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venerdì 13 maggio 2016

Prelibato Alimento: la farina di carrube

Prelibato Alimento: la farina di carrube, che molti associano ai cavalli, ma che invece si rivela essere ricca proprietà benefiche e molto nutriente. Scopriamola insieme.


Il mio cavallo era goloso di carrube e siccome a lui piacevano tanto, le mangiavo anche io, le sgranocchiavamo insieme, e mentre alcuni dei miei colleghi sportivi ridacchiavano un poco inorriditi, io mi godevo il delicato sapore di cioccolato delle carrube. Le carrube sono il frutto dell'albero di carrubo, che tra l'altro è molto diffuso in Italia e sono simili a baccelli, all'interno dei quali si trovano i semi da cui si ricava l'omonima farina, ottima per l'alimentazione umana. 


Contiene pochi grassi ma è ricca di zuccheri naturali e di carboidrati. Viene spesso impiegata in sostituzione del cacao, ma a differenza di quest'ultimo, non contiene caffeina ed è adatta per coloro che non possono assumere eccitanti e che sono attenti ad un regime alimentare sano e bilanciato.

E' inoltre ricca di sali minerali, come il calcio e il ferro ed è un’importante fonte di fibre. Con essa si possono preparare dolci, biscotti e preparati da forno fino alla creazione di paste fresche. Negli impasti infatti sostituisce egregiamente le farine tradizionali sia per sostituire lo zucchero, dato che il suo sapore è molto dolce e particolare.

Se volete iniziare a usare la farina di carrube potete trovare infinite ricette sul web, ma dovete fare attenzione al dosaggio, poichè quella di carrube è una farina molto saporita. Sappiate che in Sicilia la farina di carrube viene usata per preparare la pasta fatta in casa che ha un gusto davvero particolare, e si accompagna molto bene con condimenti a base di versura o anche solo con olio di oliva.

Ma non è finita qui, perchè questa speciale farina può essre usata anche per la preparazione di bevande calde, sia quale sotituto dello zucchero che come alternativa al caffè e al cacao. Grazie alla sua leggerezza e alla totale assenza di caffeina, la farina di carrube è senza dubbio una valida alternativa per chi non può assumere bevande eccitanti o per chi semplicemente desidera variare la propria alimentazione introducendo un prodotto ricco di proprietà nutrizionali e salutari.




mercoledì 4 maggio 2016

Il cavolo cinese contro cistite e stipsi

Il cavolo cinese contro cistite e stipsi è un toccasana. Le sue proprietà antinfiammatorie, il contenuto di fibre, vitamine e sali minerali ne fanno un alimento che vale la pena introdurre sulle nostre tavole. 


Recentemente è arrivato nei nostri mercati il Cavolo Cinese, o Pak Choi, usato moltissimo sia nella cucina cinese che in quella giapponese. Il sapore delle sue foglie è simile a quello del cavolo nostrano mentre gli steli hanno uno consistenza succosa e un sapore dolce e rinfrescante, leggermente amarognolo. In Cina viene ancor oggi considerato un ottimo rimedio per la febbre, le infiammazioni e il mal di gola.


Le sue proprietà sono davvero molte: favorisce una buona peristalsi perché ricco di fibra, soprattutto a crudo, in insalata. Contiene calcio e precursori di vitamina A che lo rendono un ortaggio da privilegiare in gravidanza, in questo caso cotto al vapore. Alto anche il contenuto di potassio e di glucosinolato, inibitore delle cellule tumorali. Oltre ad usarlo nella preparazione di svariati piatti in Cina si usa sbollentarne le foglie e lasciarle seccare. Così possono essere consumate per tutto l'inverno come integratore di minerali.

Provate ad aggiungerlo alle insalate che vi preparate di solito affettandolo finemente: contribuirà ad essere un contorno fresco e rimineralizzante e ripulisce l'intestino, contrastando naturalmente la stitichezza.

Se volete un buon tonico per la pelle grassa potete ottenere un frullato da un'infusione raffreddata di foglie di menta, timo, prezzemolo e salvia, con due fusti di cavolo cinese, foglie incluse, sei cucchiai di acqua di amamelide e un cucchiaio di succo di limone: una volta filtrato, il tonico si applica sera e mattina su fronte, naso e mento, dove c’è una maggiore concentrazione di sebo. Si conserva in frigo, in un flacone di vetro scuro.

martedì 19 aprile 2016

Mantenere la linea e contrastare il colesterolo: un aiuto dalle Alici

Come poter tenere sotto controllo la linea e il peso e contemporaneamente contrastare il colesterolo senza rinunciare al gusto? Non dobbiamo sforzarci troppo, perché in pescheria troviamo un ottimo alleato: le alici.

