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venerdì 25 marzo 2016

Tipologie energetiche e l'aromomassaggio

Nella pratica dell'aromomassaggio può essere utilizzata una classificazione in cinque tipologie energetiche che si rifanno ai cinque principali caratteri bioenergetici. Occorre però precisare che questa classificazione non è altro che una griglia di riferimento, infatti ognuno di noi è quasi sicuramente un carattere misto con una prevalenza più spiccata di un tipo o dell'altro.

Anche se i tipi caratteriali puri sono molto rari, si può comunque catalogare una persona come appartenente all'uno o all'altro tipo, poichè manifesta sempre un disturbo dominante che fissa lo schema di base del suo comportamento. Nella realtà quasi mai si trovano individui chiaramente identificabili.

Le varie tipologie o tendenze si mescolano e sovrappongono nella totalità degli atteggiamenti e nella diversità delle circostanze. "Sono io" potrà pensare qualcuno riconoscendosi in ognuno dei tipi che vedrà descritti. Ma non basta avere le gambe magre o il collo largo per essere oggettivamente un tipo dipendente o sottomesso.

Ciò che può essere catalogato non è mai la verità della persona, quanto ciò che teoricamente può essere riconosciuto secondo un certo sistema come meccanismo di difesa o atteggiamento "patologico". E' sempre comunque necessario l'intervento di una interpretazione di "quel" momento espressivo, per "quella" persona in "quella" situazione.

giovedì 31 dicembre 2015

Le pratiche tantriche e la classificazione occidentale dei centri

Sappiamo quindi che la sostituzione del centro del sesso con quello della milza nell'insegnamento teosofico fu dovuto soprattutto a un certo pregiudizio inconscio contro l'introduzione di concetti sessuali, poiché in certe pratiche corrotte e in certi culti corrotti della stregoneria l'elemento sessuale viene grossolanamente posto in rilievo.
La parola « corrotto » è in corsivo, perché è possibile che alcuni possano indignarsi al sentir parlare  di « pratiche tantriche corrotte».
Qui non si intende attaccare l'intero sistema tantrico. È un elevato sistema orientale di filosofia pratica, e non gli si possono imputare gli eccessi di certi praticanti della magia tantrica, cosi come non si possono imputare alle Chiese cristiane le messe nere di cui si sente parlare.

Tuttavia, per tornare al nostro elenco dei « centri », la classificazione occidentale è perfettamente in linea con quella teosofica generale, se il centro sopra la testa viene considerato quello che assimila l'energia del sole, e se inoltre viene visto come la causa del centro inferiore situato in mezzo agli occhi. Allora, il centro cardiaco e quello del plesso solare, insieme, formeranno il centro collocato in quella parte del corpo, e il centro genitale può essere considerato, in congiunzione con quello alla base della spina dorsale, come un centro solo. Dunque abbiamo perduto soltanto il centro della milza, e può darsi che questo abbia altre funzioni. Si è osservato che in alcuni casi, in cui il corpo eterico lasciava temporaneamente quello fisico, usava apparentemente il centro della milza come uscita.

Eccoci dunque alle prese con i cinque centri dell'insegnamento occidentale.
I centri apparentemente ubicati lungo la spina dorsale sembrano estendersi alla superficie dell'aura, in vortici d'energia a forma di cono o d'imbuto; e dove questi vortici toccano l'epidermide esterna dell'aura, appaiono coperti da qualcosa che sembra una ragnatela tenue e finissima di sostanza eterica. I vortici ruotano continuamente, e secondo la rotazione, l'energia viene attratta o irradiata. Abbiamo detto che il centro sopra la testa trae l'energia dal sole; e questa energia, così assorbita, carica fortemente il centro del plesso solare.

Il punto discusso è se l'energia del sole, specializzata dal centro del plesso solare, sia tutta quella assorbita, o se sia semplicemente una carica stimolante e «attivante» che fa trarre una maggiore quantità di forza vitale dalla grande corrente primaria d'energia, che giunge al corpo eterico dal mondo eterico mediante il centro che si trova nell'aura al di sotto dei piedi.


lunedì 29 giugno 2015

Gli oli essenziali, la volatilità delle essenze

La volatilità è la velocità con cui le essenze evaporano una volta esposte all'aria. Le essenze hanno tassi di evaporazione diversi: ve ne sono alcune più leggere e volatili (per esempio eucalipto, arancio), altre più pesanti  e più lente (patchouli, sandalo). Dagli esperti nella composizione dei profumi è stata stilata una classificazione delle essenze in base alla velocità di dispersione nell'aria. 

Questa scala di evaporazione comprende tre classi: la classe superiore, costituita dagli oli più leggeri, che evaporano più in fretta (tono superiore), la classe media (tono medio) e la classe inferiore, costituita dalle essenze che evaporano più lentamente (tono base). Gli aromi della classe superiore, sono quelli che si avvertono maggiormente quando si annusa un profumo, mentre quelli della classe inferiore vengono impiegati come fissativi, per trattenere quelli più volatili e far durare il profumo più a lungo.

Applicando queste conoscenze in aromaterapia, si è visto che esiste un legame tra la velocità di evaporazione e l'effetto che le essenze hanno sulla mente e sul corpo: le essenze superiori, che evaporano velocemente, agiscono più in fretta e in genere stimolano e rinfrancano la mente (per esempio rosmarino, salvia); gli oli inferiori, che si volatilizzano molto più lentamente, sono fondamentalmente sedativi e rilassanti. Fanno parte di questa classe la maggior parte dei legni e delle resine, che sono efficaci negli stati cronici. Gli oli di tono medio, che hanno una velocità di evaporazione intermedia, sono in rapporto soprattutto con le funzioni dei vari organi e con il metabolismo e hanno un effetto riequilibrante (lavanda, menta, cardamomo, pepe, basilico, issopo).

lunedì 9 giugno 2014

Tipologie energetiche | Salute

Nella pratica dell'aromomassaggio può essere utilizzata una classificazione in cinque tipologie energetiche che si rinfanno ai cinque principali caratteri bioenergetici. Occorre però precisare che questa classificazione non è altro che una griglia di riferimento, infatti ognuno di noi è quasi sicuramente un carattere misto con una prevalenza più spiccata di un tipo o dell'altro.

Anche se i tipi caratteriali puri sono molto rari, si può comunque catalogare una persona come appartenente all'uno o all'altro tipo, poichè manifesta sempre un disturbo dominante che fissa lo schema di base del suo comportamento. Nella realtà quasi mai si trovano individui chiaramente identificabili.


Le varie tipologie o tendenze si mescolano e sovrappongono nella totalità degli atteggiamenti e nella diversità delle circostanze. "Sono io" potrà pensare il lettore riconoscendosi in ognuno dei tipi che vede descritti. Ma non basta avere le gambe magre e il collo largo per essere oggettivamente un tipo dipendnete o sottomesso.

Ciò che può essere catalogato non è mai la verità della persona, quanto ciò che teoricamente può essere riconosciuto secondo un certo sistema come meccanismo di difesa o atteggiamento "patologico". E' sempre comunque necessario l'intervento di una interpretazione di "quel" momento espressivo, per "quella" persona in "quella " situazione.
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