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mercoledì 1 giugno 2016

Benefici del coriandolo nella dieta

Benefici del coriandolo nella dieta, davvero molti per le sue proprietà: antiossidanti, antibatteriche, fungicide e molto altro ancora.


Il coriandolo somiglia molto al prezzemolo ma fa parte più della tradizione asiatica che non della nostra. E' una spezia molto antica e rientra fra gli ingredienti del curry. Appartiene alla famiglia del cumino e recentemente si sta diffondendo grazie alla cucina orientale, oggi molto apprezzata anche da noi. Le foglie sono piccanti, mentre i semi piccoli e di colore giallo hanno un sentore di limone e si usano per la preparazione di salamoie e conserve. Se essiccati e macinati, i semi sono particolarmente adatti ad insaporire carne e verdure, pesce, zuppe e vellutate. 


E' molto utile anche alla nostra salute poichè contiene molta vitamina C, si rivela quindi essere un ottimo antiossidante, stimola le difese immunitarie, rende la pelle più elastica tonica e luminosa.  Stimola inoltre la produzione di collagene che presiede alla salute del sistema connettivo (dei tendini, delle cartilagini, dei tessuti oculari) e delle ossa, aumenta l’assorbimento del ferro e previene gli effetti tossici dei metalli pesanti. Ha anche un’azione antitumorale, perché riduce le nitrosamine cancerogene nello stomaco. Ma le sue proprietà non sono finite perchè il coriandolo aiuta la funzione digestiva, previene gli spasmi gastrici e riduce i gas intestinali. È  antibatterico e fungicida, riduce i crampi addominali e le infezioni gastrointestinali ed è utile anche in caso di dissenteria e colon irritabile. Tra l'altro risulta particolarmente protettivo nei confronti dei raggi UV e, se utilizzato in cucina nei mesi più caldi, evita eritemi e scottature.

Perciò è consigliabile introdurlo nella propria dieta anche perchè si presta molto bene a sostituire sale e condimenti. Per usarlo al meglio si può preparare una buona base per la marinatura di carne e pesce:  un cucchiaio d’olio d’oliva, il succo e la scorza di coriandolo. Versare su carne e pesce e far marinare 30 minuti in frigorifero.

sabato 21 maggio 2016

Fragole e benessere

Fragole e benessere, un matrimonio davvero felice. Dato che siamo nel pieno della stagione delle fragole, consiglio a tutti di farne delle fantastiche scorpacciate e usufruire delle loro tante qualità vediamo insieme quali.


Anche se il tempo è incerto siamo nella stagione delle fragole, uno dei frutti che io preferisco, insieme alle ciliegie.  Oltre ad essere deliziose, le fragole sono un frutto che fa bene sotto vari aspetti. Ottime alleate della bellezza perché costituite per il 90% di acqua, quindi idratanti, poche calorie a tutto vantaggio della linea, anche per gli enzimi che le fragole contengono perché attivano il metabolismo dei grassi. Contengono fibre che aumentano il senso di sazietà, aiutano a regolarizzare l'intestino, ci fanno assorbire meno grassi e zuccheri.


Grazie alla vitamina C aiutano ad assorbiere meglio il ferro, utile per la formazione dei globuli rossi, per i muscoli, per la produzione di collagene, che tutti sappiamo è un antirughe, in più il collagene rafforza i capillari, e quindi aiuta a ridurre laritenzione idrica e la cellulite. Considerate poi che le fragole son ricchissime di potassio. Per chi ancora non lo sapesse, le fragole contengono xilitolo, che previene la placca dentale, abbatte i germi che causano l'alitosi.

Un altro motivo per farne scorpacciata? Il contenuto di acido folico che contengono in abbondanza aiuta a mantenere la memoria. Ma sappiamo acquistarle correttamente? Tenete presente che per acquistare delle buone fragole dovete:

- Preferire un prodotto italiano e acquistare le fragole quando sono di stagione, in primavera.
- Sceglire le fragole turgide con colore rosso vivo e uniforme, e con picciolo ben attaccato al frutto.

- Se le fragole sono in vaschetta, controllare che non vi siano frutti ammaccati o ammuffiti, perché nel giro di poco la muffa si può estendere a tutta la confezione.

domenica 15 maggio 2016

Esaurimento ed Anemia: facciamo scorta di Fave

Esaurimento ed anemia: facciamo scorta di fave. Le fave in questa primavera dal clima alquanto ballerino possono essere un valido aiuto in caso di esaurimento ed anemia per l'alto contenuto di sostanze nutrienti e benefiche. Mettiamole in tavola con allegria.


Aprile e Maggio sono i mesi delle fave o baccelli, uno dei legumi più antichi.Soprattutto quelle fresche, sono un alimento fortemente ricostituente e dunque particolarmente indicato a sostenere l’organismo al cambio di stagione. Contengono vitamine del gruppo B (come la riboflavina, l’acido folico e la tiamina) e di vitamina Epotassio, zinco, magnesio, fosforo, rame e ferro. Quest'ultimo infatti è un ottimo rimedio contro l’anemia e la stanchezza di primavera, si assorbe più facilmente dai tessuti se assunto contemporaneamente con la vitamina C. Alle fave, per aiutare ancor più l'assorbimento del ferro si possono abbinare alimenti ricchi di vitamina C, come agrumi, peperoncino, verdure a foglia verde (soprattutto la rucola), pomodori, piselli e prezzemolo.