Tenere sotto controllo il colesterolo e la linea, due obiettivi che costano sempre fatica e sacrificio. In questo caso possiamo farci aiutare dalle amiche alici, il pesce azzurro povero ma buono, sano e proveniente dal nostro mare. Le alici contengono acidi grassi polinsaturi (i famosi Omega 3) che hanno una forte azione antinfiammatoria. Se il nostro organismo è infiammato, il metabolismo ne risente e la tendenza è farci ingrassare. Così introducendo gli Omega 3 possiamo aiutare il nostro organismo a smaltire le tossine, inoltre possiamo tenere sotto controllo trigliceridi e colesterolo, contribuendo così a ripulire e sgrassare il sangue.

Le lische delle alici, che si possono consumare, poiché si tratta di un pesce piccolo, sono ricche di vitamina D e di calcio. La vitamina D, che favorisce il metabolismo delle ossa, viene prodotta dall’esposizione alla luce solare e solo in parte assimilata attraverso gli alimenti. Calcio e vitamina D sembrano avere anche un ruolo importante nel mantenimento del giusto peso corporeo: il calcio, aiuterebbe a tenere sotto controllo lo stimolo della fame, e, la vitamina D, secondo uno studio israeliano condotto dalla Ben-Gurion University del Negev (BGU) e pubblicato sul Journal of Clinical Nutrition, avrebbe la proprietà di non farci accumulare grasso. Inoltre le alici sono un alimento estremamente gustoso, poco calorico (130 kcal per 100 g) e facilmente digeribile.

Per ottenere tutti i benefici che le alici ci possono dare, si consiglia di cucinarle al vapore o al forno (al massimo a 150 gradi). Se preferite le alici conservate, è meglio usare quelle conservate in olio extravergine di oliva, da sgocciolare prima dell’uso. Le alici fresche sono ottime anche marinate: al prezzemolo tritato e all’aglio sminuzzato, aggiungere del succo di limone o, al posto del limone, aceto di mele. Ricordate che l’aceto di mele è depurativo e alcalinizzante (come il limone) e contrasta infiammazioni, ritenzione e cellulite. Conservare le alici in un vasetto di vetro chiuso in frigorifero.

Per preparare un secondo rassodante e bruciagrassi pulire 6-7 acciughe fresche e disporle in una teglia alternandole a fette di limone non trattato. Cuocere per 20 minuti a 150 gradi. Prima di terminare la cottura, spolverare con gomasio (il mix di semi di sesamo e sale, reperibile in erboristeria) e alghe disidratate in polvere, e completare con una grattugiata di buccia di limone. Con questa ricetta, da servire con una grande insalata, si fa scorta di Omega 3 e di vitamine C e D, e si moltiplica l’apporto di calcio (contenuto nelle lische, nel sesamo e nelle alghe).

venerdì 8 aprile 2016

Tutti come Braccio di Ferro: mangiamo gli spinaci!

Ricordate quando Braccio di Ferro mangiando gli spinaci diventava invincibile? I suoi pugni stordivano Bruto e Olivia era salva. Era un'ottima pubblicità, che invitava i bambini ad imitare il famoso Sailor Man. Certo Braccio di Ferro non ci diceva quale segreto fosse nascosto negli spinaci, ma questo possiamo scoprirlo noi.

Gli spinaci affondano le loro radici nel continente asiatico, in Nepal, tuttavia esistono testimonianze che asseriscono che già nel Cinquecento, a Firenze, le suore benedettine coltivassero gli spinaci nei propri orti. Probabilmente per le proprietà tonificanti e lassative della pianta, di cui si conoscevano già i benefici per vista e cuore.


Sono uno dei prodotti ortofrutticoli più diffusi sul pianeta, ne esistono numerose qualità tra cui le più conosciute sono il “Gigante d’inverno” con foglie particolarmente ampie, carnose e crespe, il “Matador”, che si coltiva in primavera, il “Merlo nero” a foglia media e arricciata, il “Re dell’estate” ed il “Virofly” a foglie grosse di colore verde cupo.

