

L'aroma di limone della melissa tende a degenerare se l'erba non è raccolta di recente e a scomparire del tutto nell'erba secca, soprattutto se conservata da troppo tempo. Il modo migliore quindi è di conservarla com'è, ben chiusa in sacchetti di carta, oppure, a pezzetti, in scatole e vasi. La provvista va rinnovata ogni anno, Se si pensa di doverne fare uso abbondante, conviene coltivarla in vaso.


lunedì 9 novembre 2015

Il biancospino, il tranquillante del cuore

Il biancospino è un parente del melo, del pero, del cotogno. Da noi son comuni due specie di biancospini: il Crataegus oxycantha, con fiori forniti di due o tre stili e foglie poco frastagliate, e il Crataegus monogyna, con un solo stilo e foglie profondamente lobate. Entrambi fioriscono a primavera, nel mese di maggio, e illuminano con il candore fiori i boschi e le siepi di campagna.


A volte si confondono con lo spino nero, Prunus spinosa, ma all'epoca dei frutti non ci si può sbagliare: quelli dello spino nero sono nerazurri, quelli del biancospino rossi brillanti. Si tratta di una delle più belle piante della nostra flora spontanea, molto decorativa,  sia d'inverno con l'intrico nero dei suoi rami spogli, sia in primavera, durante la bianca fioritura, sia in autunno, con l'allegro accento rosso delle sue bacche.

Come medicina non ha una lunga storia dietro di sè. Solo alla fine del secolo scorso due dottori americani hanno ottenuto ottimi risultati impiegandone i frutti e i fiori in decotto nel trattamento delle angine e delle malattie dell'aorta.

Confermate le sue qualità sedative e antispasmodiche, il biancospino vide estendere il suo campo d'azione ai disturbi dell'apparato circolatorio e agli squilibri neurovegetativi. Soccorre, ad esempio, le donne nell'età critica ed è utile come "tranquillante" naturale.

Un trattamento prolungato si fa con il decotto: 30 grammi di fiori e frutti per ongi litro d'acqua; far bollire per 5 minuti e prenderne 4 tazze al giorno. Per una tisana ipnotica e sedante, da prendere prina di coricarsi, preparare una infuso con 1 cucchiaino di fiori per ogni tazza d'acqua in ebollizione.


venerdì 6 novembre 2015

La malva, il rimedio di Cicerone e Marziale

La malva, erba umile e agreste, fu tuttavia esaltata dalla scuola pitagorica come capace di grandi imprese: anche quella di liberare il corpo dalla schiavitù delle passioni. Senza arrivare a tanto, i medici concordano nell'affermare che un infuso di malva è eccelletnte per rimediare agli stati di infiammazione: coliche, cistiti, crampi, ascessi, mal di denti, mal di gola.

La malva agisce stendendo sul luogo del dolore la sua mucillagine, sostanze di cui è ricchissima , tenera, gelatinosa soave come una carezza. Per quanto ci si riferisce al sonno, dunque, la malva (Malva silvestris o rotundifolia) non potrà recar solievo se le turbe sono da imputare alla sfera delicata dell'anima e della psiche, ma solo quando si è resi inquieti da un malessere fisico.


La malva si può anche mangiare in minestre, frittate e in luogo degli spinaci. Cicerone e Marziale ne facevano gran uso, il primo per liberare il ventre pigro e restio (ufficio che anche l'infuso compie in modo eccellente) , il secondo per cancellare gli effetti di un'orgia.

Come racconta Virgilio, le capre malaticce brucano malva ad ogni pasto; i cavalli con la gastrite si giovano di un infuso di malva proporzionato alla loro taglia: 200 grammi di fiori e foglie in 5 litri d'acqua. Per l'uomo la dose è di 10 grammi in 5 litri d'acqua a bollore, cioè circa 1 cucchiaio di sommità fiorite (anche fresche) per ogni tazza.

In luogo della malva si può far uso della bismalva (Althea officinalis) ancor più persuasiva perchè è la due volte malva. Decotto di radici: 1 cucchiaino di frammenti per ogni tazza, far bollire 3-4 minuti. Il sapore non è strordinario: se si uniscono 2-3 frammenti di radice di liquirizia, le tisane di malva migliorano.


giovedì 5 novembre 2015

L'arancio per sonni irrequieti

Il paesaggio mediterraneo non è immaginabile senza l'arancio. E' l'albero dai frutti d'oro, dalle foglie lucide e profumate, dai fiori bianchi e talmente  odorosi che per tradizione sono stati ritenuti i soli degni di stare nel bouquet della spose.

