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martedì 7 giugno 2016

Pelle e naturopatia: consigli utili

Pelle e naturopatia: consigli utili. Cattiva alimentazione e stress, possono creare alla nostra pelle dei problemi. Ed è da qui che bisogna partire: dall'alimentazione.

Pelle e naturopatia: consigli utili

Pelle e naturopatia infatti sono strettamente connesse e gli alimenti che scegliamo, dovrebbero provenire da coltivazione biologica e ricca di frutta e verdura fresca, di stagione e possibilmente locale per garantire l’assunzione del maggior contenuto di vitamine e sali minerali tanto preziosi per la nostra pelle per il loro potere antiossidante.

Utilizzare come condimento olio extra vergine di oliva, ottimo nutriente e lubrificante. Idratare l’organismo bevendo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. Introdurre integratori come:

la Papaya per il suo potere antiossidante,

il Baobab (bustine o compresse) utilissimo per la pelle secca grazie all’elevata presenza di vitamina A,

il succo di Noni potente adattogeno che consente di aumentare la resistenza e la capacità di adattamento dell'organismo agli agenti stressanti e alle condizioni sfavorevoli, mediante una completa nutrizione cellulare,

il succo di Melagrana utile soprattutto per le pelli mature e per contrastare la formazione dei radicali liberi,

l’Olio di germe di grano sia usato come condimento che in compresse, per il suo elevato contenuto di vitamina E ha una potente azione antinvecchiamento.

Ma quali sono i prodotti che un buon naturopata può consigliare per avere una pelle sana e splendente?

La parola cosmetico deriva dal greco “Kosmetikos” che significa capacità di mettere ordine. Questo concetto si addice perfettamente alla vera bellezza olistica e naturale che coinvolge la persona a 360 gradi, ovvero riuscire ad armonizzare la propria vita, mettere ordine nella propria mente, in modo che corpo, mente e spirito siano in accordo e riflettano una bellezza omogenea.

I cosmetici naturali da preferire devono essere: delicati e non aggressivi possibilmente con ingredienti derivati da coltivazioni biologiche, i detergenti non devono essere schiumosi, per il viso ad esempio, ma anche per il corpo è ottimo il Sapone di Aleppo, non devono avere derivati di origine animale ne esser testati su animali, non devono contenere prodotti chimici: oli minerali, paraffina e altri prodotti derivati dal petrolio, profumi sintetici, tensioattivi chimici, coloranti, conservanti.

L’aspetto più importante da considerare quindi nell’acquisto di un prodotto per la pelle sono gli ingredienti, vale la regola che meno ingredienti ci sono e meglio è. Attenzione alle etichette, evitare la paraffina.

Valutiamo dunque lo stato di salute globale e procediamo con un programma disintossicante e depurativo: un organismo depurato e un fegato che funziona bene sono alla base di una pelle luminosa e sana.

Consigliare uno stile di vita e un’alimentazione adeguata alla persona e alle sue esigenze.

Consigliare rimedi naturali e integratori alimentari che agiscano dall’interno per ripristinare o preservare la tonicità e la bellezza della pelle.

Consigliare creme, oli e cosmetici naturali adatti al tipo di tipi di pelle.

Proporre massaggi al viso con oli essenziali distensivi e rilassanti e per il corpo con oli tonificanti, rassodanti e drenanti.


lunedì 30 maggio 2016

Il buono della Vitamina D

Il buono della vitamina D è tutto concentrato nelle sue fondamentali funzioni per il benessere del nostro organismo. La usa carenza infatti provoca il rachitismo.


La carenza di vitamina D può causare problemi di salute, se siete fra coloro che non si espongono mai al sole, siete allergici al latte o seguite una dieta vegana molto rigida potreste rischiare una carenza di questa vitamina.  come forse già saprete la vitamina D è anche conosciuta come la vitamina del sole, poiché è prodotta dal nostro organismo proprio quando la pelle viene esposta al sole. E' molto importante perché fortifica le ossa in quando aiuta il nostro organismo a sfruttare il calcio.
Tale carenza è anche associata al rachitismo, una malattia che provoca un difetto di ossificazione. Spia di questa malattia sono i dolori alle ossa e debolezza muscolare, ma spesso sono quasi silenti. Inoltre la sua mancanza è associata al rischio di morte dovuto a malattie cardiovascolari, deterioramento cognitivo negli anziani, asma nei bambini e cancro.


