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lunedì 11 gennaio 2016

Psicopittografia, Come la comprensione può preservare dalla crudeltà

Quale sarebbe il nostro stato d'animo nei confronti di una persona crudele per definizione? Non vi è che un solo modo di pensare che serva al nostro migliore interesse; è la comprensione. Se noi capiamo interamente un individuo crudele o cattivo o vendicativo, siamo completamente indipendenti da lui.

Egli non può ferirci in nulla. Quando fissiamo la nostra attenzione su un individuo negativo, noi proiettiamo su lui le nostre emozioni negative. Non è la sua crudeltà a ferire, ma è la nostra reazione negativa che lo ferisce. Ma se ci poniamo ad un livello elevato di conoscenza noi non reagiamo mai con paura, con collera o con l'ingiuria nei confronti di chi è crudele.

Supponiamo di osservare una tigre in uno zoo. Noi sappiamo che è un animale crudele e cattivo. Ci ammazzerebbe se lo potesse. Noi comprendiamo la sua ferociae non ne abbiamo paura; la sua crudeltà non ci turba. Perchè non abbiamo paura? Perchè sappiamo che non può nuocerci; infatti è ben chiusa in una gabbia [Immagine mentale 28]

Comportiamoci allo stesso modo con un individuo crudele. La sua crudeltà non può assolutamente nuocerci. Così come la tigre è trattenuta dalle sbarre, la persona ostile non può farci del male perchè è impedita dalla comprensione che avremo di lei. Il discernimento costruisce solide sbarre. Ma se noi ci turbiamo, se conferiamo erroneamente del potere a questa persona, le sbarre s'indebiliscono. Allora essa si getterà su di noi. La crudeltà di un altro individuo non è un problema nostro; il problema nasce quando noi indeboliamo la sbarre della nostra percezione. Se lavoriamo ad edificare comprensione nessuno potrà mai ferirci.

domenica 15 novembre 2015

Tempus edax rerum

Quante volte ci lamentiamo del fatto che il tempo ci manca, e corriamo e corriamo, trafelati da tutto, perchè non ci basta mai. Questo maledetto, che nessuno vede, falcia tutto, inesorabile, senza nessuna pietà

Troveremo mai il modo di ingannarlo? Sono dell'idea che la fretta alimenta la crudeltà del tempo, è la lentezza che è sua nemica e con essa plachiamo in un certo senso la sua voracità.

Tempus edax rerum: il tempo tutto divora  (Ovidio, Metamorfosi, XV, 234). Il poeta con questa espressione evidenzia il trascorrere inesorabile del tempo, indipendentemente dalle vicende umane.
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