Inoltre le fave hanno un alto contenuto di proteine contenute in abbondanza nelle fave, che però mancano di un particolare aminoacido e per essere meglio assimilate sarebbe preferibile associarle a dei carboidrati, come pasta, riso o pane, sempre integrali. E poi contengono vitamina E,  nutrimento della pelle. Dalle mie parti si mangiano con gran gusto insieme a formaggio fresco, una fetta di pane integrale, o del prosciutto.

Sono buone anche cotte al vapore o appena sbollentate, con un filo di olio extravergine e una manciatina di prezzemolo fresco, oppure stufate in padella con una piccola cipolla di Tropea affettata e una manciata di lattuga tagliata a listarelle. Fuori stagione troviamo quelle secche, non più verdi ma beige, più grosse, che come tutti i legumi secchi devono essere ammollate nell'acqua: se sono decorticate bastano 2-3 ore, altrimenti almeno una giornata. Dopo l’ammollo vanno sbucciate e per farlo velocemente è meglio sbollentarle per mezz’ora. Le fave secche sono il legume più ricco di proteine: un etto ne contiene ben 27,2 grammi.

Mettetele  nelle zuppe e nei minestroni, nella preparazione dei puré (perché si sfaldano facilmente) e possono essere arrostite in forno. Attenzione, aggiungere il sale solo a fine cottura: in questo modo non si rischia di indurire le fave, rendendole indigeste.






lunedì 9 maggio 2016

Antistaminico naturale: l'Acerola


Antistaminico naturale: l'Acerola in questi mesi di picco per le allergie può essere di grande aiuto. Le sue proprietà aiutano il nostro organismo non solo nel contrastare le riniti ma dando una vera propria sferzata di vitalità all'organismo.



Se la primavera scatena vari tipi di allegie, tutti converrete che il disturbo più fastidioso è quello che aggredisce il naso, con starnuti a raffica e che cola. Per far sì che il nostro organismo reagisca e abbia una sferzata di vitalità possiamo ricorrere all'acerola, un vero e proprio concentrato di vitamine e sostanze benefiche. Il nome botanico è Malpighia glabra, e cresce su terreni argillosi e ricchi di sostanze organiche. Proviene dal Sudamerica ed è nota per i suoi frutti rossi e aciduli, detti anche “ciliegie delle Barbados”.


Proprio dai suoi frutti si ottiene un estratto che, concentrato, essiccato e polverizzato, viene largamente usato per la cura della febbre. Spesso viene associata alla rosa canina, con cui risulta ancora più efficace la cura di raffreddore, sinusite e riniti allergiche.

E' grazie alla ricchezza di vitamina C (o acido ascorbico) che si deve il suo potere curativo, infatti è il secondo frutto più ricco al mondo, dopo il camu camu. L'acerola contiene inoltre tannini, provitamina A e varie vitamine del gruppo B. In particolare, la B6, è molto utile nel periodo primaverile, perché, in combinazione con la vitamina C, ha un ruolo chiave nell’abbassare la produzione d’istamina, la sostanza prodotta dall’organismo responsabile dei disturbi dell’allergia. Bere ogni mattina 2-3 cucchiai di succo di acerola, puri o diluiti in una spremuta d’arancia: avrete un antistaminico sano e naturale, che non provoca sonnolenza.

Questo frutto è anche molto ricco di minerali. Grazie al magnesio e al potassio, quindi, questo frutto è particolarmente utile nei periodi di stress. Se si accusa stanchezza e calo di energia, per tutto aprile basta prenderne ogni giorno 1-2 compresse, la mattina con un bicchiere d’acqua.

venerdì 29 aprile 2016

Tosse: elisir con bacche di rosa canina

Se per il prossimo inverno volete avere in casa un toccasana per la tosse, è bene che vi prepariate per tempo. Quindi già da ora vi dico che a Settembre dovrete andare in cerca delle bacche di rosa canina per preparavi questo elisir.

Prendete nota di questa ricetta per preparare l'elisir di bacche di rosa canina perché potrà esservi davvero utile nel periodo invernale che verrà. Tenetela da parte perché per raccogliere le bacche di rosa canina dovrete aspettare fine Settembre e potrete poi andare avanti per tutto il mese di Ottobre. Le riconoscete bene in quanto sono di colore rosso arancio molto polpose. Fate attenzione perché al loro interno hanno i semini ma anche una folta peluria urticante perciò prima di passare alla preparazione dell'elisir aspettate almeno 3 o 4 giorni. Queste bacche sono ricchissime di vitamina A e C, e fanno molto bene in caso di tosse e mal di gola, per cui questo elisir può essere per voi un toccasana. 

Occorrente per un litro di sciroppo:  mezzo litro di acqua, 500 gr di miele, 100 gr di bacche di rosa canina, 10-15 grammi di foglie di menta, 10 millilitri di tintura di propoli.

