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martedì 28 giugno 2016

Il finocchio, mille e una virtù

Il finocchio mille e una virtù, tante sono le proprietà di questo straordinario frutto della terra, che fa davvero molto bene alla nostra salute.

Il finocchio, mille e una virtù

Per alimentarci in maniera corretta, è buona norma seguire il corso delle stagioni, utilizzando i prodotti che la terra ci offre, senza andare in giro a cercare spasmodicamente primizie fuori stagione, che sono coltivate in serra o importate e quindi conservate in celle frigorifere, e questo comporta una diminuzione della forza vitale contenuta negli alimenti.

Cerchiamo dunque di comprare a chilometri zero e soprattutto rispettiamo il corso delle stagioni. Ne beneficeranno la nostra salute e anche il portafoglio.

Siamo ormai in estate e questo è il periodo in cui possiamo fare ricchissime e fresche insalate, non solo belle a vedersi, ma buone, fresche e sane. Una delle verdure più gustose e aromatiche da fare in insalata è il finocchio, tanto buono quanto benefico.

Il finocchio è: diuretico, depurativo, gustoso, da consumare crudo, nelle insalate, in semi ecc... ottimo da bere come tisana. Insomma, un prezioso alleato di salute e bellezza. Non ha soltanto un sapore gradevole, ma è anche un ortaggio che non deve mancare sulla nostra tavola.

È privo di grassi intanto e ricco di fibre, e questo dovrebbe essere un messaggio importante per chi cerca di ritrovare la linea e vuole arricchire la propria dieta alimentare variandola con l'aiuto di ortaggi salutari. Il finocchio è senza dubbio un prodotto dell'orto davvero indicato! Se è carente di grassi, abbonda invece in sali minerali, in special modo in potassio. La sua ricchezza in fibra è ottima per le attività intestinali e per le diete dimagranti.

E non solo, è ricco di fitoestrogeni ormoni vegetali che hanno influsso sul sistema ormonale femminile. Contrastano i sintomi tipici della menopausa, e migliorano anche la funzione mestruale, riducendo i disturbi che possono precederla.


martedì 24 novembre 2015

La ruta, per aromatizzare la grappa, di un cataplasma, un decotto e un infuso

Ruta è il nome della pianta mentre graveolens significa "puzzolente", a causa del profumo molto penetrante. Fu erba già nota al Greci e Mitridate VI re del Ponto la mise fra gli ingredienti del suocfamoso. antidoto contro iveleni. I Romani non disdegnarono di usarla, anzi Apicio la inserì in decine di ricette. La si metteva nelle salamoie per le olive, con i formaggi, nei dolci e con essa si insaporiva anche il vino. Rimase in auge ancora nel '600. Poi iniziò il suo declino gastronomico e rimase pressoché confinata nella medicina, forte dell' autorità che le aveva dato Dioscoride, il medico e naturalista greco, fondatore dell' erboristeria.


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di un arbusto perenne, appartenente alla famiglia delle Rutacee, originario dell'Europa medio-orientale e dell' Asia minore. In Italia allo stato spontaneo non è molto diffusa; la si può trovare dalle zone marine, con macchia mediterranea, fino alla zona sub-montana dell 'Italia continentale. Predilige i luoghi sassosi ed aridi esposti a mezzogiorno. La radice è legnosa. I fusti, alti fino a un metro, sono privi di peli, di colore verde-cenere, semplici o ramificati nelle piante vecchie. Le foglie inferiori sono a forma di penna a più punte, di colore azzurro chiaro; quelle superiori sono semplici. In trasparenza le foglioline presentano dei punti translucidi dovuti alla presenza delle ghiandole preposte alla secrezione di olii. In cima ai rami sono raggruppati in grappolo i fiori di colore giallo verdastro. I frutti sono delle capsule che, aprendosi, liberano semi neri rugosi. Cresce con facilità nei terreni rocciosi, asciutti e calcarei. Sono da preferire quelli moderatamente fertili. Le foglie sono raccolte in primavera, le sommità fiorite in maggio-agosto. Le foglie si essiccano all'ombra o con l'aiuto di essiccatoi; le sommità possono essere appese a mazzi in luogo ombroso e ventilato. Il processo di essiccazione deve essere molto veloce poiché c'è la possibilità che le caratteristiche aromatiche diminuiscano. Si conservano in sacchetti di tela o di carta. I principi attivi contenuti nella ruta sono olio essenziale, sostanze resinose, amare e tanniche. Possiede proprietà digestive e aromatizzanti, vermifughe e protettrici vasali. Deve però essere evitata dalle donne in stato interessante.

