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lunedì 25 agosto 2014

Il vero amico | Seneca, Lettere a Lucilio | Varie

Seneca parla dell'amicizia, e son concetti di ogni giorno, della nostra vita, anzi, forse va un po' più in là, descrive perfettamente il concetto di fiducia che dovrebbe esserci fra veri amici, descrive egregiamente coloro che raccontano di se stessi ad ogni illustre sconosciuto e  quelli che chiusi in se stessi, non si fidano neppure delle persone più care. L'eterno conflitto: concedere o meno la fiducia, essere schietti e sinceri come lo si è, e non sempre, con se stessi. Forse sarebbe necessario imparare ad essere chiari prima nel nostro profondo e solo allora saremo in grado di scegliere opportunamente chi è destinato a diventare nostro amico, poichè solo così eluderemo ogni inganno.


"Caro Lucilio,
mi scrivi che hai dato ad un amico delle lettere da recapitarmi, poi aggiungi di non dirgli cose che ti riguardino perchè non è tuo amico fino a questo punto. Così nella stessa lettera dici che costui è un tuo amico e non lo è. Forse tu usi genericamente una parola che ha un significato preciso e lo hai chiamato amico così come noi chiamiamo signori quelli che incontriamo e dei quali non ci ricordiamo il nome. Se è così può andare.

Me se tu chiami amico uno del quale non ti fidi, allora fai un grosso errore e ignori la forza della vera amicizia. Con un amico puoi fare ogni cosa, ma la prima cosa che devi fare è decidere se è davvero un amico. Quando lo hai appurato sul serio devi avere fiducia in lui. Sbagliano i tempi quelli che, contraddicendo gli insegnamenti di Teofrasto, prima concedono il loro affetto e poi lo ritirano quando hanno appurato che l'amico non era poi così amico.

Pensaci bene sopra prima di farti un amico, ma poi quando lo hai deciso apri il cuore e parlagli sinceramente come fai con te stesso. Vivi senza avere segreti nemmeno peri tuoi nemici. Ma poichè ci sono cose che per consuetudine si tengono riservate, metti al corrente il tuo amico di tutte le tue preoccupazioni, di tutti i tuoi pensieri. Se pensi che sia fidato, fidati.

C'è gente che finisce per essere ingannata proprio perchè ha paura di esserlo, c'è gente che per troppa sospettosità quasi fornisce una giustificazione alla slealtà del prossimo. Perchè devo misurare le parole davanti ad un amico? Perchè con lui non mi comporto come quando sono da solo? C'è gente che racconta al primo venuto quello che si dovrebbe raccontare solo agli amici fidati, come se non potesse trattenere quello che le brucia dentro.

Ci sono altri invece che sono terrorizzati all'idea che anche le persone più care vengano a conoscenza dei loro segreti e li seppelliscono dentro di loro come se non volessero farli sapere nemmeno a se stessi. Sono due atteggiamenti sbagliati, perchè è sbagliato sia fidarsi di tutti che di nessuno, ma direi che il primo è un difetto più onesto, il secondo più sicuro.

Allo stesso modo sono da rimproverare sia quelli che stanno sempre in agitazione , sia quelli che si crogiolano continuamente nella pigrizia. Non è produttivo quello che viene dalla confusione, ma è la smania di una mente esagitata, così come non è riposo quello che giudica molesto ogni gesto, ma è dissoluzione e languore. Perciò ci ricorderemo bene le parole di Pomponio: "C'è gente che si rifugia nelle tenebre reputando tempestoso tutto quello che avviene alla luce del sole".

Bisogna mescolare le due cose: chi agisce deve poi riposare e chi si riposa deve poi agire. Guarda la natura: c'è il giorno e c'è la notte"

martedì 22 aprile 2014

Come giungere alla sommità della coscienza mentale | Psicopittografia

La mente umana ha una potenza dieci volte maggiore di quella che utilizzate ordinariamente. Perchè l'uomo medio non adopera interamente il potere della mente? La risposta è nella sua mancanza di coscienza. L'uomo in genere non si preoccupa neppure di esplorare questo potere mentale. Anzichè studiare la magia della sua mente, egli ammette con disinvoltura che tutto ciò che egli vede è tutto ciò che esiste. Sarebbe come pensare che la prima luce dell'alba è tutto ciò che esiste del sole! Non commettiamo un simile errore.

Supponiamo che riceviate in dono un aereo monoposto per farne ciò che volete: noi non conosciamo le funzioni dell'aereo; non sappiamo che può volare. Ma poichè vogliamo farne un uso qualsiasi, lo attacchiamo ad un cavallo e lo trasciniamo nei dintorni di casa. L'impiego che faccaimo dell'aereo è in relazione alla conoscenza che abbiamo del suo uso. Ma, dopo aver studiato l'aereo che per qualche tempo, noi scopriamo il motore, l'elica, i comandi. Stacchiamo il cavallo e facciamo muovere l'apparecchio sul suolo per mezzo del motore. E' un progresso, ma siamo ancora lontani dall'impiego per il quale è stato fatto l'aereo. Studiando maggiormente, scopriamo che le ali hanno uno scopo pratico; vediamo che c'è la possibilità di alzarsi dal suolo e salire in aria. Infine voi volate. Avendo scoperto tutte le possibilità del'aereo, esso ci porta ovunque vogliamo. [Immagine mentale 57]
Il potere quindi esiste nella mente dell'uomo ma è bloccato dalla mancanza di coscienza. Lo studio di se stessi rivela l'esistenza di questo potere e la piena coscienza ne permetterà l'impiego.
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