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domenica 17 aprile 2016

VIVERE AL QUARZO

A volte non ci rendiamo conto di come le nostre radicate abitudini condizionino la nostra vita secolare. Eppure è così, solo che non ce ne rendiamo conto, e solo talvolta ci vediamo compiere quelle stesse metodiche azioni giorno dopo giorno. Ci ho riflettuto spesso e ho concluso che....

Mi sono resa conto che la metodicità con cui svolgo le mie azioni quotidiane è paradossale. Le mie azioni sono dettate da una innata logica organizzativa a cui non vengo mai meno, se non in casi di forza maggiore ovviamente.

Fin dal momento del risveglio, i miei gesti sono sempre gli stessi, probabilmente da secoli, tanto sono precisi. Mi alzo, e la prima cosa che faccio è scoprire il letto per fargli prendere aria, poi tiro su le tapparelle dedicando sempre uno sguardo al mio mare. Filo dritta in cucina e bevo 250 ml di acqua con linfa di betulla, poi vado in bagno dove effettuo, sempre nella stessa sequenza, le abluzioni mattutine, seguite dalla rituale vestizione (in questo caso cambio i vestiti, maligni che non siete altro!).


Torno in camera, apro la porta finestra, spazzo il balcone e vi passo il cencio, indi ritorno in cucina dove bevo un altro bicchiere da 250 ml di acqua con il succo di un limone spremuto. Metto a bollire l'acqua del tè e nel frattempo vado a rifare il letto. Finalmente siedo per fare colazione, con il mio amato tè, lo yogurt e una brioscina Londi (quella non la cambio per nulla al mondo, il tè e lo yogurt sì).

Ovviamente prima di uscire di casa, faccio la mia raccolta differenziata, plastica, carta, vetro, altrimenti non sto bene. La porta di casa non si chiude senza aver lavato i denti, ma una volta fuori, sono alla mercè degli eventi.....

Comincio a credere che in una vita precedente sia stata un militare, e che la disciplina marziale mi sia rimasta apiccicata addosso, visto che sono l'unica in famiglia ad avere il tipico comportamento militaresco. Non faccio mai però le cose con la fretta tipica dei soldati in addestramento, seguo solo uno schema strategico personale, che mi permette di ottimizzare i tempi e mantenere il mio inquieto animo calmo a proposito del tempo che scorre (tanto per citare...).

Attenzione, questo stile di vita così apparentemente rigido lo conduco solo all'interno del mio accampamento, se sono ospite di accampamenti altrui mi uniformo alle regole di chi mi ospita con una flessibilità di cui mi stupisco anche io. Se sono io ad ospitare membri di altri accampamenti, non impongo le mie regole, lascio che seguano il loro stile per non turbare la loro armonia interiore.

In pratica sono come il meccanismo di un orologio al quarzo, nel quale il quarzo stesso è inserito come componente in un circuito oscillatore, che mantiene il cristallo in perenne vibrazione alla sua frequenza caratteristica: dunque vivo al quarzo.




lunedì 22 febbraio 2016

Cucina Veg? Ecco gli accessori indispensabili

Chi segue la filosofia vegana deve attrezzare la cucina con qualche accessorio in più rispetto a quelli che si trovano nelle normali cucine, anche perchè chi è veg è anche una persona che pratica il fai da te e quindi è incline a preparare alimenti come il latte vegetale, il tofu. Lasciate da parte i pregiudizi, perchè rispetto quanto si possa credere, la cucina vegana è davvero molto varia, oltre ad essere sana. Quindi, gli accessori di cui parleremo sono gli strumenti necessari per la preparazione degli alimenti che fanno parte di questo tipo di alimentazione. Quindi se state praticando la transizione al veganesimo avrete bisogno di:



Frullatore ad immersione 
Per preparare vellutate di verdura, purè, creme, polpette di legumi e salse vegane. Quando andrete a scegliere questo elettrodomestico, tenete presente la potenza e la praticità, con tutti gli accessori lavabili in lavastoviglie e con lame in acciaio. Ricordate, 400 Watt sono il minimo indispensabile: più il numero di watt è alto, meno si surriscalda il motore.

Macinacaffè elettrico
Indispensabili per triturare o ridurre in crema i semi (di sesamo, di lino ecc..) ma anche mandorle, noci e nocciole o per fare il gomasio, triturando il sale con il sesamo.

Attrezzi per tagliare le verdure
Si tratta di coltelli affilati per tagliare le verdure velocemente, una mandolina, eccezionale per tagliare le verdure a fette regolari o a bastoncino di diverso spessore, una grattugia multiuso. E' ovvio che potete optare anche per un buon robot da cucina.