Utilizzo

 Oggigiorno, in cucina, la ruta sopravvive per aromatizzare le insalate (qualche foglia soltanto) e in un piatto della cucina pugliese. Le orecchiette alla ruta. Nel suo impiego maggiore la troviamo come aromatizzante per la grappa e l'acquavite.
Grappa alla ruta: mettere qualche rametto fresco di ruta in un litro di buona grappa bianca. Attendere almeno un paio di mesi prima dell'uso.
Maggiore è l'impiego nella medicina popolare.
Cataplasma per risolvere rapidamente ascessi e foruncoli: stendere sulla parte da curare una manciatina di foglie di ruta fresche contuse e coprire con una garza.
Spasmi intestinali: versare un cucchiaio di foglie di ruta in una tazza d'acqua fredda e lasciarvele per tutta la giornata. Bere l'infuso filtrato e corretto con un poco di miele.
Quando le mestruazioni sono dolorose e difficili, bere una tazza d'acqua calda in cui sia stato lasciato in infusione per 10 minuti un pizzico di foglie di ruta.
Per rinforzare la vista e lavare gli occhi stanchi e arrossati, preparare un decotto facendo bollire per qualche minuto 100 g di foglie di ruta in mezzo litro d'acqua. Filtrare dopo un quarto d'ora e usare per lavare gli occhi e per fare degli impacchi inzuppando due tamponi di cotone idrofilo.
Si usano poi rami freschi di ruta negli ambienti infestati dai topi.

venerdì 13 novembre 2015

Cerfolio, caratteristiche, usi, per aromattizare burro e aceto

Anthriscus è il nome della pianta, mentre cerefolium viene da Cerere, perché presso i Romani era rituale nei pasti presieduti da questa dea. Ovvio quindi che fosse molto apprezzata a quel tempo,  tant' è vero che da Roma si diffuse in Europa, fino alla lontana Britannia. Del cerfoglio si usarono foglie e semi per condire minestre, zuppe, salse e insalate, perché aveva "miglior odore del prezzemolo e di altri consimili" .


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta biennale, rustica, appartenente alla famiglia delle Ombrellifere, originaria dell'Europa sud-orientale e dell' Asia occidentale, generalmente coltivata come annuale. La sua altezza è di 30-45 cm, ha portamento eretto con fusti scanalati, cavi, e foglie verde chiaro, profondamente divise, simili a quelle delle felci. I fiori sono candidi, con cinque petali, riuniti in ombrelle larghe 7-8 cm. Il cerfoglio cresce bene in tutti i tipi di terreno, al sole o in posizioni ombreggiate. Le foglie si raccolgono a partire da 6-8 settimane dopo la semina, che avviene da marzo ad agosto. Le foglie si possono essiccare disponendole in strati sottili in luogo all'ombra, riparato ed aerato. Possono essere anche utilizzati gli essiccatori a corrente d'aria calda. Va però tenuto presente che il cerfoglio essiccato perde gran parte del proprio aroma. Il cerfoglio ha proprietà aperitive, depurativè, rinfrescanti e galattofughe (arrestano il flusso latteo nelle puerpere).

Utilizzo

 Il cerfoglio è abbastanza usato nella cucina mediterranea, anche se spesso i ristoranti lo usano più che altro per decorare i piatti di portata.
Burro al cerfoglio: mantecare a temperatura ambiente 60 g di burro con un cucchiaio di cerfoglio pestato nel mortaio, unire poco sale e pepe e diluire con succo di limone.
Aceto al cerfoglio: lasciare macerare il cerfoglio nell'aceto bianco per un paio di settimane, rimestando e pestando ogni tanto. Filtrare, quindi imbottigliare.
Nella medicina popolare il cerfoglio viene quasi sempre usato, come del resto in cucina, in combinazione con altre erbe. Fa eccezione questo rimedio per curare gli occhi infiammati: mettere in infusione una manciata di foglie di cerfoglio fresche in una scodella d'acqua calda. Lasciar intiepidire, filtrare e usare il liquido per impacchi sugli occhi.


