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mercoledì 28 ottobre 2015

La valeriana, per gli emotivi

La valeriana (Valeriana officinalis), come la belladonna usata sin dai tempi molto antichi, è tra le piante apprezzate dalla farmacopea ufficiale ed è un costituente importante di molti farmaci sedativi attuali. Prima di diventare pillola, è un'erba con foglie argentee e un bel pennacchio di fiori rosa, dall'odore dolciastro e nauseabondo, che emana in particolare dalle radici pestate, la parte vegetale che più contiene la droga attiva; e purtroppo perdura anche dopo la lavorazione. Se all'uomo non piace, piace invece molto ai gatti e ai topi.


Valere in latino significa godere di buona salute; il nome dato alla pur maleodorante valeriana si riferisce ad essa come erba che presiede al benessere. Esercitando un'azione sedativa sul sistema nervoso centrale, e diminuendo la sensibilità, ridimensionando le emozioni e colorando di rosa le aspettative, è il rimedio per tutti i nevrastenici, gli ipersensibili, gli emotivi, i fragili, i trepidanti, gli ansiosi.

E poichè tali caratteristiche rispondono in particolar modo alla natura femminile, si giustifica il detto popolare: "Se una donna vuol star sana, prenda sempre valeriana". La valeriana ha anche potere antispasmodico e rilassante; non per nulla nel passato è stata impiegata come coadiuvante nell'epilessia.

Per coloro che quando si coricano si sentono oppressi e depressi, oppure si sentono gelare o scottare, che hanno pensieri angosciosi e una maledetta paura del futuro, una tazza di pozione alla valeriana può essere di dolce conforto.

La valeriana non si prepara in infuso perchè la radice è più attiva quando è fresca e teme il calore; mettere 10-15 grammi di radice fresca di valeriana in una tazza d'acqua al mattino, filtrare e bere prima di coricarsi.

martedì 14 aprile 2015

Valeriana, Melatonina e Griffonia: gli aiuti naturali per un buon Sonno

Arriviamo a fine giornata stanchi morti, abbiamo corso tutto il giorno fra lavoro, casa, figli, faccende domestiche, commissioni varie, imprevisti...andiamo a letto e non riusciamo a chiudere occhio. Eppure siamo stanchi e il nostro desiderio è solo quello di addormentarci subito e dormire per ricaricarci ed affrontare una nuova giornata al meglio.  Perchè? Beh, la spiegazione è piuttosto semplice: se la nostra fatica fosse principalmente fisica, non avremmo difficoltà ad addormentarci velocemente. E' invece la fatica cerebrale, i pensieri che ci assillano, a far sì che il sonno stenti ad arrivare: manca il rilassamento. Allora che fare per attirare Morfeo a noi?

Vi sono alcuni rimedi standard che tutti conosciamo: eliminare il caffè dopo il pomeriggio, fare cene leggere, non poltrire troppo davanti a tv, tablet o smartphone, poiché studi ben precisi hanno dimostrato che i dispositivi elettronici  eccitano e “tengono svegli” i neuroni, e noi con loro. Ma ci sono anche tecniche di rilassamento: come chiudere gli occhi immaginando suggestivi ambienti naturali, meglio se ricchi d’acqua, immaginazione che può facilitare un armonico transito dalla veglia al sonno; naturalmente ognuno può adottare una sua particolare visualizzazione, quella che lo distende di più.

Ma non sempre tutto questo è sufficiente e allora ci sono i rimedi naturali.  Dobbiamo rilassarci in primis e per questo ci viene in aiuto la valeriana,  la cui radice contiene note sostanze calmanti: nei supermercati si trovano validissimi integratori naturali preparati con i rizomi di questa pianta. Altro rimedio è la melatonina, ormone naturalmente prodotto dal corpo la cui funzione è legata alla regolazione del nostro “orologio biologico” e quindi del ciclo sonno-veglia. Nelle situazioni di forte stress (lunghi viaggi, turni pesanti…) la dose naturale può non bastare e si rende quindi utile un’integrazione, in compresse o in gocce.

Attenzione: dato che la mancanza di sonno incide anche sul tono dell’umore, è un’ottima scelta abbinare alla melatonina un’altra sostanza, la griffonia, i cui semi possono coadiuvare il ripristino del benessere mentale. A questo punto gli strumenti ci sono, usiamoli se non facciamo ricorso ai farmaci di sintesi.

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