Ma è nelle foglie che risiede lo scrigno dei segreti, esse infatti sono caratterizzate da un alto contenuto di vitamine A e C e in minore quantità B, D, F, PP e K, accompagnate da una discreta quantità di minerali quali rame, potassio, zinco, calcio e fosforo. Gli spinaci occupano una posizione rilevante nella classifica degli alimenti con proprietà utili all'organismo umano. Contengono infatti la luteina, sostanza conosciuta per la capacità antiossidante, in particolare essendo un carotenoide, si concentra soprattutto a livello della macula retinica, dove svolge un'importante funzione protettiva.

L’alta concentrazione di minerali inoltre ne favorisce lo sviluppo di proprietà lassative per l’organismo umano, così come l’acido folico presente procura benefici al sistema immunitario, aiutando notevolmente l'organismo nella produzione di globuli rossi. Per trarre i massimi benefici dal suo consumo è bene mangiarli crudi, magari in insalata con olio e sale; è, infatti, dimostrato che, una volta lessati, perdono il 50% circa delle loro proprietà utili all'organismo umano.

Si consiglia quando si cucinano di conservare l'acqua di cottura che può essere utilizzata con ottimi benefici come elemento di condimento per risotti e minestre; é, infatti, utile in caso di cistiti e soprattutto per lenire le dolorose conseguenze di scottature. Sono consigliati a chi soffre di anemia poiché contengono una buona quantità di acido folico, in grado di combattere questa patologia.


sabato 12 marzo 2016

Sfiammare le articolazioni con l'erba d'orzo

Prima che il mese di Febbraio volga al termine, è bene conoscere un altro alleato della salute: l'orzo, vecchio quasi quanto il mondo e tanto elogiato da Ippocrate per le sue proprietà medicamentose atte a proteggere le ossa. In particolare il suo segreto è racchiuso nelle sue foglioline verdi, dove si trovano tantissimi nutrienti che rinforzano e sfiammano i tessuti articolari poichè contengono il doppio del calcio contenuto nel latte, 7 volte la vitamina C delle arance ma anche tanto ferro, potassio, aminoacidi ed enzimi tra cui il SOD (superossido-dismutase), utile per sostenere la riparazione dei tessuti e prevenire la cronicizzazione di artrosi e artriti.


Ecco dunque che il succo d’erba d’orzo, che si assume sotto forma di polvere da diluire in acqua o latte, contiene degli aminoacidi che hanno un ruolo determinante nel rilascio dell’ormone della crescita, fondamentale per rallentare il processo d’invecchiamento generale e garantire anche un aumento della densità ossea. Chi infatti pratica qualche sport o svolge un lavoro fisicamente pesante, è bene sapere che le vitamine del gruppo B contenute nell’erba d’orzo aiutano a ridurre la fatica. Perciò quando l’organismo è messo a dura prova dall’esposizione a sostanze di sintesi e fattori inquinanti, il succo d’erba d’orzo si rivela un magnifico depurativo e disintossicante, perché assorbe e aiuta a espellere i residui chimici prima che s’infiltrino nei tessuti in profondità.

Inoltre il succo d’erba d’orzo contiene clorofilla, che come avevo accennato, è un antiossidante naturale che oltre a potenziarne la funzione antinfiammatoria, lo rende un alimento eccellente per migliorare la resistenza a livello osteoarticolare. Quindi, proprio nei mesi freddi,  se si soffre di dolori osteoarticolari e l’esposizione al freddo favorisce crampi e strappi, è bene aggiungere un cucchiaio d’erba d’orzo in polvere a una spremuta d’arancia e berla una volta al dì.

Alle signore in menopausa che devono ativarsi nella prevenzione dell'osteoporosi è consigliabile fare cicli di un mese, da ripetere 4-5 volte l’anno: bere ogni giorno un bicchiere di latte di mandorle con un cucchiaio di erba d’orzo. Se gli esami rivelano che l’osteoporosi è già presente, aggiungere  alla bevanda una capsula di equiseto, rimineralizzante.

mercoledì 27 gennaio 2016

Come scegliere l'acqua in base alle proprie esigenze

Per molti un'acqua vale l'altra, ma ogni consuamtore attento a ciò che acquista e alla propria salute, deve sapere quale acqua è più adatta alle sue esigenze, in base alle caratteristiche dell'acqua stessa. Esiste una classificazione delle acque minerali in base ad alcuni parametri: il contenuto di gas, il residuo fisso e la composizione di sali minerali.


