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lunedì 30 maggio 2016

Il buono della Vitamina D

Il buono della vitamina D è tutto concentrato nelle sue fondamentali funzioni per il benessere del nostro organismo. La usa carenza infatti provoca il rachitismo.


La carenza di vitamina D può causare problemi di salute, se siete fra coloro che non si espongono mai al sole, siete allergici al latte o seguite una dieta vegana molto rigida potreste rischiare una carenza di questa vitamina.  come forse già saprete la vitamina D è anche conosciuta come la vitamina del sole, poiché è prodotta dal nostro organismo proprio quando la pelle viene esposta al sole. E' molto importante perché fortifica le ossa in quando aiuta il nostro organismo a sfruttare il calcio.
Tale carenza è anche associata al rachitismo, una malattia che provoca un difetto di ossificazione. Spia di questa malattia sono i dolori alle ossa e debolezza muscolare, ma spesso sono quasi silenti. Inoltre la sua mancanza è associata al rischio di morte dovuto a malattie cardiovascolari, deterioramento cognitivo negli anziani, asma nei bambini e cancro.


Silvano Adami, reumatologo dell’Università di Verona spiega molto chiaramente: “Le persone più a rischio sono quelle che non assumono vitamina D, che arriva dall’alimentazione dei grassi. Per prenderla bisogna assumere grassi animali. E questo spiega per quale motivo molte persone sono carenti: perché evitano giustamente i grassi animali per altre ragioni. L’altra grande fonte di vitamina D è l’esposizione alla luce solare: noi potremmo ritenerci felici perché abbiamo abbondanza di sole, però non dimentichiamo che il sole efficace è quello delle ore centrali della giornata, soprattutto estive. D’inverno il sole non produce mai vitamina D perché è troppo basso all’orizzonte. E questo spiega chi è a rischio: gli anziani, che al sole non ci vanno per mille ragioni“.

Ma dove trovare vitamina D? Gli alimenti che la contengono sono: fegato, tuorlo d’uovo, latte, burro ed oli di pesce. Alle donne in gravidanza è spesso raccomandata un'integrazione di questa vitamina, anche dopo durante l'allattamento e anche ai neonati. Ma bisogna stare attenti ad alte dosi questa vitamina può rivelarsi tossica, per cui prima di assumere integratori specifici è importante consultare il parere medico. Fra i rischi di un sovradosaggio bisogna tener presenti: mineralizzazione di tessuti non ossei con calcificazioni diffuse degli organi, contrazioni e spasmi muscolari accompagnati a vomito, diarrea e mal di testa“.

mercoledì 24 giugno 2015

Oligoelementi, Ferro

Probabilmente la carenza di ferro e acido folico è l'alterazione nutrizionale più comune al mondo. Il fabbisogno quotidiano di ferro non è elevato, ma deve esser soddisfatto per svolgere le funzioni vitali della cellula e per mantenere l'organismo (quindi anche il sistema immunitario) in piena efficienza. 


La sua carenza apporta una vulnerabilità accresciuta nei confronti delle infezioni. Per la cura dell’anemia Il ferro, in oligoelemento, è impiegato per reintegrare la sua carenza in modo naturale (1 ml di sangue contiene 0,5 ml di ferro), senza creare accumuli nell’organismo, grazie alla sua forma molecolare facilmente digeribile ed assimilabile dall’intestino. 

Il ferro, infatti, viene assorbito dal duodeno e accumulato nella mucosa intestinale sotto forma di ferritina. E' essenziale per i neurotrasmettitori come la serotonina, la dopamina, la noradrenalina che regolano il comportamento e l’umore. Si combina con le proteine e con il rame per la formazione e la colorazione dei globuli rossi. Favorisce la resistenza allo stress e alle malattie, rinforza il sistema immunitario e aumenta la produzione di energia. Anche il fegato, la milza, il midollo osseo ed i muscoli, ne accumulano una certa quantità, la particolarità della fisiologia del ferro è che una volta immesso nell’organismo, la sua eliminazione è molto scarsa, a meno che non si è in presenza di una emorragia.

 A parte questa eventualità, la quantità di ferro persa attraverso le urine, le feci, il sudore, la desquamazione cellulare, il taglio periodico delle unghie e dei capelli è nell’ordine di qualche milionesimo di grammo. La carenza di ferro altera la capacità di resistenza dell’organismo allo sforzo, e soprattutto indebolisce cuore e cervello, provoca stanchezza, pallore, deficit immunitario, tachicardia, pelle squamosa, unghie molli e fragili, ronzii alle orecchie, emorragie, dolori mestruali, disturbi gastrointestinali diminuzione delle prestazioni intellettuali, sonnolenza, irritabilità, diminuzione dell’attenzione e difficoltà a concentrarsi.

 La carenza di ferro è frequente in gravidanza, in chi ha il ciclo mestruale abbondante, nelle donne fertili, in chi perde sangue a causa delle emorroidi.  Il ferro per l’anemia viene assimilato meglio se associato alla vitamina C, la quale ne favorisce l’assorbimento e svolge azioni sinergiche con esso; mentre il calcio ed il rame sono essenziali per la sua assimilazione. Si trova sottoforma di ferro gluconato e va preso 20 gocce 1-3 volte al giorno.


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