Procedimento: togliere  i semi e i peli interni dalle bacche  lasciando solo la polpa, poi ridurle in purea con un pestello.  Portare a ebollizione una pentola con l'acqua e, appena raggiunge l'ebollizione, versarvi la purea di bacche di rosa, abbassare la fiamma e cuocere al minimo per 30 minuti. Spegnere e aggiungere la menta, tenendo in infusione per almeno 10 minuti a pentola coperta per non far evaporare i principi attivi. A questo punto, munitevi di un colino in cui porrete una garza e filtrate spremento bene la garza, aggiungete il miele sciogliendolo, se occorre rimettete un po' sul fuoco. Adesso fate raffreddare del tutto, aggiungere la propoli e mescolare energicamente, altrimenti la propoli potrebbe attaccarsi alla pentola. Ora non vi resta che imbottigliare in un contenitore di vetro scuro. Si conserva sei mesi in firgorifero.  In caso di mal di gola e tosse, prendetene 3-4 cucchiai al giorno lontano dai pasti.



lunedì 4 aprile 2016

Tutte le proprietà delle fragole in dieci punti

Le fragole sono un frutto di grande impatto visivo e olfattivo, oltremodo versatili in cucina hanno tantissime e benefiche proprietà che dovremmo tenere bene a mente. Oggi descriviamo in dieci brevi punti tutte le loro buone qualità. Dato che la stagione è arrivata vi esorto ad approfittare e farne scorta.

Io ne sono golosa, amo la loro forma e il loro colore, il loro profumo è per me inebriante e meditativo. Ne mangio quantità industriali, al naturale, nello yogurt, condite con il limone e zucchero integrale di canna, frullate nella centrifuga....A parte questa mia personalissima passione, la fragola ha delle proprietà benefiche che vanno tenute in grande considerazione.

Dato che assorbono e trattengono i pesticidi, è consigliabile scegliere fragole di provenienza biologica o perlomeno sicura. Se sussiste la possibilità, lo spazio e il tempo coltivatele in vaso o nell'orto. Esse sono ricche di vitamine ed antiossidanti, che le rendono un alimento davvero benefico, in grado di svolgere un'azione preventiva nei confronti di numerose patologie, soprattutto se consumate regolarmente e quando sono di stagione. E ora vediamo perchè vale la pena mangiarle.


 1) Insieme a ribes, mirtilli e prugne, le fragole sono tra i frutti maggiormente ricchi di antiossidanti, sostanze che aiutano il nostro organismo a rallentare i processi di invecchiamento a livello delle cellule, proteggendole dall'azione dei radicali liberi.

2) E' stato calcolato che 8 fragole possono contenere più vitamina C di una sola arancia. Allora perché non aggiungerle alla nostra alimentazione quando esse sono di stagione, mentre le arance sono assenti? Le fragole possono essere considerate a pieno titolo il loro sostituto estivo.

3) Studi scientifici hanno messo in luce come le fragole siano in grado di agire nella regolazione dei livelli di zuccheri presenti nel sangue, contribuendo ad evitare che nell'organismo si generino dei picchi a causa della troppo elevata o troppo scarsa presenza di zuccheri. Contribuirebbero dunque a prevenire aumento di peso, sbalzi d'umore, diabete e ipoglicemia.

4) Recenti ricerche hanno dimostrato come le fragole possano agire positivamente nei confronti dei processi infiammatori in corso nell'organismo. Perché siano efficaci sotto tale punto di vista, sarebbe necessario consumarle tre volte alla settimana, un'opzione facilmente praticabile durante la stagione estiva.

5)  Le fragole contengono antociani, delle sostanze ritenute in grado di contribuire all'utilizzo delle scorte di lipidi accumulati nel nostro corpo al fine di produrre energia. Gli antociani inoltre contribuirebbero a migliorare la nostra capacità di memoria. Un motivo in più per aggiungere delle fragole ad una delle nostre fresche macedonie o in un buon frullato.

6) Secondo i ricercatori del Dipartimento di Medicina Interna dell'Ohio State University, le fragole sarebbero in grado di svolgere un'azione di contrasto nei confronti dello sviluppo delle cellule pre-cancerose, con particolare riferimento al tumore all'esofago. Dopo sei mesi di consumo terapeutico di fragole, in 29 casi su 36 è stata registrata una diminuzione del grado istologico delle lesioni precancerose a livello dell'esofago.

7) Contengono xilitolo, una sostanza ritenuta in grado di proteggere i denti dall'azione della placca e del tartaro. Possiedono inoltre un'azione sbiancante da non sottovalutare. Insieme alla salvia, le nostre nonne le tagliavano a metà e le strofinavano sui denti per trarne il suddetto beneficio.

8) Il loro contenuto di acidi fenolici le pone al centro dell'attenzione per via della capacità di tali sostanze nel ridurre i processi biochimici che sono legati alle reazioni allergiche. D'altra parte, come nel caso di numerosi altri alimenti, le stesse fragole possono essere in grado di provocare allergie e devono dunque essere evitate da chi sa di non poterle assumere per tale motivo.

9) Secondo la statunitense Arthritis Foundation, un consumo abbondante di fragole sarebbe in grado di ridurre di tre volte il rischio di ammalarsi di artrite. Le loro proprietà benefiche contribuirebbero inoltre a contrastare artrosi, gotta e reumatismi, oltre a svolgere un'azione positiva nei confronti del metabolismo delle ossa.