Ogni acqua minerale, pertanto, è unica e ha caratteristiche proprie che la rendono idonea a ciascun individuo:
  • un’acqua povera di sali minerali è adeguata per diluire il latte in polvere destinato a neonati e lattanti; inoltre, grazie alle sue proprietà diuretiche, può essere utile a chi soffre di microcalcoli o di sabbiolina per fare un “lavaggio” dei reni; 
  • per chi fa sport o durante il periodo estivo, quando si suda maggiormente, è raccomandata un’acqua minerale che aiuti a reintegrare i sali persi; 
  • un’acqua bicarbonata, se bevuta durante i pasti, favorisce la digestione; 
  • quella ricca di calcio è indicata per la crescita dei bambini, per le donne in gravidanza e negli adulti per prevenire l’osteoporosi. 
  • l’acqua minerale ricca di calcio biodisponibile (che l’organismo assimila senza eliminarlo) è, inoltre, particolarmente, adatta per chi ha difficoltà nell’assorbimento di questo elemento attraverso il latte e i derivati; le acque solfate aiutano, invece, a combattere la stitichezza.

La scelta delle acque minerali è, però, la sintesi delle esigenze e dello stato psicologico del momento: ad esempio, quando si è assetati si ha il desiderio di un’acqua piatta e fresca, mentre quando fa molto caldo o semplicemente si vuole aiutare la digestione, si sente il desiderio di bere un’acqua gasata e ricca di magnesio. A voi la scelta.

sabato 26 dicembre 2015

Insalata belga, scarola e indivia per contrastare i chili delle feste

Le insalate amare chiamate "indivie" raggruppano l'insalata riccia, la scarola e l'insalata belga. Queste insalate hanno un alto potere depurativo e detossinante in quanto agiscono sul fegato, il quale, in special modo durante la stagione invernale, può essere soggetto a sovraccarichi di scorie poichè come tutti ben sappiamo, in questa stagione l'attività fisica si riduce, facciamo pasti più pesanti e sostiamo più a lungo in ambienti chiusi e talvolta sovrariscaldati.


Indivia, scarola e belga (come il sedano rapa, ricordate?),  hanno pochissime calorie (15-20 per 100 g di prodotto)  contengono vitamine A e C, folati, vitamine del gruppo B (ad azione anti fame) e soprattutto fibra, indispensabile per facilitare il transito intestinale. Hanno anche una buona quantità di calcio e di potassio e pochissimo sodio: perciò possiamo dedurre che queste buone insalate sono diuretiche e combattono la ritenzione idrica.

Lo afferma anche la millenaria medicina cinese che consumare alimenti amari, aiuta a  limitare il desiderio di dolce, ci purifica e ci mantiene in forma. Queste verdi amiche si possono mangiare crude, e nel caso controllate sempre la provenieneza, ma anche cotte. L'indivia e la scarola sono buonissime cotte in padella con poca acqua: le foglie si ammorbidiscono e perdono in parte il sapore amaro (ricordo ancora quelle cucinate da mio nonno). Al termine della cottura basterà un filo d'olio o se preferite della salsa di soia e un po' di pepe. oppure potete anche ripassarle in padella (dopo averle scottate in acqua) ma con poco olio e usate l'accorgimento di salare solo a fine cottura con sale integrale o dell’Himalaya e spolverate con peperoncino rosso (bruciagrassi).

La belga è ottima alla griglia ma va arricchita di sapore: a fine cottura, un filo di olio extravergine e un pizzico di prezzemolo tritato la rendono ancora più sfiziosa. Su tutti i piatti a base di indivia ti consigliamo di aggiungere erbe (salvia, timo, rosmarino) e, se gradito, uno spicchio d’aglio schiacciato, che migliora la digestione. Inoltre le spezie come il curry o la curcuma aggiungono antiossidanti ad azione snellente.

mercoledì 18 novembre 2015

L'Amaranto, il cereale senza glutine

Avete mai sentito parlare dell'Amaranto? L'ho nominato qualche tempo fa, in uno dei post in cui ho ampiamente parlato della Gluten Sensitivity e delle celiachia. Assieme alla quinoa e al grano saraceno, è totalmente privo di glutine e altamente indicato per chi affetto dalla celiachia, estremamente ricco di proteine si rivela un alternativa molto valida ai cereali tradizionali anche per la sua capacità di abbassare il colesterolo.

