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sabato 2 maggio 2015

L'Arrogante, ovvero l'Imbecille del giorno

L'arrogante è colui che si sente superiore nei confronti di un altro soggetto, e lo manifesta attraverso un costante disdegno.
Bene, caro arrogante, che cerchi con la coercizione di manifestare la tua supposta superiorità trattando e guardando gli altri  con disdegno e schifo, vorrei giusto manifestarti la mia opinione, il mio pensiero sulla tua deviata personalità.  Ritengo che l'arroganza sia propria di coloro che in famiglia hanno ricevuto una errata educazione, e poichè sono convinta del fatto che i bambini imitano il comportamento dei genitori, anche tu arrogante, hai imitato ciò che i tuoi  genitori ti hanno dimostrato.


In verità, caro arrogante, credo che in famiglia e anche al di fuori, tu sia stato oggetto di vessazioni di vario genere, cosa che ha sviluppato in te questo sentimento di rivalsa verso chiunque tu incontri e con cui hai a che fare per i più svariati motivi. Sei convinto che le tue siano ragioni inconfutabili e ti ritieni infallibile, neghi l'evidenza dei tuoi ragionamenti distorti schiacciando coloro che ti stanno intorno. Ti muovi alla stregua di una divinità, quando invece, purtroppo per te, sei figlio di un dio minore, spesso incapace e ignorante, ma convinto di essere superiore agli altri anche per cultura, una cultura che invece non hai e, al posto della quale, troviamo grosse lacune.

Consideri le persone civili ed educate stupide e come tali le tratti, comportamento il tuo che ti ha regalato in molti casi un posto di responsabilità a scapito di chi se lo meritava; infatti pesti piedi e sgomiti per ottenere ciò che con le tue personali capacità non saresti in grado di raggiungere. Per trattare con te è necessario che gli altri si abbassino al tuo livello perchè tu uno scalino in più non sei in grado di farlo, pretendere da te un minimo si evoluzione spirituale sarebbe come chiedere a Farfarello di farsi il segno della croce. Per te esiste solo il pronome personale "IO", e intorno all'IO ruota tutta la tua vita, gli altri sono solo satelliti che dovrebbero orbitare intorno a te (povero, patetico illuso).

Sopportarti è un'impresa degna di un'anima santa, ma di questo ovviamente tu sei ignaro, occupato come sei ogni giorno a fare come la strega di Biancaneve: chiedere allo specchio magico se sei il più bello del reame. Tu sei uno di quelli che non può fare la fila, devi passare avanti, sei fra quelli che al supermercato sperona gli altri per arrivare prima alla cassa, che in banca fa le scenate perchè chi è davanti a te non si spiccia. Sei uno che fa polemica per un posto auto pubblico che, chissà mai perchè, consideri di tua proprietà, che vede negli altri solo i difetti, senza mai pensare che anche tu, come tutti i comuni mortali, ne sei carico e il tuo carico è ben più grave di quello altrui, e sai perchè? Perchè sei convinto di essere perfetto, il che è indice del tuo senso di inferiorità. Cercare di indurti a ragionare è tempo sprecato, e chi la pensa come me non ha tempo da buttar via, la migliore strategia per mandarti in bestia e farti venire una crisi di nervi, dato che evitarti non è umanamente possibile, è ignorarti completamente, sforzo questo che costa una grande fatica, ma che alla resa dei conti regala delle paradisiache soddisfazioni.

sabato 26 aprile 2014

Come incamminarsi verso una nuova vita gioiosa | Psicopittografia

La lettura di Robinson  Crusoe di Danile Defoe suggerisce un'idea utile. Naufragato su un'isola deserta, Robinson si accampò vicino alla spiaggia. Poi si mise ad esplorare il suo dominio privato. Non passò molto tempo che egli fece una scoperta che lo lasciò perplesso. S'accors eche si era accampato nel posto meno adatto. L'altro lato  dell'isola infatti offriva grandi risorse di acqua e di cibo. Ora, benchè vedesse la necessità di spostarsi, gli dispiaceva molto farlo  [Immagine mentale 60]

Perchè? Perchè non cambiare il peggio in meglio? Quando uno può trovare una vita più ricca, perchè non cerca di cambiare? Vi sono molte ragioni che bloccano l'uomo. L'indolenza mentale, la mancanza di perseveranza, lo scoraggiamento di fronte al minimo ostacolo e la paura dei cambiamenti. Gli uomini temono che le idee nuove facciano loro perdere quel poco che hanno. In questo caso bisogna aver coraggio. Bisogna abbandonare l'antico per sperimentare il nuovo. Supponiamo che un individuo viva abitualmente in uno stato depressivo. Un simile individuo resiste all'idea di rinunciare al suo stato. Per quanto penoso, non vuole lasciarlo. Perchè? Perchè la depressione gli dà un falso senso di identità; vale a dire che egli può affermare: "Ebbene, io so almeno chi sono, sono un individuo depresso". Egli teme di abbandonare questo stato penoso, perchè teme di perdere l'identità di un individuo depresso. In questo modo alcuni individui si aggrappano a questo stato negativo al punto di vantarsi del loro cattivo carattere. Ricordiamo la ripugnanza di Robinson Crusoe a spostarsi verso il lato più confortevole dell'isola, e traiamo le conclusioni.
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