10) Anche chi non possiede un orto o un giardino non dovrebbe rinunciare alla possibilità di gustare delle fragole prive di additivi o di concimi chimici, coltivandole direttamente in un vaso da posizionare in balcone o sul terrazzo. I meno esperti possono partire dall'acquisto di piantine di fragole provenienti da vivai biologici, se non se la sentono di iniziare direttamente dai semi.


sabato 12 marzo 2016

Sfiammare le articolazioni con l'erba d'orzo

Prima che il mese di Febbraio volga al termine, è bene conoscere un altro alleato della salute: l'orzo, vecchio quasi quanto il mondo e tanto elogiato da Ippocrate per le sue proprietà medicamentose atte a proteggere le ossa. In particolare il suo segreto è racchiuso nelle sue foglioline verdi, dove si trovano tantissimi nutrienti che rinforzano e sfiammano i tessuti articolari poichè contengono il doppio del calcio contenuto nel latte, 7 volte la vitamina C delle arance ma anche tanto ferro, potassio, aminoacidi ed enzimi tra cui il SOD (superossido-dismutase), utile per sostenere la riparazione dei tessuti e prevenire la cronicizzazione di artrosi e artriti.


Ecco dunque che il succo d’erba d’orzo, che si assume sotto forma di polvere da diluire in acqua o latte, contiene degli aminoacidi che hanno un ruolo determinante nel rilascio dell’ormone della crescita, fondamentale per rallentare il processo d’invecchiamento generale e garantire anche un aumento della densità ossea. Chi infatti pratica qualche sport o svolge un lavoro fisicamente pesante, è bene sapere che le vitamine del gruppo B contenute nell’erba d’orzo aiutano a ridurre la fatica. Perciò quando l’organismo è messo a dura prova dall’esposizione a sostanze di sintesi e fattori inquinanti, il succo d’erba d’orzo si rivela un magnifico depurativo e disintossicante, perché assorbe e aiuta a espellere i residui chimici prima che s’infiltrino nei tessuti in profondità.

Inoltre il succo d’erba d’orzo contiene clorofilla, che come avevo accennato, è un antiossidante naturale che oltre a potenziarne la funzione antinfiammatoria, lo rende un alimento eccellente per migliorare la resistenza a livello osteoarticolare. Quindi, proprio nei mesi freddi,  se si soffre di dolori osteoarticolari e l’esposizione al freddo favorisce crampi e strappi, è bene aggiungere un cucchiaio d’erba d’orzo in polvere a una spremuta d’arancia e berla una volta al dì.

Alle signore in menopausa che devono ativarsi nella prevenzione dell'osteoporosi è consigliabile fare cicli di un mese, da ripetere 4-5 volte l’anno: bere ogni giorno un bicchiere di latte di mandorle con un cucchiaio di erba d’orzo. Se gli esami rivelano che l’osteoporosi è già presente, aggiungere  alla bevanda una capsula di equiseto, rimineralizzante.

domenica 10 gennaio 2016

Tutto il buono dei mandarini, un concentrato di salute

Da diversi anni ormai sulle nostre tavole invernali son presenti molto più i clementini che non i mandarini. In verità io preferisco il mandarino,  in pratica il gene non ibrido. Come tutti gli agrumi anche i mandarini sono molto ricchi di antiossidanti che sono un valido aiuto nel prevenire le infezioni e rafforzare il sistema immunitario, ma rispetto ad altri agrumi, il mandarino contiene una concentrazione maggiore di flavonoidi, tra cui la nobiletina ottimo coadiuvante nell'abbassare  i livelli di glucosio e colesterolo nel sangue, e a prevenire l’aterosclerosi.

Mangiare mandarini ogni giorno avrebbe quindi un’azione mirata anche sul controllo del diabete (in particolare quello di tipo 2 e dell’obesità. Per quanto riguarda la presenza di vitamine troviamo come possiamo intuire la vitamina C  che si concentra nella buccia e soprattutto nell’ “albedo” ovvero la pellicina che siamo soliti togliere quando sbucciamo il frutto. Grazie ad essa avviene la sintesi del collagene, la proteina che protegge la pelle, i tendini e le gengive; è indispensabile nella prevenzione delle infezioni e accelera i tempi di cicatrizzazione delle ferite.


I fumatori in particolare dovrebbero fare scorta di vitamina C poichè il fumo ne neutralizza le scorte; il mandarino è anche un valido alleato per chi ha smesso di fumare, perché tampona gli effetti tossici della nicotina. Se si è convalescenti e soprattutto se si sono assunti antibiotici, antipiretici e per chi fa uso di cortisonici o contraccettivi orali, i mandarini non dovrebbero mai mancare, e con essi la vitamina C. Chi cade spesso vittima di infezioni, raffreddori, afte, gengiviti o epistassi (emorragie di sangue dal naso), dovrebbe integrare giornalmente la dieta con dosi di vitamina C estratta dai frutti, come gli agrumi.

È stato riscontrato che un consumo giornaliero di alimenti contenenti dosi massicce di vitamina C dimezza il rischio di tumori a bocca, laringe e stomaco e riduce del 20% quello di ictus. La vitamina C, infine, è indispensabile soprattutto a inizio anno per evitare febbri e influenze: per questo bastano un paio di mandarini al giorno per vaccinarsi contro i malanni del grande freddo. Inoltre negli amici mandarini troviamo le vitamine del gruppo B (niacina, tiamina, vitamina B6) e i sali minerali (ferro, rame, calcio, manganese e soprattutto potassio, reidratante e stimolante della diuresi), acido folico (previene l’osteoporosi) e fibra, che agisce da lassativo naturale.