Affettaverdure a spirale
Per la cucina vegan crudista, che permette di preparare spaghetti e tagliatelle realizzati con le verdure crude, in grado di tagliare carote, patate, barbabietole, zucchine e tutte le verdure a polpa dura a spirale o in tagliatelle. In alternativa, per i meno pazienti, ci sono robot da cucina con affettaverdure dotati di lame speciali.

Kit per il tofu 
Disponibile sia in plastica che in legno ad prezzo accessibile, infatti chi fa il tofu in casa, si autoproduce anche il latte di soia con un apposito macchinario, garantendosi così non solo la freschezza del prodotto, ma anche il gusto. Il kit per il tofu in legno, va lavato senza detersivo e lasciato asciugare.

Estrattori di succo
Permette di preparare anche latte vegetale (mandorle, riso, ecc..), gelati, pappe per bambini e cocktail gustosi. Uno degli strumenti indispensabili per la cucina vegana è la macchina per fare il latte vegetale che ha comunque un costo che si aggira intorno ai 150 euro e oltre. Con l’estrattore di succo si hanno due elettrodomestici in uno

Essiccatore elettrico
Per essiccare frutta e verdura senza superare la temperatura dei 40 gradi: l’essiccazione è un metodo naturale di conservazione degli alimenti, basato sull’eliminazione dell’acqua contenuta negli alimenti. Mantenendo i 40 gradi, le vitamine e le sostanze nutritive rimangono intatte ed il prodotto può conservarsi per anni. E’ possibile ottenere tantissimi prodotti sani: frutta per preparare un buon muesli casalingo, verdure e zuppe di tutti i tipi, erbe per infusi e tisane e molto altro ancora.

Cestello per la cottura a vapore

Per mantenere inalterati tutti i micronutrienti presenti nelle verdure, senza che questi vengano dispersi nell’acqua di cottura, che successivamente viene scolata, come avviene nella bollitura. Non solo! Il grande vantaggio della cottura a vapore è che gli ortaggi mantengono un sapore più ricco. Per pochi euro è possibile acquistare strumenti per la cottura a vapore come i cestelli in metallo, a raggiera, adattabili a tutte le pentole, oppure quelli in bambù.

giovedì 18 febbraio 2016

Consumi Energetici in Cucina: Risparmiare il 10%

Quali sono gli elettrodomestici incriminati che in cucina ci fanno consumere molta energia? Non serve molto tempo per pensare, sappiamo che sono il frigorifero, il forno e il piano cottura. Se circa il 10% dei consumi di una famiglia si deve all'uso di questi elettrodomestici, dovete sapere che il 50% di questa percentuale viene assorbita dal forno.

Ecco allora qualche semplice e sintetico consiglio per risparmiare questo benedetto 10% e risparmiare qualcosa in più.


- Ponete sempre la retina spargi fiamma sul fornello, perchè la sua funzione è quelladi irrorare il calore uniformemente e quindi scaldare tempi brevi padelle e pentole. In questo modo si può tenere il gas basso e consegentemente risparmiare sull’erogazione, oltre che cucinare con meno rischio di attaccare il cibo alle pentole.

- Altro utilissimo accorgimento è l'uso dei coperchi su cui sarebbe necessario praticare sempre due forellini (oggi ce ne sono in commercio di già predisposti allo scopo), poichè consentono il passaggio dell’aria ed evitano che i liquidi all'interno della pentola si rovescino sulla fiamma. Ciò comporta due vantaggi indiscutibili: pulirete di meno il piano cottura risparmiando in detersivi e acqua (e tempo!)

- Grazie al fatto che oggi le batterie di pensole modere  sono impilabili, praticate la cottura impilando le pentole. Non crediate che i cibi non si cuociano, infatti una pentola sopra l’altra si scalda non solo grazie al calore ma anche grazie al vapore della pentola sottostante risparmiando così gas o energia elettrica.

- Quando dovete scaldare qualcosa e avete i termosifoni accesi, potete utilizzarli come fonte di calore se hanno lo spazio sufficiente per apporgiavi sopra un pentolino, del resto dovete pensare che in ogni caso sono una fonte di calore da sfruttare.  Anche al lavoro see ci portiamo il pasto da casa il termosifone è un'ottima soluzione per trovarsi il pranzo caldo e fragrante di aromi!

- Per cuocere la pasta, quando si scalda l’acqua, non mettete mai il sale prima che questa bolla, infatti il sale rallenta l’ebollizione, facendo sprecare così gas e tempo.