E' una pianta originaria dell'America centrale, di cui esistono diverse varietà e fra queste molte sono commestibili (A.caudatus, A.Hypocondtiacus, A,Cruentus, A.Edulis).  oggi coltivata estensivamente sopra tutto negli U.S.A, Cina, India, ma anche in Perù.  L'Amaranto cadde nel dimenticatoio ad opera di Cortès che, quando invase l'America centrale, allora dominata dagli Aztechi, sterminò popolazione, cultura e usanze e fece estirpare anche tutte le piantagioni di amaranto la cui farina veniva utilizzata nei rituali sacri per fabbricare piccoli idoli rappresentanti Dei, che poi venivano consumati con l'idea di assimilare la forza e l'energia Divine. 

Solo negli anni '70 è stato riscoperto da un punto di vista nutrizionale grazie agli studi del Dr Dowton. Fu così di nuovo ripresa la coltivazione su larga scala. Innanzitutto ha un contenuto proteico elevato i cui valori medi si attestano intorno al 15-17%, proteine ricche di lisina, un aminoacido essenziale che scarseggia nei cereali tradizionali. Altri contenuti riferiti a 100 g di semi sono: Ferro 7-8 mg, Vit C 4-5 mg, piridossina 0,5-0,7 mg e vit A .E' inoltre ricchissimo di potassio più di mezzo grammo, calcio e magnesio (più del 50% del fabbisogno giornaliero) fosforo. Sono presenti inoltre il 7-8% di lipidi rappresentati da saturi mono e polinsaturi. Le fibre alimentari raggiungono anche il 10% e i carboidrati si attestano intorno al 50%.Rimane ancora da citare la gamma degli oligoelementi comunque ben rappresentati. 

Nei recenti anni diversi studi hanno messo in luce la proprietà dell'amaranto nella riduzione del colesterolo. Sebbene la prima ricerca fu condotta nel 1996 negli Stati Uniti dal Dipartimento dell'agricoltura successive relazioni mostrano le proprietà dell'olio essenziale contenuto nei semi dell'Amaranto nella riduzione del colesterolo cattivo. Più recentemente invece, l'università di Guelph in Ontario (Canada) ha dimostrato che l'amaranto è una fonte molto ricca di fitosteroli, in grado di ridurre l'assorbimento del colesterolo nell'intestino. 

La tesi scientifica più recente di alcuni ricercatori russi nel 2007 ha approfondito il primo studio del 1996 chiedendosi se l'amaranto potesse essere usato su pazienti con patologie cardiovascolari. Successivi test confermarono che l'integrazione nell'alimentazione di pazienti affetti da ipertensione e patologie al cuore, ebbero una riduzione significata dei loro livelli di colesterolo e trigliceridi. 

Il Glutine è la principale proteina contenuta in molti cereali che può causare disturbi e intolleranze in diverse persone anche se non affette dal morbo celiaco. Ma i semi di amaranto sono totalmente privi di glutine e quindi indicati per un alimentazione gluten free e per questo stesso motivo adatta alla somministrazione dei bambini durante lo svezzamento. La ricchezza di fibre lo rende anche altamente digeribile e quindi facilita una corretta digestione, quindi adatto anche al consumo da parte di anziani oltre che da parte di bambini di qualsiasi età.


martedì 3 novembre 2015

Bistorta, caratteristiche, proprietà e usi di una pianta dimenticata

Il nome polygonum deriva dal fatto che il fusto porta grossi e numerosi nodi; bistorta per via della struttura rivoltata su se stessa. Quest' erba, che in Italia è sempre stata conosciuta e apprezzata soprattutto dalle popolazioni alpine, nei paesi del nord-Europa gode da secoli di grande considerazione. Addirittura, nel 1971 , il giornale londinese Times indisse un concorso per il più buon pudding fatto con la bistorta, allo scopo di rinverdire le tradizioni di questo dolce e proporre nuove ricette, ottenendo un insperato e clamoroso successo.


