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sabato 21 maggio 2016

Lo sciroppo di Yacon

Lo sciroppo di Yacon, dal gusto fruttato, ha un'infinita quantità di proprietà benefiche per la nostra salute: regola la glicemia, è saziante, favorisce la digestione, aiuta a dimagrire, riduce il colesterolo.


Oggi parleremo dello sciroppo di Yacon, che si ottiene dalla radice della omonima pianta, e originaria dell'America meridionale. Si ottiene grazie ad un evaporatore con un processo simile a quello da cui si ottiene lo sciroppo d'acero ed ha un gusto fruttato.  Circa il 50% è costituito da oligofruttosio, carboidrato complesso e difficilmente digeribile che garantisce a questo sciroppo un bassissimo contenuto di calorie e tanti benefici per la salute.


Oltre all'oligofruttosio lo sciroppo di Yacon contiene molti principi nutritivi: minerali (in particolare il potassio), fibre alimentari, antiossidanti,  in particolare i polifenoli utili al sistema immunitario per combattere i radicali liberi. Ma vediamo quali sono le sue proprietà.

Regola la glicemia:  grazie all’oligofruttosio, che il nostro intestino non è in grado di assimilare, non viene alterata sensibilmente la quantità di zucchero presente in circolazione. Viene ridotta così la sensazione d’appetito nel corso della giornata, e regolate la produzione di insulina (e aumentare la sua funzionalità) e di conseguenza ridurre il rischio di ammalarsi di diabete di tipo II.

Sopprime l’appetito:  regola la produzione di un ormone, la grelina, responsabile dell’appetito. Aiuta quindi a sentirsi sazi più in fretta. Grazie all'alto contenuto di fibre permette di riempire lo stomaco più velocemente e prolungare questa sensazione a lungo.

Aiuta a dimagrire: limitando l’appetito, consente di limitare le porzioni. Può essere utile a chi  soffre di fame nervosa, ossia mangiano esclusivamente come risposta allo stress o alla tristezza, senza averne realmente necessità.

Favorisce la digestione: stazionando a lungo nel tubo digerente, fermenta, favorendo la proliferazione dei batteri che formano la flora intestinale. Inoltre, le fibre alimentari contenute nello Yacon favoriscono il transito del cibo e permettono un miglior assorbimento delle sostanze nutritive.

Riduce i trigliceridi e il colesterolo:  favorisce una riduzione sensibile dei livelli di colesterolo LDL e trigliceridi nel sangue.

Rafforza l’apparato scheletrico:permette all’intestino di assimilare in maniera più efficace alcuni minerali come il calcio, il fosforo e il magnesio, fondamentali per la formazione e il mantenimento delle ossa.

Rafforza il sistema immunitario: grazie ai polifenoli, che sostengono l’azione del sistema immunitario contro i radicali liberi.

Stimola la diuresi: favorisce la diuresi, limitando quindi il rischio di infezioni e infiammazioni nonché la formazione di calcoli renali.

Aumenta la fertilità dell’uomo: alcune ricerche (al momento eseguite solo su cavie di laboratorio) hanno evidenziato una relazione tra l’assunzione di sciroppo di Yacon e l’aumento della produzione di sperma. Non è ancora chiaro il motivo per cui questo avvenga, né se sugli esseri umani possa succedere altrettanto, ma se così fosse potrebbe essere una splendida notizia per chi ha problemi di fertilità.

Dosaggio: un cucchiaio da tè prima almeno 30 minuti prima di di cominciare ogni pasto della giornata, così da  favorire la soppressione della fame. Chi ha intezione di perdere peso non deve aspettarsi risultati miracolosi in poco tempo, bisogna abbinare anche l'esercizio fisico. Essendo un dolcificante naturale molto efficiente e soprattutto con pochissime calorie, può essere usato anche da chi non ha necessità di dimagrire, quindi  il dosaggio dipende dal gusto personale. È importante non superare le quantità giornaliere consigliate per evitare eventuali effetti collaterali.

Avvertenze: è un alimento assolutamente sicuro e naturale. La radice da cui è estratto viene consumata da secoli dalle popolazioni dell’America latina senza che ci sia alcun tipo di problema per la salute. Dato che fa parte della famiglia dei girasoli, chi è allergico a questo tipo di piante, dovrebbe evitare di assumere lo sciroppo, per non rischiare di andare incontro a reazioni allergiche anche molto gravi.
Inoltre chi soffre abitualmente di feci liquide o diarrea potrebbe notare un’intensificazione della frequenza degli attacchi in caso di assunzione.