- Dato che il forno è un implacabile consumatore di energia, è bene organizzarsi per usarlo quando si devono cucinare più piatti contemporaneamente: ad esempio io che faccio il pane fatto in casa, mi organizzo non solo per il pane, ma anche per la preparazione della pizza o delle focacce, oppure per scaldare o cucinare altre pietanze come il pesce, le verdure, le polpettine vegetali

- Quando ci si accinge a cuocere la pasta, non sprecate litri d'acqua, ma regolatevi così: un litro d'acqua è sufficiente per 2 persone. Inoltre quando si scola l’acqua non va gettata: ci potete lavare i piatti, i capi di lana, oppure si può dare alle piante, o ancora la si può usare per il water.

- Evitate di posizionare il frigorifero o il congelatore accando al forno o al piano cottura, il calore dei quali induce il frigo o il congelatore a lavorare di più 

- Non dimenticate di togliere la polvere dalle spire dietro il frigo, questo aiuterà il condensatore a espellere il calore più velocemente


lunedì 15 febbraio 2016

L'importanza di mangiare rilassati

Quante volte durante il giorno vi mettete a tavola veramente rilassati? Che sia colazione, pranzo o cena? Rilassati nel senso che si è concentrati su quello che stiamo per fare?  Se si lavora fuori spesso ci si reca presso un bar o un self service, e ivi giunti tocca fare una discreta fila, se siamo a casa c'è comunque il timer del tempo, cucinare, rassettare e poi tornare al lavoro. Qualunque cosa ci aspetti prima di andare a tavola dobbiamo sforzarci di toglierci dalla testa qualunque pensiero brutto, preoccupazioni, ansia. In caso contrario sussiste il pericolo che il pasto, più che un momento gratificante, sia solo un’occasione per tamponare gli stati d’animo ansiosi di cui a volte non siamo nemmeno consapevoli. Prima di mangiare, allora, prendiamoci una manciata di minuti per fare alcuni esercizi per ripulire la mente: in questo modo ci sederemo a tavola più attenti a ciò si mangia piuttosto che ad altro!


Mentre siamo in cucina una buona abitudine è quella di ascoltare della musica rilassante che gioverà al nostro stato d'animo impedendoci, mentre stiamo intorno ai fornelli di spizzicare questo e quello. Se preparare da mangiare è causa di stress perchè il tempo è sempre limitato, fate almeno in modo che i vostri piani di lavoro siano precisi e sgombri da ciò che non serve, in più considerando il tempo a vostra disposizione, non mettetevi alla prova in piatti troppo elaborati o complessi.  A poco a poco con la semplicità delle ricette, i piani di lavoro liberi e la buona musica la mente si svuoterà dai pensieri neri delle giornata e dall’ansia di ciò che ti aspetta ancora, come sgomberare la tavola e lavare i piatti a fine pasto.

Buona parte della fame eccessiva nasce dalle tensioni che non si riescono a scaricare. Se 
avete un po' di  tempo, 30 minuti prima di mangiare mettetevi sotto la doccia calda e immaginate di lavare via dal corpo tutto ciò che ti è rimasto attaccato addosso: sensazioni, ricordi, pensieri sgradevoli... Se non avete tempo, mettete almeno
 le mani sotto l’acqua calda, insaponale bene e, mentre vi lavate, pensa che stai cancellando
la rabbia, lo stress, l’amarezza degli eventi spiacevoli. Concentrate l’attenzione sul suono dell’acqua che scorre, “gusta” l’aroma del sapone, poi asciugati e vai a tavola: vi sentirete di sicuro più calmi e meno affamati.

mercoledì 20 gennaio 2016

Zenzero, olio essenziale

Nome botanico: Zingiber officinale
Famiglia: Zingiberacee
Provenienza: India, Cina
Profumo: caldo, speziato, aromatico, legnoso
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Marte, Mercurio
Proprietà: tonico, stimolante, riscaldante, afrodisiaco, digestivo, antifermentativo, antisettico, antispasmodico, febbrifugo
Principali indicazioni: dolori reumatici, dolori muscolari, insufficienza circolatoria, problemi digestivi, nausea, malattie da raffreddamento, crmapi addominali, influenza, stanchezza sessuale, esaurimento
Precauzioni: può essere irritante sulla pelle, usare con moderazione (2-3 gocce di essenza diluita in olio vettore)


La radice di zenzero è una spezie arrivata dall'oriente fino al Mediterraneo, molto usata dai Greci e Romani, che la chiamavano "zingiberi". Veniva considerata una spezie assolutamente indispensabile in cucina, come lo zafferano, il pepe, i chiodi di garofano, per rendere più aromatici e anche più dgeribili i piatti più ricercati.

