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sabato 9 luglio 2016

Origano pianta salutare multitasking

Origano pianta salutare multitasking è da tutti conosciuto per gli usi che se ne fanno in cucina. Ma le sue proprietà vanno ben oltre quelle culinarie. L'origano infatti è un ottimo antibiotico naturale, fa bene alle malattie respiratorie, è antisettico e se ne fa un infuso davvero benefico.


Erba acciuga, Maggiorana Selvatica, detto anche Origano comune è una pianta aromatica perenne,  di 30-60 cm circa. Originario dell'Europa meridionale e dell' Asia nord-occidentale, è molto diffuso in regioni a clima temperato. Lo troviamo in terreni asciutti e collinari, cresce spontaneamente.

 L'origano è un potente antibiotico naturale, molto utile nelle malattie respiratorie, è un potente antinfiammatorio, antisettico, antismasmodico, ricco di vitamina A, B e C e presenta diverse proprietà antiossidanti. Viene utilizzato ampiamente in aromaterapia e floroterapia ed è ritenuto molto prezioso per il suo olio essenziale, ritenuto da molti il miglior antisettico presente in natura.

Re incontrastato delle tavole, l'origano è presente massicciamente nella dieta mediterranea, il suo utilizzo insaporisce e rende più ricchi i cibi, e si dimostra un ottimo metodo di conservazione. Negli ultimi anni alcune ricerche hanno evidenziato la capacità dell'origano nel combattere le cellule cancerogene che si sviluppano nell'uomo, e di conseguenza una particolare tendenza combattere il tumore alla prostata che affligge gran parte della popolazione di sesso maschile. Se utilizzato in cucina permette di combattere con successo il meteorismo.

L'infuso d'origano possiede una capacità coadiuvante che permettono di contrastare l'avanzare della cellulite e buccia d'arancia. La tisana preparata con l'origano è consigliata in caso di dolori mestruali grazie alla sua azione analgesica. In caso di gastriti, ulcere e simili problematiche l'uso dell'origano è sconsigliato.

martedì 28 giugno 2016

Il finocchio, mille e una virtù

Il finocchio mille e una virtù, tante sono le proprietà di questo straordinario frutto della terra, che fa davvero molto bene alla nostra salute.

Il finocchio, mille e una virtù

Per alimentarci in maniera corretta, è buona norma seguire il corso delle stagioni, utilizzando i prodotti che la terra ci offre, senza andare in giro a cercare spasmodicamente primizie fuori stagione, che sono coltivate in serra o importate e quindi conservate in celle frigorifere, e questo comporta una diminuzione della forza vitale contenuta negli alimenti.

Cerchiamo dunque di comprare a chilometri zero e soprattutto rispettiamo il corso delle stagioni. Ne beneficeranno la nostra salute e anche il portafoglio.

Siamo ormai in estate e questo è il periodo in cui possiamo fare ricchissime e fresche insalate, non solo belle a vedersi, ma buone, fresche e sane. Una delle verdure più gustose e aromatiche da fare in insalata è il finocchio, tanto buono quanto benefico.

Il finocchio è: diuretico, depurativo, gustoso, da consumare crudo, nelle insalate, in semi ecc... ottimo da bere come tisana. Insomma, un prezioso alleato di salute e bellezza. Non ha soltanto un sapore gradevole, ma è anche un ortaggio che non deve mancare sulla nostra tavola.

È privo di grassi intanto e ricco di fibre, e questo dovrebbe essere un messaggio importante per chi cerca di ritrovare la linea e vuole arricchire la propria dieta alimentare variandola con l'aiuto di ortaggi salutari. Il finocchio è senza dubbio un prodotto dell'orto davvero indicato! Se è carente di grassi, abbonda invece in sali minerali, in special modo in potassio. La sua ricchezza in fibra è ottima per le attività intestinali e per le diete dimagranti.

E non solo, è ricco di fitoestrogeni ormoni vegetali che hanno influsso sul sistema ormonale femminile. Contrastano i sintomi tipici della menopausa, e migliorano anche la funzione mestruale, riducendo i disturbi che possono precederla.


giovedì 23 giugno 2016

Insonnia: come aiutarsi a Dormire

Insonnia: come aiutarsi a Dormire. Chi soffre di insonnia spesso è alla ricerca di un metodo consolidato per riuscire a riposare la notte. Dobbiamo però prestare attenzione anche all'ambiente in cui viviamo in particolare in casa


Non è semplice determinare e quindi cercare di eliminare, le cause che creano l'insonnia. Anzichè cominciare dalle cause più serie, più profonde e nascoste, si può affrontare questo problema, che affligge un numero sempre crescente di persone, cominciando da quelle più modeste, più immediate e ovvie. L'ambiente, la temperatura, i piedi freddi, l'aria, la luce, il letto, le coperte, i rumori, la digestione, la stanchezza, l'umore, le preoccupazioni, i pensieri: sono tutti elementi che possono di volta in volta esercitare un'influenza decisiva sulla qualità del nostro riposo.


