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mercoledì 17 febbraio 2016

Psicopittografia, Il segreto di una volontà duratura

Spesso la gente dice di aver cercato per anni, senza riuscirvi, di utilizzare la loro forza di volontà. Ma se questa forza esiste realmente, come trovarla?

Sì la forza di volontà esiste; ma, a meno che un uomo non abbia raggiunto un certo grado di unità interiore, non può utilizzarla. Guadagnando un certo grado di unità, un uomo troverà la volontà di realizzare i suoi desideri.Tale uomo vive la propria vita; egli non è alla mercè del suo falso Io.

Un uomo senza unità interiore è simile a un grupo di bambini che giocano. Essi sono d'accrodo di fare una passeggiata, ma non sono d'accordo sulla direzione da prendere. Un bambino grida agli altri di seguirlo verso nord e fa qualche passo in questa direzione. Un secondo grida che sarebbe meglio andare a Sud, e tutti si volgono nella nuova direzione. Essi vanno avanti e indietro, non arrivando da nessuna parte. Alla fine stanchi e spossati, rinunciano alla gita. [Immagine mentale 33]

L'uomo possiede un centro emotivo composto da ogni sorta di desideri e tendenze, di cui molte in opposizione tra loro. La sua mente contiene una grande varietà di pensieri, opinioni e punti di vista, compresi quelli negativi e contraddittori. Quando un uomo si dedica allo studio di se stesso, riunisce tutte le parti positive in un'unità attiva. Indi queste forze positive si armonizzano tra loro in vista di un fine ben preciso. L'uomo diviene come un'automobile le cui parti sono riunite nel motore che ha la forza di muoversi. Tale uomo possiede una vera volontà. Come raggiungere l'unità interiore che dà forza di volontà? Assimiliamo le Immagini Mentali, poichè esse hanno per scopo la nostra unità.

venerdì 20 novembre 2015

Nitimur in vetitum semper cupimusque negatum

Rieccomi con il latinorum, e con questa citazione del caro vecchio Ovidio.  Come sempre il latino è chiaro e cristallino, nulla di più, nulla di meno. E' proprio della natura umana l'essere sempre insoddisfatta, e concupisce ciò che per legge o regola morale non gli viene concesso, brucia di desiderio per ciò che sa di non poter avere.

 E come sempre i vecchi latini non si smentiscono mai, erano tanto più moderni di quanto non lo siamo noi e soprattutto erano grandi conoscitori della natura umana e dei suoi sgradevoli difetti.
Nitimur in vetitum semper cupimusque negatum: Propendiamo sempre per ciò che è vietato e desideriamo ciò che ci è negato (Publio Ovidio Nasone)

mercoledì 9 settembre 2015

Psicopittografia, Come sapere ciò che ci occorre

Qual'è la nostra più grande preoccupazione? Possono esserci varie risposte. Evitare di fare errori. Sentire un eccessivo senso di colpa. Trovare più tempo per il piacere. Non so cosa mi aspetto dalla vita. Guadagnare più denaro. Il desiderio della solitudine.  Ma, di certo,  "non so cosa mi aspetto dalla vita"  è il tema che più ci mette ansia.

 Come possiamo sapere ciò che ci occorre?  I bisogni, i desideri, le ambizioni sono basati sul modo di pensare. Ma il modo di pensare cambia e di conseguenza cambiano anche i vostri desideri. Essi diventano più maturi e più realistici, ma ciò non vuol dire che vi diano meno soddisfazioni; anzi, spesso sono più piacevoli perché si mettono ora al servizio dei vostri migliori interessi e non degli interessi egocentrici

Immaginate di essere circondati da una moltitudine di persone. Una dozzina di voci insieme, enunciano i vostri desideri. Dicono che volete la celebrità, la fortuna, la potenza ecc. Voi siete frastornati, disorientati, e vi allontanate lentamente. Le voci si fanno sempre più deboli. Alla fine per la prima volta nella vita ascoltate voi stessi. Questa voce interiore vi dice ciò che attendete veramente dalla vita. Vi faccio ora una domanda: "Ora che potete sentire la voce interiore, che cosa vi dice che vi occorre?" [Immagine mentale 13]

giovedì 16 luglio 2015

Psicopittografia, Il solo mezzo per ottenere una cosa per nulla

Nella vita le cose gratuite sono le migliori, è vero. Uno dei compiti della Psicopittografia è quello di mostrarvi che la via più facile è la migliore. Essa non fa appello ad uno sforzo chimerico di ottenere qualcosa per niente. 