In Cina lo zenzero si è conquistato un ruolo importante nella farmacopea, oltre che nella cucina: è considerato un rimedio che fa circolare l'energia nel corpo e stimola i processi digestivi di trasformazione degli alimenti; inoltre è usato per indurre la sudorazione e riscaldare nelle malattie da raffreddamento. Usato fresco, qualche fettina di radice bollita in un po' d'acqua per farne un infuso da bere  con un po' di miele, è un rimedio casalingo per combattere l'influenza, il raffreddore, per stimolare la sudorazione e per prevenire il contagio in corso di epidemie influenzali.

Una piccola quantità di radice di zenzero grattugiata nei cibi stimola l'appetito e facilita la digestione; combatte la nausea, anche in gravidanza, la tosse, le difficoltà digestive e la tendenza alle fermentazioni intestinali; dopo abusi alcolici, un infuso di zenzero dà beneficio a tutto il tubo digerente. Pianta sotto il segno di Marte, lo zenzero produce calore, è piccante, riscaldante, e può avvicinarsi al pepe per efficacia e azioni terapeutiche, stimola la digestione, smuove le umidità trattenute nel corpo; un bagno caldo con alcune gocce di zenzero gioverà in caso di inizio di influenza o gola arrossata; la sua azione riscaldante lo rende utile per massaggi locali in caso di reumatismi e dolori muscolari.

Sviluppa calore, è stimolante e tonico come il pepe, ma mentre l'azione di quest'ultimo è rapida e immediata, quella dello zenzero è più lenta, per la presenza dell'elemento acquatico, dato dall'umidità della radice, che frena leggermente questa azione riscaldante. Lo zenzero è anche il cosiddetto ginger, che dà un sapore particolare a molte bevande analcoliche e a liquori corroboranti. Secondo la tradizione, lo zenzero riattiva tutte le funzioni del corpo, mette in circolazione e armonizza l'energia: una leggenda parla dell'omino di zenzero, preparato da una donna con farina, acqua e polvere di zenzero, che una volta tirato fuori dal forno prese vita e si mise a correre a più non posso...le mamme preparavano focacce di zenzero per le merende energetiche dei loro bambini; anche nella favola di Hansel  e Gretel, i due bimbi fuggiti dalla casetta della strega, fatta di pane di zenzero, si portarono dietro "unpezzo di tetto" da mangiare per sostentarsi durante il viaggio di ritorno a casa.

Oltre a riattivare digestioni lente, lo zenzero era noto fin dall'antichità per risvegliare i sensi sopiti. E qui si va dalla "miscela esplosiva" messa a punto da Nostradamus, a base, tra l'altro, di zenzero, pepe, cannella, chiodi di garofano, con l'avvenimento che "chi la beva e non stringa subito l'oggetto del suo amore, muore tra orribili contorcimenti", ad altre formulazioni afrodisiache dall'azione fortunatamente meno drastica: i Turchi lo mescolano con sherry, succo d'arancia, zucchero, noce moscata (la cosiddetta "coppa d'amore"); le donne senegalesi infilano i tuberi di zenzero nella cintura allo scopo di risvegliare le attenzioni dei loro sposi; le donne arabe le pestano nel mortaio, lo impastano col miele e lo somministrano quotidianamente ai loro uomini.

Essenza marziana, come il pepe, attiva la sessualità nel suo aspetto dinamico ed energizzante, ma con un'azione leggermente meno combustiva, per la mediazione della funzione mentale mercuriana.
Svolgerebbe invece una (discutibile) azione marziana, focosa e infiammatoria, se usato in polvere come topico rettale per costringere i cavalli ad alzare la coda, segno di vigore e di razza molto apprezzato dagli appassionati di ippica. Lo zenzero si armonizza bene con essenze più morbide come quelle estratte da agrumi (arancio) e da legni (sandalo, cedro),con incenso, rosa o patchouli, per massaggi o per bagni rigeneranti, tonificanti e riequilibranti.

giovedì 14 gennaio 2016

Consigli casalinghi per gli odori sgradevoli in cucina

ODORI SGRADEVOLI IN CUCINA

Per eliminare l'odore di cibo da un contenitore in plastica, lavatelo con acqua a cui avrete aggiunto aceto e limone, risciacquate abbondantemente, poi mettetelo ad aciugare al sole per alcune ore.