Cominciamo dunque ad analizzare:
  • Se la stanza ha la temperatura corretta: quindi nè troppo calda nè troppo fredda; fra le due meglio piuttosto fredda. Un'aria stagnante non giova a nessuno, ma per chi è abituato a una vita abbastanza sana, all'aperto, l'aria viziata e surriscaldata di una camera può impedire il sonno
  • Se il letto è sufficientemente rigido e non crea una buca nel mezzo, mancando di sorreggere nel modo adeguato la spina dorsale. Mettere un'asse sotto il materasso può andare benissimo, ma bisogna ricordare che il letto deve "accogliere" l'individuo, non respingerlo e tenerlo sollevato come sul dorso di un mulo
  • Se le coperte sono calde e leggere, oppure dure e pesanti. Le coperte non devono mai creare un senso di soffocamento e di oppressione. Nella stagione calda inoltre conviene sempre avere un lenzuolo sottile con cui proteggersi, perchè dormire completamente scoperti può creare insicurezza.
  • Se vi sono rumori molesti: i suoni a cadenza regolare sono i peggiori, il ticchettio della sveglia, la giccua insistente che cade da un rubinetto mal chiuso. Creare il silenzio, anche a costo di mettersi itappi nelle orecchie, è importante.
  • Se non c'è troppa luce: l'oscurità favorisce il sonno e aiuta l'attenuarsi dell'attività cerebrale
  • Se le estremità sono gelate: chi ha i piedi sempre freddi, si metta nel letto una borsa d'acqua calda
  • Se la causa dell'inquietudine e della difficoltà a prendere sonno non viene da una digestione difficile: rimpinzare lo stomaco è sempre una pessima abitudine, specie al pasto della sera, e un'altra pessima abitudine è cenare molto tardi
Bisogna cercare di aiutarsi a dormire. Avere un buon rapporto con il letto, non guardarlo come un luogo di passione e di angosce, ma un luogo dove si trova rifugio, come in un grembo materno. Abbandonare i pensieri, la realtà della giornata; essa tornerà comunque a noi, trasformata nelle vesti metaforiche del sogno. Per creare un cuscinetto protettivo fra la vita attiva e la pausa di riposo che è il sonno, la lettura anche se breve è di aiuto. Ma che il libro non sia eccessivamente eccitante, o si otterrà l'effetto contrario.

A volte la mente è affaticata entre il corpo non ha avuto modo di esaurire tutta la sua energia. Un corpo piacevolmente stanco favorisce un buon sonno. Chi non ha tempo di dedicarsi a qualche attività sportiva, può sempre camminare, andare in bici, fare qualche lavoro manuale, qualcosa che comunque impegni un po' i muscoli, fosse anche mettere in ordine la cantina o il ripostiglio di casa.

Arrabbiarsi nelle ore serali che precedono l'andare a letto, impegnarsi in discussioni violente e sgradevoli sono errori da evitare con la massima cura. Ascoltare buona musica, invece, è mettersi sulla buona strada. La musica ha un effetto suasivo e rilassante, svuota i contenuti della realtà, trasportando la mente in modo astratto, lontano dalle contraddizioni e dai conflitti.

E infine, bere una tisana calda, carezzevole è già un atto di riposo. Ne liquido odoroso che colma il cavo di una tazza c'è una promessa di benefica clama, di salutare, compiacente avvio verso le braccia di Morfeo.



sabato 18 giugno 2016

Metodi di applicazione delle tisane

Metodi di applicazione delle tisane. Le tisane non si assumono solamente per via orale, ma hanno anche altri metodi di applicazione per via esterna che le rendono adatte alla cura del corpo


Le tisane come tutti sappiamo, si assumono per via orale, cioè bevendo. Ma ciò che forse alcuni ancora non sanno è che esse possono essere usate anche in maniera differente, cioè per via esterna, ovvero sotto forma di bagni tradizionali, impacchi, spugnature, bagni oculari. In particolare:


Bagno: si prepara preventivamente un infuso concnetrato o decotto . Il liquido filtrato si aggiunge all'acqua del bagno, facendo attenzione che la temperatura non suoeri i 38 gradi. Il tempo di immersione varia da dieci a venti minuti

Impacco: qui è necessario l'uso d una carza o una compressa dicotone che viene immersa prima in un liquido (sempre infuso o decotto). L'impacco va rinnovato, immergendo ripetutamente la comrepssa nel liquido, e mantenuto in posizione per un certo periodo di tempo

Spugnature: per ottenere un effetto benefico su una superficie dicute estesa, si fanno le spugnature, una metodologia attraverso cui si tampona ripetutamente la parte del corpo interessata

Collirio: si applica sulle palpebre, sotto forma di bagno oculare, oppure impacco. Si prepara un infuso che, per la particolare tipologia di applicazione va filtrato in maniera molto accurata e privo quindi di particelle in sospensione.