Silvano Adami, reumatologo dell’Università di Verona spiega molto chiaramente: “Le persone più a rischio sono quelle che non assumono vitamina D, che arriva dall’alimentazione dei grassi. Per prenderla bisogna assumere grassi animali. E questo spiega per quale motivo molte persone sono carenti: perché evitano giustamente i grassi animali per altre ragioni. L’altra grande fonte di vitamina D è l’esposizione alla luce solare: noi potremmo ritenerci felici perché abbiamo abbondanza di sole, però non dimentichiamo che il sole efficace è quello delle ore centrali della giornata, soprattutto estive. D’inverno il sole non produce mai vitamina D perché è troppo basso all’orizzonte. E questo spiega chi è a rischio: gli anziani, che al sole non ci vanno per mille ragioni“.

Ma dove trovare vitamina D? Gli alimenti che la contengono sono: fegato, tuorlo d’uovo, latte, burro ed oli di pesce. Alle donne in gravidanza è spesso raccomandata un'integrazione di questa vitamina, anche dopo durante l'allattamento e anche ai neonati. Ma bisogna stare attenti ad alte dosi questa vitamina può rivelarsi tossica, per cui prima di assumere integratori specifici è importante consultare il parere medico. Fra i rischi di un sovradosaggio bisogna tener presenti: mineralizzazione di tessuti non ossei con calcificazioni diffuse degli organi, contrazioni e spasmi muscolari accompagnati a vomito, diarrea e mal di testa“.

venerdì 20 maggio 2016

Cibi in Frigorifero, come conservarli bene

Cibi in Frigorifero, come conservarli bene è fra le priorità che dobbiamo tener ben presente per preservare le qualità nutritive degli alimenti e non incorrere in spiacevoli inconvenienti.


A noi probabilmente sembra di sapere come fare a conservare bene gli alimenti, soprattutto perché abbiamo il frigorifero, per noi garanzia di corretta conservazione. Ma ci sono delle regolette da rispettare per evitare spiacevoli inconvenienti che vale la pena conoscere e tenere bene in mente. Ecco quali.


Attenzione alla data di scadenza e soprattutto alla tipologia di dicitura sulle confezioni, infatti le possibili sigle che possiamo trovare sono due: “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”. “Da consumarsi entro”, la Data Di Scadenza (DDS): indica che l’alimento deve essere consumato entro una data precisa. Al di là della data indicata, il prodotto non è adatto al consumo, in quanto tossico o pericoloso. Questo accade soprattutto nella carne, nel pesce, nel latte fresco o negli insaccati. “Da consumarsi preferibilmente entro”, il Termine Minimo di Conservazione (TMC): si ritrova su prodotti come pasta, surgelati o bibite, e indica che al di là della data indicata l’alimento rimane commestibile, ma perde alcune proprietà e qualità nutrizionali e organolettiche: il gusto sarà un po’ meno presente, i biscotti un po’ mollicci... NOTATE BENE: queste date sono valide ad imballaggio chiuso. Una volta aperto, l’alimento va consumato più velocemente

Fate caso alla temperatura della zona fredda (in alto o in fondo al frigo, dipende dal modello) non deve superare i +4°C. È qui che vanno conservate le derrate più deperibili. Mettere ben in vista i prodotti la cui data di scadenza è vicina. Pulire il frigorifero una o due volte al mese con acqua e sapone.

Pesce: prima di essere messo in frigo, il pesce dev’essere pulito. Va conservato nella zona più fredda del frigo, tra 0°C e 4°C. Conservazione: 48 ore dall’acquisto per i pesci interi. 3 o 4 giorni per i filetti.

Carne: può contenere  batteri e virus pericolosi, come listeriosi, salmonella, stafilococchi. La temperatura giusta è tra 0°C e 4°C, nel ripiano più freddo. Conservazione: 3 giorni massimo, 2 giorni massimo per il pollame.

Piatti fatti in casa: non devono rimanere più di 2 ore a temperatura ambiente prima di essere messi in frigo. I piatti fatti in casa includono carne e pesce cotti in casa. Temperatura: tra 4°C e 6°C. I resti dei piatti fatti in casa possono essere conservati per 3 giorni.

Panna: va conservata come i formaggi freschi, ad una temperatura tra 4°C e 6°C. Si conserva fino alla data di scadenza oppure massimo 4-6 giorni una volta aperta.

Yogurt: la temperatura ideale è tra 4°C e 6°C. Si conserva fino alla data di scadenza e anche un paio di giorni più in là. Gli yogurt fatti in casa si conservano in frigo per 8-10 giorni.

