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venerdì 29 gennaio 2016

Gioielli dell'antico Egitto dai resti di una cometa

Si chiama Ipazia (in onore della prima matematica, astronoma e filosofa della storia, Ipazia d’Alessandria), ed è un frammento di diamante ritrovato in Egitto, ma con una particolarità: è il primo resto di una cometa caduta sulla Terra mai ritrovato.

Ipazia, potrebbe essere molto utile ai ricercatori, perchè potrebbe spiegare i segreti della formazione del nostro sistema solare.  I ricercatori  hanno identificato con certezza e per la prima volta i resti di una cometa caduta sulla Terra milioni di anni fa. Quando la cometa esplose all’ingresso nell’atmosfera terrestre, causò un’onda d’urto capace di distruggere ogni forma di vita per centinaia di chilometri quadrati sotto il luogo dell’impatto.

La ricerca è stata condotta da David Block della Wits University e pubblicato su Earth and Planetary Science Letters. ”Le comete visitano spesso i nostri cieli – sono palle di neve e ghiaccio mescolati con polvere – ma mai prima d’ora nella storia abbiamo avuto le prove dei resti di una cometa caduta sulla Terra”, ha detto il team composto da geologi, fisici e astronomi, tra cui Block, Jan Kramers dell’Università di Johannesburg, Marco Andreoli della South African Nuclear Energy Corporation e Chris Harris dell’Università di Città del Capo. Ma perchè questa ricerca? L’attenzione di questa squadra di scienziati era stata attirata da un misterioso sasso nero trovato alcuni anni fa da un geologo egiziano. Dopo aver condotto analisi chimiche approfondite, gli autori della ricerca sono giunti alla conclusione che esso rappresenti il primo esemplare conosciuto del nucleo di una cometa arrivato sulla Terra. Si parla di una cometa, quindi, che è entrata nella nostra atmosfera 28 milioni di anni fa, esplodendo e riscaldando la sabbia fino a una temperatura di 2000 gradi Celsius.

Come risultato si formò un’enorme quantità di vetro di silice giallo-verde che giace ancora disperso su 6000 chilometri quadrati di deserto del Sahara. Un magnifico esemplare di questo vetro, lucidato da antichi gioiellieri, si trova nel diadema di Tutankhamon sotto forma di scarabeo. Dall’impatto sono stati anche prodotti migliaia di microscopici diamanti, il più grande dei quali è stato chiamato dal team “Ipazia". Finora non è stato facile trovare sulla Terra resti di comete, se non sotto forma di piccoli granelli di polvere negli strati superiori dell’atmosfera.

“La NASA e l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) spendono miliardi di dollari per raccogliere pochi microgrammi di materiale di cometa e riportarli sulla Terra, ma ora abbiamo un approccio radicalmente nuovo per studiare questo materiale, senza spendere milioni di dollari”, ha detto Kramers. “Le comete contengono i segreti della formazione del nostro sistema solare e questa scoperta ci dà un’opportunità senza precedenti per studiare attraverso quella cometa materiale di prima mano di com’era il nostro sistema solare miliardi di anni fa”, ha concluso.


venerdì 13 marzo 2015

La Terra ha due Nuclei

Basandosi sullo studio delle onde sismiche, un team di ricercatri dell' Università dell'Illinois guidato da Xiaodong Song, insieme all'università cinese di Nanchino, ha scoperto che la Terra ha due nuclei. Il secondo nucleo sarebbe racchiuso all'interno di quello principale, cioè quello da tutti conosciuto e oltre ad essere molto piccolo avrebbe anche strane proprietà.

Song spiega: "Ci può dire come si è formato il nostro pianeta, può raccontarcene la storia e i processi dinamici". L'analisi delle onde sismiche ha permesso ai ricercatori di "vedere" che cosa c'è nel cuore della Terra, proprio come le onde sonore permettono ai medici di osservare gli organi interni in un'ecografia.

Così gli scienziati hanno scoperto che i cristalli di ferro che rivestono il nucleo principale sono allineati diversamente da quelli che rivestono il nucleo più interno: in direzione Nord-Sud i primi e in direzione Est-Ovest i secondi. Dai dati raccolti sembra anche che i due nuclei si comportino in modo diverso e l'ipotesi è che potrebbero avere una composizione differente. "In queste differenze potrebbe essere la chiave per capire come si è evoluto il pianeta. Adesso  ci troviamo letteralmente al centro della Terra" dicono i ricercatori.



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