E ora facciamo chiarezza: vediamo quale differenza intercorre tra tisana, infuso e decotto.
La tisana: è un metodo di preparazione fitoterapica che sfrutta l'acqua calda per estrarre i principi attivi delle piante (cioè una loro parte: fiori, foglie, frutti). La preparazione avviene attraverso due metodologie: l'infuso, per capirsi, come avviene per il tè. Si versa  la quantità di acqua bollente (200 ml circa) su una dose ( un cucchiaio) di pianta o di miscela di piante già posta sul fondo di un recipiente atto allo scopo (teiera), Si mescola e si lascia riposare per cinque o dieci minuti, poi si filtra con un colino e si versa in tazza. Gli infusi si preparano freschi al momento e possono essere dolcificati.

E poi c'è il decotto, che è un metodo di estrazione dei principi attivi più energico rispetto alla tisana. Si prepara mettendo la parte della pianta (o miscela) in acqua bollente (250 ml), si copre il recipiente e si prosegue l'ebollizione a fiamma bassa per pochi minuti. Si filtra attraverso un colino e si consuma caldo o tiepido, ma mai bollente o freddo.

giovedì 9 giugno 2016

Crampi: rimedi naturali

Crampi: rimedi naturali. I rimedi ai dolori crampi muscolari ci sono, in primis un aiuto può venire dall'alimentazione e inoltre da oleoliti e tisane. Vediamo quali


Credo che chiunque abbia avuto, almeno una volta nella vita, l'esperienza di un doloroso crampo muscolare. I crampi si manifestano con contrazioni involontarie, dolorose e protratte di un muscolo o più muscoli. E' molto facile che si manifestino dopo l'attività fisica soprattutto quando si è scarsamente allenati, ma possono manifestarsi anche a distanza di ore o durante la notte, o persino al risveglio al mattino. Possono comparire crampi a riposo, in tutte le condizioni che causano abbondante sudorazione (febbre, vampate di calore, ecc.) perché la perdita di sali minerali (specie sodio e potassio) con il sudore, altera l'attività delle cellule muscolari.

Prestate sempre e comunque attenzione all''alimentazione, che deve essere sana e ben equilibrata, ricca di frutta e verdura. Nessun alimento è vietato, neppure il cioccolato. E ora i rimedi naturali.

Oleolito: Olio essenziale di Maggiorana m.l 4, Olio essenziale di Alloro ml. 4, Olio di Iperico ml. 92

Tisana ricca in sali minerali: preparare un infuso con Erba medica pianta  g. 40, Coda cavallina fusti sterili  g. 30, Ortica foglie  g. 30. Berne una tazza al mattino e una alla sera.

Tisana per eliminare le tossine dopo uno sforzo muscolare: preparare un infuso con Frassino foglie g. 40, Spirea ulmaria pianta g. 30, Ribes nero foglie g. 30. Berne più tazze nella giornata.





lunedì 16 maggio 2016

Tisana alla Salvia e Rosmarino

Tisana alla Salvia e Rosmarino, un ottimo rimedio per la cura delle vie respiratorie, per il fegato, per la memoria, ma non solo. 


Teniamo troppo spesso in poca considerazione ciò che alcune piante aromatiche, normalmente usate in cucina, possono fare per farci stare meglio oltre che insaporire i nostri piatti. Sto parlando di salvia e rosmarino che insieme, possono dare origine ad una tisana veramente benefica, e tra l'altro molto facile da preparare.  


A cosa serve questa tisana? Il rosmarino agisce sulle vie respiratorie, grazie alla presenza dell'olio essenziale, aiuta il fegato a ripulirsi dalle tossine, dà una mano alla memoria e contribuisce a tenere sotto controllo il dibate. La salvia, migliora l’attività digestiva e cura il mal di stomaco. Il loro utilizzo combinato viene inoltre indicato come tonico ed energizzante.

Occorrente: un rametto di rosmarino o in alternativa un cucchiaio di aghi o foglie; 2 o 3 foglioline di salvia; Una tazza d’acqua.

Versare la tazza d’acqua in un pentolino e inserire al suo interno le foglie di rosmarino e salvia. Mettere sul fuoco fino a ebollizione, poi lasciare riposare circa 5 minuti il tutto a fuoco spento. Filtrare la tisana e lasciare raffreddare fino a che abbia raggiunto una temperatura tale da renderla bevibile. Si può dolcificare con del miele o con zucchero di canna. Potete anche portare prima l'acqua a ebollizione e inserire solo a quel punto le foglie di rosmarino e salvia. Tenere in infusione per 10 minuti e procedere al filtraggio e parziale raffreddamento.

giovedì 17 dicembre 2015

Salvia, olio essenziale

Nome botanico: var. Salvia officinalis, var. Salvia sclarea
Famiglia: Labiate
Provenienza: Europa meridionale
Estrazione: dalle foglie e dalle sommità fiorite
Profumo: dolce, erbaceo, aromatico
Azione energetica: yin-yang
Pianeta governatore: Giove, Luna
Proprietà: tonica, stimolante, antidepressiva, antisettica, antisudorale, deodorante, depurativa, diuretica, antispastica, astringente, digestiva, stimola e regola le mestruazioni, afrodisiaca
Principali indicazioni: depressione, tensione nervosa, stress, frigidità, impotenza, stanchezza, disturbi mestruali, sindrome premestruale, menopausa, riattivazione della circolazione, bronchite, digestione lenta, ipersudorazione, stomatiti, afte, cura della pelle grassa, caduta dei capelli, disinfezione di ferite, ulcere
Precauzioni: non usare in gravidanza. L'essenziale di salvia officinale contiene un principio tossico, per cui è preferibile per l'aromaterapia l'essenza di salvia sclarea