Se, per motivi di salute state facendo una dieta particolarmente rigorosa consultate un medico prima di cominciare a consumare questo prodotto, in modo da essere sicuri che sia compatibile con il regime alimentare che state seguendo. Sono possibili casi di intossicazione, se si supera il dosaggio giornaliero consigliato sulle confezioni. I sintomi, tuttavia, non sono molto gravi e sono tutti a carico dell’apparato gastrointestinale. I più comuni sono nausea, vomito, flatulenza, feci morbide o diarrea.

martedì 19 aprile 2016

Mantenere la linea e contrastare il colesterolo: un aiuto dalle Alici

Come poter tenere sotto controllo la linea e il peso e contemporaneamente contrastare il colesterolo senza rinunciare al gusto? Non dobbiamo sforzarci troppo, perché in pescheria troviamo un ottimo alleato: le alici.

Tenere sotto controllo il colesterolo e la linea, due obiettivi che costano sempre fatica e sacrificio. In questo caso possiamo farci aiutare dalle amiche alici, il pesce azzurro povero ma buono, sano e proveniente dal nostro mare. Le alici contengono acidi grassi polinsaturi (i famosi Omega 3) che hanno una forte azione antinfiammatoria. Se il nostro organismo è infiammato, il metabolismo ne risente e la tendenza è farci ingrassare. Così introducendo gli Omega 3 possiamo aiutare il nostro organismo a smaltire le tossine, inoltre possiamo tenere sotto controllo trigliceridi e colesterolo, contribuendo così a ripulire e sgrassare il sangue.

Le lische delle alici, che si possono consumare, poiché si tratta di un pesce piccolo, sono ricche di vitamina D e di calcio. La vitamina D, che favorisce il metabolismo delle ossa, viene prodotta dall’esposizione alla luce solare e solo in parte assimilata attraverso gli alimenti. Calcio e vitamina D sembrano avere anche un ruolo importante nel mantenimento del giusto peso corporeo: il calcio, aiuterebbe a tenere sotto controllo lo stimolo della fame, e, la vitamina D, secondo uno studio israeliano condotto dalla Ben-Gurion University del Negev (BGU) e pubblicato sul Journal of Clinical Nutrition, avrebbe la proprietà di non farci accumulare grasso. Inoltre le alici sono un alimento estremamente gustoso, poco calorico (130 kcal per 100 g) e facilmente digeribile.

Per ottenere tutti i benefici che le alici ci possono dare, si consiglia di cucinarle al vapore o al forno (al massimo a 150 gradi). Se preferite le alici conservate, è meglio usare quelle conservate in olio extravergine di oliva, da sgocciolare prima dell’uso. Le alici fresche sono ottime anche marinate: al prezzemolo tritato e all’aglio sminuzzato, aggiungere del succo di limone o, al posto del limone, aceto di mele. Ricordate che l’aceto di mele è depurativo e alcalinizzante (come il limone) e contrasta infiammazioni, ritenzione e cellulite. Conservare le alici in un vasetto di vetro chiuso in frigorifero.

Per preparare un secondo rassodante e bruciagrassi pulire 6-7 acciughe fresche e disporle in una teglia alternandole a fette di limone non trattato. Cuocere per 20 minuti a 150 gradi. Prima di terminare la cottura, spolverare con gomasio (il mix di semi di sesamo e sale, reperibile in erboristeria) e alghe disidratate in polvere, e completare con una grattugiata di buccia di limone. Con questa ricetta, da servire con una grande insalata, si fa scorta di Omega 3 e di vitamine C e D, e si moltiplica l’apporto di calcio (contenuto nelle lische, nel sesamo e nelle alghe).

lunedì 11 aprile 2016

Non chiederti cosa tu puoi fare con i porri, ma cosa loro possono fare per te

Non so voi, ma io adoro sia l'aglio che la cipolla, che utilizzo abitualmente in cucina, mi piacciono incredibilmente sia l'odore che il sapore. Ma vorrei spezzare una lancia anche per il porro che è loro parente (facciamo tipo cugino ok?), che contiene sostanze nutritive ed ha un ottimo sapore, molto delicato pur parente dell'arrogante cipolla e dell'aglio nemico dei vampiri (ci sarà stato un motivo no?). Ma il porro è molto meno noto e anche evitato quasi fosse da scartare, ma sono convinta che sia solo perchè non se ne conoscono le moltissime virtù.