venerdì 23 ottobre 2015

L'Acetosa, di qualche proprietà e la ricetta della salsa verde del 1766

Rumex significa "lancia" ed è riferito alla forma delle foglie; aceto sa per il sapore simile all' aceto. E certo che gli Egizi la raccoglievano in abbondanza e la servivano a fine pasto, come digestivo, persino alla mensa dei Faraoni. Anche i Romani ne fecero molto uso ' sia in cucina che come medicinale e la si ritrova menzionata da molti autori, fra i quali non manca Virgilio. Nel medioevo la si coglieva tenera per farne minestre e salse e per aggiungerla alle insalate, sottolineandone anche il valore medicinale, come in questo passo dei Consulti medici del Cocchi: "Sia il pranzo consistente in minestra brodosa molto, di carne con pane o paste, e bollitura di lattuga o d' acetosa" .


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Poligonacee. Possiede fusto rotondo, leggermente scanalato; alla fioritura può raggiungere il metro di altezza. Le foglie della base hanno lungo gambo e sono a forma di lancia con punta acuta e margine ondulato; quelle del fusto sono prive di gambo. I fiori sono portati in una lunga spiga terminale e hanno sesso separato; il colore è verde chiaro sfumato di rosa. Il frutto è secco, contenente un solo seme (achenio) ricoperto da lamina alata ed ha colore rosso-bruno. Detta anche erba brusca, l'acetosa si trova nei prati e luoghi erbosi di tutta Italia ed è comune sino a 2000 m. Le foglie si raccolgono in primavera, nel periodo che va da marzo a fine aprile. Si usano sempre crude e quindi non vanno essiccate. Il sapore decisamente interessante e aromatico ha spinto gli orticoltori a selezionare anche aceto se da orto e se ne vendono le sementi con il nome di Rumex acetosa varohortensis o anche Rumex hispanicus. L'acetosa è ben dotata di ferro, molto ricca di calcio, di fosforo, è ricchissima di vitamina A, ha discrete quote di vitamina C e fibre alimentari. Fra i suoi componenti vi sono numerosi composti organici. Possiede proprietà ricostituenti, lassative, diuretiche, digestive, toniche, rinfrescanti, antinfettive, aperitive e depurative.

Utilizzo

Le foglie raccolte prima della fioritura, crude, sono ottime sui pomodori, in frittate e minestre. Tritate e miste a burro per tartine. Cotte, insieme ad altre erbe, per minestre. Il Cuoco piemontese, pubblicazione del 1766, riporta questa salsa verde all' acetosa: "Pestate un pugillo di acetosa in un mortaio, spremetene il sugo, indi passatelo allo staccio; mettetevi dentro del buon butirro maneggiato con farina, sale e pepe grosso, fate legare la salsa sul fuoco e servitene tanto di grasso, come di magro". Assai simile a questa preparazione è un' antica salsa lombarda: quella detta all' erba brusca. Le proprietà medicinali dell' acetosa sono sempre state tenute in grande considerazione soprattutto nelle campagne, tant'è vero che nel Milanese le fu anche dedicata una canzoncina. Le foglie di questa pianta hanno la proprietà di far sparire tanti piccoli disturbi quando si mangiano in quantità adeguata. Inoltre fanno passare, strofinate sulle parti interessate, le bruciature e le irritazioni dovute alle ortiche. Una manciata di foglie bollite per alcuni minuti in un litro d'acqua danno ristoro ai piedi stanchi e che sudano facilmente. Un decotto di foglie d'acetosa al 5% serve a lenire le infiammazioni della bocca e della gola in gargarismi e sciacqui.
Cataplasma contro gli ascessi freddi: un pugno di foglie cotte, intiepidite e mescolate a un cucchiaio d'olio purissimo d'oliva. Applicare mediante una falda di garza. Un'unica controindicazione: per la presenza di ossalati è sconsigliato un uso costante ed eccessivo di acetosa a chi soffre di calcolosi, di disturbi gastrici ed epatici.

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