Le proprietà del frutto sono arcinote: più o meno dolce, sempre comunque salutare e ricchissimo di vitamina C, è la grande riserva di freschezza nei freddi e sterili mesi dell'inverno. Con l'arancia si fa anche la marmellata per antonomasia, la prima e la più classica.


La bontà ddel frutto d'arancio ha fatto passare in seconda linea l'importanza delle virtù curative delle foglie e dei fiori di quest'albero (Citrus sinensis, l'arancio dolce, e Citrus aurantium, l'arancio amaro). Ma da lungo tempo è stata provata l'azione che questi svolgono per eliminare i disturbi provocati dalla eccesiva sensibilità ed eccitabilità del sistema simpatico.

I principi attivi contenuti nell'essenza di arancio regolarizzano i centri nervosi periferici, diminuiscono l'ampiezza delle contrazioni cardiache, infondendo un gran senso di calma. L'arancio viene in aiuto quando si stenta a prendere sonno e quando i sono sono irrequieti; quando, appena coricati, si è colpiti da forme nervose, come una tosse frequente, ansia, palpitazioni, angosce ossessive.

I grandi agitati farebbero bene a prendere un tè d'arancio anche durante la giornata, e lo stesso si consiglia a coloro che hanno lo sbadiglio facile e ripetitivo. Se il riposo notturno è impedito anche da disturbi della digestione, unire alle foglie anche alcune scorze d'arancia, che la medicina prescrive soprattutto come calmante dell'apparato digestivo.

L'infuso si prepara con 10-15 grammi di foglie e fiori d'arancio amaro in 2 decilitri d iacqua in ebollizione, oppure con una dozzina di fiori secchi, oppure con una dozzina di fiori freschi e con 2 foglie verdi. Lasciar riposare per non più di 6 minuti, dolcificare con miele.



mercoledì 7 ottobre 2015

Il luppolo per i pessimi dormitori

Il luppolo è parente della canapa, si arrampica su siepi, cespugli e boschetti arrivando anche a 3 metri di altezza. Possiede fiori maschili e femminili; quelli femminili sono amenti conici che, maturando, si trasformano in piccoli coni a forma d'uovo, nei quali sono contenuti i principi attivi più importanti, gli amari, che danno il caratteristico aroma alla birra.

L'infuso di luppolo (Humulus lupulus) era consigliato già nell'undicesimo secolo dalla badessa di un convento benedettino, Ildegarda di Bingen, esperta di erbe officinali. E da allora tutti i fitoterapeuti ne hanno sostenuto l'efficacia in molti disturbi connessi con la sfera psichica e nervosa: ansia, angosce notturne, stanchezza della vita, gastrite nervosa, mal di testa, pessima disposizione al riposo.


Ribadiscono tale opinione gli esperimenti di un fisiologo, tal Gromberg: somministrato alle rane in dosi basse, il luppolo le induce al sonno, in dosi alte arriva a paralizzarle. Per queste sue qualità sedative è stato nel passato prescritto anche come anafrodisiaco, ma non si abbiano forti timori, l'azione antieccitante non è stata confermata.

I principi attivi sono contenuti nel fusto e nelle foglie di questo bel rampicante, ma soprattutto nei frutti femminili che, a scuoterli, lasciano cadere una polvere resinosa e dorata, fortemente aromatica, dal grazioso nome di luppolino. Il luppolino contiene a sua volta la luppolina, alcaloide a potere rilassante e sedativo, ma anche tonico, digestivo.

Tutti i pessimi dormitori dovrebbero far appello al luppolo e prepararsi ogni sera prima di coricarsi una tisana versando 5 decilitri d'acqua a bollore su 10 grammi di erba secca; far riposare 8 minuti. Il sapore amarognolo è gradevole.

venerdì 11 settembre 2015

Pietre e cristalli, Pietra di sole

Nella Grecia antica era utilizzata per rappresentare il Dio Sole, Helios (o Apollo). Si credeva che rinvigorisse  e migliorasse lo stato del corpo fisico e lo spirito, portando rinnovata salute ad entrambi. Questa gemma particolare è stata apprezzata dagli antichi maghi, che usavano la pietra del sole per attirare la forza del sole associandola al potere e alla ricchezza materiale.