Le scorze essiccate provenienti da mandarini non trattati chimicamente si possono usare per preparare tisane super vitaminiche. Basterà lasciare in infusione in acqua bollente la scorza di un mandarino biologico per 10 minuti e poi bere prima di andare a dormire. Questo infuso di scorze di mandarino ci ricarica di micronutrienti e concilia il sonno.

sabato 9 gennaio 2016

Denti e gengive sane con il tè verde

E' dalle foglie della Camelia sinensis che si ricava il tè verde, utilizzato da millenni sia come alimento che come farmaco.  La coltivazione del tè verde avviene a circa mille metri di altitudine e giunge a piena maturazione protetto da strutture cosituite da bambù e paglia. L'insieme di queste caratteristiche fa sì che il tè verde acquisisca un sapore delicato ma intenso, ma sopra ogni altra cosa aumenta il contenuto di flavonoidi, aminoacidi, polifenoli e vitamina C.  


Le sue doti sono ormai note e sono state ampiamente confermate in uno studio condotto in Giappone e pubblicate sul  Journal of Periodontology ; inoltre la ricerca, ne ha evidenziato anche l’azione benefica nei confronti di gengivite e parodontite. Questa sua azione è dovuta alla presenza della catechina, una molecola antiossidante capace di contrastare i processi infiammatori che spesso minacciano la salute della nostra bocca. L'insorgere di malattie gengivali è dovuta alla risposta infiammatoria ai batteri presenti all’interno della bocca, fra cui il Porphyromonas gengivalis. La catechina del tè verde non solo uccide il ceppo batterico ma, in virtù delle sue qualità antiossidanti, arresta lo sviluppo e l’evoluzione della patologia. Lo studio ha sottolineato che  chi fa regolare uso di tè verde ha denti e gengive più sani di quelli che non ne bevono. Inoltre il tè verde, non essendo fermentato, può essere tranquillamente consumato anche da chi soffre di intolleranza alimentare ai lieviti. Per i bambini e per chi ha problemi di insonnia, è consigliata la varietà Bancha, naturalmente povera in teina.

Le gengiviti non vanno trascurate poichè oltre a causare alitosi, gonfiori, parodontite, possono anche provocare la piorrea.  Ma grazie alla  vitamina C, alle proprietà antibatteriche e cicatrizzanti, il tè verde è un prezioso alleato nella pulizia del cavo orale. Oltre che bevuto come infuso ma anche usato per gli sciacqui, lenisce, decongestiona e risana le arcate gengivali apportando benefici alla salute della bocca e, di riflesso, di tutto il corpo. L’infuso di tè verde può essere utilizzato come collutorio per prevenire la carie e promuovere la salute delle gengive. Se bevuto a cena al posto del vino, o a fine pasto come digestivo, vi assicurate un effetto disinfettante e calmante che rilassa ed evita le tensioni notturne che possono favorire il bruxismo.

Versate un cucchiaio di foglioline di tè verde in una teiera con filtro, precedentemente riscaldata, scaldate l’acqua in un bricco e, quando bolle, versatela sul tè lasciandolo in infusione per 5 minuti. Se i tempi di infusione si allungano il sapore della bevanda diverrà più amaro ma si arricchirà di antiossidanti. Usate invece l’infuso tiepido come collutorio o come bevanda.

lunedì 28 dicembre 2015

Tornare in forma dopo un'abbuffata: come fare in sole 24 ore

Non sempre possiamo o riusciamo a trattenerci a tavola, e capita di abbuffarci, salvo poi pentirci quando la bilancia segna almeno un chilo in più rispetto al nostro tanto agognato peso forma. Immagine appesantita, pelle opaca, sapore amaro in bocca. Ma possiamo fare molto per impedire che il diabolico adipe si infiltri in profondità condannandoci ad un pianto disperato e a rimorsi dolorosi. Il giorno dopo la grande abbuffata scatta il piano delle 24 ore, un modo per ritornare in forma nell'arco di una giornata. Ecco alcuni consigli da applicare insieme ad una dieta leggera.


Al mattino a digiuno: iniziamo ad aiutare il fegato appesantito dai grassi usando gli estratti di carciofo e tarassaco, essi aiutano a ridurre nausea, crampi, costipazione e flatulenza. Bevete un bicchiere d’acqua con 50 gocce di tintura madre di tarassaco e 50 gocce di tintura madre di carciofo. Questo preparato è in grado di assorbire l’eccesso di gas e tossine, eliminando i germi e curando l’alterazione della flora batterica intestinale.


A metà mattina e metà pomeriggio ananas e papaia:  è l'ora di sistemare la digestione ed eliminare rapidamente le calorie accumulate durante l'abbuffata. Dobbiamo fare il pieno di due enzimi: la bromelina, estratta dall’ananas, un enzima capace di digerire le particelle di grasso, e la papaina, ricavata dalla papaia, enzima che agisce riducendo il senso di gonfiore post prandiale. Quindi basta mangiare 2-3 volte nell’arco delle 24 ore una buona macedonia di questi due frutti, condita con succo d’arancia ma senza aggiungere zucchero. La macedonia è ancora più depurativa se gustata a digiuno, a metà mattina e a metà pomeriggio.

Sera: sarà utile un infuso di zenzero e anice stellato, per alcune buone ragioni: lo zenzero depura la bile, elimina il muco che intasa l’apparato digerente, rimette in moto l’intestino. Infatti facilita il passaggio del contenuto dello stomaco nell’intestino e l’eliminazione degli scarti con le feci, regalandoti un’immediata sensazione di leggerezza. Quindi dopo un cena leggera, bevete un infuso caldo preparato mettendo a bollire in una tazza d’acqua 3-4 cm di radice di zenzero fresco a rondelle e 2-3 bacche di anice stellato, che ha un effetto digestivo e viene impiegato in caso di spasmi gastrointestinali e meteorismo. Filtrare e dolcificare con un cucchiaino di miele. L’infuso combatte il mal di pancia e favorisce l’evacuazione.

