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giovedì 5 novembre 2015

L'arancio per sonni irrequieti

Il paesaggio mediterraneo non è immaginabile senza l'arancio. E' l'albero dai frutti d'oro, dalle foglie lucide e profumate, dai fiori bianchi e talmente  odorosi che per tradizione sono stati ritenuti i soli degni di stare nel bouquet della spose.

Le proprietà del frutto sono arcinote: più o meno dolce, sempre comunque salutare e ricchissimo di vitamina C, è la grande riserva di freschezza nei freddi e sterili mesi dell'inverno. Con l'arancia si fa anche la marmellata per antonomasia, la prima e la più classica.


La bontà ddel frutto d'arancio ha fatto passare in seconda linea l'importanza delle virtù curative delle foglie e dei fiori di quest'albero (Citrus sinensis, l'arancio dolce, e Citrus aurantium, l'arancio amaro). Ma da lungo tempo è stata provata l'azione che questi svolgono per eliminare i disturbi provocati dalla eccesiva sensibilità ed eccitabilità del sistema simpatico.

I principi attivi contenuti nell'essenza di arancio regolarizzano i centri nervosi periferici, diminuiscono l'ampiezza delle contrazioni cardiache, infondendo un gran senso di calma. L'arancio viene in aiuto quando si stenta a prendere sonno e quando i sono sono irrequieti; quando, appena coricati, si è colpiti da forme nervose, come una tosse frequente, ansia, palpitazioni, angosce ossessive.

I grandi agitati farebbero bene a prendere un tè d'arancio anche durante la giornata, e lo stesso si consiglia a coloro che hanno lo sbadiglio facile e ripetitivo. Se il riposo notturno è impedito anche da disturbi della digestione, unire alle foglie anche alcune scorze d'arancia, che la medicina prescrive soprattutto come calmante dell'apparato digestivo.

L'infuso si prepara con 10-15 grammi di foglie e fiori d'arancio amaro in 2 decilitri d iacqua in ebollizione, oppure con una dozzina di fiori secchi, oppure con una dozzina di fiori freschi e con 2 foglie verdi. Lasciar riposare per non più di 6 minuti, dolcificare con miele.



sabato 17 gennaio 2015

Essere degni di fiducia

Se non si può aver fiducia in coloro che ci circondano la nostra vita può risentirne. La fiducia reciproca è alla base delle relazioni umane e senza di essa crolla tutta la struttura. Essere degni di fiducia è una gran virtù da tenere in grande considerazione, e chi la possiede può essere considerato una persona di valore.


Si dovrebbe dimostrarla e guadagnarla. Così ad esempio quando si fa una promessa o un giuramento si ha il dovere di mantenerli. Se si dice che si farà qualcosa, lo si deve fare, se si dice che non la si farà non la si deve fare. La stima che si ha di una persona è basata, in gran parte, sul fatto che mantenga o meno la parola, sulla sua coerenza. Anche i genitori perdono il loro valore di fronte agli occhi de i figli quando non mantengono una promessa.

A coloro che mantengono la parola spesa si concede fiducia e ammirazione. Per quanto mi riguarda,  a chi viene meno alla propria parola io non concedo un'altra possibilità. Del resto chi tiene questo tipo di comportamento può spesso trovarsi invischiato in "garanzie" e "limitazioni" a cui non può poi far fronte, ed è questa la strada per per esiliarsi dal prossimo.

Non si dovrebbe permettere ad una qualunque persona di spendere la propria parola alla leggera, ma insistere affinchè mantenga ciò che ha promesso. La vita può diventare facilmente molto confusa se cerchiamo di unirci a persone che mantengono le loro promesse.  La strada della vita è molto più bella da percorrere con persone fidate.

mercoledì 30 aprile 2014

Ricevere gli ordini dal nostro quartier generale | Psicopittografia


Una delle più grandi illusioni dell'uomo è quella di credere che un lavoro faticoso sia per lui una virtù. E il buon lavoro non è faticoso. Abbiamo parlato della necessità di separare la realtà dalla fantasia. Non vi è nulla di più utile del contrastare la differenza tra realtà ed irrealtà.
Tutto ciò che è reale è benefico; tutto ciò che è falso è nocivo. Un colonnello dice agli ufficiali che la loro compagnia deve impadronirsi di una posizione nemica solidamente fortificata. Un capitano si oppone adducendo motivi strategici e chiede il motivo dell'ordine. Il colonnello replica: "Perchè è un ordine del quartier generale".
Un'idea vera è un ordine del nuovo quartuer generale interno, il nostro vero Io. Sia che provenga da una lettura o da una conferenza, essa può accordarsi al nostro modo di sentire. E quando ciò si verifica, è un grande miracolo per noi.

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