PIETRA DI SOLE
Caratteristiche: sicoalluminio disodio e calcio; sistema triclino; famiglia degli ortoclasi come la pietra di luna; colore dall'arancione al rosso con un luccichio metallico. Le zone di estrazione sono in Norvegia, nell'ex Urss, negli Stati Uniti, in Canada e in India.
Proprietà: combatte lo stress e l'affaticamento; aiuta nei disturbi del sonno che determinano incubi
Disturbi: agisce beneficamente sul cuore
Associazione con i chakra: terzo


martedì 1 settembre 2015

Il respiro


Il respiro,
silenzioso, morbido,
leggero,
ritmo del sonno,
compagno della veglia.
Il respiro,
affannoso agitarsi del cuore in ansia,
singulto frenetico del pianto,
apnea dello spavento.
Il respiro,
soffio perenne,
testimone nella vita,
assenza nella morte.

lunedì 31 agosto 2015

Pietre e cristalli, Malachite

La pietra della trasformazione e della consapevolezza


MALACHITE
Caratteristiche: idrossicarbonato di rame; sisitema monoclino; masse compatte a strutura concrezionare-zonata, rari i cristalli aciculari e fibroso raggiati; colore: dal verde smeraldo al verde scuro

Proprietà: favorisce il sonno e i sogni; pietra da usare con consapevolezza perchè porta in superficie il subconscio; combatte lo stress e rende più consapevoli e amorevoli nei confronti del prossimo; riequilibra lo spirito

Disturbi: emana energia favorendo la rigenerazione di cellule e tessuti; allevia le punture di insetti e agisce beneficamente sul pancreas, sui reni e sul fegato
Associazione con i chackra: terzo e quarto

domenica 14 giugno 2015

Clematis, il fiore di Bach per la concentrazione, il sonno e l'ansia

La Clematis o Clematis Vitalba, più nota  come la “gioia del viandante”, è una pianta rampicante e legnosa che sboccia in estate, è praticamente assente di radice, i suoi fiori sono a cespuglio, bianchi chiari. Come fiore di Bach è indicato in casi di disturbi del sonno e ansia, ma è ottimo anche per i bambini che hanno problemi di concentrazione. Bach la associò alla figura del “Romantico”, colui che ha la sempre la “testa fra le nuvole”, come i suoi cespugli, e sogna ad occhi aperti, distaccandosi dalla realtà e proiettandosi nel futuro.


Infatti, il carattere Clematis  ha  un’evidente mancanza di concentrazione;  il suo animo è gentile e quieto, pur non trovando allegria e né gioia nella vita così com’è . Si possono riscontrare tipi Clematis che si soffermino a lungo a pensare e vagare nei pensieri della propria mente, concentrandosi su persone scomparse, che hanno perso, vivendo completamente in un altro emisfero del mondo e della vita. La trasformazione avviene già con poche gocce, ed il beneficio che questo fiore apporta è fondamentale per riascoltare il proprio corpo, è una maggiore presenza di sé, un interesse per la vita, la gestione al meglio dei propri pensieri e la capacità di concentrazione, l’attenzione per l’istante, una realizzazione nella parte pratica della vita e la gioia di vivere a prescindere!
Emozioni iniziali (prima di prendere il fiore): Indifferenza, l’essere trasognato, carenza di interesse per ciò che circonda.
Emozioni evolutive (dopo aver assunto il fiore): Concentrazione ed allegria, presenza, stato di radicamento sulla terra, come radici ben salde nel terreno, nel qui ed ora, osservando la realtà circostante.
Clematis è indicato per coloro che nella vita non hanno molto interesse, che si svegliano desiderando quasi che non ci sia un altro giorno da affrontare perché la vita è difficile e dura, con poca gioia e “verve”. Dunque, questo fiore è particolarmente adatto a coloro che non trovano valore in nulla, che sono sprovvisti di senso pratico, fuggendo dalla realtà per rintanarsi nella fantasia, sognando un futuro immaginario.