Il porro fa parte della stessa famiglia delle alliaceae. Ed è il solfuro di allile che gli conferisce, come del resto ai suoi parenti, il tipico odore e sapore. Eccone elencate le proprietà: anticancro, depurativo, protegge il cuore. Nei secoli passati era usato in cucina come alimento diuretico e depurativo. Per queste sue proprietà, a livello curativo è impiegato in caso di obesità, infiammazioni renali, gotta e per combattere il colesterolo alto.

La presenza di allile, il principio attivo del porro, assieme ai flavonoidi presenti fa sì che svolga un'azione benefica sulla circolazione del sangue in grado di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Recenti studi hanno anche verificato la sua utilità nella prevenzione dell’artrosi dell'anca.

Altre proprietà nutrizionali del porro? Vitamine e fibre utili per la regolarità intestinale (a tal proposito specifichiamo che le fibre più utili per regolarizzare l’intestino e combattere la stipsi sono quelle contenute nella parte bianca) , ottima fonte alimentare di vitamina C, acido folico e betacarotene. Le fibre contenute nella parte verde sono più pesanti da metabolizzare ed è per questo motivo che del porro si utilizza il bulbo e la sola parte bianca.

Non solo, il porro svolge un’azione antibatterica e antisettica. Ma come utilizzarlo al meglio? Il porro è un ortaggio da consumare preferibilmente crudo, se si vuole sfruttare appieno tutte le sostanze nutritive che contiene. Se volete proprio cuocerlo, evitate la lessatura e preferite una cottura veloce a fuoco basso o fatelo al vapore. Il porro è economico e può essere conservato in frigorifero anche una settimana se intero. Se lo tagliate va consumato immediatamente. E ora correte a provarlo, e ricordate, non ucciderete nessuno con una fiatata se lo mangiate!


sabato 26 marzo 2016

Semi oleosi, serbatoi di benessere

Molte sono le obiezioni che si sentono muovere verso un consumo regolare (ma non abbondante) di semi oleosi: una presunta difficoltà nella digestione, l'eccessiva ricchezza di grassi, la colesterolemia elevata. Eppure sono passati giusto 22 anni dalla pubblicazione sulla rivista scientifica "Archives of Internal Medicine" (luglio 1992) dei risultati di una famosa ricerca (Adventist health study) che ha coinvolto negli Stati Uniti i componenti adulti di oltre 63 mila famiglie  nelle loro abitudini di vita, nelle consuetudini alimentari e nelle loro vicende sanitarie.

È stato accertato, tra l'altro, che il consumo di semi oleosi (noci, mandorle, nocciole) da l a 4 volte alla settimana riduce in modo significativo il rischio di malattia coronarica fino al 25 per cento. Ma non basta. Il consumo di semi oleosi si è dimostrato attivo nella riduzione del rischio di eventi coronarici perfino in persone a rischio come gli anziani, gli ipertesi e gli obesi. Questo vantaggio ha tre motivazioni nutrizionali:

l. I semi oleosi sono molto ricchi di acidi grassi mono e polinsaturi, che abbassano il colesterolo sanguigno e prevengono l'arteriosclerosi.
2. Racchiudono un'alta quantità di vitamina E, un potente antiossidante.
3. Noci, mandorle e nocciole contengono fibre (da 7 al 12 per cento) che modulano l'assimilazione del cibo dall'intestino, favoriscono l'eliminazione del colesterolo dall'organismo e facilitano l'espulsione delle feci.

I semi oleosi sono comunque alimenti di un certo impegno calorico e quindi andrebbero consumati in sostituzione (e non in aggiunta) di altri alimenti proteici di origine animale come la carne, il pesce, le uova e i formaggi. Un buon pane integrale, una manciata di noci sgusciate e una ricca insalata di verdure crude sono un pasto salutare e perfettamente digeribile. Porzioni più modeste possono arricchire la prima colazione o lo spuntino pomeridiano o aggiungerli ai dolci caserecci.













martedì 29 dicembre 2015

Colesterolo sotto controllo: otto cibi per tutti

Per cercare  di prevenire gli accumuli di colesterolo e ridurre i valori di quelli già presente, come dicono gli esperti, dobbiamo seguire una dieta povera di grassi animali e zuccheri raffinati, in pratica non dobbiamo introdurre più di 300 mg di colesterolo al giorno. Ma lo sappiamo tutti che specialmente in questo periodo di festività siamo più portati agli eccessi. Quindi sarebbe opportuno preparare il nostro corpo ad affrontare eventuali eccessi portando in tavola 8 cibi che, se consumati 2-3 volte a settimana per 3 settimane per aumentare il colesterolo buono e salvare il nostro organismo dai danni degli eccessi alimentari. Prepariamoci dunque a consumare:



Avena: ricca di fibre, che normalizza la produzione di colesterolo endogeno. La si può consumare sotto forma di pane, crusca, fiocchi, nel latte, nello yogurt o nelle zuppe. Anche sotto forma di latte, come il latte d'avena. 

