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mercoledì 22 giugno 2016

Pulire gli organi emuntori dallo smog

Pulire gli organi emuntori dallo smog dovrebbe essere una delle nostre priorità: la pelle, i polmoni e il nostro apparato digerente dovrebbero essere curati ciclicamente. Vediamo come


Più che mai in inverno il nostro organismo assorbe lo smog e a soffrire sono in primis la pelle e i polmoni, ma soffre anche l'apparato digerente, per l'azione inquinante che passa dall'aria alla terra e quindi nei prodotti agricoli che mangiamo.  Quindi: monossido di carbonio e benzene si accumulano nel nostro organismo portando ossidazione e infiammazioni. Entrambe sono fertile terreno per l'installarsi di  bronchiti, tosse, riniti croniche. Dal canto suo la pelle può risultare sciupata e irritata. E' l'ora di ripulirsi, in tre modi.


Pelle:  sarà utile la violetta di campo, per la presenza di acidoacetilsalicilico che favorisce sudorazione ed espulsione di sostanze tossiche.  Potete fare delle abluzioni con l’acqua di violetta: procuratevi tre manciate di fiori (possibilmente freschi) schiacciateli in un mortaio e versateli in un litro d’acqua bollente. Far macerare bene e quando l’acqua si è intiepidita passatela con un panno morbido sulla cute. Ripetete per 10-15 giorni questo trattamento e le tossine invernali se ne andranno.

Apparato digerente:  fate una centrifuga con qualche foglia di cavolo e una carota, mescolate con un cucchiaio d’olio extravergine e con succo di un limone. Bevetelo al mattino, per un paio di settimane. Grazie ai tiocianati del cavolo si limitano le mutazioni genetiche ingenerate dallo smog e sono utilissimi principi anti-tumorali.

Polmoni:  bruciate qualche grano d’incenso negli ambienti. L’incenso è un ottimo disinfettante dell’apparato respiratorio. Ripulirà i polmoni da tutte le impurità. Utilizzatelo nelle settimane di cambio di stagione e continuate a farlo, se vi piace, anche dopo. Bruciatelo nelle camere dei bambini e degli anziani: il loro apparato respiratorio sarà in questo modo particolarmente protetto contro tutti gli agenti nocivi presenti nell’aria.

martedì 5 aprile 2016

Cura e salute dell'apparato digerente: l'efficace aiuto del carrubo

La cura del nostro apparato digerente è molto importante, perchè da essa dipende gran parte della nostra salute. In presenza di acidità gastrica, steatorrea, reflusso gastroesofageo, diete dimagranti, può venire in nostro soccorso un efficace alleato naturale: il carrubo.

La Ceratonia siliqua o carrubo è nota per i suoi impieghi per la cura di piccole lesioni quotidiane e per il suo potere di regolarizzare le funzioni digestive e per l'efficace cura della diarrea e stipsi. Il suo uso è tipicamente interno perchè grazie alla gomma di carrube svolge una efficace azione contro il reflusso gastroesofageo e inoltre attenua i sintomi del colon irritabile. Si trova in forma di polveri, frantumazioni, bevande, sciroppi e capsule.


Oltre alle suddette proprietà è efficace contro il  vomito persistente, l'acidità gastrica, la steatorrea (cioè l'eccessiva presenza di grasso nelle feci), emorroidi, anemia e carenze nutrizionali. E molti saranno felici di sapere che è un ottimo alleato delle diete dimagranti, poichè inibisce, da un lato, alcuni enzimi digestivi grazie all'elevata presenza di tannini e, dall'altro, creando una sensazione di sazietà. I ricchi nutrienti di cui è composto prevengono le eventuali carenze che possono accompagnare i regimi dimagranti.


Come detto anche per le piante descritte nei mie post precedenti, anche il carrubo è noto fin dall'antichità, infatti  nell'antico Egitto, i suoi baccelli, mescolati a miele, farina di avena e cera erano utilizzati per la cura della diarrea, infezioni oculari, i disturbi della vista e infestazione da parassiti intestinali. E' noto che i Berberi consumano i frutti del carrubo come bevanda per attenuare i disturbi digestivi. La farina di carrube è impiegata anche nell'alimentazione dei bambini come sostitutiva della farina di grano presente nel latte in polvere, per la sua scarsa capacità di provocare reazioni allergiche e per il tenore elevato di elementi nutritivi.