Questo rimedio è utile per combattere tutti gli stati d’animo di assopimento, di ansia legata a disturbi della memoria e della perdita di equilibrio, disturbi del sonno, svenimento ed incoscienza; infatti i pazienti Clematis, come afferma Edward Bach : “…Quando si ammalano, in genere, non fanno grandi sforzi per rimettersi in salute e, talvolta, arrivano persino a desiderare la morte, nella speranza di tempi migliori o forse per ritrovare una persona amata che hanno perso…”

Questi caratteri sono indifferenti alla vita, sono senza  entusiasmo. In tal senso si riscontrano casi in cui il tipo Clematis, ascolta solo metà di ciò che gli viene detto, non è presente nel corpo, essendo la maggior parte persone trasognanti, apatiche, lontane, che vivono quasi sempre loro pensieri vorticosi. Clematis è prezioso per quei bambini con problemi di concentrazione, dovuti al loro essere trasognanti, piuttosto che ad una carenza intellettiva ed gli artisti che vogliono cercare ispirazione, facendo emergere il loro potenziale creativo e sfruttandolo a pieno; per coloro che sono quindi, distratti, sbadati, ai quali capitano sovente, a volte con più frequenza degli altri, incidenti e contrattempi della vita di tutti i giorni, dovuto alla loro deconcentrazione, che hanno ambizioni che non riescono a concretizzare, che sono felici nei loro sogni e nella loro mente, non vivendo nel presente.

domenica 17 maggio 2015

I vecchi rimedi popolari: Rilassarsi e respirare, contare le pecore o altro

Rilassarsi, respirare

Non tutti sanno fare gli esercizi di rilassamento, che sono per altro molto elementari. Chi soffre d'insonnia è utile che li impari, magari frequentando un corso di yoga, perchè possono essere il rimedio più semplice e diretto per questo disturbo.
Anche pochi minuti di respirazione profonda, che è un'altra piccola tecnica che si può imparare insieme allo yoga, portano una maggiore ossigenazione dei polmoni e del sangue, predisponendo favorevolmente corpo e mente al riposo.


Contare le pecore o altro

Vecchi rimedi noiosissimi ed efficaci appunto perchè noiosi: appena coricati, mangiare un cucchiaino di miele o una zolletta di zucchero e mettersi immediatamente a pensare a un gregge di pecore che saltano una staccionata. Contare le pecore, o, usando una tecnica più perfezionata, contare le zampe delle pecore finchè si perde il conto. Vorrei suggerire che anche leggere un bel libro di algebra ha i suoi effetti soporiferi.....
Per i cittadini è stata studiata una variante: pensare a un edificio alto e contare i mattoni partendo dal basso. Se non è sufficiente, si può procedere nel senso inverso.
Contare in vece i quadretti, i puntini, le mezze lune, i vermicelli che, se si fa attenzione, si vedono disegnati in diversi colori sull'interno della palpebra, è più artistico e soddisfa le menti con predisposizione al bello.

Vi lascio con una ninna nanna:

Ninna nanna, ninna nanna
l'uccellino quando imbruna
mette il capo sotto l'ala
è un batuffolo di piuma,
dorme dorme sulla rama.
Esso ha il vento che lo culla,
tu la mamma che ti ninna
Ninna nanna, ninna nanna

sabato 9 maggio 2015

Le virtù emollientiIl del papavero dei campi o rosolaccio

Il papavero dei campi, o rosolaccio (Papaver roheas), è annoverato dai dottori delle erbe tra le piante "bechiche", cioè quelle piante le cui virtù emollienti sono utili nelle malattie delle vie respiratorie, bronchiti e catarri, tossi disperate. Ma non si più dimenticare che il rosolaccio è cugino del papavero dell'oppio e se oppio non contiene, oltre alla soave e pacificante mucillagine, contiene tuttavia sostanze che inducono alla calma e favoriscono il riposo.

Per gli astrologi il rosolaccio cresce sotto l'influenza della luna ed è quindi una pianta notturna. Gli è affidato il compito di calmare gli ammalati e coloro cui il calare delle tenebre reca irrequietudine e paure: il papavero sa come accompagnare il più recalcitrante nel regno del sonno.


In medicina vengono usati i petali e le capsule essiccate. I primi, che devono essere raccolti a sbocciatura completa, vengono posti ad essiccare in un luogo caldo e asciutto e arieggiato. Vanno rivoltati spesso e non devono annerire, ma conservare un bel colore rosso scuro. Le capsule debbono essere raccolte quando sono qusi secche.