Mele: come dice il proverbio,  è sufficiente mangiare una mela al giorno per 4 settimane per ridurre del 40% i livelli di colesterolo “cattivo” (o LDL). Le Granny Smith in special modo.

Carciofi:  ottimi per smaltire l’eccesso di colesterolo attraverso la bile, riducono la sintesi di colesterolo cattivo. Meglio mangiarli crudi, in insalata o pinzimonio, conditi con un filo d’olio extravergine d’oliva e aceto di mele.

Tè oolong: è un ottima varietà di tè rosso che inibisce la lipasi pancreatica, un enzima che governa la sintesi di colesterolo. Cercate di sostituirlo al caffè, bevendone 3 tazze al giorno, con un cucchiaino di miele e un pizzico di zenzero fresco.

Noci e mandorle: ricchi di grassi buoni, riducono il colesterolo perché aumentano la presenza di acidi monoinsaturi nel sangue. A colazione la mattina nello yogurt o a merenda, con una mela cotta o una ciotolina di mosto d’uva.

Porri: con calcio, potassio e vitamine, liberano il sangue dal colesterolo LDL. Si possono usare per i soffritti, nelle zuppe o  nelle insalate afettati fini. Le parti verdi, invece, si possono mettere in minestre e frittate.

Semi di lino: 100 g al giorno si riduce il colesterolo cattivo di circa il 10%. E questo grazie al contenuto di vitamina B, magnesio, manganese e acido linoleico. Aggiungili a yogurt, zuppe, insalate, frullati. Usate anche l’olio di semi di lino per condire.

Soia:  sono le sue proteine che abbassano il colesterolo LDL e la lecitina impedisce la formazione di placche sulle arterie. La si può consumare in germogli, pane, cracker, barrette, biscotti e aggiungete i suoi fagioli (gli azuki) alle zuppe o cuoceteli al vapore e metteteli nell’insalata.

mercoledì 16 dicembre 2015

Tè al sedano e tè al sesamo: contro colesterolo e per la longevità

Per aiutarci ad eliminare i grassi presenti nel sangue, possiamo preparare un singolare tè: quello al sedano. Del sedano avevo infatti parlato qualche tempo fa, in particolare avevo trattato del sale di sedano, ottimo contro l'ipertensione. Le virtù del sedano quindi possono anche esplicarsi in un infuso a base di tè, quello al sedano appunto. Per prepararlo prediligete un dei tè Pu'er. Vi occorreranno dunque:

300 grammi di sedano fresco; 1 cucchiaino di foglie di tè

Procedete così: lavate, pulite e sminuzzate il sedano in piccoli pezzi e unitelo alle foglie di tè. Coprite la miscela con acqua bollente e lasciate in infusione per dieci minuti. Filtrate e consumate due volte al giorno, meglio al mattino e poi dopo pranzo.

Del sesamo invece si apprezzano alcune importanti virtù fra cui: la stimolazione delle funzioni renali, la cura dell'anemia, la spossatezza e, come molti sanno è ottimo per i capelli. Con un buon infuso di tè a base di sesamo possiamo unire un po' tutte queste virtù. Vediamo come:

500 grammi di sesamo bianco; tè nero

Abbrustolite il sesamo in padella e a fuoco lento, ridotto in polvere fine con il frullatore e conservatelo in un barattolo a chiusura ermetica. Preparate quindi un tè nero e aggiungetevi 30 grammi di polvere di sesamo, salando leggermente l'acqua di infusione. consumate due volte al giorno.




lunedì 16 novembre 2015

Artiglio del Diavolo, potente antidolorifico naturale e non solo

I dolori osteo articolari sono una piaga infernale per chi ne soffre e si sa non basta certo una cura per farli scomparire e non pensarci più. Le terapie contro i dolori non sono mai definitive e spesso i farmaci di sintesi hanno spiacevoli effetti collaterali. Io che mi definisco anti medicina, fin là dove è possibile evitare i farmaci, ho sperimentato su di me un efficace rimedio: l'artiglio del diavolo.

