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mercoledì 4 maggio 2016

Lavativo, lecchino, l'è maghera, lerfia, le su cose

Lavativo, lecchino, l'è maghera, lerfia, ha le su cose. I primi due modi di dire li avrete già sentiti o usati per gli altri non vi resta che leggere e poi riciclarli al momento opportuno


LAVATIVO: non sempre è una purga salutare, ma in senso metaforico è un cattivo affare. "m'ha dato una lavativo" dice chi è stato truffato; e naturalmente s'ingenga di contraccambiare alla prima occasione. Da qui l'altro modo di dire, sempre rimanendo in chiave intestinale metaforica, "Lavativo preso e reso", usato anche quando si ricambia una visita poco gradita o una pseudo cortesia.

LECCHINO: sciocco, lezioso. Lo dicono a Pisa e in Lucchesia. Termine dialettale conosciutissimo, se non altro per quel famoso sonetto di renato Fucini in cui Nèri e Cecco si scambiano le impressioni, disastrose, sulla Divina Commedia. E' intitolato "Dante", e finisce così:

O che 'un s'è messo a dì, questo lecchìno
che Pisa è 'r vitueprio della gente!


L'E' MAGHERA: esclamazione fiorentina che alla lettera significa: "E' magra!". Si usa per definire una cosa misera o un affare che non offre utili. "Quest'anno l'è maghera con le pesche", cioè un'annata poco propizia alle pesche

LERFIA: è la bocca scontenta, a Pisa e a Lucca, e anche la donna dall'espressione "di traverso", "a bucoscontento". A Livorno LERFIE sono le labbra, specialmente quelle piuttosto grosse

LE SU COSE: le mestruazioni. "Ha le su cose". Però si  dice anche, scherzosamente, di chi è di cattivo umore, uomo o donna


giovedì 17 dicembre 2015

Salvia, olio essenziale

Nome botanico: var. Salvia officinalis, var. Salvia sclarea
Famiglia: Labiate
Provenienza: Europa meridionale
Estrazione: dalle foglie e dalle sommità fiorite
Profumo: dolce, erbaceo, aromatico
Azione energetica: yin-yang
Pianeta governatore: Giove, Luna
Proprietà: tonica, stimolante, antidepressiva, antisettica, antisudorale, deodorante, depurativa, diuretica, antispastica, astringente, digestiva, stimola e regola le mestruazioni, afrodisiaca
Principali indicazioni: depressione, tensione nervosa, stress, frigidità, impotenza, stanchezza, disturbi mestruali, sindrome premestruale, menopausa, riattivazione della circolazione, bronchite, digestione lenta, ipersudorazione, stomatiti, afte, cura della pelle grassa, caduta dei capelli, disinfezione di ferite, ulcere
Precauzioni: non usare in gravidanza. L'essenziale di salvia officinale contiene un principio tossico, per cui è preferibile per l'aromaterapia l'essenza di salvia sclarea


Il re dell'Olimpo greco-latino, Zeus- Giove, secondo la mitologia fu allattato da una capra accanto ad un cespuglio di salvia, il cui profumo avrebbe conferito al latte un potere divino. L'Erba di Giove è stata sempre considerata dotata di straordinari poteri: il nome deriva da latino salvus, cioè intatto, sano, in buono stato. Nell'antica Roma la dea Salus era colei che assicurava la salute, non solo a livello individuale ma anche collettivo, nel senso anche di benessere e felicità dello stato.

La salvia, come pianta di Giove, al vertice della gerarchia degli dei, a livello del microcosmo uomo è capace di agire sull'ipotalamo, quella sorta di "centralino" situato nel sistema nervoso, deputato alla regolazione di tute le funzioni vitali: salvia sanatrix, veniva chiamata dai medici della Scuola Salernitana. Oltre che a Giove, la salvia è legata anche alla Luna. E' infatti un pianta dalle virtù femminili con una connotazione di forza e di attività. La salvia infatti contiene sostanze ad azione ormonosimile, che si sono dimostrate utili in parecchie patologie dell'apparato ginecologico, quali disfunzioni ovariche, disturbi della menopausa, infezioni vaginali, sindrome premestruale, amenorrea, irregolarità mestruali, sterilità. E' una pianta dotata di attività maturante, estrogenica.