Essa si sforza di mostrare all'uomo che egli possiede in sè tutto ciò di cui ha bisogno. Non dovete fare grandi sforzi per ottenere l'appagamento dei vostri desideri, l'energia, le amicizie o altro. Non dovete lottare. Dovete unicamente realizzare. 

La vostra lampada è già accesa, dovete solo scoprirla. Il filosofo Meher Baba scrive: "Il vero patrimonio di ogni uomo e di ogni donna, è il diritto di acquisire la propria libertà originale che, presto o tardi, deve essere acquistata. Altrimenti non v'è alcun mezzo di sfuggire ai problemi quotidiani".

Supponiamo che voi sappiate che la mappa di un famoso tesoro è stata portata in cima ad una montagna, strappata e dispersa ai quattro venti. Naturalmente vorreste cercarne i pezzi, ma lo fareste con ansietà e preoccupazione o con spirito tranquillo? Se voi sapete che il tesoro può essere scoperto, voi sarete eccitati, ma allo steso tempo distesi [immagine mentale 6]  

sabato 30 agosto 2014

L e cinquecento ninfe, come diventare saggi | Varie

Ecco un esempio di come i desideri effimeri della materialità possono inquinare un percorso di purificazione spirituale. Se vogliamo elevarci spiritualmente, dobbiamo liberarci dalla spina del desiderio e per farlo dobbiamo capire profondamente quanto il mero materialismo sia evanescente. Ciò che rimane è la purezza dello spirito, il solo che possa elevarci verso una totale comprensione del mistero della vita. Il percorso è disseminato di trappole, per questo il nostro intento deve essere fermo e risoluto, staccarsi significa annientare l'illusione.


<<Un tempo il Beato si trovava presso Savatthi, nel bosco Jeta, nel parco Anathipindika. E il venerabile Ananda, cugino del Beato, figlio di sua zia, disse ad un gruppo di monaci: "Cari signori, io pratico la castità con sofferenza. Non sopporto la vita di asceta. Voglio abbandonare la disciplina per tornare nel mondo".

Un certo monaco avvicinò il Beato e gli ripetè le parole del venerabile Ananda. Allora il Beato chiamò un monaco e gli disse: "Convoca il monaco Ananda, digli: Ananda, amico mio, il Maestro ti convoca". "Sì Signore" rispose il monaco. "D'accordo" disse Ananda, e venne dal Beato. Ed egli disse: "E' vero Ananda, che tu hai parlato a dei monaci dicendo loro: io pratico la castità con sofferenza, e così via?". " E' vero Signore".

"E perchè la vita di asceta non ti piace affatto, vuoi tornare al mondo?". " Quando ho lasciato la casa una ragazza dei Sakya, la più bella ragazza della regione, mi ha rivolto uno sguardo pieno di promesse e mi ha detto: che tu possa tornare presto, giovane signore. E io ci penso continuamente, soffro per la castità, non sopporto la vita da asceta e voglio tornare nel mondo". Allora il Beato lo prese per un braccio e sparì in un batter d'occhio dal bosco Jeta per ricomparire in mezzo a trentatrè dei. Ed ecco apparire anche cinquecento Ninfe leggiadre, dette "Piè di colomba".