Ne avrete certo sentito parlare, anche solo per il suo nome così particolare e forse per alcuni anche inquietante, ma che è dovuto alla forma particolare dei frutti della pianta in questione: harpagophytum procumbens. Originaria dell'Africa questa pianta è da tempo immemore conosciuta per le sue proprietà antidolorifiche antinfiammatorie.


Il principio attivo a noi utile si trova nelle radici, si tratta apunto dell'arpagoside. L'estratto secco si usa in particolare per dolori muscolari, reumatici, artrite reumatoide, reumatismo infiammatorio, osteoartriti, tendiniti, contusioni, dolori di schiena, sciatica, torcicollo, mal di testa, dolori cervicali, contusioni, micro traumi e altre infiammazioni muscolari.

Oltre alle proprietà appena descritte però l'artiglio del diavolo se assunto sotto forma di infuso ha proprietà digestive, abbassa il colesterolo ed è utile ad eliminare l'acido urico, tanto che viene consigliato a chi soffre di gotta. Tali proprietà derivano dai principi amari che sono stimolanti dei succhi gastrici e della bile. Devono astenersi però coloro che soffrono di gastrite, ulcere duodenali e gastriche e le donne in gravidanza.

La sua efficacia è stata paragonata a quella dei farmaci tradizionali, ma come sempre è bene parlarne prima con il medico o con l'erborista di fiducia, in particolare se già è in corso una terapia farmacologica. Fra l'altro è possibile trovare creme e pomate a base di artiglio del diavolo, che applicate localmente possono alleviare molti dolori.



venerdì 2 ottobre 2015

I Fagioli: l'ex Carne dei poveri

I fagioli sono stati ritenuti per molto tempo un alimento essenzialmente adatto alla plebe e ai lavoratori, poco conveniente dunque per tavole e palati raffinati. Non a caso i fagioli erano conosciuti come «la carne dei poveri», cioè il cibo proteico per coloro che non potevano (o non dovevano) consumare alimenti pregiati di derivazione animale, riservati alla nobiltà.

Oggi, numerose ricerche hanno confermato che una rnodesta quantità di fagioli, consumata con regolarità, può contribuire a prevenire e a curare parecchie patologie degenerative come il diabete, l'aumento del colesterolo nel sangue, l'ipertensione arteriosa, diversi tipi di cancro e altro ancora. I fagioli sono un ingrediente fondamentale di tutte le cucine tradizionali e spesso accompagnano, completandolo sul piano proteico, il piatto di base costituito dai cereali.

I diversi piatti tradizionali (pasta e fagioli, riso e fagioli, polenta e fagioli, ecc.) sono l'ottimo risultato che caratterizzano la gastronomia italiana e, con lievi variazioni, anche le abitudini alimentari della maggior parte della popolazione mondiale. La combinazione delle proteine dei legumi con quelle dei cereali, tipica di queste ricette, innalza la qualità nutrizionale di questi alimenti a livelli molto elevati.

I fagioli sono molto ricchi di proteine (allo stato secco ne contengono circa il 23 per cento), ma contengono anche importanti minerali e vitamine. Le fibre, la cui carenza nell'alimentazione odierna è all'origine di parecchie patologie (stitichezza, diverticoli intestinali, emorroidi, varici, diabete, malattie cardiovascolari ...), sono presenti nei fagioli in elevata quantità (circa 18 per cento). Per migliorarne la digeribilità è opportuno osservare i seguenti accorgimenti.

 Mettete in ammollo i fagioli per almeno 12 ore e cuoceteli (senza sale e in acqua rinnovata) per almeno due ore (oppure per 50-60 minuti in pentola a pressione). Non consumateli come contorno di altri alimenti proteici come carne, formaggi o uova, ma in alternativa a questi con l'opportuno accompagnamento di verdure crude.


lunedì 3 agosto 2015

Vitamine, alcune precisazioni, vitamina B5 (acido pantoteico)

Rimaniamo nel gruppo B e occupiamoci oggi della vitamina B5 o acido pantoteico

VITAMINA B5 (acido pantoteico)
Svolge un ruolo importantissimo nel metabolismo cellulare. Come coenzima, al pari delle prime tre vitamine del complesso B, partecipa alla produzione di energia da carboidrati, grassi, proteine. C'è una stretta correlazione tra l'acido pantoteico presente nei tessuti e il funzionamento della corteccia surrenale. Esso stimola le ghiandole surrenali, aumentando la produzione di cortisone e di altri ormoni importanti per la salute di pelle e nervi.