Si si è ecceduto con gli alcolici ci si può depurare con gli agrumi: se si è davvero esagerato con gli alcolici, sappiate che la vitamina C accelera lo smaltimento dell’alcol. Dunque, iniziate la giornata con una bella spremuta dolcificata con un cucchiaino di miele che ha proprietà drenanti e riequilibranti in quanto contiene molto fruttosio. Altrettanto efficace  è il caffé nero mescolato con poco succo di limone, da bere a stomaco pieno che si può dolcificare con un cucchiaino di stevia. Per eliminare le tossine velocemente dal corpo, la sera dopo l’eccesso alimentare e alcolico fate un bagno caldo rilassante con un chilo di sale grosso e 5 gocce di olio essenziale di arancio amaro.

lunedì 30 novembre 2015

Il lime per sconfiggere raffreddore e mal di gola

Quando il raffreddore e il mal di gola non ci danno tregua rischiando di tormentarci per tutta la stagione invernale, possiamo ottenere un valido aiuto da un frutto ormai molto diffuso: il lime. Noi tutti lo conosciamo come ingrediente di molti cocktail, ma in realtà è un toccasana per i problemi delle vie respiratorie.  Il lime infatti ha delle ottime proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie e per questo è adatto alla cura di tosse e riniti.


Esso contiene infatti sostanze antiossidanti, in particolare vitamina C, tra l'altro esso veniva usato anche dai marinai per curare lo scorbuto, malattia causata dalla carenza vitaminica. Questa vitamina dev’essere assunta attraverso la dieta in quanto il nostro corpo non è capace di produrla autonomamente. In particolare è in grado di proteggere le vie respiratorie poiché è fondamentale nella formazione dell’interferone, una molecola che blocca l’entrata dei virus all’interno delle cellule. In questo modo, la vitamina C contenuta nel lime impedisce alle cellule sane di essere infettate.

Le sostanze contenute nel lime, e negli agrumi in generale, hanno un effetto benefico nel prevenire alcuni tipi di cancro, come ad esempio quelli della pelle, dei polmoni, della bocca e dello stomaco. Il merito è dell’elevato contenuto di antiossidanti di cui, fra l’altro, beneficia anche il sistema cardiovascolare. Il lime inoltre, è capace di abbassare il livello di colesterolo nel sangue. In particolare è stato rilevato che i livelli della proteina Apo B secreta dalle cellule del fegato (e normalmente elevati nei casi di colesterolo alto) calano nettamente con l’assunzione di lime ai pasti.

Spremuta:  bevete 2 bicchieri al giorno di acqua tiepida mescolata al succo di un’arancia e di un lime: l’acido citrico vi corazzerà contro le infezioni.

Tisansa calmante: se il gusto del lime vi risulta troppo acido, provate a usarne la scorza in tisana: fate sobbollire 10 minuti un cucchiaio di fiori di malva (lenitiva) insieme alla scorza di un lime biologico, poi dolcificate con un cucchiaino di miele: sfiamma la gola ed elimina eventuali placche.

Gargarismi:  mettete un lime tagliato in 4 in una ciotola, cospargetelo di sale, mescolate e aggiungete un cucchiaino di questo concentrato a un bicchiere con dell’acqua calda. Con questa soluzione fai dei gargarismi 3-4 volte al giorno. Il lime mischiato al sale (che ne aumenta l’acidità) aiuta a uccidere i microrganismi più aggressivi.



mercoledì 11 novembre 2015

Il rafano, in cucina, in fitoterapia e sua coltivazione

L'Armoracia rusticana, Cochlearia armoracia è il nome scientifico del rafano rusticano, altrimenti conosciuto come rafano tedesco, barbaforte e cren, è una pianta erbacea perenne delle Crucifere.
Possiamo dire che il rafano è una pianta piuttosto rustica con grandi foglie ruvide di un bel color verde intenso, e si coltiva soprattutto per l'uso che si fa della radice.

Lo si può coltivare anche in casa stanto attendi a qualche piccola accortezza, una delle principali ad esempio è che, poichè il rafano non sopporta la siccità, nei mesi poco piovosi sarà necessario irrigarlo con regolarità, inoltre in Italia non è possibile coltivarlo come pianta perenne, bensì come pianta annuale.

COME COLTIVARE: scegliete un terreno ben drenato e fertile. Il periodo migliore per la semina è il mese di febbraio, e si può fare in piena terra o in ambiente controllato. Procedete con la semina del rafano in piena terra solo se il terreno è sufficientemente soffice: per la semina in piena terra dovrete provvedere alla preparazione del terreno alcuni mesi prima.

Scegliete una posizione soleggiata o a mezz’ombra. Le piantine di rafano vanno messe a una distanza di 30 cm l’una dall’altra, mentre tra una fila e l’altra dovranno esserci circa 50 cm. I primi fiori appariranno a inizio estate, si tratta di piccoli fiorellini bianchi con quattro petali disposti in croce.

