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lunedì 20 luglio 2015

Psicopittografia, come raggiungere la felicità naturale

Vorremmo un'immagine chiara di come l'infelicità possa mutare in felicità. Facciamo un esempio a tal proposito.Dobbiamo scrollarci di dosso i fardelli deteriori che portiamo inconsciamente. La maggior parte della gente ignora addirittura di portare questi pesanti fardelli, come le emozioni negative, le paure immaginarie. E' necessario prendere coscienza di questi inutili pesi e repingerli.

Immaginate di volare su un aereo che trasporta un eccessivo carico. L'aereo oscilla, perde velocità, sta per precipitare. vi accorgete che la perdita di quota è causata dal sovrappeso. Allora buttate qualche cassa. L'aereo riprende quota. Scaricate altre casse e l'aereo riprende il volo regolare. Infine vi sbarazzate dell'intero carico e il diviene rapido e sicuro [Immagine mentale 8]

Noi dobbiamo fare la stessa cosa per la nostra felicità naturale. Dobbiamo prendere coscienza delle nostre cariche negative, totalmente inutili, e respingerle. Sarà più facile innalzarci nell'aria, liberamente e rapidamente. Allo stesso modo si esprimono gli autori di "Buddismo, Zen e Psicolanalisi". Divenire consci dell'inconscio significa trionfare su ciò che ci opprime. Significa risvegliarsi, sbarazzarsi delle illusioni, delle finzioni, e delle menzogne, per vedere la realtà quale essa è. Ne risulta un uomo liberato, la cui libertà non può essere limitata da altri. L'azione di divenire cosciente di ciò di cui non si era coscienti, costituisce la rivoluzione interiore dell'uomo. E' il vero risveglio, quello che è alla base del pensiero intellettuale e dell'impressione intuitiva immediata.


venerdì 12 giugno 2015

Psicopittografia, come mettere in pratica l'operazione rigetto

Come possiamo risolvere le difficoltà giornaliere con vigile realismo? Se i medici e gli psicologi affermano che l'uomo possiede tutte le energie di cui ha bisogno perchè esistono tanti uomini che sono affaticati?

Si narra di un viaggiatore  che camminava barcollando, con un masso in una mano e un mattone nell'altra. Sulla schiena aveva un sacco di terra, alla giacca era attaccata una pianta di vite. Sulla testa portava una grossa zucca. Lungo il cammino incontrò un contadino che gli chiese: "viandante, perchè porti questo grosso masso?" "E' strano" rispose il viandante "fin'ora non l'avevo notato".
Gettò quindi il masso al bordo della strada e si sentì più a suo agio. Incontrò un altro uomo che gli chiese: "Viandante, perchè ti sforzi a portare quella grossa zucca?" " Sono contento che me lo abbiate detto" rispose il viandante "non mi ero reso conto del male che mi faceva".
Gettò la zucca e riprese il camminosentendosi più leggero. E così il viandante abbandonò uno dopo l'altro i suoi inutili fardelli. Fu un uomo libero e come tale compì il suo viaggio [immagine 4]
Qual'era in realtà il problema? Il masso o la zucca? Certamente egli non aveva coscienza del fattore che fossero fardelli superflui. Quando se ne accorse li gettò via e non si senti più affaticato. E' il problema quotidiano di molti che portano fardelli della cui inutilità non si rendono conto. E' naturale che si sentano stanchi. Quali sono i fardelli che appensantiscono l'uomo e gli sottraggono tanta energia? Sono i pensieri negativi, come biasimare e accusare il prossimo, intrattenere tristi pensieri, portare il peso di una falsa colpa, aver compassione di se stessi...Ciascuno ha il proprio fardello. Mettete in pratica 'operazione "rigetto", vi sentirete meglio e camminerete con passo più leggero.


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