In fitoterapia sono i frutti del carrubo sono le parti più utilizzate perchè permettono di ottenere due prodotti distinti: la gomma di carrube, originata dal sottile involucro dei semi, e la farina di carrube, che deriva dall'essiccazione, dalla torrefazione e dalla frantumazione dei baccelli. I principi attivi del carrubo si trovano nelle pareti carnose che separano i semi dai baccelli. La polpa contiene proteine, amido e zucchero (saccarosio e glucosio) oltre che fibre, sali minerali, tannini e grassi. Inoltre contiene anche oligoelementi, come il calcio, il ferro, il magnesio, il fosforo e il silicio. La gomma di carrube contiene dei polisaccaridi, tra cui il galattomannano. Si tratta di zuccheri complessi che possono sostituire l'amido.

Anche se il consumo giornaliero di carrubo non ha alcun effetto collaterale, è sempre bene rispettare le dosi indicate per evitare i rischi di intossicazione.
 - Per curare i disturbi digestivi dell'adulto, la dose da assumere nell'arco delle 24 ore è di soli 30 g. La polvere di carrubo va sciolta nel latte, nel tè o in acqua calda. La bevanda così ottenuta può essere consumata in qualsiasi momento della giornata, in quantità minime di 2 g ogni due ore.

- Per i bambini e i ragazzi di età inferiore a 18 anni, la quantità deve essere ridotta di circa 10 g al giorno. Nei neonati, la proporzione di polvere di carrubo da assumere deve rispettare la seguente formula, ovvero: 1,5 g/kg/giorno.

- Le capsule di carrubo, di circa 330 mg, vanno assunte a pranzo per attenuare i disturbi digestivi. La dose efficace è di 2 capsule.

- Per beneficiare dell'effetto di soppressione della fame, si raccomanda di assumere da 3 a 4 e capsule di carrubo un'ora prima di pranzo.

È indispensabile consultare uno specialista prima di avviare un trattamento a base di polvere di carruba a lungo termine. Chi è diabetico, anemico, e che soffrono di insufficienza renale, devono sottoporsi ad un controllo medico. Non va somministrato ai neonati che presentano un'insufficienza ponderale, oltre che nei pazienti affetti da disturbi metabolici o che sono allergici a uno dei suoi componenti.



E' possibile osservare reazioni allergiche, come eruzioni cutanee, inoltre il carrubo rischia di modificare le azioni delle piante officinali, che riducono il tasso di glicemia nel sangue. Questa pianta officinale può aumentare in modo rilevante l'effetto delle statine o di altri farmaci per la riduzione del tasso di colesterolo. Nei pazienti diabetici è stata anche riscontrata una variazione rilevante dei livelli di insulina.

venerdì 4 dicembre 2015

Pepe nero, olio essenziale

Nome botanico: Piper nigrum
Famiglia: Piperacee
Provenienza: India
Estrazione : dai frutti (i grani seccati e triturati)
Profumo: legnoso, caldo, speziato, secco
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Marte, Sole
Proprietà: antisettico, antimicrobico, stimolante, tonico, digestivo, antifebbrile, analgesico, diuretico, riscaldante, antitossico
Principali indicazioni: atonia gastrica, cattiva digestione, inappetenza, meteorismo, stitichezza, diarrea, malattie da raffreddamento, tosse, bronchite, dolori reumatici, e muscolari da freddo, contratture e strappi muscolari, ritenzione idrica
Precauzioni: per le sue proprietà riscaldanti evitare in caso di arrossamenti cutanei; usare in dosi moderate


Il pepe nero è un arbusto rampicante originario dell'India, i cui frutti, come chicchi seccati, vengono usati per scopi culinari e medicinali fin dall'antichità. Per i Romani era considerata una spezie estremamente pregiata che, grazie a un intenso commercio dall'Oriente, andava ad arricchire i piatti delle mense dei ricchi. Da un'antica pianta provengono sia il pepe nero che il pepe bianco: il primo, dall'aroma più pungente, è ottenuto raccogliendo i frutti non ancora giunti a maturazione e facendoli seccare completi della loro scorza, fino a che diventano neri; il secondo invece si ottiene dai frutti raccolti a maturazione avvenuta, privati della scorza attraverso una macerazione in acqua: di conseguenza il pepe bianco ha un sapore più delicato.