Per eliminare l'odore del pesce, dell'aglio e della cipolla, strofinate utensili, padelle e taglieri con uno spicchio di limone.

Eliminate gli odori più persistenti, lasciando sobbollire un pentolino con acqua e aceto bianco oppure fate cuocere nel forno bucce d'arancia e di limone


Una cottura veloce vi aiuterà a prevenire l'odore sgradevole durante la cottura di cavoli, cavolini di Bruxelles, broccoli ecc. Se, inoltre, verserete qualche goccia di aceto nnell'acqua in ebollizione l'odore risulterà attenuato.

Per profumare naturalmente la cucina, tenente aperto un barattolo di stecche di vaniglia

Periodicamente, lavate le credenze che contengono prodotti alimentari e lasciatele vuote, con le antine aperte, ad arieggiare per alcune ore

sabato 19 dicembre 2015

Ciondolando, Dormivegliando, Ronfando

Oggi ciondolo in ogni dove, avrei dovuto rendermene conto stamani, quando, aperti  gli occhi, ho avvertito una a me nota pesantezza palpebrale. Ho guardato per un po' il soffitto, poi ho rivolto lo sguardo verso la porta finestra per capire se, dalle tapparelle, filtrava il sole o meno: meno sole più nuvole. 

Nel tentativo di girarmi su un fianco, anzi, forse meglio dire rotolarmi, mi sono resa conto che la gambina anche stamani aveva deciso di non collaborare, il che mi ha fatto desiderare di rimanere distesa, ma la mia prepotente coscienza ha detto no, quindi mi sono trascinata fuori dal letto con gli occhi pesti. Mi sono seduta sul letto e, alla mia memoria ancora confusa si è presentato il ricordo di un sogno notturno, nel quale annaspavo nel buio di una stanza in attesa di qualcosa di pericoloso e che mi ha fatto svegliare nel cuore della notte, arrotolata come un involtino nelle coperte, senza avere la benchè minima idea di dove mi trovavo. 

Aggobbita sono strisciata in bagno, e lo specchio non ha fatto altro che confermare l'idea che rimanere a letto sarebbe stato meglio: avevo il sembiante di chi aveva fatto lotta greco romana con un trattore. Eppur dovevo andare, quindi, con la metodicità di un militare, ho eseguito meccanicamente tutti i gesti mattutini e poi sono andata in cucina pattinando sul pavimento. L'unica azione che ho fatto con entusiasmo è stata avventarmi sulla mia broscina Londi, compagna inseparabile della mia colazione e grazie alla quale si è accesa una certa luce nei miei occhi piombati. Con l'energia di un bradipo stanco sono andata a fare la consueta camminata per incitare la gambina a collaborare spontaneamente con il resto del corpo, ma anche il corpo calloso del mio cervello era disconnesso, e salvaguardare la vita dei neuroni non è stato facile.

Unico desiderio: piombare del tutto gli occhi e sprofondare nel sonno. Come ciliegina sulla torta, durante la mia passeggiata gambino-stimolante, ho incontrato una signora che conosce mamma, la quale si è complimentata nel trovarmi in perfetta forma.... Contenta lei, contenti tutti. Rientrando a casa, mi sono ripromessa di impegnarmi a scrivere i miei post, ma ho sbagliato la previsione, perchè sono stata risucchiata da uno strano torpore, di quelli che ti tengono in una specie di dormiveglia, come quelli dei cartoni animati, nei quali i personaggi hanno la classica bolla al naso, il cui volume aumenta e diminuisce con la normale respirazione. Perciò, mi sono ritrovata alla fine della giornata con un nulla di fatto, due miseri post, questa maledetta bolla al naso che non se ne va e la consapevolezza che fra poco la mia testa cadrà all'indietro e io ronferò a bocca aperta davanti allo schermo del pc.


mercoledì 19 agosto 2015

Erbe in tintura, infuso, olio essenziale, Cumino

Credo che molti di noi conoscano il cumino per i vari usi che se ne fanno in cucina, è un insaporitore piccante, usato nella cucina indiana. Ma sono anche altre le proprietà che esso possiede e che sono preziose alleate della nostra salute.