Caratteristiche e proprietà


Si tratta di una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Poligonacee. Ha radice contorta e fusto semplice eretto e fogliato. Le foglie basali sono allungate e ovali con un lungo gambo spesso alato e mcrespato. La superficie inferiore è di colore azzurro chiaro. I fiori sono molto piccoli, di colore rosa viola-rosso e formano una densa spiga. Il frutto è nero e achenio cioè secco e con un solo seme. Si trova nei prati montani e pascoli umidi in suoli ricchi di nitrati, nei pressi delle torbiere e dei laghi alpini, sino ai 2000 m. Le foglie basali, che vanno sempre usate fresche, si raccolgono dalla tarda primavera fino all'inizio dell'autunno. La radice si raccoglie in autunno e si fa essiccare al sole, oppure in forno, dopo averla ripulita, liberata da fili e piccole radici: lavata ed asciugata. I componenti della bistorta sono tannini, acidi organici, zuccheri, composti organici e calcio. Ha proprietà astringenti, antinfiammatorie e cicatrizzanti.

Utilizzo

Le foglie basali della bistorta sono da sempre usate cotte come succedanee degli spinaci e quindi con tutti gli usi di questi ultimi. Nel consumo occorre tenere presente la sua proprietà astringente. Nella medicina popolare si usa soprattutto la radice. A questo proposito studi recenti affermano che i principi  attivi della bistorta sono chimicamente vicini a quelli della ratania, costosissima pianta esotica, di cui la nostra pianta dei prati alpini è un ottimo succedaneo. Andrebbe quindi valorizzata per la sua azione precisa e mirata ad impedire lo sviluppo dei batteri e come disinfettante del cavo orale.
Colluttorio contro le infiammazioni della bocca e delle gengive: 50gr di radice cotta per mezz' ora in un litro d 'acqua. Colare e lasciar intiepidire prima dell'uso. Per la gola, fare gargarismi.
Decotto contro la diarrea: far bollire 40 g di radice m un litro d'acqua per mezz'ora. Colare, zuccherare e consumare a tazzine nella giornata.
Infuso contro le infiammazioni uterine: 40 g di radice di bistorta in un litro d'acqua bollente. Lasciare intiepidire e usare il liquido per irrigazioni.

venerdì 23 ottobre 2015

L'Acetosa, di qualche proprietà e la ricetta della salsa verde del 1766

Rumex significa "lancia" ed è riferito alla forma delle foglie; aceto sa per il sapore simile all' aceto. E certo che gli Egizi la raccoglievano in abbondanza e la servivano a fine pasto, come digestivo, persino alla mensa dei Faraoni. Anche i Romani ne fecero molto uso ' sia in cucina che come medicinale e la si ritrova menzionata da molti autori, fra i quali non manca Virgilio. Nel medioevo la si coglieva tenera per farne minestre e salse e per aggiungerla alle insalate, sottolineandone anche il valore medicinale, come in questo passo dei Consulti medici del Cocchi: "Sia il pranzo consistente in minestra brodosa molto, di carne con pane o paste, e bollitura di lattuga o d' acetosa" .


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Poligonacee. Possiede fusto rotondo, leggermente scanalato; alla fioritura può raggiungere il metro di altezza. Le foglie della base hanno lungo gambo e sono a forma di lancia con punta acuta e margine ondulato; quelle del fusto sono prive di gambo. I fiori sono portati in una lunga spiga terminale e hanno sesso separato; il colore è verde chiaro sfumato di rosa. Il frutto è secco, contenente un solo seme (achenio) ricoperto da lamina alata ed ha colore rosso-bruno. Detta anche erba brusca, l'acetosa si trova nei prati e luoghi erbosi di tutta Italia ed è comune sino a 2000 m. Le foglie si raccolgono in primavera, nel periodo che va da marzo a fine aprile. Si usano sempre crude e quindi non vanno essiccate. Il sapore decisamente interessante e aromatico ha spinto gli orticoltori a selezionare anche aceto se da orto e se ne vendono le sementi con il nome di Rumex acetosa varohortensis o anche Rumex hispanicus. L'acetosa è ben dotata di ferro, molto ricca di calcio, di fosforo, è ricchissima di vitamina A, ha discrete quote di vitamina C e fibre alimentari. Fra i suoi componenti vi sono numerosi composti organici. Possiede proprietà ricostituenti, lassative, diuretiche, digestive, toniche, rinfrescanti, antinfettive, aperitive e depurative.