Il re dell'Olimpo greco-latino, Zeus- Giove, secondo la mitologia fu allattato da una capra accanto ad un cespuglio di salvia, il cui profumo avrebbe conferito al latte un potere divino. L'Erba di Giove è stata sempre considerata dotata di straordinari poteri: il nome deriva da latino salvus, cioè intatto, sano, in buono stato. Nell'antica Roma la dea Salus era colei che assicurava la salute, non solo a livello individuale ma anche collettivo, nel senso anche di benessere e felicità dello stato.

La salvia, come pianta di Giove, al vertice della gerarchia degli dei, a livello del microcosmo uomo è capace di agire sull'ipotalamo, quella sorta di "centralino" situato nel sistema nervoso, deputato alla regolazione di tute le funzioni vitali: salvia sanatrix, veniva chiamata dai medici della Scuola Salernitana. Oltre che a Giove, la salvia è legata anche alla Luna. E' infatti un pianta dalle virtù femminili con una connotazione di forza e di attività. La salvia infatti contiene sostanze ad azione ormonosimile, che si sono dimostrate utili in parecchie patologie dell'apparato ginecologico, quali disfunzioni ovariche, disturbi della menopausa, infezioni vaginali, sindrome premestruale, amenorrea, irregolarità mestruali, sterilità. E' una pianta dotata di attività maturante, estrogenica.

Le sue foglie color argento contengono sostanze in grado di regolarizzare i processi della sfera genitale femminile. Dietro l'argentea salvia possiamo quindi riconoscere l'attività delle forze lunari che la compenetrano fortemente: la Luna, nel nostro cielo interno fatto di organi e di funzioni, è la governatrice principale della salute delle funzioni femminili. Attraverso una tisana o una tintura di salvia, possiamo portare nel nostro organismo quelle forze cosmiche specifiche che esprimono lo stesso tipo di energia di organi o funzioni corrispondenti nel corpo.

L'olio essenziale, rispetto alle altre preparazioni ottenibili dalla pianta, concentra le sue qualità più eteriche: è quindi preferibile utilizzare la tintura o l'estratto per agire a livello organico, riservando l'essenza per esercitare un'influenza su un piano più sottile, e cioè per quanto riguarda la componente psicosomatica dei disturbi sopramenzionati. Anche il sistema nervoso è una funzione lunare: sappiamo che la luna piena influenza negativamente le persone che soffrono di disturbi psichici. La salvia eserciterà un benefico influsso in caso di nervosismo, lunaticità, stress, in particolare legati alla sfera riproduttiva, quali sterilità da stress. Disturbi dell'umore in fase premestruale, mestruale e in menopausa.

In tutti questi casi l'essenza di salvia aiuta a restituire il calore delle virtù femminili. C'è un detto popolare che dice: "La moglie in casa comanda quando la salvia cresce rigogliosa in giardino". A livello generale poche gocce di salvia nell'acqua del  bagno donano una piacevole sensazione di benessere e di rilassamento e prevengono l'eccessiva sudorazione; in caso di ipersudorazione alle mani e ai piedi è indicata anche per maniluvi e pediluvi. Per vaporizzazioni è utile in caso di asma o bronchite per la sua azione antispastica. Aggiunta all'olio da massaggio aiuta ad attivare la circolazione, a rilassare i muscoli, a eliminare le tossine e la ritenzione di liquidi. Per sciacqui, diluita in un bicchiere d'acqua, sfiamma e disinfetta in caso di afte boccali o gengiviti. Per frizioni stimola la crescita dei capelli e tonifica il cuoio capelluto.

lunedì 30 novembre 2015

Il lime per sconfiggere raffreddore e mal di gola

Quando il raffreddore e il mal di gola non ci danno tregua rischiando di tormentarci per tutta la stagione invernale, possiamo ottenere un valido aiuto da un frutto ormai molto diffuso: il lime. Noi tutti lo conosciamo come ingrediente di molti cocktail, ma in realtà è un toccasana per i problemi delle vie respiratorie.  Il lime infatti ha delle ottime proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie e per questo è adatto alla cura di tosse e riniti.


Esso contiene infatti sostanze antiossidanti, in particolare vitamina C, tra l'altro esso veniva usato anche dai marinai per curare lo scorbuto, malattia causata dalla carenza vitaminica. Questa vitamina dev’essere assunta attraverso la dieta in quanto il nostro corpo non è capace di produrla autonomamente. In particolare è in grado di proteggere le vie respiratorie poiché è fondamentale nella formazione dell’interferone, una molecola che blocca l’entrata dei virus all’interno delle cellule. In questo modo, la vitamina C contenuta nel lime impedisce alle cellule sane di essere infettate.

