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giovedì 23 luglio 2015

Erbe e cure nell'antica Grecia


Ippocrate
La medicina greca con la civiltà minoica (2700-1450 a.C.), era arrivata già ad un notevole grado di sviluppo con dei professionisti che la esercitavano con profitto, sempre impiegando droghe estratte da piante, seppure inserite in un contesto religioso e magico. Solo nel VI secolo a.C. si sviluppa una medicina con basi più aderenti alla scienza del tempo che si colloca in scuola filosofiche (ricordiamo la scuola medica di Crotone). 

Il maggiore esponente della medicina greca rimane Ippocrate; egli segue il principio dei 4 elementi: aria, terra, acqua e fuoco. Ognuno di essi contiene una qualità: freddo, asciutto, umido e caldo. Dalla loro perfetta armonia deriva il mantenimento della salute. In questo periodo si perfezionano le acquisizioni sulle patologie polmonari e sulle infezioni acute delle ghiandole, sul sistema digestivo e circolatorio, mentre è minore la conoscenza del sistema nervoso. 

Con Ippocrate, considerato il padre della medicina attuale, si coniuga la conoscenza della teoria con l'osservazione del malato per stabilirne la terapia. Per la prima volta nella cultura occidentale si comprende la necessità di conservare le energie dell'individuo, ricercare la cause della malattia senza perdere di vista lo scopo finale che è quello di guarire il malato senza preconcetti nè superstizioni.

MEMENTO: L'arte della medicina era svolta in nome della divinità. I templi dedicati agli dei, praticamente erano prototipi di ospedali che sorgevano in luoghi ben esposti, ed a volte vicino a fonti termali. I seguaci di Esculapiio sono ricordati per l'edificazione di "ambulatori" in varie città. C'era una componente filosofica nel concetto di malattia: infatti si affermava che "la vita dell'uomo è un accordo fra varie opposizioni; quando cesa l'accordo compare la malattia".


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