Allora il Beato disse: "Vedi queste cinquecento Ninfe?". " Sì Signore". "Dimmi, cosa ne pensi Ananda: chi è la più bella e piena di fascino, la ragazza dei Sakya, la più bella della regione, o queste ninfe?". " O Signore, di fronte a queste ninfe dette Piè di colomba la ragazza dei Sakya non vale nulla. Non può esservi paragonata, come se fosse una scimmia con il naso e le orecchie mozzati. Queste cinquecento Ninfe sono di gran lunga più belle e affascinanti".

Ciò detto, il Beato prese per il braccio il venerabile Ananda e in un batter d'occhio si dileguò dal paradiso dei trentatrè dei per ricomparire nel bosco Jeta. E fra i monaci cominciò a girare la voce: " Si dice che il venerabile Ananda conduca una vita di ascesi in compagnia delle Ninfe. Si dice che il Beato gli ha assicurato che potrà avere tutte per sè cinquecento Ninfe dette Piè di colomba. Allora i compagni di Ananda cominciarono a dire di lui che era un mercenario, e un domestico: " Il venerabile Ananda è un mercenario e un domestico. Egli pratica la carità stando accanto alle Ninfe. Il Beato gli ha garantito la conquista di cinquecento Ninfe Piè di colomba".

Perciò il venerabile Ananda, infastidito e umiliato dalle dicerie sul suo conto, mentre invece viveva solitario, pieno di fermezza, concentrato e distaccato, avedo rafforzato se stesso, comprese fino in fondo le ragioni per cui è giusto che un giovane nobiluomo abbandoni la sua casa per la vita errabonda, e capì anche qual è lo scopo estremo dell'ascesi: "Distrutta è la nascita, vissuta è la vita, compiuto è ciò che si doveva compiere, non è più necessario essere qui". Così il venerabile Ananda divenne un Arhat, un meritevole.

Allora uno spirito celeste, illuminando con il suo splendore tutto il bosco Jeta, sul finire della notte andò a far visita al Beato e gli disse: "Beato, il venerabile Ananda, pur stando in questo mondo ma comprendendo pienamente grazie alla visione interiore, ha ottenuto il non attaccamento e la liberazione dello spirito". E il Beato seppe che era così. E quando, prima dell'alba, Ananda venne da lui e gli disse: "Signore, ti sciolgo dalla promessa che hai fatto di farmi possedere le cinquecento Ninfe Piè di colomba", il Beato rispose: " So quello che vuoi dire. Uno spirito celeste mi ha informato. E poichè il tuo spirito è libero da vincoli, Ananda, anch'io mi sento sciolto dalla promessa". E intuendo il significato di tutto ciò disse questo verso ispirato:

"Il monaco che ha attraversato la palude, cha ha distrutto la spina del desiderio, che ha saputo annientare l'illusione, non è più scosso dalla felicità nè dal dolore".

giovedì 8 maggio 2014

Il ritorno del vero Io mette fine alla paura | Psicopittografia

Forse ci chiediamo: "Un ritorno al vero Io può garantire la fine della paura?" Certamente. Consideriamo questa idea praticamente e applichiamola ad ogni settore dell nostra vita. Vedremo che essa funziona. Bisogna convincersi di questo fatto se non vogliamo continuare a pagare il prezzo della paura. Supponiamo che desideriamo una  certa persona ma non possiamo averla.

Ritrovando il vero Io, ci liberemo da questa terribile pena del cuore. Vediamo come può avvenire questo cambiamento. Noi desideriamo quella persona perchè suscita nel falso Io determinati desideri; pensiamo che è seducente, che ha sentimento e valore....Sospiriamo per lei, e se non possiamo averla, ne soffriamo. Il falso Io si sente frustrato nelle sue illusioni. Quella persona in sè non significa niente per noi. Noi siamo attirati dal nostro falso ideale. Quando ci rendiamo conto che le qualità che vedevamo nel soggetto desiderato provengono dal falso Io, quella persona perde qualsiasi interesse per noi. Le qualità non le appartengono. Esse hanno origine dal nostro spirito inquieto.


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