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domenica 19 luglio 2015

Il piacere d iscrivere una lettera

Mi sono chiesta da quanto tempo non scrivo una lettera, un gesto che mi era così familiare e caro, che sembra sepolto sotto una coltre millenaria di polvere ma che ha scandito anni interi della mia vita.

Una lettera, un gesto  perduto, quasi dimenticato, a qualcuno forse addirittura sconosciuto. Ma la lettera no, essa è un profumato documento su cui l'inchiostro ha fissato permanentemente attimi del fuggevole tempo, emozioni, ricordi, turbini di sentimenti e poesia. Ad una lettera si possono affidare parole che non si direbbero mai a voce, poichè essa non arrosisce.

Un semplice foglio di carta, che sia pregiata o meno, con una sua propria voce, il fruscio delle parole non dette, il cui complemento è l'inchiostro della penna,  che traduce il flusso dei nostri pensieri, ideogrammi svolazzanti dal caratteristico odore. Di fronte alla carta da lettere tutto si ferma e tace, è lo spazio tempo del "non fare", cuore, mente, intelletto che si fondono insieme e creano questo piccolo arcano capolavoro. Sono i dialoghi interiori che prendono forma, diventando tangibili, perchè scrivere una lettera altro non è che una forma di meditazione con noi stessi verso gli altri, un dar voce a nuove vibrazioni d'energia della nostra luminescente anima, liberandola dalla standardizzazione delle catene tecnologiche che troppi paletti hanno messo al libero sviluppo del nostro pensiero.

Soffermarsi a scrivere una lettera è come rilassare il corpo dopo un duro allenamento, significa sentire tutto il nostro essere come sentiamo tutto il nostro corpo, in ogni sua singola parte, che, per quanto piccola, ha la sua fondamentale importanza. E' il gusto dell'attesa della risposta, che focalizza il nostro pensiero, il nostro desiderio e la nostra speranza su chi la riceverà, e con gesti di un tempo che sembra ormai perduto, troverà la sua nicchia per leggerla, creando così quel canale energetico spirituale che funziona meglio di qualunque sms, email o hangout. 

No, non è perdita di tempo, anzi è un guadagno, spirituale e tattile, rievocazione e continuità di gesti che sono radicati nel nostro genoma come la nostra stessa evoluzione. Non occorre esser poeti, grandi scrittori, la grandezza sta nel permettere alla nostra anima di palesarsi sulla carta da lettere, e di far sì che diventi, per chi la riceverà, il noumeno della nostra esistenza.


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