Le sostanze contenute nel lime, e negli agrumi in generale, hanno un effetto benefico nel prevenire alcuni tipi di cancro, come ad esempio quelli della pelle, dei polmoni, della bocca e dello stomaco. Il merito è dell’elevato contenuto di antiossidanti di cui, fra l’altro, beneficia anche il sistema cardiovascolare. Il lime inoltre, è capace di abbassare il livello di colesterolo nel sangue. In particolare è stato rilevato che i livelli della proteina Apo B secreta dalle cellule del fegato (e normalmente elevati nei casi di colesterolo alto) calano nettamente con l’assunzione di lime ai pasti.

Spremuta:  bevete 2 bicchieri al giorno di acqua tiepida mescolata al succo di un’arancia e di un lime: l’acido citrico vi corazzerà contro le infezioni.

Tisansa calmante: se il gusto del lime vi risulta troppo acido, provate a usarne la scorza in tisana: fate sobbollire 10 minuti un cucchiaio di fiori di malva (lenitiva) insieme alla scorza di un lime biologico, poi dolcificate con un cucchiaino di miele: sfiamma la gola ed elimina eventuali placche.

Gargarismi:  mettete un lime tagliato in 4 in una ciotola, cospargetelo di sale, mescolate e aggiungete un cucchiaino di questo concentrato a un bicchiere con dell’acqua calda. Con questa soluzione fai dei gargarismi 3-4 volte al giorno. Il lime mischiato al sale (che ne aumenta l’acidità) aiuta a uccidere i microrganismi più aggressivi.



martedì 17 novembre 2015

Aiutare la Milza con la Verbena

Non si parla molto della verbena, una bella e semplice pianticella molto diffusa nelle nostra campagne e giardini. Avevo trattato l'argomento tempo fa, parlando in questo mio blog, non solo dell'olio essenziale di verbena e delle sue proprietà, ma anche del fiore di Bach e di altri importanti usi.

Oggi ci soffermeremo in particolare su alcune specifiche proprietà di questa profumata pianta che si rivela utile proprio nel periodo invernale perchè ricca di glucosidi, tannini, vitamine, flavonoidi che la rendono un ottimo analgesico, antinfiammatorio e detossinante.

Nello specifico, la verbena è alquanto adatta a curare i problemi a carico della milza, perchè contribuisce al suo rafforzamento e ne ne stimola la funzionalità. Esplica molto bene questa funzione se assunta per via interna sia come infuso che come tisana, associata anche ad altre utili pianticelle fra cui melissa e menta.  Perchè fare attenzione al funzionamento della milza? Perchè se funziona in maniera eccellente la milza migliora la produzione dei globuli bianchi rinforzando così il nostro sistema difensivo e favorendo, di conseguenza, la resistenza del nostro organismo.

Se avete un giardino in cui è presente la verbena o conoscete un buon posto dove cresce spontanea, potete raccoglierne foglie e fiori freschi, oppure potete acquistarli in erboristeria in forma essiccata e fare così un buon infuso (due cucchiaini per tazza almeno tre volte al giorno). Si trova anche la tintura madre che è ottima in caso di stanchezza e tendenza ad ammalarsi spesso o a frequenti ricadute. Una dose giusta di tintura madre è di circa 30 gocce da diluire in un bicchiere di acqua da prendere per 3 volte al giorno per circa 2 settimane.


lunedì 9 novembre 2015

Il biancospino, il tranquillante del cuore

Il biancospino è un parente del melo, del pero, del cotogno. Da noi son comuni due specie di biancospini: il Crataegus oxycantha, con fiori forniti di due o tre stili e foglie poco frastagliate, e il Crataegus monogyna, con un solo stilo e foglie profondamente lobate. Entrambi fioriscono a primavera, nel mese di maggio, e illuminano con il candore fiori i boschi e le siepi di campagna.


A volte si confondono con lo spino nero, Prunus spinosa, ma all'epoca dei frutti non ci si può sbagliare: quelli dello spino nero sono nerazurri, quelli del biancospino rossi brillanti. Si tratta di una delle più belle piante della nostra flora spontanea, molto decorativa,  sia d'inverno con l'intrico nero dei suoi rami spogli, sia in primavera, durante la bianca fioritura, sia in autunno, con l'allegro accento rosso delle sue bacche.

Come medicina non ha una lunga storia dietro di sè. Solo alla fine del secolo scorso due dottori americani hanno ottenuto ottimi risultati impiegandone i frutti e i fiori in decotto nel trattamento delle angine e delle malattie dell'aorta.

Confermate le sue qualità sedative e antispasmodiche, il biancospino vide estendere il suo campo d'azione ai disturbi dell'apparato circolatorio e agli squilibri neurovegetativi. Soccorre, ad esempio, le donne nell'età critica ed è utile come "tranquillante" naturale.

