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martedì 9 settembre 2014

I VACANZIERI SELVAGGI

Quando organizzo un viaggio di qualche giorno per andare in vacanza (tempi lontani ormai), preparo in anticipo il mio bagaglio per evitare di dimenticare a casa qualcosa che mi potrebbe servire. Per far sì che nella mia valigia non manchi nulla, faccio in anticipo una lista di ciò che devo portare, partendo dalla biancheria, fino ad arrivare ai piccoli medicinali.

Cerco anche di considerare il tempo di permanenza in modo da poter scegliere con criterio anche la mia valigia, o quella più piccola o quella più grande. In questo modo calcolo anche lo spazio che essa occupa e il suo peso se devo spostarmi in treno o aereo.


Mi pare però che la gran parte della gente questi semplici pensieri non li faccia affatto, e l'ho potuto constatare in anni di osservazioni varie. Dato che vivo in un posto di mare, di gente che arriva e che va ne vedo e ne ho vista tanta, ma potrei dire che tutti hanno un punto in comune: una totale mancanza di organizzazione ed educazione. Nel mio palazzo molti sono gli appartamenti che vengono affittati nei mesi estivi e ciò che vedo è a dir poco sconvolgente.

E qui scatta un appello. Se avete i budget per andare in vacanza, perchè prima non vi comprate una valigia? Arrivate carichi di almeno venti borsine di plastica da supermercato dove avete raffazzonato la vostra roba, che spargete nell'androne del palazzo costringendo chi vi entra a fare un percorso ad ostacoli per passare o peggio fate inciampare le persone.  Nel frattempo pensate che, dato che voi siete in ferie, potete dire addio anche ad un civile comportamento, lasciando il portone aperto e prendendovi anche la briga di sgangherarlo, tanto non è vostro. Lo stesso vale per gli ascensori, vi ci pigiate in cinque o sei mandandoli fuori piano, ma a voi che importa?

Lasciate passeggini, canotti, ciambelle, borse con giochi sparse ovunque insieme a tonnellate di sabbia, e non contenti sporcate i pavimenti dei pianerottoli perchè voi il sacchetto della spazzatura non solo non lo chiudete, ma chissà come, lo bucate, facendo sì che i contenuti liquidi si spargano ai piani, negli ascensori, per le scale. Tenete le porte delle case aperte perchè dovete far uscire fuori i fumi di cucina, ma ricordate, ci sono le finestre e i finestroni.

Siccome voi siete in ferie e la mattina ronfate di brutto, è normale zoccolare sulla testa delle persone alle due di notte, spostando sedie e mobili come se doveste fare un trasloco intercalando con urla di ogni genere e tipo, magari sotto i vostri piedi qualcuno cerca di dormire perchè al mattino deve andare a lavorare...Per non parlare dei cori che fate fuori e sotto il palazzo, nei quali si ravvisano parolacce e bestemmie, cocci di vetri rotti e canzoncine di dubbio gusto.

Vorrei anche capire perchè non avete con voi nemmeno un pacchettino di cerotti, bivaccate in farmacia, siete intere tribù  spesso scalzi, senza nemmeno le ciabattine ai piedi, in bikini o boxer, sudaticci e spesso puzzolenti (magari lavatevi). Vi lamentate di funghi e verruche, ma a casa ve l'hanno insegnato a mettervi le scarpe, gli zoccoli, o altri tipi di calzature invece di camminare a piedi nudi su asfalto e pistrellati pieni di sudiciume? Avete mai pensato di portarvi da casa una buona protezione solare e qualche stick o pomata per le punture di insetti? Ah, capisco non potete pensare anche a questo, allora ditemi, a che pensate?

Ecco lo so io a cosa pensate: a lasciare le macchine in doppia e tripla fila, a insudiciare e spaccare gli interni delle case che avete affittato perchè cavolo, dite così, avete pagato un botto. Confusione è la vostra parola d'ordine, e quando non fate casino vi ingozzate mangiando per la strada, mentre camminate, con le bottiglie di birra in mano, sputazzando qua e là. Vi sedete su marciapiedi e scalini, vi  troviamo sdraiati in pineta, dove fra l'altro lasciate ogni tipo di ricordino, e a Ferragosto vi munite di secchi, secchielli e palloncini che con cura riempite d'acqua e poi tirate a tutti quelli che passano in spiaggia e non, altrimenti come si fa a divertirsi?

Trovo che vi si addica molto una esclamazione dell'imperatore Caligola: "Utinam populus Romanus unam cervicem haberet", cioè "Come vorrei che il popolo romano avesse una sola testa (per decapitarlo in un colpo solo)".

sabato 2 novembre 2013

PULVIS ES ET IN PULVEREM REVERTERIS

No, non vado quasi mai al cimitero, i miei dolori me li porto dentro ogni giorno, sono un bagaglio, che abita dentro di me. A che guardare un sepolcro, e sostare davanti ad una tomba? Ho dentro tutto il ricordo di coloro che non ci sono più, vivo e forte.
Quel dolore non se ne va mai, è arpionato dentro, ci ho fatto l'abitudine, ma è lì, con le sue crisi acute, che si alternano a periodi di lieve sollievo, nel susseguirsi dei giorni.
Non vado al cimitero, come molti, che ogni giorno sono in pellegrinaggio alle tombe dei loro morti, guardare una lapide non mi basta, non mi consola, non allevia il mio dolore. L'assenza e il vuoto, questo è il cimitero che visito tutti giorni. 
Lì vi sono sentieri infiniti, che percorro pensando a  chi  mi ha lasciato anzitempo, non una foto sbiadita che mi guarda da un freddo granito, non i fiori appassiti, non le foglie stanche, che pugnalano i miei occhi, non le lettere in ottone, quelle fredde date che come un passaggio a livello delimitano il tempo passato in questo mondo.
Non vado al cimitero, non sopporto le chiacchiere inutili di quelli che incontro a fare il giro delle tombe, che commentano la vita di chi ormai vita non è più, ai morti non importa. E non importa a me, perchè per le chicchiere vi sono altri luoghi, e il cimitero è il luogo del silenzio, il luogo del rispetto, e tuttavia non mi piace. Non rifiuto la morte, essa fa parte della vita, senza l'una non v'è l'altra, ma  associo il cimitero a una prigione, un confino che serve a noi per tenere incatenati qui, coloro che ci hanno lasciato. 
Affidiamo al vento, all'acqua le ceneri dei nostri morti, lasciamo che se ne vadano, è inevitabile che portino con sè anche una parte di noi, ma il loro compito  qui è finito, e la mia mente rifiuta di incatenarli in queste silenziose città dove brillano solo lumini notturni.
"Pulvis es et in pulverem reverteris (Polvere sei e polvere ritornerai)", e lasciamo dunque che la madre terra,  si riprenda ciò che ha dato, quando la scintilla divina ci ha creato.

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