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mercoledì 16 dicembre 2015

Rosmarino, olio essenziale

Nome botanico: Rosmarinus officinalis
Famiglia: Labiate
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Estrazione: dalle sommità fiorite
Profumo: fresco, erbaceo, balsamico
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: stimolante generale, energizzante, tonico, antisettico, epatico, antireumatico, antidolorifico, digestivo, sudorifero, diuretico, antispastico, cicatrizzante, stimola le mestruazioni, antidiarroico, astringente, afrodisiaco
Principali indicazioni: debolezza, superlavoro fisico e mentale, stress, impotenza, frigidità, depressione, convalescenza, cefalea, palpitazioni, dolori reumatici e muscolari, gotta, ipotensione arteriosa, disturbi del fegato, cattiva digestione, colite, diarrea, meteorismo, ipercolesterolemia, influenza, raffreddore, tosse, dismenorrea, disturbi della pelle (acne, seborrea, forfora) caduta dei capelli, pediculosi
Precauzioni: evitare l'uso in caso di epilessia e in corso di gravidanza


Nelle Metamorfosi di Ovidio si parla di una principessa, Leucotoe, figlia del re di Persia, della quale si innamorò Apollo, il dio del Sole. Questi entrò con l'inganno nella stanza della giovane e la sedusse. Il padre punì la debolezza della figlia con la morte. I raggi del sole irradiati sulla sua tomba trasformarono il corpo della giovane, che mise radici tra le zolle di terra trasformandosi in una profumata pianta di rosmarino, che si eresse verso la luce. Da questo mito deriva l'usanza degli antichi Romani di coltivare piante di rosmarino sulle tombe come simbolo di immortalità.

La sua etimologia, da ros-maris, o rosamaris, che significa rugiada o rosa del mare, evoca dolcezza e salute: il rosmarino cresce spontaneamente sulle coste mediterranee e la sua presenza viene da sempre considerata propiziatoria per l'uomo. Un editto di Carlo Magno dell'anno 812, obbligava addirittura i contadini a coltivare negli orti una pianta di rosmarino, il cui profumo si diceva contenesse l'anima della terra. Infatti la terra dove era piantato veniva considerata sacra e molte pozioni guaritrici contenevano, oltre alla pianta, anche un pizzico di terra grattata dalle radici. Per il suo odore persistente, il rosmarino ha una qualità evocativa intensa: suscita il ricordo dell'amore e veniva usato nella magia amorosa per incantare il cuore. Il suo aroma esaltante veniva fatto aspirare ai malinconici per sollevare lo spirito.

L'essenza di rosmarino è forse la più rappresentativa tra quelle appartenenti alla famiglia delle Labiate, che comprende numerose piante ricche di oli eterei. Tutte le Labiate esercitano un'azione sull'io dell'individuo, rafforzandolo. Il rosmarino accresce la forza spirituale e contribuisce a mantenere l'integrità della propria più intima essenza, quando si è sottoposti a situazioni di sollecitazione e ci si sente deboli o si rischia di soccombere. Con la sua azione stimolante generale, sia a livello del cuore, centro vitale dell'individuo, che del polo metabolico rappresentato dal fegato, che della corteccia surrenale, la ghiandola che presiede alla capacità di adattamento e di resistenza dell'individuo allo stress, il rosmarino accresce la forza e il senso di identità personale e restituisce l'energia e la voglia di fare.

Arricchire il bagno o la doccia mattutini con poche gocce di essenza di rosmarino dà una sferzata di energia, stimolando fortemente l'organismo. Anche in caso di ipotensione arteriosa, cefalea, convalescenza, calo della memoria e dell'apprendimento, torpore, poche gocce massaggiate sulle tempie, ai polsi, o sotto le narici, tonificano attivano le risorse e schiariscono le idee. Anche il metabolismo epatico reagisce prontamente al rosmarino, che ha un effetto di regolazione e disintossicazione del fegato, sia a livello delle cellule che delle vie biliari. L'essenza può essere massaggiata sull'area epatica, dove stimola il drenaggio biliare, coadiuva nelle ipercolesterolemie, stimola la digestione, fluidifica la bile in presenza di calcoli. Non va però applicato in caso di eccesso di bile come nell'epatite, dove sono invece indicati il limone e la camomilla.

E' antispastico e antisettico in caso di infezioni intestinali e diarrea; è utile per le inalazioni in caso di bronchite e influenza; può essere applicato esternamente sulle articolazioni in caso di gotta, reumatismi, dolori muscolari. Per i disturbi della pelle e del cuoio capelluto stimola e deterge in caso di seborrea, forfora, indebolimento dei capelli, acne. Per la cura della pelle è utile l'utilizzo, come tonico, dell'acqua aromatica ottenuta dal processo di distillazione dell'olio essenziale. A livello sessuale esercita una maggiore influenza sulla struttura femminile, così come la santoreggia, un'altra pianta appartenente alle Labiate, si confà di più all'uomo.