 La vitamina B5 è essenziale per la sintesi del colesterolo, degli steroidi (componenti organici liposolubili) e degli acidi grassi, e favorisce l'utilizzazione delle altre vitamine, soprattutto la riboflavina. E' importante per mantenere il tratto digerente in buona salute. Può migliorare la capacità dell'organismo di sopportare condizioni stressanti, rafforzando anche il sistema immunitario sensibile algi ormoni dello stress, adrenalina e noradrenalina. E' utile nelle terapie di disintossicazione dall'alcol e può agire come immunostimolante.

Le fonti: è contenuta nell maggior parte degli alimenti, soprattutto legumi, germe di grano, cereali integrali, arance, noccioline, tuorlo d'uovo, fegato. Viene sintetizzata nell'organismo dalla flora batterica intestinale. E' instabile al calore (la cottura della carne comporta una perdita del 30% di vitamina B5, mentre perdite inferiori si hanno nella cottura dei vegetali che la contengono) e in ambienti acidi o basici.

L'integrazione di vitamina B5: spesso viene consigliata una sua integrazione (250 mg due volte al giorno) in caso di stress psicofisico, per il trattamento delle allergie e riequilibrare il sistema immunitario. La vitamina B5 è utile anche in caso di artrite reumatoide (2 g al giorno) e per abbassare i livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue (300 mg tre volte al giorno). In quest'ultimo caso, è meglio somministrare la forma acido pantoteico nota come panteina.


giovedì 18 giugno 2015

Excursus sui macerati glicerici, Pino mugo, Ribes nigrum

Oggi ci soffermeremo su altri due macerati altrettanto utili alla nostra salute.

PINO MUGO
Le gemme agiscono sul sistema osteoarticolare, stimolando il tessuto osseo e cartilagineo, con un'azione antinfiammatoria e rigenerante. Utile anche come ricostituente. Assumere 50 gocce 3 volte al giorno; se associato ad altri gemmoderivati, assumere 50-70 gocce in un'unica sommnistrazione.

RIBES NIGRUM
Le gemme agiscono sorpattutto sulle ghiandole surrenali stimolandole al rilascio di sostanze antinfiammtorie e antiallergiche. Inoltre rafforzano il sistema immunitario, combattono la stanchezza, aumentano la resistenza al freddo nei soggetti freddolosi, favoriscono l'eliminazione dell'urea e dell'acido urico, riducono i livelli di colesterolo nel sangue, stabilizzano le membrane cellulari e drenano l'organismo. Assumere 30-50 gocce 2-3 volte al giorno; se associato ad altri gemmoderivati prendere 70-150 gocce in un'unica somministrazione al mattino al risveglio.


mercoledì 25 marzo 2015

Il Cumino alleato della linea

Arriva la primavera e tutti vengono assaliti dal pensiero della prova costume. Spesso ci si affretta a mettersi a dieta alla spicciolata senza un vero e proprio schema alimentare adeguato: il pensiero dominante è solamente quello di perdere i chili in fretta. Niente di più sbagliato. Perdete un po' di tempo e valutate bene prima come vi alimentate, sono i cibi che state mangiando e come li abbinate a dirvi già cosa state sbagliando. Considerate anche quanto moto fate, perchè è molto importante per il metabolismo.


Sappiate inoltre che potete anche chiedere aiuto alle spezie e fra queste si rivela molto utile il cumino. Lo ha dimostrato uno studio dell'Università iraniana Shahid Sadoughi, perchè il suo consumo regolare aiuterebbe a ridurre la massa grassa e in più abbasserebbe il colesterolo. Lo studio ha preso in considerazione un campione di 88 donne obese e in sovrappeso, che sono state divise in due gruppi. 

Nell'arco di tre mesi entrambi i gruppi hanno ricevuto consulenza da nutrizionisti e diminuito l’apporto calorico giornaliero di 500 calorie, poi ad uno dei due gruppi, sono stati somministrati 3 grammi di cumino al giorno e alla fine dello studio le donne che avevano assunto cumino erano dimagrite di 1,4 kg in più rispetto a quelle dell’altro gruppo. Il cumino però ha anche altre utili proprietà, è ricco di ferro, migliora la salute del sistema immunitario, contrasta l’osteoporosi, riduce il colesterolo e contiene antiossidanti. Questi ultimi si trovano in maggior quantità nei semi. Il cumino inoltre disintossica l’organismo, migliora la digestione, risolve i problemi di gonfiore addominale e ha proprietà calmanti.

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