Un trattamento prolungato si fa con il decotto: 30 grammi di fiori e frutti per ongi litro d'acqua; far bollire per 5 minuti e prenderne 4 tazze al giorno. Per una tisana ipnotica e sedante, da prendere prina di coricarsi, preparare una infuso con 1 cucchiaino di fiori per ogni tazza d'acqua in ebollizione.


giovedì 29 ottobre 2015

Il tiglio, la tisana più celebre della letteratura

Un viale di tigli è sempre  uno spettacolo meraviglioso. Gli alberi frondosi spandono un'ombra soccorrevole nelle calde giornate d'estate, mentre a primavera la fioritura avvolge l'aria di un profumo struggente e indimenticabile. Un albero che non può mancare nelle città, maestoso nei suoi oltre trenta metri di altezza, odoroso e rinfrescante com'è.

E' anche fortemente mellifero, e il miele che dal suo nettare fabbricano le api è profumato come i suoi fiori, ambrato e liquido come un filo d'oro. L'aroma più delizioso, di miele, di erbe di campo, di fiori, di primavera, di fieno falciato, di sole, si sprigiona dal tè di tiglio (Tila europaea), la tisana più celebre della letteratura: la simpaticissima Léonie, zia di Marcel Proust, vi inzuppava ogni giorno il più famoso biscotto della letteratura, la "madeleine".

E' la pianta che Henri Leclerc, uno dei più autorevoli fitoterapeuti del secolo scorso, e i cui consigli sono validi ancora oggi, dedica "alla mondana che un'esistenza rumorosa e vuota getta in contniue crisi nervose, all'uomo di campagna che rientra nella sua dimora affaticato dal duro lavoro, all'erudito cui il prolungato impegno intellettuale procura un cerchio di dolore alla testa".

Al tiglio Leclerc attribuisce grato aroma, delicato sapore e virtù temperanti. E' la pianta della pace: rassicurante, calamante, rasserena la mente e ritempra il corpo. Ottima anche per depurare reni e vescica, per liberare da un raffreddore o da un catarro bronchiale, per dar sollievo in una nevralgia  leggera e per placare l'ardore dello stomaco.

La dose per l'infuso è di 30 grammi di fiori secchi per ogni litro d'acqua in ebollizione, il che equivale a 1 cucchiaio per ogni tazza. Giova dolcificarlo con miele, ed eventualmente intensificarne l'azione e il profumo con qualche goccia di acqua di fiori d'arancio.



mercoledì 7 ottobre 2015

Il luppolo per i pessimi dormitori

Il luppolo è parente della canapa, si arrampica su siepi, cespugli e boschetti arrivando anche a 3 metri di altezza. Possiede fiori maschili e femminili; quelli femminili sono amenti conici che, maturando, si trasformano in piccoli coni a forma d'uovo, nei quali sono contenuti i principi attivi più importanti, gli amari, che danno il caratteristico aroma alla birra.

L'infuso di luppolo (Humulus lupulus) era consigliato già nell'undicesimo secolo dalla badessa di un convento benedettino, Ildegarda di Bingen, esperta di erbe officinali. E da allora tutti i fitoterapeuti ne hanno sostenuto l'efficacia in molti disturbi connessi con la sfera psichica e nervosa: ansia, angosce notturne, stanchezza della vita, gastrite nervosa, mal di testa, pessima disposizione al riposo.


Ribadiscono tale opinione gli esperimenti di un fisiologo, tal Gromberg: somministrato alle rane in dosi basse, il luppolo le induce al sonno, in dosi alte arriva a paralizzarle. Per queste sue qualità sedative è stato nel passato prescritto anche come anafrodisiaco, ma non si abbiano forti timori, l'azione antieccitante non è stata confermata.

I principi attivi sono contenuti nel fusto e nelle foglie di questo bel rampicante, ma soprattutto nei frutti femminili che, a scuoterli, lasciano cadere una polvere resinosa e dorata, fortemente aromatica, dal grazioso nome di luppolino. Il luppolino contiene a sua volta la luppolina, alcaloide a potere rilassante e sedativo, ma anche tonico, digestivo.

Tutti i pessimi dormitori dovrebbero far appello al luppolo e prepararsi ogni sera prima di coricarsi una tisana versando 5 decilitri d'acqua a bollore su 10 grammi di erba secca; far riposare 8 minuti. Il sapore amarognolo è gradevole.

mercoledì 30 settembre 2015

Cellulite: crema fai da te

Cellulite, maledetta che fare per eliminarti? Teniamo presente che una tisana drenante male non fa e qualche massaggio con una crema o  un olio specifico ci danno una grossa mano. 

 Tenendo sempre un occhio al portafoglio, possiamo procurarci un infuso presso la nostra erboristeria di fiducia. Esso, tenete presente,  deve contenere piante che siano drenanti, per esempio un infuso composto da betulla, centella asiatica, peduncoli di ciliegie, orthosiphon e rusco in quantità uguale per ciascuna pianta da prendere 2 volte al giorno (mattina e pranzo). 