Succo di frutta: hanno una data di scadenza lontana finché non viene aperto. Una volta aperto, va messo in frigo e va bevuto in pochi giorni. Si conserva nella porta del frigo, cioè tra 6 e 8°C, per i succhi di frutta pastorizzati aperti, facendo attenzione a chiudere bene la bottiglia. Tra 0°C e 4°C per i succhi acquistati al banco frigo.  I succhi di frutta del banco frigo e i succhi di frutta pastorizzati aperti vanno finiti entro una settimana.

Latte: fresco o a lunga conservazione, dipende dalla vostra scelta.  Meglio conservarlo nella zona fresca del frigo (tra 4°C e 6°C) piuttosto che nella porta. Il latte fresco va conservato in frigo, ma anche quello a lunga conservazione una volta aperto. Si conserva fino alla data di scadenza per il latte fresco. Una volta aperto, va consumato entro 48 ore. Il latte a lunga conservazione si conserva fino a una settimana, una volta aperto.

Formaggio: ogni formaggio va conservato avvolto nel suo involucro, oppure in carta da forno o stagnola.
La temperatura è tra 4°C e 6°C per i formaggi stagionati,  tra 0°C e 4°C per i formaggi freschi e/o non pastorizzati. Nel cassetto delle verdure se devono continuare a stagionare. Si conserva fino al termine minimo di conservazione.

Piatti pronti e pasticcini a base di panna: non devono essere conservati più di 3 giorni. Devono essere raffreddati (massimo 2 ore) prima di essere messi in frigorifero. I piatti pastorizzati sotto vuoto si conservano un po’ più a lungo. Tra 0°C e 4°C, sul ripiano più freddo. Si conservano 2-3 giorni per i piatti preparati ad esempio in rosticceria; 7-14 gioni per i piatti pronti sotto vuoto finché non sono stati aperti: una volta aperti, 3 giorni massimo. Non ingerire se sono rimasti più di due ore fuori dal frigo.

Salumi: per quelli da banco, la data di scadenza non è indicata, quindi vanno consumati velocemente. E meglio evitare di comprare salumi da banco che non sono stati affettati davanti a te. La temperatura giusta è tra 0°C e 4°C. Si conservano 3 giorni massimo per i salumi comprati al taglio. Fino alla data di scadenza per quelli acquistati confezionati, ma una volta aperti vanno consumati entro 4-6 giorni.

Prosciutto crudo e cotto: ma vanno conservati in modo leggermente diverso, ad una temperatura tra 0° e 4°C, nella zona più fredda del frigo, per il prosciutto cotto. Il prosciutto crudo intero senza osso va conservato in un luogo fresco e asciutto, coperto per evitare che la prima fetta si secchi. Ad esempio nel cassetto delle verdure. Se acquistato al banco o preconfezionato, va conservato tra 0 e 8°C. Il prosciutto cotto sotto vuoto non aperto si conserva per 3 o 4 settimane, in genere. Una volta aperto, va consumato entro 48 ore, come anche il prosciutto acquistato al taglio. Per quanto riguarda il prosciutto crudo, la durata di conservazione sarà di varie settimane qualora comprato intero e disossato, di 2-3 giorni se comprato al taglio o confezionato.

Vasetti di sottaceti, pomodoro, maionese, senape: nella porta del frigo, tra 6°C e 8°C. La salsa di pomodoro fatta in casa si consuma entro 3 o 4 giorni. La maionese fatta in casa dev’essere mangiata il giorno stesso. I vasetti industriali vanno consumati entro 2 mesi dall’apertura, tranne la senape, che si conserva fino a 12 mesi, una volta aperta.




domenica 24 aprile 2016

Contrastare le vene varicose con l'alimentazione

Quelle odiose striature blu sule gambe...inequivocabile prova dell'insorgenza delle varici. Come fare per contrastarle? Oltre agli oli essenziali possiamo aiutarci con l'alimentazione.

L'insorgenza delle varici è dovuta ad una progressiva dilatazione di una o più vene dovuta ad una perdita di elasticità della parete venosa o per capirci meglio ad un suo indebolimento. La cause possono essere diverse: aumento della pressione intraluminale venosa, trombosi delle vene profonde, insufficienza delle valvole venose. Ovviamente c'è anche una predisposizione genetica allo sviluppo di questa patologica; ora non c'è una cura vera e propria ma esistono alcuni alimenti che possono dare una mano a contrastare questo disturbo.


ACQUA: favorisce il mantenimento regolare del sistema digestivo. Senza acqua è facile andare incontro a stipsi, condizione che aumenta la pressione sulle vene e, quindi, la probabilità di far insorgere le vene varicose.