Utilizzo

Le foglie raccolte prima della fioritura, crude, sono ottime sui pomodori, in frittate e minestre. Tritate e miste a burro per tartine. Cotte, insieme ad altre erbe, per minestre. Il Cuoco piemontese, pubblicazione del 1766, riporta questa salsa verde all' acetosa: "Pestate un pugillo di acetosa in un mortaio, spremetene il sugo, indi passatelo allo staccio; mettetevi dentro del buon butirro maneggiato con farina, sale e pepe grosso, fate legare la salsa sul fuoco e servitene tanto di grasso, come di magro". Assai simile a questa preparazione è un' antica salsa lombarda: quella detta all' erba brusca. Le proprietà medicinali dell' acetosa sono sempre state tenute in grande considerazione soprattutto nelle campagne, tant'è vero che nel Milanese le fu anche dedicata una canzoncina. Le foglie di questa pianta hanno la proprietà di far sparire tanti piccoli disturbi quando si mangiano in quantità adeguata. Inoltre fanno passare, strofinate sulle parti interessate, le bruciature e le irritazioni dovute alle ortiche. Una manciata di foglie bollite per alcuni minuti in un litro d'acqua danno ristoro ai piedi stanchi e che sudano facilmente. Un decotto di foglie d'acetosa al 5% serve a lenire le infiammazioni della bocca e della gola in gargarismi e sciacqui.
Cataplasma contro gli ascessi freddi: un pugno di foglie cotte, intiepidite e mescolate a un cucchiaio d'olio purissimo d'oliva. Applicare mediante una falda di garza. Un'unica controindicazione: per la presenza di ossalati è sconsigliato un uso costante ed eccessivo di acetosa a chi soffre di calcolosi, di disturbi gastrici ed epatici.

martedì 14 luglio 2015

Vitamine, alcune precisazioni, Vitamina C

Oggi ci soffermeremo sulla vitamina C, la più comune, la più conosciuta, e la più utilizzata.

VITAMINA C
E' un composto idrosolubile simile al glucosio. E' molto sensibile alla luce, al calore e all'aria, che stimolano l'attività degli enzimi ossidativi. Questa vitamina combatte le infezioni batteriche e riduce gli effetti di alcune sostanze che provocano le allergie. Per queste ragioni è spesso usata nella prevenzione e nella cura del raffreddore comune. 

Un'altra sua funzione molto importante è quella di mantenere in attività il collagene, una proteina necessaria per la formazione del tessuto connettivo della pelle, dei legamenti e delle ossa, nota anche per l'azione antirughe. La vitamina C ha un ruolo rilevante nella rimarginazione delle ferite e delle ustioni in quanto facilita la formazione del tessuto connettivo della cicatrice. La vitamina C è pure un efficace antiossidante che contrasta gli effetti dell'invecchiamento e svolge un'azione di conservazione dei cibi ai quali viene aggiunta. Alcuni studi recenti hanno rilevato che la vitamina C agisce come antistaminico e può essere usata per ridurre le dosi dei farmaci antiallergici (naturalmente sotto il controllo del medico!).

Ricordo che la vitamina C ha un ruolo significativo nel metabolismo del calcio e del ferro (l'assorbimento intestinale del ferro e calcio viene notevolmente migliorato dall'assunzione di giuste quantità di vitamina C). Inoltre, protegge la tiamina, la riboflavina, l'acido folico, l'acido pantoteico, la vitamina A e la E dall'ossidazione. Protegge anche il cervello e il midollo spinale dalla distruzione da parte dei radicali liberi.  

Le fonti: la vitamina C si trova in numerosi alimenti: agrumi, pomodori, peperoni, cavoli, prezzemolo, spinaci, mele, fragole, kiwi, papaia, ribes nero... La vitamina C contenuta negli alimenti si deteriora rapidamente col trasporto, la lavorazione, l'immagazzinamento, la cottura, l'ammaccatura, il taglio, l'esposizione alla luce, all'aria, al calore. Quanto più freschi e meno cotti saranno gli alimenti, maggiore sarà la quantità di vitamina in essi contenuta. Tra i metodi di cottura da preferire ricordiamo il vapore e la frittura rapida. I gambi dei broccoli conservano la vitamina molto più a lungo delle infiorescenze. Gli spinaci perdono 105 mg della vitamina nel giro di 10 giorni dalla raccolta. I peperoni dolci possono essere conservati per 3 settimane con una perdita minima. 