Le sue foglie color argento contengono sostanze in grado di regolarizzare i processi della sfera genitale femminile. Dietro l'argentea salvia possiamo quindi riconoscere l'attività delle forze lunari che la compenetrano fortemente: la Luna, nel nostro cielo interno fatto di organi e di funzioni, è la governatrice principale della salute delle funzioni femminili. Attraverso una tisana o una tintura di salvia, possiamo portare nel nostro organismo quelle forze cosmiche specifiche che esprimono lo stesso tipo di energia di organi o funzioni corrispondenti nel corpo.

L'olio essenziale, rispetto alle altre preparazioni ottenibili dalla pianta, concentra le sue qualità più eteriche: è quindi preferibile utilizzare la tintura o l'estratto per agire a livello organico, riservando l'essenza per esercitare un'influenza su un piano più sottile, e cioè per quanto riguarda la componente psicosomatica dei disturbi sopramenzionati. Anche il sistema nervoso è una funzione lunare: sappiamo che la luna piena influenza negativamente le persone che soffrono di disturbi psichici. La salvia eserciterà un benefico influsso in caso di nervosismo, lunaticità, stress, in particolare legati alla sfera riproduttiva, quali sterilità da stress. Disturbi dell'umore in fase premestruale, mestruale e in menopausa.

In tutti questi casi l'essenza di salvia aiuta a restituire il calore delle virtù femminili. C'è un detto popolare che dice: "La moglie in casa comanda quando la salvia cresce rigogliosa in giardino". A livello generale poche gocce di salvia nell'acqua del  bagno donano una piacevole sensazione di benessere e di rilassamento e prevengono l'eccessiva sudorazione; in caso di ipersudorazione alle mani e ai piedi è indicata anche per maniluvi e pediluvi. Per vaporizzazioni è utile in caso di asma o bronchite per la sua azione antispastica. Aggiunta all'olio da massaggio aiuta ad attivare la circolazione, a rilassare i muscoli, a eliminare le tossine e la ritenzione di liquidi. Per sciacqui, diluita in un bicchiere d'acqua, sfiamma e disinfetta in caso di afte boccali o gengiviti. Per frizioni stimola la crescita dei capelli e tonifica il cuoio capelluto.

martedì 24 novembre 2015

La ruta, per aromatizzare la grappa, di un cataplasma, un decotto e un infuso

Ruta è il nome della pianta mentre graveolens significa "puzzolente", a causa del profumo molto penetrante. Fu erba già nota al Greci e Mitridate VI re del Ponto la mise fra gli ingredienti del suocfamoso. antidoto contro iveleni. I Romani non disdegnarono di usarla, anzi Apicio la inserì in decine di ricette. La si metteva nelle salamoie per le olive, con i formaggi, nei dolci e con essa si insaporiva anche il vino. Rimase in auge ancora nel '600. Poi iniziò il suo declino gastronomico e rimase pressoché confinata nella medicina, forte dell' autorità che le aveva dato Dioscoride, il medico e naturalista greco, fondatore dell' erboristeria.


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di un arbusto perenne, appartenente alla famiglia delle Rutacee, originario dell'Europa medio-orientale e dell' Asia minore. In Italia allo stato spontaneo non è molto diffusa; la si può trovare dalle zone marine, con macchia mediterranea, fino alla zona sub-montana dell 'Italia continentale. Predilige i luoghi sassosi ed aridi esposti a mezzogiorno. La radice è legnosa. I fusti, alti fino a un metro, sono privi di peli, di colore verde-cenere, semplici o ramificati nelle piante vecchie. Le foglie inferiori sono a forma di penna a più punte, di colore azzurro chiaro; quelle superiori sono semplici. In trasparenza le foglioline presentano dei punti translucidi dovuti alla presenza delle ghiandole preposte alla secrezione di olii. In cima ai rami sono raggruppati in grappolo i fiori di colore giallo verdastro. I frutti sono delle capsule che, aprendosi, liberano semi neri rugosi. Cresce con facilità nei terreni rocciosi, asciutti e calcarei. Sono da preferire quelli moderatamente fertili. Le foglie sono raccolte in primavera, le sommità fiorite in maggio-agosto. Le foglie si essiccano all'ombra o con l'aiuto di essiccatoi; le sommità possono essere appese a mazzi in luogo ombroso e ventilato. Il processo di essiccazione deve essere molto veloce poiché c'è la possibilità che le caratteristiche aromatiche diminuiscano. Si conservano in sacchetti di tela o di carta. I principi attivi contenuti nella ruta sono olio essenziale, sostanze resinose, amare e tanniche. Possiede proprietà digestive e aromatizzanti, vermifughe e protettrici vasali. Deve però essere evitata dalle donne in stato interessante.