Essiccate del tutto, si impiegano in decotto. Mischiato a latte caldo, in dosi da 3 a 4 cucchiai, esso combatte efficacemente l'insonnia dei bambini. E' prudente tuttavia controllare le loro reazioni.
L'infuso di petali di rosolaccio, sedativo, analgesico, antinevralgico, ipnotico ha un bel coloro e caldo e rosato e un gusto gradevolissimo; agisce in un modo così delicato che lo si può somministrare anche ai bambini e agli anziani: 2 pizzicate di fiori secchi o qalche petali del fiore fresco (10 grammi) per litro d'acqua in ebollizione; lasciar riposare 10 minuti.

sabato 2 maggio 2015

Vecchi rimedi popolari: Aglio, miele e pediluvio gelato

Aglio
Prezioso anche se umile e comunissimo, l'aglio occupa un posto importante negli usi culinari e terapeutici dei popoli mediterranei. Fin dai tempi più antichi l'aglio è stato usato contro un gran numero di malattie, compresa la peste, e i contadini soprattutto ne facevano grande consumo, tanto che veniva detto "la teriaca dei poveri".

Quella dei ricchi era una medicina mitica, composta di gran quantità di droghe vegetali, animali e minerali, inventata, secondo la leggenda, addirittura da Mitridate re del Ponto, che l'avrebbe usata come antidoto ai molti veleni cui si andava assuefando.

In tempi meno favolosi le virtù dell'aglio sono state confermate: la pianta è ottimo battericida, espettorante, vermifugo e febbrifugo. E, naturalmente calmante. Per questo una tradizione popolare di Calabria insenga a strofinare la pianta dei piedi di chi non dorme con uno spicchio d'aglio.


Miele
Una buona tazza di latte caldo dolcificato con miele, con l'aggiunta di una spruzzata di cannella in polvere o noce moscata, secondo le preferenze, è un vecchio rimedio consigliato dalle nonne campagnole per facilitare il sonno.

Pediluvio gelato
I medici dell'antichità erano concordi nell'affermare che l'insonnia è data da un soverchio calore al cervello. Non sembra una spiegazione tanto ingenua, se al concetto di calore si sostituisce quello di attività cerebrale. E' certo comunque che un sistema poco scientifico ma molto efficce per aiutare il sonno è quello di fare defluire il sangue dalla testa mediante un pediluvio gelato. Immergere i piedi sino ai polpacci in una tinozza di acqua ben fredda e lasciarveli per 5 minuti. Avere il coraggio di farlo anche  in pieno inverno, o quando ci si sveglia alle 3 del mattino e si desidera riprendere al più presto il sonno interrotto.

domenica 26 aprile 2015

Il Sonno e la Camomilla

Le camomille sono in verità due, la Matricaria chamomilla, detta camomilla falsa, o comune, o tedesca, e l'Anthemis nobilis, la camomilla nobile, vera o romana. Hanno le stesse proprietà, ma la matricaria è maggiormente in uso. I testi competenti prediligono la prima quando la mente è turbata da inquietudini, quando si digrignano i denti durante la notte, quando si hanno sogni angosciosi, e nelle infreddature; l'uso più specifico della seconda è nelle cefalee, nei pruriti notturni di origine nervosa e quando si è vittime dell'impulso ossessivo di alzarsi per andare in bagno.


Nessuno comunque ha mai dubitato delle qualità della camomilla, mentre c'è stato un effettivo disaccordo  sul suo gusto e aroma: i Greci la chiamarono "Mela di terra" per il suo grato profumo, gli Inglesi non lo trovarono affatto grato e la definirono "Puzzolente erba di Maggio".

La popolarità di questa pianta è intramontabile ed è quindi  tra le prime erbe cui ci si rivolge per ristabilire un buon rapporto con la notte. Non è un'erba ipnotica, bensì sedativa e antispasmodica,  e induce al sonno in quanto rilassa ogni cosa: sa calmare il dolore di una colica, porre fine alla tensione, facilitare la digestione e rendere leggeri il corpo e la mente.

