Simply

Visualizzazione post con etichetta Lettere a Lucilio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Lettere a Lucilio. Mostra tutti i post

martedì 26 agosto 2014

Amici di se stessi | Seneca, Lettere a Lucilio | Varie

Essere amici di se stessi significa essere coerenti con le proprie idee di vita, così come hanno fatto i filosofi antichi. Ecco ciò che Seneca afferma in questa sua lettera a Lucilio. Non si finisce mai di imparare a vedere  i nostri difetti, e questo è indice di progresso. E' una questione di volontà, dice Seneca, volere il bene.


"Caro Lucilio,
io capisco che non solo mi sto migliorando ma addirittura mi sto trasformando. Certo non voglio dire, e nenneno spero, che in me non ci sia più nulla da cambiare. Perchè non dovrei avere più niente da mettere in ordine, da limitare, da migliorare? Vedere difetti che prima non si vedevano è segno di progresso, così come ci congratuliamo con i malati che prendono coscienza d'essere malati.

Desidererei perciò dirti di questo mio improvviso cambiamento, perchè allora sarei più sicuro della nostra amicizia, quella vera che nè la speranza, nè il timore, nè il calcolo personale possono spezzare, quella amicizia che dura fino alla morte e in nome della quale si è pronti a morire. Potrei citarti molti ai quali non è mancato l'amico ma l'amicizia: questo non succede quando gli amici sono uniti dalla stessa volontà di volere il bene. Perchè non può essere così?

Essi sanno di aver tutto in comune e soprattutto le avversità. Non puoi capire quanti miglioramenti mi accorgo di fare ogni giorno. Tu dirai: "Metti anche  me al corrente del sistema così efficace che hai scoperto". Io voglio metterti al corrente di tutto e sono contento di imparare insegnando. Nemmeno le cose più eccellenti e benefiche mi daranno gioia se dovessi tenerle solo per me.

Se mi si desse la sapienza a patto di tenerla chiusa in me senza poterla trasmettere agli altri, io rifiuterei. Non dà gioia niente se è vissuto in solitudine. Ti spedirò quindi i miei libri e perchè tu non perda tempo a rintracciarli, ti sottolinerò i brani utili. Però parlare di queste cose e sentirle dalla mia viva voce è meglio che leggerle. Perciò tu devi venire a trovarmi perchè gli uomini credono di più agli occhi che alle orecchie e poi perchè insegnare richiede molto tempo, mentre si apprende subito e meglio con gli esempi.

Cleante non avrebbe saputo riportare così esaurientemente il pensiero di Zenone se avesse assistito solo alle sue lezioni, senza condividerne la vita, anche nell'intimità, e così capì che la vita di Zenone era coerente con il suo pensiero. Platone, Aristotele e tutta questa folla di filosofi, che presero poi direzioni diverse, impararono più dalla vita che dalle parole di Socrate. E lo stesso accadde a Metrodoro, Ermaco e Polieno nei confronti di Epicuro.

E non ti chiedo di venire solo per tua convenienza ma anche per la mia. Ci saremo utilissimi a vicenda. Intanto, poichè ti devo il piccolo tributo quotidiano, ti dirò il pensiero di Ecatone che oggi ho apprezzato: "Tu chiedi quale progresso ho fatto? Ho cominciato ad essere amico di me stesso". E' un bel progresso, non conoscerà più la solitudine. Non tutti possiamo avere un simile amico".

venerdì 22 agosto 2014

La vita corre via | Seneca, Lettere a Lucilio | Varie


Ciò che Seneca scriveva è di una modernità disarmante. Nelle sue "Lettere a Lucilio" sottlinea la necessità che gli uomini trovino in se stessi il bene e la felicità, una felicità austera, sobria, quasi dolente.
Ecco ciò che scrive, che dovrebbe essere spunto per tutti noi:

"Caro Lucilio,
...rivendica la proprietà di te stesso e raccogli e conserva il tempo che finora ti veniva portato via o andava perduto. Convinciti che è così come ti scrivo: il tempo ci viene portato via, a volte con la forza a volte con abilità, altre volte se ne va senza che noi nemmeno ce ne accorgiamo.
Ma la vergona peggiore è perdere tempo per la nostra negligenza. Se ci pensi bene: gran parte della nostra vita se va nel fare male, ancora di più nel non fare niente e tutta quanta la perdiamo nel fare cose che non vorremmo fare. Puoi indicarmi qualcuno che impieghi giustamente il suo tempo e la sua giornata, che capisca di morire giorno dopo giorno?

Questo è il nostro sbaglio, che consideriamo la morte come un avvenimento futuro, mentre per gran parte essa è già alle nostre spalle ed è padrona del nostro passato. Fai dunque, Lucilio mio, quello che mi scrivi, e sfrutta ogni ora. Se sarai padrone del presente, sarai meno schiavo del futuro. Tra tanti rinvii la vita corre via. Solo il tempo è nostro, nient'altro.

Solo di questa cosa, fuggente e incerta, la natura ci ha fatto padroni, e chiunque se vuole ce ne può privare. La stupidità degli uomini è tale che accettano venga loro messo in conto l'acquisto di cose insignificanti e senza valore, sempre compensabili, e nessuno invece si sente in debito per il tempo che prende agli altri, proprio il tempo, l'unica cosa che anche le persone più riconoscenti non possono restituire.

Ti chiederai forse come mi comporto io che ti do questi consigli. Sarò sincero: amo spendere ma senza esagerare, so fare i miei conti. Non posso dire di non perdere niente, ma tengo sempre il conto di quello che perdo, di perchè e di come lo perdo. So perchè sono povero. Mi succede quello che succede a quelli caduti in miseria senza averne colpa: tutti sono pronti a giustificarli, ma nessuno li aiuta.

E allora? Non considero povera una persona che ha quello che le basta, però penso che tu devi in tempo utile cominciare a mettere da parte le tue cose. Perchè, come dicevano i nostri antenati, non serve chiudere la stalla quando i buoi sono ormai scappati."

Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.