MORE E MIRTILLI: naturalmente ricchi di rutina, un flavonoide con fattori anti-coagulazione. La rutina può avere potenziali effetti di prevenzione sia per coaguli di sangue arterioso che causano ictus e attacchi cardiaci, nonché la formazione di coaguli venosi tipici della trombosi venosa profonda.

UVA: soprattutto quella rossa e quella viola sono ricche di flavonoidi e vitamine ma, soprattutto di proantocianidina oligomerica, un elemento che, potrebbe ridurre le perdite delle vene e il gonfiore delle gambe.

ZENZERO: contiene fibrina, una proteina che favorisce la coagulazione all'interno dei vasi sanguigni e sostiene la circolazione.

AGRUMI: pompelmi, arance, limoni, limes sono ricchi di vitamina C, le cui proprietà antiossidanti possono prevenire la formazione dei radicali liberi, autori, oltre all’invecchiamento delle cellule, anche di eventuali danneggiamenti alle pareti dei vasi sanguigni.

AVOCADO: contiene vitamine C ed E. Contiene un’alta concentrazione di minerali come il glutatione, definito da molti esperti come il padre di tutti gli antiossidanti.

sabato 30 gennaio 2016

Bere più acqua e stare meglio: ecco 10 modi per aumentarne il consumo

Tutti sappiamo quanto bere molto faccia bene alla nostra salute sia fisica che mentale. Ma ci sono ancora molte persone che, nonostante questo invito ormai sia diventato virale, non bevono abbastanza durante il giorno. Oltre al fatto che spesso ci si dimentica perchè presi dalle nostre azioni quotidiane, dobbiamo fare i conti anche con la pigrizia. Ebbene vediamo se con questi consigli riusciamo ad aumentare l'idratazione del nostro corpo durante il giorno.


1. Le App:   l’idratazione in questi tempi moderni si affida alla tecnologia.  Ci sono le app pensate per farci da “tutor” nel bere ogni giorno la giusta quantità. Un esmpio? Water Your Body che, impostando il numero di bicchieri che si vogliono bere, invia in automatico il promemoria giornaliero. Ve ne sono alcune che insegnano anche a più piccoli e alle mamme l’importanza dell’idratazione come le App di Nestlé Vera.

2. Dare gusto all'acqua:  acqua e limone è la formula giusta. Perdare un tocco di sapore dell’acqua e renderla più invitante, si può del succo di limone. Il binomio acqua-limone è rinfrescante e collabora nella prevenzione di disidratazione e stanchezza surrenali.

3. Impostare un reminder sul telefono: se proprio siete "scordarelli"  si può anche impostare un reminder sul telefono. Oppure mettete dei post-it nei luoghi dove passate la maggior parte del tempo.

4. Cibi ricchi di acqua: anche l'alimentazione fa la sua parte, quindi non facciamo mancare frutta e verdura. Alimenti come anguria, cetrioli e pomodori possono effettivamente offrirci il 20 per cento della razione giornaliera di acqua raccomandata.

5. Portarsi dietro una bottiglietta d'acqua: se le nostre giornate si avolgono fuori, come in ufficio per esempio, portatevi da casa una bottiglia d'acqua, non dimeticatela mai. Comoda e pratica vince la pigrizia e ci rammenta il bisogno di bere.

6. Zuppe e spremute:  le zuppe e le spremute di frutta danno una mano ad aumentare l’assunzione di acqua. Tali piatti e bevande non solo contribuiscono ad idratare il nostro corpo, ma riducono anche l’apporto calorico.

7. La pausa dell'acqua:  se il vostro lavoro vi costringe seduti per molte ora al giorno davanti al pc, fate in modo di predervi una pausa per bere dell'acqua, in questo modo vi idratate e avete modo di rilassarvi un po'.

8. Un rituale:  pianificate la quantità d'acqua che dovete bere nell'arco della giornata e seguite uno schema ben preciso: il rituale dei due bicchieri di acqua la mattina appena svegli, uno dopo i pasti e un altro prima di andare a dormire.

9. Bottiglie invitanti:  l'occhio vuole la sua parte, quindi  bottiglie che stimolano la mente e la voglia di bere, anche da un punto di vista estetico, aiutano a raggiungere l’obiettivo.

10. Automotivarsi:  è molto importante al fine di raggiungere un determinato obiettivo. Se noi in primis ci mostriamo determinati nel migliorare la nostra salute fisica e mentale incoraggiandoci e sforzandoci di bere di più saremmo già a metà strada.

giovedì 17 dicembre 2015

Intolleranze alimentari nei bambini: quattro mosse per arrivare alla soluzione

Una volta comprese quali sono le cause che portano sempre più bambini a soffrire di intolleranze alimentari, e quali possono essere le conseguenze per la salute, è possibile delineare un approccio per aiutare concretamente i bambini ad uscire da questo circolo vizioso e costruire la loro salute. Tale approccio si basa su quattro precisi interventi, ad attuare in contemporanea. Vediamo quali.