Attenzione: la capacità dell'organismo di assorbire la vitamina C viene ridotta dal fumo, dallo stress, dalla febbre alta o dall'inalazione di gas derivati dalla combustione del petrolio. I sulfamidici aumentano l'eliminazione della vitamina C attraverso le vie urinarie di due o tre volte rispetto alla quantità normale. Il bicarbonato di sodio crea un ambiente alcalino che distrugge la vitamina C. Inoltre quantità d'acqua eccessive impoveriscono le riserve organiche di vitamina C. 
Integrazione: un'indicazione per le persone sane e le donne in gravidanza è di 500 mg al giorno, sufficiente per fornire sia un'ottima protezione antiossidante sia per apportare notevoli benefici alla salute. In particolari circonstanze, come in caso di diabete, cataratta, glaucoma ecc. Sembra più adeguato un apporto di 1000 mg. Contro il raffreddore, si consigliano invece 2000 mg al giorno per due settimane.


lunedì 13 luglio 2015

Maschera di bellezza allo yogurt greco

La mia golosità non ha limiti, sì, sono golosa anche di yogurt, ne mangio tanto, mi piace, non manca mai sulla mia tavola a colazione, e qualche volta anche a cena. Tutti conoscono i suoi benefici e i preziosi elementi che contiene. Vorrei suggerire alle signore, una facile, veloce ed economica ricetta per preparare una maschera di bellezza per avere una pelle morbida e velluata come quella di una dea greca.

Occorrente:
1 vasetto di yogurt greco (che è molto più ricco di vitamine rispetto ad uno yogurt classico)
1 cucchiaino di miele millefiori (ma se non amate il miele e non lo tenete in casa, potete farne a meno e mettere qualche goccia di olio di mandorle dolci)

Lo yogurt contiene lattosio, vitamina B, calcio e potassio, che idratano e nutrono a fondo la pelle, in maniera del tutto naturale.
Mescolate insieme gli ingredienti e lasciate agire per 10 minuti, poi sciacquate il viso con acqua tiepida, la vostra pelle sarà come la seta e luminosissima.


lunedì 29 giugno 2015

Pietre e cristalli, Apatite

La pietra Apatite prende il nome dalla divinità greca "Apate" Dea dell'inganno, (lei era uno degli spiriti nel vaso di Pandora). L' Apatite ha assunto tale nome perché inganna, confondendosi per caratteristiche esterne, con altri minerali. Tra l'altro l'Apatite possiede l'elemento costitutivo di base della struttura ossea umana.

APATITE
Caratteristiche: fosfato di calcio; sistema esagonale; si presenta in cristalli prismatici, sia allungati sia tozzi terminati da bipiramidi; alto contenuto di fosforo; i colori possono essre molto vari: giallo, verde, bruno, blu, viola, rosso e incolore.

Proprietà: aumenta la forza di volontà e infonde energia. Può  essere facilmente confusa con la tormalina e l'acquamarina, anche se queste sono più dure.Simile è pure la calcite, che risulta tuttavia più tenera. Per la sua scarsa durezza raramente viene sfaccettata a gemma.
Disturbi: combatte la balbuzie e le malattie legate ai muscoli; agisce sul sistema immunitario.
Associazione con i chakra: terzo con la varietà gialla e quinto con quella blu.


domenica 7 giugno 2015

Oligoelementi, Rame

RAME
Il rame è un ottimo antinfiammatorio e antinfettivo, preso nei primi sintomi influenzali (1 fiala o 7 granuli sublinguali ogni 4 ore) in un paio di giorni risolve il problema, evitando inoltre lo stato di stanchezza classico del dopo influenza. Utile nelle manifestazioni infettive e infiammatorie croniche, ma soprattutto in quelle che sono accompagnate da un importante aumento della velocità di sedimentazione dei globuli rossi.

Necessario per fissare i metalli e i minerali nel nostro organismo,  influenza l’ipofisi, le ghiandole surrenali, e l’apparato genitale, inoltre fissa il calcio, catalizza la vitamina C, combatte le infezioni, ed è un tonico generale, in quanto sopperisce alle carenze epatiche.


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