Il rosmarino provoca un aumento del flusso sanguigno a livello delle pelvi, esercitando così un'azione di tonificazione sugli organi genitali. Ma siccome il sangue è portatore di coscienza, rafforzerà la "presenza" in quella zona, rendendo la donna più attiva e più partecipe laddove ci sia  insoddisfazione e scarsa partecipazione, secondaria a debolezza del proprio io o a eccessiva aggressività sessuale dell'altro, per cui la donna si lascia sopraffare energeticamente.

mercoledì 9 dicembre 2015

Pino silvestre, olio essenziale

Nome botanico: Pinus sylvestris
Famiglia: Conifere
Provenienza: Eurasia
Estrazione: dagli aghi
Profumo: forte, balsamico
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Saturno, Marte
Proprietà: antisettico, stimolante, balsamico, espettorante, antinevralgico, antireumatico, riscaldante, insetticida
Principali indicazioni: reumatismi, dolorimuscolari, bronchite, tosse, sinusite, influenza, raffreddore, infezioni urinarie, ipersudorazione, stress, affaticamento, esaurimento nervoso, impotenza


I miti legati la pino, grande albero molto caro agli antichi, sono legati a grandi eventi luttuosi dell'universo maschile: è sotto un pino che il giovane, bellissimo Attis si sacrificò, evirandosi e morendo dissanguato, in nome della grande madre Cibele e venne trasformato da Zeus in pino; il più grande tra i Paladini di francia, Orlando, nella battaglia di Roncisvalle perì, con la spada in pugno, ai piedi di un pino. Nella costruzioni delle navi, impresa maschile per eccellenza, era impiegato legno di pino. Il pino, come il cipresso, è albero funerario e fallico, legato ai temi della virilità e della fertilità spirituale, della morte ma anche della resurrezione: la pigna simboleggia il membro virile ma i pinoli in essa contenuti sono il frutto di Cibele, la Grande Madre.

Dal sangue di Attis caduto sul terreno spuntano violette; l'esperienza della morte, in cui la terra si riprende coloro che ha generato, è necessaria perchè possa avvenire una nuova fecondazione e ripetersi un nuovo ciclo di generazione. Il pino è anche caro al Dio Dioniso, colui che fa crescere i frutti e per gli Assiri esso è il guardiano della vita. Camminare in un bosco di pini aiuta a riconnettere con i propri cicli vitali e a riarmonizzarsi con gli eventi naturali: con la sua mutilazione Attis, l'iniziato, si ricongiuge agli dei e pone fine alla sua corsa verso l'indefinito materiale, sacrifica il suo corpo per risorgere come Albero della Vita. riposarsi o addormentarsi sotto un pino, pianta simbolica, fa rinvigorire la gioia di vivere, ritrovando le giuste proporzioni tra la componente materiale e quella spirituale.

 Albero simbolo di immortalità, con la sua energia arborea esso restituisce la speranza a chi ha smarrito le motivazioni e la gioia di vivere. Il mito del giovane Attis che si evira può essere anche letto, in chiave più limitata, come la rappresentazione del figlio schiavo della grande Madre, alla quale sacrifica la sua mascolinità, cioè del maschile che non riesce a distaccarsi dall'immagine materna e ne viene in un certo qual modo risucchiato, limitando la sua maturazione affettiva e sessuale (nel mito la tragedia avviene proprio il giorno delle nozze di Attis con una fanciulla, interrotte dall'arrivo della dea che scatena una follia collettiva).

Jean Valnet, un'autorità in campo aromaterapeutico, inserisce tra le indicazioni dell'essenza di pino anche la voce impotenza. Secondo la legge dell'analogia, che accomuna eventi dello stesso senso, e poichè "il simile si cura con il simile", è possibile che l'essenza di pino, così legata per simbologie e miti al mondo maschile, possa agire stimolando la libido negli "Attis"del mondo moderno che soffrono di un complesso materno, per cui, trattenuti virtualmente sotto l'ala della loro "Grande Madre", hanno difficoltà a esprimere la propria virilità.

Non è un caso che la pubblicità di un noto bagnoschiuma al pino silvestre abbia per anni mostrato l'immagine di un cavallo selvaggio sprizzante di energia, che galoppa senza freno. L'essenza di pino ha un effetto stimolante e dinamizzante di energia sulla corteccia surrenale, la ghiandola endocrina deputata alla reazione dell'organismo allo stress: quindi è indicata anche in caso di affaticamento, stanchezza, convalescenza, caduta della libido per surmenage. In questi casi, un buon bagno stimolante al mattino con qualche goccia di pino dà una sferzata di energia e aiuta ad affrontare le incombenze della giornata.

A livello dell'apparato respiratorio il pino, come tutte le Conifere, svolge un'azione balsamica, antisettica e emolliente (i sanatori per la cura della tubercolosi venivano infatti costruiti in mezzo ai boschi di pini). Per vaporizzazioni, inalazioni, frizioni sul petto, trova impiego in caso di bronchiti, tosse, raffreddori, tracheiti. Bagni, pediluvi o maniluvi sono indicati per l'eccesso disudorazione, per reumatismi e gotta. E' indicato anche in caso di disturbi epatici e calcolosi alla cistifellea e per le affezioni urinarie (cistiti, prostatiti), frizionato a livello del quadrante addominale inferiore.
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