CUMINO
Se ne usano i frutti (impropriamente chiamati semi). Ha proprietà aperitive, antispasmodiche, antisettiche. E' indicato in caso di difficoltà di digestione, inappetenza, leggeri spasmi gastrointestinali. La sua azione tuttavia, è inferiore ad anice, finocchio e carvi. Può essere abbinato ad una delle erbe descritte precedentemente per migliorarne il sapore. Versare una tazza di acqua calda su 2 cucchiaini di frutti frantumati; lasciare in infusione per 15 minuti,, quindi filtrare e bere all'occorrenza.


mercoledì 8 luglio 2015

Timo, straordinario in cucina, e di un bagno rinforzante per bambini, e poi infuso, decotto

Thymus deriva dall' egizio tham, una specie di timo usato nelle imbalsamazioni, ripreso dai Greci col significato  di "pianta profumata" e Thymus vulgaris tradotto in latino da Virgilio che usò questo nome per primo; vulgaris perché molto comune. I Greci apprezzavano moltissimo un miele ricavato dai fiori di herpillon, una specie di timo molto frequente sui monti presso Atene, e al timo in genere riconoscevano virtù straordinarie nelle malattie di petto, così come affermato successivamente dal medico filosofo greco Galeno che, oltre a suggerirlo in polvere a chi soffriva di dolori articolari, lo considerava il più potente antisettico conosciuto.

 I Romani cominciarono a introdurre il timo in cucina e a profumare con esso vini e formaggi tramandandolo così ai posteri. Nel medioevo è sempre in auge e il naturalista Jambobino da Cremona lo gratifica di "erba di molto buon odore e di grande dolcezza" . Le dame usarono donarlo al cavaliere del cuore perché fosse da esso protetto in battaglia. Le fanciulle, il 20 gennaio, lo ponevano sotto il cuscino per conoscere il ragazzo che avrebbero poi sposato. Quando non esistevano i frigoriferi, il timo veniva impiegato per la conservazione degli alimenti,. vista la notevole presenza di olio essenziale ad azione antiputrida, quindi non per niente gli Egizi lo usavano nelle imbalsamazioni.

Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di un arbusto perenne, aromatico, appartenente alla famiglia delle Lamiacee (ex Labiate) originario dell'area mediterranea. L'apparato radicale è a forma di cono rovesciato (fittone) da cui si diparte il fusto abbondantemente ramificato, legnoso alla base ed erbaceo alle sommità: i rami sono bianchi per l'abbondante presenza di peli, ed eretti. Le foglie sono opposte, appuntite, senza gambo, di colore verde-cenere, disposte in mazzetti sui nodi dello stelo. I fiori, di colore bianco-roseo, sono riuniti in specie di spighe in cima ai rami. Il frutto, diviso in quattro, è di color marrone. Cresce bene dal mare alle regioni montane fino a 1500 m. Si trova di preferenza nei luoghi aridi, pietrosi e soleggiati. Preferisce i climi caldi, non sopporta i freddi prolungati e si ottiene un prodotto più aromatico se cresce in terreni ricchi di calcare. Si raccolgono le sommità fiorite, o i giovani ramoscelli quando sono in fioritura, in maggio-luglio. La raccolta deve avvenire nelle prime ore del pomeriggio" tagliando i rametti a 5 cm dal suolo, evitando di recidere le parti legnose. E da tener presente che le foglie più basse sono più ricche di olio essenziale rispetto a quelle della parte superiore. L'essiccazione avviene all'ombra in un luogo aerato disponendo i rametti sopra un foglio di carta poiché tendono a perdere le foglie. Si conserva in recipienti di vetro o porcellana. I principi attivi del timo hanno proprietà digestive, balsamiche, depurative e efficaci nella cura della tosse.

Utilizzo

Il suo impiego alimentare è dovuto non solo alle sue caratteristiche aromatiche, ma anche a quelle antisettiche che facilitano la conservazione dei cibi. Per marinare la carne o il pesce si può usare l'olio o l'aceto al limo facendo macerare qualche rametto di timo, per almeno 20 giorni, in un buon olio extra vergine di oliva o in un buon aceto di vino.
Numerosi gli impieghi nella medicina popolare.
Bagno rinforzante per bambini: far bollire in due litri d'acqua 100 g di foglie di timo e versare il liquido filtrato nella vasca contenente l'acqua calda necessaria per un bagno.
Infuso per lavare ferite o piaghe: versare in una tazza d'acqua bollente un pizzico di timo, poi filtrarlo quando è tiepido e adoperarlo per lavare le ferite che si cicatrizzeranno rapidamente.
Digestione difficile: al termine di ogni pasto bere una tazzina d'acqua calda in cui sia stato lasciato in infusione per 5 minuti un pizzico di timo.
Contro la tosse spasmodica giova un decotto ottenuto facendo bollire per alcuni minuti 25 g di sommità fiorite di timo in un litro d'acqua. Dolcificare con del miele e berne 3 tazze al giorno lontano dai pasti.
Per diminuire l'irritazione determinata dalla puntura di un insetto bisogna eliminare il pungiglione, quindi frizionare sulla puntura delle foglie fresche di timo.
Per eliminare i segni di affaticamento del viso sono consigliabili dei suffumigi ottenuti da una manciata di timo posta in un catino d'acqua bollente.