1) Ripristinare l'integrità della barriera intestinale: risultati straordinari sono garantiti dall'associazione di Estratto di semi di pompelmo (GSE), Agar Agar e Centella. Il GSE esercita sulla mucosa danneggiata un'attività protettiva e riparatrice, favorendo la guarigione dell'intestino "colabrodo". L'Agar Agar, ricchissimo di mucillagini, ha spiccate proprietà antinfiammatorie e lenitive sulla mucosa. Completa l'opera la Centella, la cui attività cicatrizzante cosituisce una garanzia in più alraggiungimento dell'obiettivo

2) Ottimizzare il terreno intestinale e migliorare il metabolismo: di fondamentale importanza l'apporto del GSE, noto pulitore selettivo intestinale (agisce contro i patogeni che aggrediscono la mucosa intestinale senza intaccare la microflora fisiologica), Maltodestrine fermentate ( enzimi digestivi) e di Curcuma, nota per le proprietà antimicrobiche e digestive

3) Favorire il drenaggio delle tossine e migliorare la funzionalità degli organi a ciò preposti: ciò si realizza associando il Cardo mariano, la Curcuma, efficaci epatorpotettori ed epatodepuratori (la Curcuma esplica inoltre un'importante attività antinfiammatoria sistemica), e la Solidagine, favorente la depurazione renale.

4) Evitare le categorie di alimenti che alterano la permeabilità intestinale, favorire ed il giusto apporto di nutrienti: ciò si realizza eliminando innanzitutto cibi quali latte e derivati, carne e zuccheri, responsabili di innescare la problematica, e privilegiando invece alimenti benefici per la salute dell'intestino e dell'intero organismo. In particolare si consiglia di alimentare il bambino con: a) frutta e ortaggi di stagione biologici; b) proteine vegetali (legumi, se tollerati, tofu, tempeth); c) cereali integrali (riso, mais, kamut, farro, etc., senza eccedere con i cereali contenenti glutine) e pseudocereali (quinoa, amaranto, grano saraceno, miglio); d) semi oleaginosi (madorle, noci, semi di lino), preziose fonti di acidi grassi polinsaturi. Per quanto riguarda il pesce, il consiglio è di somministrarlo non più di 2 volte a settimana, scegliendo sempre pesce di piccola taglia, per evitare la contaminzione da mercurio, e di mare aperto, per non assumere, indirettamente, tutti gli antibiotici che vengono somministrati ai pesci d'allevamento

lunedì 30 novembre 2015

La soia una vera trasformista, parte terza

Ecco in quanti modi possiamo trovare la soia, una vera trsformista che si presenta sottoforma di svariati alimenti che se ne ricavano. In questo modo entra sotto varie forme nella nostra alimentazione a tutto vantaggio della salute.