Per l'olio o la crema possiamo tranquillamente farla noi, con le nostre mani  e con soddisfazione vederne i risultati. Ecco l'occorrente (ricordate che fra li ingredienti ci sono gli oli essenziali il cui uso è sconsigliato in gravidanza)

Ingredientiburro di karitè bio 10 gr, burro di cacao bio 40 gr, olio di jojoba 20 gr, olio di rosa mosqueta 20 gr , vitamina E 5 gocce, olio essenziale di cipresso 25 gocce, olio essenziale di ginepro 25 gocce,  olio essenziale di cedro 25gocce, olio essenziale di lavanda vera 15 gocce. 
Procedimento: sciogliete i due burri a bagnomaria,  lasciateli leggermente raffreddare in una ciotolina, non appena i bordi iniziano a sbiancare, unitevi l'olio di jojoba e mescolate per bene,  aggiungete quello di rosa mosqueta e mescolate nuovamente; una volta che il mix è quasi completamente raffreddato aggiungete gli oli essenziali ed ad ogni aggiunta mescolate, alla fine aggiungete la vitamina E. 

 Conservatela a temperatura ambiente, grazie alla vitamina E durerà per 3 mesi almeno. Questa crema (che in realtà è composta da burri ed oli) ha proprietà rigeneranti, elasticizzanti, riparatrici. L'olio di jojoba restituisce alla pelle tonicità, elasticità e morbidezza, l'olio di rosa mosqueta combatte il cedimento dei tessuti ed in caso di smagliature contrasta la formazione di tessuto cicatriziale, il burro di cacao rende la pelle elastica e ne migliora il tono prevenendo le smagliature ed infine gli oli essenziali svolgono una forte azione drenante ed antiedematosa. E ora  via all'attacco!

 

martedì 4 agosto 2015

Tisana, infuso e decotto, ma la differenza?

Tutti ne parlano, ma chi veramente, se interrogato sa spiegare quale differenza sussiste tra tisana, infuso e decotto? A volte persino in qualche erboristeria serpeggia l'ignoranza. La principale differenza fra i tre sta nella scelta degli elementi naturali: radici, fiori, frutti e foglie. Non solo il quid sta naturalmente, nella preparazione.

Per la tisana si utilizzano indistintamente sia le parti tenere sia quelle legnose delle piante, che poi vengono gettate in acqua già bollente, con un tempo di riposo massimo di 5 minuti.

Per peparare un infuso si utilizzano invece le sole parti tenere delle piante, come fiori e foglie, sulle quali viene versata dell'acqua bollente filtrando poi il liquido dopo 5-10 minuti.

Per il decotto si scelgono invece le parti più resistenti e dure, come radici e cortecce, che si mettono in acqua fredda e si lasciano bollire per 5-10 minuti. Dopo il tempo di bollitura si lascia riposare il tutto per altri 10 minuti e infine vengono filtrate le parti naturali con il loro liquido.

mercoledì 17 giugno 2015

La Bardana, tra cucina ed erboristeria

Arctium significa "peloso come un orso" ; lappa era il nome scelto da Virgilio per le piante con frutti che si attaccano ai vestiti. La bardana, pianta medicinale usata da secoli, deve il nome scientifico a due sue caratteristiche. 

Quando la pianta ha passato il primo inverno stendendo le sue larghe foglie biancastre e coperte di peli sul terreno e arriva la primavera, innalza un grande fusto peloso (da qui la similitudine con l'orso) con un' impalcatura, quasi da albero, che porta in cima alle ramificazioni tanti pennellini purpurei avvolti in una pallottola con gli uncini ripiegati e appiccicosi. La pianta li ha creati per provvedere alla disseminazione ed attaccarli al vello delle pecore, al mantello del pastore, al pelo dei cani, ai nostri vestiti. Gli uncini, dopo un po' che sono staccati dalle piante, perdono la tensione e cadono facendo fuoriuscire dall'involucro i semi da cui nasceranno nuove piante.


Caratteristiche e proprietà
La bardana è una pianta erbacea biennale appartenente alla famiglia delle Asteracee (ex Composite). Il fusto compare al secondo anno ed è molto ramificato e peloso, alto sinoo a 2 m. Le foglie sono molto grandi e morbide, di forma triangolare, con base cuoriforme e punta tonda, margine ondulato, pelose nella parte inferiore, quasi bianca; il gambo è lungo,e carnoso, mentre ne sono quasi prive le foglie del fusto, notevolmente più piccole. L'infiorescenza, con il calice munito di punte a uncino, è formata da fiori tubolari di colore rosso-violaceo ed è costituita da grappoli al termine delle ramificazioni del fusto. Il frutto culmina con un'appendice piumosa. Cresce dal mare alla montagna, sino a 1000 m circa nei terreni incolti vicino agli abitati, in zone soleggiate. Fiorisce dalla primavera alla tarda estate e ne vengomo usate le foglie e la radice principale, che si fa essiccare al sole oppure in forno, dopo averla ripulita, liberata da fili e piccole radici, lavata ed asciugata. Sono stati studiati i componenti delle radici, dal momento che la parte aerea li contiene in quantità ridotta. Si tratta di mucillagini, acido clorogenìco e caffeico, arctiina (agisce sulla cistifellea e favorisce la disintossìcazione dell' organismo) e inulina. Possiede proprietà depurative, diuretiche, ipocolesterolemizzanti e coadiuvanti nella cura dell'acne e del diabete.