lunedì 7 luglio 2014

Uso interno degli oli essenziali | Salute

Gli oli essenziali di alta qualità sono quasi tutti utilizzabili come alimenti, ad esempio in cucina per aromatizzare le pietanze e per creare dolci e bevande. Si possono dunque assumere per bocca come terapia: bisogna tuttavia agire con cautela e sospendere immediatamente l'assunzione se compaiono reazioni indesiderate.

Il metodo più consigliabile per assumere un olio essenziale per bocca consiste nel versarne 2-3 gocce in un cucchiaino di malto in forma semiliquida (il cucchiaino non deve essere di metallo, ma di vetro, ceramica, legno o plastica: meglio di tutto il vetro).


I malti di riso, orzo, mais sono i più comuni, e si trovano in erboristeria e nei negozi di alimentazione naturale. Alternativamente si può ricorrere al miele o alla panna. Un'altra soluzione è quella di sciogliere il cucchiaino con il malto e le gocce di essenza in mezzo bicchiere di acqua tiepida e sorseggiare la miscela (si consiglia di utilizzare sempre acqua di buona qualità).

In tal caso si possono aggiungere anche 4-5 gocce di olio essenziale a un cucchiaio da cucina di sostanza emulsionante (appunto i malti, il miele, la panna). Se il disturbo è acuto si assumono 2-3 gocce di essenza 4 volte al giorno, se è cronico 2 volte al giorno.

Trascorso qualche giorno, se non si notatno miglioramenti conviene interrompere l'assunzione.

sabato 22 marzo 2014

L'INCUBO DELLA SCUOLA MATERNA

A scuola sono sempre andata volentieri, alle elementari, alle medie, al liceo e infine all'università. Mai avuto problemi di socializzazione con i miei compagni, mi sono inserita con facilità in tutti i contesti sociali. 
Ma non potrò dimentichare mai il periodo della scuola materna, antecedente l'inizio della scuola dell'obbligo. Avevo all'incirca quattro anni e come tutti i bambini di quell'età, fui iscritta. La scuola non distava molto da casa, anzi, al tempo la sua sede, era tranquillamente visibile dal balcone di casa mia. In quella scuola però, io proprio non volevo andare, non mi piaceva affatto, il solo pensiero di dovervi passare delle ore mi ripugnava. Non ero una bambinetta capricciosa, non mi lamentavo e non piangevo mai, mi limitavo a mostrare il mio disagio con l'epressione seria del mio volto. Ciò naturalmente non portò a cambiamento alcuno, e ogni santo giorno venivo imbarcata sul giallo scuolabus che passava davanti a casa.  I miei coetanei vociavano e si muovevano, comportamento questo che mi infastidiva notevolmente: le loro assordanti voci e tutti quei movimenti incosulti mi davano ai nervi (io, naturalmente, restavo immobile al mio posto per tutta la durata del tragitto). 
L'arrivo alla scuola era altrettanto traumatico: tutti che si precipitavano fuori dallo scuolabus spinteggiandosi a vicenda, era al di là della mia comprensione. Per me era inconcepibile un tale caos di teste, gambe e braccia. Lasciavo che uscissero tutti, e in ultimo, mi avviavo cauta fuori, dove le maestre ci attendevano all'ingresso. I nostri cappottini venivano sistemati in fila sull'attaccapanni, quindi entravamo nelle classi. Mi guardavo intorno e osservavo tutti quei bambini, genere al quale la mia mente sentiva di non appartenere,  presi a rovesciare sui banchi matite e colori, a giocare con il pongo o il das, a spinteggiarsi, mentre io mi sentivo sempre più estranea a quel contesto. Non riuscivo a capire come potessero  interessare loro, quelle inutili attività ricreative: il mio mondo era quello degli adulti, calmo, educato, intellettivamente stimolante; nella mia mente un unico pensiero: tornare a casa, stare in silenzio, sfogliare i miei libri, giocare per mio conto, e conversare con i grandi. Persino il linguaggio di quei marmocchi spesso mi era totalmente incomprensibile, non sapevano usare le parole nè tantomeno pronunciarle bene, ma come cavolo parlavano (se parlavano)?
Il momento del pranzo era l'apoteosi della disperazione: odiavo gli odori di quella cucina e il refettorio mi dava la nausea, mentre gli altri non se ne curavano. Ci facevano sedere tutti accanto  e poi ci portavano i piatti con le pietanze: avevo il senso del vomito, e di solito non toccavo nulla, il cibo rimaneva nel mio piatto, mentre  i miei occhi assistevano al bestiale spettacolo di tutti quei pupi che affondavano le loro mani nei piatti, portandosi il cibo alla bocca con le mani e spargendo il resto su se stessi o sugli altri, ignorando le posate. In quei momenti desideravo solo scomparire, se mi avessero sparato ne sarei stata felice. Ma perchè dovevo stare lì? A che scopo? 
Alla fine le assistenti della mensa ci portavano in classe, dove le maestre avevano preparato delle piccole sedie a sdraio sulle quali ci facevano sedere e ci incitavano a dormire. Ovviamente l'unica ad avere gli occhi spalancati come fanali ero solo io, il resto della classe ronfava beatamente. Io non potevo chiudere occhio, ma si poteva star tanto rilassati e tranquilli? Il mio istinto di conservazione era come se mi dicesse che dovevo tenere tutto sotto controllo; mi sembrava strano che gli altri si assopissero, io non dormivo mai, nemmeno a casa, ero capace di stare sveglia anche per giorni. 
L'unica consolazione che avevo era che dopo quell'inutile riposino, si tornava finalmente a casa, dove avrei ritrovato il silenzio, la tranquillità, la mia amata famiglia e la mia solitudine meditativa. Tutti quei bambini erano come estranei per me, erano semplicemente altri,  guidati dai loro istinti, privi di logica e di ragionamento, non erano la mia realtà e non erano il mio mondo. Fortuna che sono cominciate le scuole elementari.