Ma perchè il rafano è così importante per l'alimentazione? Quali le sue proprietà? Innanzitutto il rafano ha un alto contenuto di Vitamina C e B1 e una modesta quantità di olio essenziale che varia dallo 0,5 all’1%. La radice è ricca di composti glucosinati come la gluconasturtiina, singroside e la glucoclearina, se questi nomi non vi dicono nulla, vi basterà pensare che attraverso la loro idrolisi si possono ottenere sostanze utili nel campo della fitoterapia. Per quanto riguarda l’apporto calorico, si stima che ogni 100 grammi di rafano contenga all’incirca 35 kcal.

Oltre che in cucina il rafano è molto usato in fitoterapia: trova impiego, come rimedio naturale, nel trattamento dei reumatismi, bronchiti e altre difficoltà respiratorie. Nella cosmesi naturale e in ambito della medicina popolare, il rafano è impiegato come rimedio blando contro le macchie della pelle, le dermatosi dell’herpes e l’alopecia. Stimola la diuresi, tratta lievi infezioni a carico delle vie urinarie e favorisce la digestione.

ATTENZIONE:  è controindicato per chi soffre di problemi gastrici, disturbi renali, bruciore di stomaco e ulcere. Inoltre è sconsigliato alle donne in gravidanza.

lunedì 5 ottobre 2015

Camu camu un frutto sorprendentemente benefico

Originario della foresta pluviale del Perù e del Brasile il Camu camu è un arbusto di cui si usano i frutti. Poichè è molto acido va dolcificato o usato in preparazioni come spremute, gelati o dolci, ma se ne può ricavare l'estratto secco da assumere in capsule. Le sue proprietà sono molteplici ma la sua qualità principale è il fatto che esso contiene 50 volte più vitamina C di un'arancia.


La vitamina C naturale, è uno dei più noti antiossidanti che aiuta nella prevenzione di raffreddore, influenza e combatte il danneggiamento del DNA cellulare dovuto ai radicali liberi. Oltre all'elevatissimo contenuto di vitamina C, il Camu camu contiene alcuni importanti aminoacidi come valina, laucina e serina,  flavonoidi. Vediamo ora le sue proprietà.

Da alcuni recenti studi è emerso che il Camu camu è:

-Antivirale: combatte i virus che attaccano il sistema immunitario
-Anti-artritico: riduce le infiammazioni e, quindi, allevia il dolore associato all'artrite
-Anti-aterosclerotico: previene l'aterosclerosi e la formazione di placche sulle arterie
-Anti-depressivo: quando la depressione è dovuta a malnutrizione e, quindi, l'alto apporto nutrizionale di camu-camu può essere utile anche in questi casi
-Combatte le gengiviti
-Protegge da molti disturbi del fegato, oltre a fornire un supporto alla funzione disintossicante del fegato
-Anti-ulceroso 
-Anti-herpes

Sembra che il Camu-camu risulti utile a chi soffre di cataratta (ma non la cura sia chiaro) e grazie al contenuto di vitamina C sembra inoltre essere protettivo anche contro il glaucoma.

Funge da protettivo contro i disturbi neurodegenerativi del cervello (demenza e Alzheimer) oltre naturalmente agli acidi grassi omega-3 contenuti, ad esempio, nelle noci.

Inoltre promuoverebbe la fertilità. Alcuni studi hanno evidenziato che l'aumento della sterilità sia dovuto anche ad una errata alimentazione oltre che ad una scarsa protezione dalle tossine che inevitabilmente assumiamo attraverso il cibo e l'ambiente circostante. Così sembra che il Camu camu sia utile  a proteggere l'organismo da queste tossine, potenziando conseguentemente le speranze di concepimento.

Questo frutto si è rivelato anche un potente antinfiammatorio sia in caso di artrite ma anche per le infiammazioni che possono colpire tutto il nostro organismo e i nostri organi e questo grazie al suo altissimo contenuto di vitamina C e quindi può essere un ottimo coadiuvante contro le infiammazioni.  E' bene ricordare che che da sola la vitamina C non basta ma è necessario includere altre sostanze antinfiammatorie che si possono trovare negli alimenti e nelle piante officinali.

Tra l'altro il Camu-camu si è rivelato essere di aiuto contro la progressione del morbo di Parkinson

Non è finita qui, perchè il Camu-camu è anche un buon antisettico e, spremuto sulle ferite previene lo sviluppo delle infezioni.

Infine, sembra avere un'azione ipotensiva, e questo sembra dovuto al fatto che la vitamina C, insieme ai minerali, aiuti a rilassare i vasi sanguigni dell'organismo, che, divenendo più flessibili, contribuirebbero ad abbassare la pressione.


martedì 15 settembre 2015

Come curarsi con i limoni

Ho trattato più volte in questo mio blog le qualità terapeutiche del limone, che possiede un'alta concentrazione di vitamina C e come tale assai utile nella cura di malattie da raffreddamento, ma anche in caso di mal di testa e nausea. Affinchè i suoi effetti siano immediatamente efficaci basta seguire alcuni semplici accorgimenti per prepararlo e farlo diventare così una vera e propria cura.


Procedete in questo modo: lavatelo in maniera accurata ( meglio se riuscite a procuravi limoni biologici o biodinamici), tagliatelo a metà e spremetelo in un pentolino con mezzo bicchiere di acqua. Le due metà vanno poi immerse nella miscela di acqua e succo. Portate a ebollizione per pochi minuti e bevete. Lo so, non sarà facile, il limone è aspro ma, in tutta sincerità, ne vale davvero la pena.