Per credere nella camomilla, può essere d'aiuto sapere che il principio attivo, contenuto nei petali secchi dei fiori, l'azulene, allo stato puro è composto di cristalli azzurri. Si tratta dunque di una pianta celeste, colore che si associa alla meditazione, all'assenza di affanni. L'infuso di camomilla è efficace se ben concentrato: si prepara con 1 cucchiaino di fiori secchi per 150 gr di acqua in ebollizione; lasciare riposare per 12 minuti. A piacere aggiungere una fetta di limone e dolcificare con miele.

sabato 25 aprile 2015

Sonno e Insonnia: le Erbe per dormire

Il numero dei rimedi naturali che possono aiutare a migliorare il nostro sonno è grande. Poche erbe tuttavia possiedono un vero e proprio potere ipnotico; molte contengono invece principi calmanti, rilassanti, a volte solo leggermente narcotici, antispasmodici, analgesici, e antinevralgici (agiscono cioè contro gli spasmi, i dolori e le nevralgie), sono sedative del sistema nervoso centrale o periferico.


La loro influenza dunque in questa notevole parte del malessere moderno che sono i disturbi del sonno non è da sottovalutare. Quello che le erbe possono fare, lo fanno senza provocare effetti secondari, senza generare assuefazioni, lo fanno dolcemente, con lenta e tranquilla sicurezza. Quello che si chiede ai malati di insonnia è di collaborare, mostrare fiducia e pazienza, affinchè le piante nostre alleate trovino lo spazio, il tempo e lambiente favorevole per compiere la loro opera.

Le erbe che conciliano il sonno la camomilla, il luppolo, il tiglio, l'arancio, la malva, il rosolaccio, il biancospino, la melissa, la valeriana e le descriveremo una ad una nei prossimi giorni. Altre piante contenenti sostanze atte a combattere l'insonnia sono l'asperula o stellina odorosa, il basilico, la maggiorana, la salvia, la lavanda, il meliloto, l'avena, la monarda.

Impariamo quindi a riconoscere le erbe amiche e usiamole tranquillamente. Ne otterremo l'effetto tanto sospirato: farci chiudere gli occhi.

giovedì 16 aprile 2015

Il sonno: la seconda Vita dell'Uomo

Il sonno è quell'immenso spazio privato dove si svolge la seconda vita dell'uomo, forse la più libera, certo la più ricca e avventurosa. E' scientificamente accertato che un essere umano privato artificoalmente dei suoi sogni cade in uno stato di profondo malessere fisico e mentale. Tutit hanno bisogno di sognare, anche gli animali.

Non proprio tutti, perchè sembra che i pesci e i rettili sembrano che non sognino, ma il bue sì, sogna per 10-15 minuti in una notte normale, mentre l'uomo sogna per comlessivi 100 minuti. Il felino, beato lui, sogna per 180 minuti. Le statistiche dicono anche che il tempo medio per addormentarsi in uno stato normale di salute è di circa 20 minuti; che la media tipica di ore di sonno è di 8 ore, le donne dormono più a lungo degli uomini.

Dormiamo dunque, e sognamo, perchè ne abbiamo bisogno. Non sappiamo però in che modo si disinneschi lo stato di veglia e si inneschi quello del sonno. Dentro di noi c'è un piccolo orologio che ad un certo momento dice "dormi" e a un certo punto dice "svegliati".

Una bella storia per bambini racconta che allasera rriva puntualmente il Mago Sabbiolino, che getta sabbia fine fine negli occhi per farli chiudere, mentre al mattino arriva il Mago Rugiadoso, che li apre lavandoli con fresca rugiada.

Una spiegazione convincente, che gli scienziati hanno voluto complicare con ipotesi elaborate:  alcuni di essi affermano che durante la veglia si accumulano nell'organismo sostanze di rifiuto, ipnogeniche, cioè produttrici di sonno, sino a che si verifica la necessità di addormentarsi.

Altri sostengono che un neuromediatore, la serotonina, sintetizzata da certe cellule cerebrali, avverte l'essere umano che è tempo di mettere l'organismo in stato di riposo per ricostruire la provvista di energia necessaria all'attività cellulare.

Il meccanismo del sonno è ad ogni modo estremamente sensibile e delicato, sottoposto all'influenza di molti stimoli disturbatori, interni ed esterni all'uomo. E' molto facile che il meccanismo si inceppi, si guasti. Se dormiamo perchè ne abbiamo necessità ma non riusciamo a dormire.

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