giovedì 23 gennaio 2014

IO E CHICCA


Il leggero sonno del mattino brumoso, viene interrotto da un proiettile che salta sul letto e da piccoli passettini sulla morbida superficie del piumone. Ho gli occhi ancora chiusi e indugio  nell'astrale mondo del sonno, ma sono consapevole che il mio viaggio nell'ignoto sta volgendo al termine, qualcuno sta insistentemente leccando il mio naso e mordicchia il mento, è ora di alzarsi. Apro un occhio, sono naso a naso con un musetto nero e peloso,  due suadenti occhi color della corteccia degli alberi e degli strani sommessi vocalizzi, le cui onde sonore si spandono nella penombra della stanza. Pigramente metto da parte il piumone, metto fuori una gamba,  poi l'altra e da seduta mi guardo intorno, ma il musetto peloso non vuole più aspettare: è tempo di scendere le scale e affacciarsi in cucina. Il proiettile peloso mi precede con un'energia a me sconosciuta e mi attende sulla porta, mi fa entrare e prima che io possa vocalizzare un afono buongiorno, sale sul suo trono e mi chiama con la zampa: sono stata svegliata per questa ragione, produttrice di coccole 24 ore su 24, coccole che si devono manifestare in grattini sul collo, lisciatine di pancia, stropicciamenti d'orecchie. Vi è un tempo per tutto, ma questo tempo è fuori dalle linee spazio temporali. Questa operazione richiede impegno e dedizione e va effettuata a digiuno, ogni altro impegno deve necessariamente attendere. A seguire, tappa in bagno, per le abluzioni mattutine, con il musetto peloso  che osserva curioso ogni metodico gesto mattutino e si promuove assistente alla vestizione. Eccomi di ritorno in cucina,  preparo il cappuccino di latte di soia, morbido e schiumoso, e sistemo due fette di ciambella fatta in casa su un piattino che mi ricorda la ceramica provenzale, mentre il musetto peloso conta il tempo: fame, fame, fame!
E' il momento di inzuppare la ciambella nella schiuma......e condividere la mia porzione con due occhi golosi e un nasetto che si nasconde fra le zampine; il linguaggio del corpo non può essere frainteso: "Ti prego, dammi un pezzetto di ciambella, ti prego, ti prego!"
Spartisco la mia colazione, assistendo ad una danza improvvisata solo per me, alla fine della quale mi ritrovo pronta per uscire a fare una passeggiata lungo campi disseminati di frutteti, guidata da una dolce "bambina pelosa" le cui orecchie saltellano su e giù mentre trotterella accanto a me, lanciandomi di tanto in tanto uno sguardo innamorato.
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