Farina di soia:Entra nella preparazione di zuppe e salse, e per la realizzazione di pane e altri prodotti da forno. Una farina dawero nutriente.
Lecitina: Fosfolipide utilizzato nei prodotti farmaceutici e come emulsionate dall'industria alimentare per la preparazione di dolciumi, gelati e margarine. È assunto anche come integratore per combatttere l'ipercolesterolemia.
Olio di soia: Deriva dai semi della soia, ed è ricchissimo di acido linoleico e linolenico, due sostanze preziose per la salute di sangue, arterie e nervi. Ma attenzione: va utilizzato «a crudo» per condire cereali, legumi e verdure. Per friggere è preferibile l'olio extravergine d'oliva.
Latte di soia: Si ottiene dalla bollitura e dalla spremitura dei semi di soia gialla. È un cibo completo, buono nella colazione del mattino (al posto del latte). In più è un prodotto a hoc per chi presenta intolleranza al latte vaccino e per chi vuole consumare una quota inferiore di proteine animali. Entra nella preparazione di gelati, creme per pasticceria e dessert.
Tofu o formaggio di soia: Si te da tempo: diverse indagini hanno evidenziato che le popolazioni orientali, la cui dieta è a base di soia, sono assai meno soggette alle malattie «del benessere» e da invecchiamento, tipiche delle civiltà occidentali: patologie cardiovascolari, infarto, tumori alla mammella e alla prostata, disturbi della menopausa, osteoporosi.  Il consumo di ricava dalla coagulazione del latte di soia gialla ricorrendo a particolari cagli: il risultato è un prodotto di consistenza cremosa o solida. È commercializzato in panetti o in vasetti e può essere consumato «nature», oppure fritto con verdure o insieme a cereali, funghi, insalate, ecc. La versione in crema si può spalmare su crostini, gallette o pane. Sviluppa appena 72 calorie per etto ed è privo di colesterolo. Sostituisce il formaggio.
Spezzatino, bistecche e granulare di soia: Si ricavano dalla farina di soia sgrassata: azuki (fagioli di soia rossa) seccati, lavati e moliti. Spezzatino e bistecche si consumano in sostituzione della carne, per ragù vegetali, fritti, stufati e al forno. Il granulare permettte di confezionare crocchette, polpette e sughi. Un unico neo: lo sgrassamento della soia fa diminuire i grassi polinsaturi, benefici per la salute, e allora il consiglio è di non assumerli più di una-due volte a settimana. Rimpiazza la carne.
Miso: Miscele fermentate di semi o pasta di soia con riso o grano, sale, acqua e aromi vegetali. È ricco di enzimi e ha importanti proprietà anticancro. Protegge la flora batterica intestinale. Ottimo ingrediente per minestroni, zuppe, piatti a base di cereali e in piccolissime quantità anche per i dolci. I piatti con miso non vanno salati.
Tamari e Shoyu: Salse di soia che si sposano con qualsiasi genere di piatto salato. Possono essere adoperati in cottura fin dall'inizio, oppure essere aggiunti negli ultimi minuti. Sono ottimi anche nei piatti freddi, nelle insalate, nelle salse, con il pesce.
Tempeh: Deriva dalla fermentazione dei semi di soia ed è un'autentica miniera di vitamina 812, È disintossicante e depurativo. Si abbina a meraviglia con tutte le verdure e i cereali.
Germogli:Una magica e croccante verdura che spunta dai semi fatti germogliare con acqua. Autentico concentrato di vitamine ed enzimi. Si trovano in vendita nei negozi di alimentazione naturale e si possono fare in casa. Da assumere la mattina a digiuno o aggiungere crudi a insalate, macedonie, yogurt. Pasta di soia:Si ottiene dalla farina di soia, come per il grano. Pane di soia. Si ottiene dalla farina di soia, come per il grano.

sabato 31 ottobre 2015

Sappiamo leggere le etichette degli alimenti?

Siamo capaci di distreggiarci nel mondo dei cibi confezionati? Per non cadere nel tranello dei finti alimenti light o, peggio, di quelli non autentici, meglio seguire alcune regolette per leggere e decifrare le etichette e assicurarci una dispensa sana e di alta qualità.
  1. Gli ingredienti sono indicati in ordine decrescente di quantità: il primo ingrediente dell'elenco è in quantità più abbondante rispetto al secondo e così via. Quindi controllate l'ordine degli ingredienti di due prodotti simili. Esempio: se nell'etichetta alimentare di due tipi di biscotti, l'ordine tra l'olio extravergine di oliva e margarina è invertito, scegliete il prodotto in cui l'olio extravergine compare per primo
  2. Generalmente un prodotto di qualità è valorizzato elencando le sue proprietà nutrizionali e pubblicizzando la natura e l'origine dei suoi prodotti: per es. la dicitura olio extravergine di oliva di prima spremitura
  3. Non facciamo troppo affidamento sull'immagine che viene riportata sulla confezione: l'iimagine è illustrativa e serve a richiamare l'attenzione del consumatore. Prestate piuttosto attenzione all'integrità della confezione, accertatevi che sia intatta e che non presenti rigonfiamenti.
  4. Attenzione agli slogan del tipo "senza zucchero aggiunto": questa affermazione non costituisce un via libera: se nell'etichetta troviamo riportate le diciture "lattosio", "miele", "sciroppo di glucosio", "sciroppo concentrato di uva", "sciroppo dicfruttosio", "maltosio", "amido di mais" significa che l'alimento contiene indirettamente dello zucchero e quindi fornisce calorie al pari del saccarosio
  5. I misteriosi additivi, una questione molto delicata: di solito appaiono ultimi, indicati  sempre con una E e un numero a seguire, ad eccezione degli aromi che possono essere riportati con il nome esteso senza E. Essi allungano il tempo di conservazione, migliorano il sapore o l'aspetto (coloranti). Sono le quantità che sono pericolose. Attenzione dunque ai nitrati (E249, E250) e nitriti (E251, E252), presenti in salumi, insaccati ecarni lavorate cje impediscono lo sviluppo del clostridium bitulinum (che può causare la tossina botulinica). In ogni caso meno son presenti meglio è. 
  6. Preferite sempre i prodotti che hanno riportata sul retro la tabella dei valori nutrizionali: non è ancora obbligatoria, ma di solito appare su quasi tutti i prodotti. Ci indica l'apporto energetico e le percentuali di grassi, acidi grassi sauti e insaturi, carboidrati, proteine, zuccheri semplici, fibre, sodio per 100 gr o 100 ml. NOn fissatevi solo sulle calorie, un prodotto può fornire meno di energia di un altro ma contenere più grassi
  7. Cosa significano le indicazioni di origine riconosciute dall'UE: Dop (denominazione di origine protetta) Igp (Indicazione geografica protetta) e Stg (specialità tradizionale garantita) e sono una garanzia di qualità. Anche i prodotti biologici rientrano tra le denominazioni tutelate.
  8. Il termine o la data di scadenza, una delle informazioni che guardiamo con maggior scrupolo: di solito compriamo i prodotti con tempi discadenza lunghi. Ma non sempre è la scelta migliore, poichè scadenze più brevi indicano un minor contenuto di conservanti e quindi sono da preferire. 
E mi raccomando preferite sempre i prodotti di provenienza italiana!