Utilizzo

 Oggigiorno, in cucina, la ruta sopravvive per aromatizzare le insalate (qualche foglia soltanto) e in un piatto della cucina pugliese. Le orecchiette alla ruta. Nel suo impiego maggiore la troviamo come aromatizzante per la grappa e l'acquavite.
Grappa alla ruta: mettere qualche rametto fresco di ruta in un litro di buona grappa bianca. Attendere almeno un paio di mesi prima dell'uso.
Maggiore è l'impiego nella medicina popolare.
Cataplasma per risolvere rapidamente ascessi e foruncoli: stendere sulla parte da curare una manciatina di foglie di ruta fresche contuse e coprire con una garza.
Spasmi intestinali: versare un cucchiaio di foglie di ruta in una tazza d'acqua fredda e lasciarvele per tutta la giornata. Bere l'infuso filtrato e corretto con un poco di miele.
Quando le mestruazioni sono dolorose e difficili, bere una tazza d'acqua calda in cui sia stato lasciato in infusione per 10 minuti un pizzico di foglie di ruta.
Per rinforzare la vista e lavare gli occhi stanchi e arrossati, preparare un decotto facendo bollire per qualche minuto 100 g di foglie di ruta in mezzo litro d'acqua. Filtrare dopo un quarto d'ora e usare per lavare gli occhi e per fare degli impacchi inzuppando due tamponi di cotone idrofilo.
Si usano poi rami freschi di ruta negli ambienti infestati dai topi.

lunedì 21 settembre 2015

Gelsomino, olio essenziale

Nome botanico: Jasminum officinale
Famiglia: Oleacee
Provenienza: Asia
Estrazione: dai fiori
Profumo: floreale, intenso clado, ricco
Azione energetica: yin-yang
Pianeta governatore: Luna, Giove
Proprietà: antidepressivo, afrodisiaco, rilassante, sedativo, cicatrizzante, tonico, uterino, antispastico
Principali indicazioni: ansia, depressione, diminuzione del desiderio sessuale, dismenorrea, cura della pelle, tosse


Il gelsomino dai fiori bianchi profumatissimi in Oriente veniva largamente impiegato nelle cerimonie religiose, in India era sacro a Visnu e, per la sua fragranza, veniva utilizzato per bagni rilassanti e per produrre oli profumati con cui cospargere il corpo e i capelli. Come tutte le piante a fiori bianchi, in particolare il ciliegio, il tiglio, il biancospino e l'arancio, veniva utilizzato nell'albuterapia ( dal latino albus, bianco) cioè nella terapia del massaggio con fiori bianchi per ottenere un effetto rilassante sul sistema nervoso. Le antiche medicine consigliavano di accarezzare fiori bianchi o di appoggiarli alla testa per infondere nuove energie e per eliminare la stanchezza.

Attualmente è stato dimostrato che tutti i fiori bianchi hanno un effetto benefico sul sistema nervoso e aiutano a neutralizzare lo stress: nei giardini delle cliniche per  disturbi nervosi si tende a far crescere alberi o piante a fiori bianchi, proprio per il loro effetto calmante e distensivo. Nel corpo umano ogni organo ha una specifica corrispondenza con un pianeta, che ne rappresenta, simbolicamente, la funzione che lo informa Il cervello e il sistema riproduttivo vengono tradizionalmente considerati sotto il dominio della Luna. Il gelsomino, pianta lunare, esplica la sua azione proprio a carico del sistema nervoso e dell'apparato genitale. L'essenza è efficace in caso di disturbi psicopsomatici e di natura emozionale, è utile negli stati depressivi, migliora il tono dell'umore, attuando una sorta di "alchimia psichica": rende più fermo il carattere, orienta e rafforza la volontà, aiuta a superare l'inerzia e l'apatia.