Il pepe è una pianta sotto il dominio di Marte, che rappresenta l'energia intensa, riscaldante e combustiva, positiva, astringente, accelerante, impetuosa. E' una forza dinamica costruttiva e focalizzata. L'essenza del pepe afferma la sua azione marziana riscaldando e rinforzando gli organi, in particolare l'apparato digerente, dove stimola l'appetito, promuove la digestione, rinforza lo stomaco, asciuga i catarri intestinali. Giova in tutti i disturbi causati o aggravati dal freddo: dolori reumatici e spasmi muscolari, raffreddore, bronchite, nevralgie, mal di denti; aggiunto in piccole quantità ad un olio da massaggio allevia i dolori e gli indolinzimenti muscolari da affaticamento fisico; stimola la diuresi e facilita l'eliminazione dei ristagni di liquidi in caso di insufficienza circolatoria agli arti inferiori o di cellulite con pelle fredda al tatto.

Pur essendo un'essenza calda ha proprietà febbrifughe e veniva usato per il trattamento della febbre malarica. L'azione riscaldante, stimolante e intensificante si esplica anche nella sfera psichica, dove il pepe può stimolare l'attività e le funzioni cerebrali, dando vigore e forza alle idee che si sono "raffreddate", rinsaldando il coraggio affievolito e rinforzando la mente. I monaci viandanti, in Oriente, ne sfruttano l'azione corroborante ed energetica, masticando grani di pepe durante i loro lunghi pellegrinaggi a piedi.

L'essenza ha anche proprietà afrodisiache e aumenta la libido, nel senso di stimolare la sessualità più aggressiva, appassionata e vulcanica, proprietà tipiche di Marte. E' utile quindi per riscaldare un desiderio che si è "intiepidito" o per dare coraggio e argomentazioni a chi si sente timido e insicuro. Va invece evitata in caso di persone colleriche, eccesivamente impulsive, focode o gelose, perchè in tal caso le qualità marziane andrebbero in eccesso.

venerdì 11 settembre 2015

Coriandolo, olio essenziale

Nome botanico: Coriandrum sativum
Famiglia: Ombrellifere
Provenienza: Mediterraneo orientale
Estrazione: dai semi
Profumo: dolce, fresco, speziato
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Mercurio, Marte
Proprietà: digestivo, analgesico, antispastico, afrodisiaco, antifermentativo, stimolante, battericida
Principali indicazioni: digestione lenta, meteorismo, fermentazioni intestinali, intossicazioni, stanchezza, reumatismi, dolori muscolari, stati febbrili


Il coriandolo è una piccola pianta erbacea che ricorda il prezzemolo, nota fina dall'antichità: i suoi semi furono trovati anche nelle tombe egizie e infatti pare che la qualità migliore provenisse proprio dall'Egitto. Il nome della pianta deriva dal greco koros, che significa scarafaggio. Infatti quando è fresca emana un odore sgradevole, che però migliora con l'invecchiamento. La medicina antica ne conosceva le virtù e lo indicava sotto forma di infusi, per stimolare l'appetito, curare lo stomaco e il fegato, per attenuare le conseguenze di un eccessivo consumo di bevande alcoliche, per la diarrea e gli stati febbrili. Per i Greci aveva fama di inibire il desiderio sessuale, mentre in Oriente era ricercato per le sue capacità inebrianti e afrodisiache.

Gli Egizi aggiungevano semi di coriandolo al vino per aumentare lo stato di ebbrezza. L'essenza di coriandolo condivide con altre piante appartenenti alla sua stessa famiglia, come il cumino o il finocchio, una particolare affinità per l'apparato digerente. Stimola le funzioni digestive e combatte le fermentazioni intestinali. E' inoltre leggermente riscaldante, analgesico e stimolante, caratteristiche che lo rendono utile, per massaggi o bagni, in caso di dolori, raffreddore, stanchezza. Come per altre essenze a piccole dosi esercita un effetto stimolante, a dosi maggiori deprime il sistema nervoso. Se ne consiglia l'uso moderato.


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