giovedì 10 settembre 2015

Sii generoso con chi ha meno di te, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Ci sono milioni di persone che non hanno i mezzi per vivere e molte organizzazioni che inviano aiuti ai Paesi del terzo Mondo dipendono dalla nostra generosità. Non solo, molte delle persone che ci circondano nel nostro stesso paese vivono in condizioni di indigenza. L'azione di questa settimana consiste nel dare sostegno ai meno fortunati, iniziando da chi vive accanto a noi

  • Ogni giorno una quantità impressionante di cibo finisce nella pattumiera, scartata con leggerezza. Buttiamo via alimenti che abbiamo lasciato scadere nel frigorifero o avanzi che non siamo riusciti a finire perchè avevamo già mangiato abbastanza. Nei ristoranti tutte le settimane vengono gettate pietanze in condizioni perfette per il valore di migliaia di euro, e i cassonetti traboccano di viveri sufficienti a sfamare un esercito
  • E' come se fossimo "anestetizzati" alla vista di tanto spreco, lo consideriamo una parte della nostra vita. Il pianeta è ormai sommerso dai rifiuti e lo stiamo soffocando a causa di innumerevoli comportamenti sconsiderati. 
  • Da soli non saremo mai in grado di sfamare il mondo intero, ma nel nel nostro piccolo possiamo contribuire ad aiutare chi ci sta vicino. Questa settimana portiamo da mangiare a qualcuno che ha bisogno
  • Forse il nostro vicino di casa è solo o malato e non è in grado di prepararsi il pranzo. Oppure abitiamo nei pressi di un centro di accoglienza dove servirebbe una mano in cucina. E magari al canile o al gattile farebbe piacere ricevere un sacchetto di croccantini o una scatoletta in più
  • Questa azione è semplicissima, ma apre un universo infinito di possibilità: quando prepariamo un pasto per noi o la nostra famiglia, cuciniamo una porzione in più e offriamola a chi ne ha bisogno
  • Ogni volta che apriamo la pattumiera per gettare degli avanzi, ricordiamoci di pensare a chi potrebbe davvero apprezzare il cibo che stiamo per buttare
  • Informiamoci sulle iniziative di colletta alimentare nella nostra zona e teniamo d'occhio le offerte al supermercato: quando c'è il "3x2" possiamo approfittarne per fare la spesa per chi è meno fortunato di noi oppure per donare un sacchetto di provviste alla mensa dei poveri o a un ente benefico
  • Condividere ciò che abbiamo con chi è più svantaggiato è un gesto che alleggerirà il nostro cuore. Ricordiamoci che la generosità e l'amore che dimostriamo nel donare a qualcuno un pasto caldo contrinìbuiranno ad alimentare anche la nostra anima

giovedì 6 agosto 2015

Fermenti lattici probiotici, la loro azione


Come accennato ieri, è importante sapere che i "batteri amici" intestinali interagiscono con il sitema immunitario localizzato nella mucosa, favorendone l'efficienza e l'equilibrio. La salute del sistema immunitario locale influenza la funzionalità del sistema di difesa dell'intero organismo: ecco spiegato perchè l'alterazione della flora batterica dell'intestino può portare non solo a infezioni intestinali, diarrea, ma anche raffreddori, otiti, probelmatiche che spesso, erroneamente, non sono messe in relazione con la salute intestinale.

