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venerdì 13 maggio 2016

Meglio Palaia

Meglio Palaia, un' espressione da molti conosciuta, ma che ha una sua storia e origine ben precisa legata ad un capitano di ventura.


MEGLIO PALAIA: esclamazione usata quando le cose vanno di male in peggio. Qualcuno dice anche, con lo stesso significato, "peggio Palaia!". Palaia è anche un paese toscano, ma nessuno sa con esattezza perché sia potuto entrare in un modo di dire tanto diffuso. Le versioni più probabili, comunque, almeno per il "peggio Palaia!", sono due.

Quando il capitano di ventura Niccolò Piccinino, nel secolo XV, saccheggiò la zona pisana, il paese che ne soffrì maggiormente fu Palaia; cosicchè un magistrato di quel tempo, facendo una relazione sui danni e passando in rassegna i vari luoghi devastati avrebbe aggiunto come commento: "Ma peggio Palaia!".


Secondo altri il detto è da attribuire al granduca Leopoldo II che durante una visita nel Pisano, giunto a Ponsacco, paese allora malfamato per i numerosi furti che vi si commettevano, avrebbe incitato il cocchiere a frustare i cavalli per allontanarsi al più presto. Lo stesso avrebbe fatto a Partino, luogo anch'esso malfamato, e finalmente a Palaia sarebbe uscito nell'esclamazione "peggio Palaia!" perchè il posto aveva una fama anche peggiore di Ponsacco e Partino.



sabato 26 aprile 2014

Come incamminarsi verso una nuova vita gioiosa | Psicopittografia

La lettura di Robinson  Crusoe di Danile Defoe suggerisce un'idea utile. Naufragato su un'isola deserta, Robinson si accampò vicino alla spiaggia. Poi si mise ad esplorare il suo dominio privato. Non passò molto tempo che egli fece una scoperta che lo lasciò perplesso. S'accors eche si era accampato nel posto meno adatto. L'altro lato  dell'isola infatti offriva grandi risorse di acqua e di cibo. Ora, benchè vedesse la necessità di spostarsi, gli dispiaceva molto farlo  [Immagine mentale 60]

Perchè? Perchè non cambiare il peggio in meglio? Quando uno può trovare una vita più ricca, perchè non cerca di cambiare? Vi sono molte ragioni che bloccano l'uomo. L'indolenza mentale, la mancanza di perseveranza, lo scoraggiamento di fronte al minimo ostacolo e la paura dei cambiamenti. Gli uomini temono che le idee nuove facciano loro perdere quel poco che hanno. In questo caso bisogna aver coraggio. Bisogna abbandonare l'antico per sperimentare il nuovo. Supponiamo che un individuo viva abitualmente in uno stato depressivo. Un simile individuo resiste all'idea di rinunciare al suo stato. Per quanto penoso, non vuole lasciarlo. Perchè? Perchè la depressione gli dà un falso senso di identità; vale a dire che egli può affermare: "Ebbene, io so almeno chi sono, sono un individuo depresso". Egli teme di abbandonare questo stato penoso, perchè teme di perdere l'identità di un individuo depresso. In questo modo alcuni individui si aggrappano a questo stato negativo al punto di vantarsi del loro cattivo carattere. Ricordiamo la ripugnanza di Robinson Crusoe a spostarsi verso il lato più confortevole dell'isola, e traiamo le conclusioni.
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