Come ormai è noto il limone, definito spesso più farmaco che alimento, è anche un potente battericida e antisettico, che stimola le difese immunitarie poichè è in grado ai stimolare la produzione di globuli bianchi. E non solo, è un ottimo disintossicante, calmante e rinfrescante. Valido contro i dolori reumatici, ci difende anche dalla pressione alta. Per chi non lo sapesse il limone è anche indicato per chi soffre di anemia e come forse già saprete, stimola tutto l'apparato gastro- epatico. pancreatico.

E non è finita qui, perchè anche chi soffre di diabete ne trae giovamento e da recenti studi è emerso che se assunto nella maniera corretta e con le giuste dosi, sarebbe un buon preventivo del cancro allo stomaco, all'intestino e al pancreas.

Diciamo che esiste una cura dei limoni alquanto benefica poichè è drenante, stimolante di reni e fegato e ottima per il sistema cardiovascolare. Per fare questa cura, considerando che il sapore del limone è molto acuto, si consiglia la diluizione in acqua e una leggera dolcificazione con miele. Anche la quantità dei limoni può variare in base alla tolleranza di ogni persona, e quindi le quantità che troverete sono indicative. Se volete potenziarla potete aggiungere il bicarbonato di sodio. Ecco come fare:

Prima settimana: da 2 a 4 limoni al giorno
Seconda settimana: da 5 a 6 limoni al giorno
Terza settimana da 8 a 9 limoni al giorno
Quarta settimana da 5 a 6 limoni al giorno
Quinta settimana da 2 a 4 limoni al giorno
Dalla quinta in poi da 1 a 2 limoni al giorno.

Procedere così: 1/2 litro di acqua + succo di 3 limoni + 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio. Prendere a stomaco vuoto al mattino, può essere suddivisa in due dosi durante il giorno , ma non tra i pasti.
Come detto in precedenza, la quantità dei limoni è indicativa, in base alle vostre esigenze potete iniziare con un limone invece che con due.


martedì 14 luglio 2015

Vitamine, alcune precisazioni, Vitamina C

Oggi ci soffermeremo sulla vitamina C, la più comune, la più conosciuta, e la più utilizzata.

VITAMINA C
E' un composto idrosolubile simile al glucosio. E' molto sensibile alla luce, al calore e all'aria, che stimolano l'attività degli enzimi ossidativi. Questa vitamina combatte le infezioni batteriche e riduce gli effetti di alcune sostanze che provocano le allergie. Per queste ragioni è spesso usata nella prevenzione e nella cura del raffreddore comune. 

Un'altra sua funzione molto importante è quella di mantenere in attività il collagene, una proteina necessaria per la formazione del tessuto connettivo della pelle, dei legamenti e delle ossa, nota anche per l'azione antirughe. La vitamina C ha un ruolo rilevante nella rimarginazione delle ferite e delle ustioni in quanto facilita la formazione del tessuto connettivo della cicatrice. La vitamina C è pure un efficace antiossidante che contrasta gli effetti dell'invecchiamento e svolge un'azione di conservazione dei cibi ai quali viene aggiunta. Alcuni studi recenti hanno rilevato che la vitamina C agisce come antistaminico e può essere usata per ridurre le dosi dei farmaci antiallergici (naturalmente sotto il controllo del medico!).

Ricordo che la vitamina C ha un ruolo significativo nel metabolismo del calcio e del ferro (l'assorbimento intestinale del ferro e calcio viene notevolmente migliorato dall'assunzione di giuste quantità di vitamina C). Inoltre, protegge la tiamina, la riboflavina, l'acido folico, l'acido pantoteico, la vitamina A e la E dall'ossidazione. Protegge anche il cervello e il midollo spinale dalla distruzione da parte dei radicali liberi.  

Le fonti: la vitamina C si trova in numerosi alimenti: agrumi, pomodori, peperoni, cavoli, prezzemolo, spinaci, mele, fragole, kiwi, papaia, ribes nero... La vitamina C contenuta negli alimenti si deteriora rapidamente col trasporto, la lavorazione, l'immagazzinamento, la cottura, l'ammaccatura, il taglio, l'esposizione alla luce, all'aria, al calore. Quanto più freschi e meno cotti saranno gli alimenti, maggiore sarà la quantità di vitamina in essi contenuta. Tra i metodi di cottura da preferire ricordiamo il vapore e la frittura rapida. I gambi dei broccoli conservano la vitamina molto più a lungo delle infiorescenze. Gli spinaci perdono 105 mg della vitamina nel giro di 10 giorni dalla raccolta. I peperoni dolci possono essere conservati per 3 settimane con una perdita minima. 

Attenzione: la capacità dell'organismo di assorbire la vitamina C viene ridotta dal fumo, dallo stress, dalla febbre alta o dall'inalazione di gas derivati dalla combustione del petrolio. I sulfamidici aumentano l'eliminazione della vitamina C attraverso le vie urinarie di due o tre volte rispetto alla quantità normale. Il bicarbonato di sodio crea un ambiente alcalino che distrugge la vitamina C. Inoltre quantità d'acqua eccessive impoveriscono le riserve organiche di vitamina C. 
Integrazione: un'indicazione per le persone sane e le donne in gravidanza è di 500 mg al giorno, sufficiente per fornire sia un'ottima protezione antiossidante sia per apportare notevoli benefici alla salute. In particolari circonstanze, come in caso di diabete, cataratta, glaucoma ecc. Sembra più adeguato un apporto di 1000 mg. Contro il raffreddore, si consigliano invece 2000 mg al giorno per due settimane.


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