In questi casi è consigliabile usarla nel bagno, o come fragranza al posto del profumo personale, da applicare sulla pelle delle tempie o dei polsi, con un leggero massaggio. Oltre il sistema nervoso, l'altro grande polo di azione del gelsomino è la sfera sessuale e genitale: a livello organico agisce sull'utero in caso di dolori mestruali, facilita le mestruazioni, pertanto è consigliabile in caso di flusso scarso, mentre va evitato in presenza di flusso abbondante. Favorisce il travaglio del parto e stimola la montata lattea. Agisce anche sugli organi genitali maschili in caso di infiammazione. Sul piano sessuale è considerata un'essenza afrodisiaca, indicata in caso di disturbi del desiderio, frigidità, impotenza su base psicologica, perchè distende e scioglie le tensioni e al tempo stesso stimola la circolazione e aumenta l'afflusso di sangue. Per queste indicazioni usarla per massaggi a livello lombare e addominale e per bagni. E' una pianta che riscalda nelle malattie da raffreddamento e seda la tosse, ma in questi casi possono essere indicate altre essenze meno costose del gelsomino.

Invece è prezioso ausilio per la cura profonda della pelle, potendo arricchire con qualche goccia creme di bellezza per il viso e per il corpo, a cui dona, oltre all'intenso profumo, una benefica azione rivitalizzante, distensiva, antirughe e antiarrossamento. E' un'essenza molto concentrata (tra l'altro è anche un ingrediente fondamentale dei profumi più pregiati) ed è efficace a dosi molto piccole; pur non essendo tossica, a dosi elevate non corrisponde aumento della sua azione bensì diminuzione.


venerdì 18 settembre 2015

Finocchio, olio essenziale

Nome botanico: Foeniculum vulgare
Famiglia: Ombrellifere
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Estrazione: dai semi
Profumo: dolce. che ricorda l'anice, pungente
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Mercurio
Proprietà: aperitivo, digestivo, depurativo, diuretico, tonico, galattogeno (stimiola la secrezione lattea), antispastico, regolarizza le mestruazioni, lassativo
Principali indicazioni: inappetenza, aerofagia, cattiva digestione, meteorismo, colite, singhiozzo, insufficenza della secrezione lattea, amenorrea, distubi della menopausa, cellulite, edemi, rughe
Precauzioni: utilizzare dosi modeate; evitarlo nei bambini, nei soggetti epilettici e in gravidanza


Il finocchio fa parte delle "quattro semenze calde", con l'anice, il carvi e il cumino. Nell'antichità a questa pianta si attribuivano importanti doti terapeutiche, come quella di migliorare la vista, assumendolo sotto forma di succo che sgorgava dalla pianta; l'infuso di semi favorisce la digestione e ha azione carminativa, nelle puerpere stimola la produzione del latte; masticarne i semi stimola l'appetito, ma tradizionalmente al finocchio vengono attribuite anche proprietà dimagranti.

L'essenza è tonica e stimolante, efficace in tutti i disturbi dell'apparato digerente: nausea, singhiozzo, dispepsia, aerofagia, meteorismo, stipsi, colite. L'intestino, con la sua funzione di organo in interscambio tra l'interno e lesterno, è un organo governato da Mercurio, il dio messaggero che mette in comunicazione un piano con l'altro. Il finocchio, pianta mercuriana, ha una spiccata e benefica azione sull'intestino, in quanto regolarizza la peristalsi, eliminando le contrazioni troppo forti e stimolando quelle troppo deboli.

Contiene un ormone vegetale ad attività estrogenica, che spiega la sua azione a livello dell'apparato sessuale femminile; regolarizza le mestruazioni insufficienti, riduce la ritenzione di liquidi nel periodo premestruale, in menopausa stimola la produzione di ormoni, durante il periodo dell'allattamento qualche goccia massaggiata sul seno riduce la tensione mammaria. I fitormoni in esso contenuti svolgono un'azione stimolante sulla pelle, in presenza di rughe, pelle opaca, asfittica o grassa.

Ha azione diuretica, facilita l'eliminazione dell'acido urico, si combina bene con essenze quali il ginepro o il cipresso nel massaggio linfodrenante per la cellulite o gli edemi.Combatte gli effetti tossici dell'alcool nell'organismo; una o due gocce massaggiate sulle tempie danno sollievo al mal di testa conseguente a un eccesso di bevande alcoliche.


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