Utilizzo
I gambi delle foglie più succose e grosse vengono decorticati e usati come asparagi; le foglie più giovani nelle minestre e nelle preparazioni cotte. Le foglie più tenere vengono tagliuzzate nell' insalata o aggiunte alle minestre a fine cottura. La radice principale viene lessata e usata come contorno. Numerosi gli impieghi nella medicina popolare . Contro i dolori acuti delle articolazioni colpite da artrite,giovano i cataplasmi ottenuti con foglie fresche di bardana pestate e applicate sulla parte dolente mediante una garza. Contro la caduta dei capelli è molto efficace un decotto ottenuto con 10 g di radice di bardana tagliata a pezzetti piccolissimi e cottc in poca acqua. Quando la radice è sufficientemente ammorbidita, la si schiaccia per ndurla in poltiglia con la quale si strofina una volta al giorno il cuoio capelluto. Infuso diuretico: 30 g di radice di bardana in 3 tazze d'acqua bollente. Lasciare in infusione per mezz' ora, colare e bere due volte nella giornata. Cataplasma contro la foruncolosi: in una tazza, d'acqua far bollire una cucchiaiata di radice di bardana tritata. Quando l'acqua è evaporata, stendere il cataplasma sulla parte malata. Tisana contro l'eruzione cutanea dovuta alla rosolia: 25 g di foglie. di bardana in 2,5 dl d'acqua. Zuccherare poco e somministrare ai bambini ammalati, a cucchiai ogni 5 minuti. .Essendo un cicatrizzante, la foglia fresca di bardana, preventivamente lavata e asciugata, quindi pestata e applicata come un cataplasma, guarisce piaghe e ulcere.

giovedì 30 aprile 2015

Altre applicazioni delle tisane per via esterna: Bagno oculare al Fiordaliso e Macerato di Semi di Lino in acqua - parte terza

Oggi vi lascio altri due utili ed efficaci esempi di come si possano usare le tisane per applicazioni esterne. Non pensiate che vi siano particolari difficoltà nella preparazione, basta usasre alcune piccole accortezze per l'uso a cui sono destinate.


Bagno oculare al fiordaliso per occhi arrossati: non vi sono controindicazioni, ma il liquido non deve contenere particelle vegetali in sospensione, ovvero deve essere perfettamente limpido. Per preparare questo bagno oculare si usano i singoli fiori di fiordaliso (li trovate in erboristeria). L'infuso si prepara versando una tazza di soluzione fisiologica sterile (che trovate in farmacia) bollente su un cucchiaio di fiori. Si attende circa un quarto d'ora e poi si filtra per due volte il liquido su tela fine. Quando è tiepido si usa il liquido con l'apposita occhiera due volte al giorno

Macerato di semi di lino in acqua per intestino e capelli: come tutti ormai sapete, i semi di lino sono ricchi di mucillagini che hanno proprietà emollienti e antinfiammatorie che sono molto utili agli intestini pigri. Per estrarre le buone mucillagini, si mette a macerare un cucchiaio di semi di lino in un bicchiere di acqua fredda per qualche ora. Si beve il liquido, che diventa vischioso, masticando anche qualche seme. Queste stesse mucillagini, se applicate sui capelli diventano una sorta di gommina naturale che migliora l'aspetto dei capelli opachi e sfibrati e li protegge anche dal contatto con la salsedine marina o dal cloro della piscina. Per preparare l'impacco si usano 2 cucchiai di semi di lino e mezzo litro di acqua. Lo si applica sui capelli puliti e si distribuisce con il pettine.

sabato 21 marzo 2015

Verbena sacra per sconfiggere un piccolo Malessere

Oggi vi suggerisco un rito per raccogliere e caricare la Verbena. Quest'erba sacra è nota secoli peri suoi poteri medicamentosi e le sue proprietà magiche. I Druidi la veneravano quanto il loro amato vischio, e secondo la leggenda fu trovata sul Calvario perchè usata per tamponare le ferite di Gesù. Da sempre la verbena viene adoperata per tener lontani da casa gli spiriti maligni mescolata a filtri d'amore e bevuta come tisana per curare un centinaio di malesseri.


Se lasciata in infusione nll'acqua bollente e poi aggiunta all'acqua del bagno ha un effetto molto rinfrescante. Usatela secondo quel che vi suggerisce l'intuito e, ogni volta che la cogliete, pronunciate queste magiche parole: "Erba fatata, sacra verbena, che da ogni male sfronda, sia benedetto il campo o il sentiero che di sua foglia abbonda".

Scoprirete che 25 gr di foglie essiccate  lasciate  a macerare in mezzo litro d'acqua bollente curano l'indigestione e i disturbi di stomaco; una quantità doppia serva a guarire un taglio o una ferita o una bruciatura, e può essere usata come gargarismo contro infezioni alla gola e stomatiti.




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