E' quinid evidente l'importanza di assumere fermenti lattici probiotici (durante la malattia, in convalescenza o, a cicli, per la prevenzione): essi, infatti, oltre a favorire il riequilibrio del sistema immunitario, riordinano la flora batterica, ostacolando lo sviluppo di molti microrganismi dannosi, prevengono infezioni e ricostituiscono il riequilibrio dopo eventuali assunzioni obbligate di antibiotici. 

Non solo, ma aiutano la scomposizione degli alimenti favorendo l'assorbimento delle proteine, dei carboidrati e dei grassi, prevenendo le intolleranze alimentari e tutte le problematiche di un processo digestivo non corretto (alitosi, diarrea, stipsi, meteorismo, dolori addominali); inoltre, favoriscono la sintesi di vitamine e di fattori di crescita utili per lo svilippo del bambino, prevengono intossicazioni alimentari. E un ruolo di primaria importanza va dato anche alla azione di prevenzione delle allergie. Ecco quindi che si forma una linea di difesa indispensabile per la salute dell'intero organismo.


martedì 14 luglio 2015

Vitamine, alcune precisazioni, Vitamina C

Oggi ci soffermeremo sulla vitamina C, la più comune, la più conosciuta, e la più utilizzata.

VITAMINA C
E' un composto idrosolubile simile al glucosio. E' molto sensibile alla luce, al calore e all'aria, che stimolano l'attività degli enzimi ossidativi. Questa vitamina combatte le infezioni batteriche e riduce gli effetti di alcune sostanze che provocano le allergie. Per queste ragioni è spesso usata nella prevenzione e nella cura del raffreddore comune. 

Un'altra sua funzione molto importante è quella di mantenere in attività il collagene, una proteina necessaria per la formazione del tessuto connettivo della pelle, dei legamenti e delle ossa, nota anche per l'azione antirughe. La vitamina C ha un ruolo rilevante nella rimarginazione delle ferite e delle ustioni in quanto facilita la formazione del tessuto connettivo della cicatrice. La vitamina C è pure un efficace antiossidante che contrasta gli effetti dell'invecchiamento e svolge un'azione di conservazione dei cibi ai quali viene aggiunta. Alcuni studi recenti hanno rilevato che la vitamina C agisce come antistaminico e può essere usata per ridurre le dosi dei farmaci antiallergici (naturalmente sotto il controllo del medico!).

Ricordo che la vitamina C ha un ruolo significativo nel metabolismo del calcio e del ferro (l'assorbimento intestinale del ferro e calcio viene notevolmente migliorato dall'assunzione di giuste quantità di vitamina C). Inoltre, protegge la tiamina, la riboflavina, l'acido folico, l'acido pantoteico, la vitamina A e la E dall'ossidazione. Protegge anche il cervello e il midollo spinale dalla distruzione da parte dei radicali liberi.  

Le fonti: la vitamina C si trova in numerosi alimenti: agrumi, pomodori, peperoni, cavoli, prezzemolo, spinaci, mele, fragole, kiwi, papaia, ribes nero... La vitamina C contenuta negli alimenti si deteriora rapidamente col trasporto, la lavorazione, l'immagazzinamento, la cottura, l'ammaccatura, il taglio, l'esposizione alla luce, all'aria, al calore. Quanto più freschi e meno cotti saranno gli alimenti, maggiore sarà la quantità di vitamina in essi contenuta. Tra i metodi di cottura da preferire ricordiamo il vapore e la frittura rapida. I gambi dei broccoli conservano la vitamina molto più a lungo delle infiorescenze. Gli spinaci perdono 105 mg della vitamina nel giro di 10 giorni dalla raccolta. I peperoni dolci possono essere conservati per 3 settimane con una perdita minima. 

Attenzione: la capacità dell'organismo di assorbire la vitamina C viene ridotta dal fumo, dallo stress, dalla febbre alta o dall'inalazione di gas derivati dalla combustione del petrolio. I sulfamidici aumentano l'eliminazione della vitamina C attraverso le vie urinarie di due o tre volte rispetto alla quantità normale. Il bicarbonato di sodio crea un ambiente alcalino che distrugge la vitamina C. Inoltre quantità d'acqua eccessive impoveriscono le riserve organiche di vitamina C. 
Integrazione: un'indicazione per le persone sane e le donne in gravidanza è di 500 mg al giorno, sufficiente per fornire sia un'ottima protezione antiossidante sia per apportare notevoli benefici alla salute. In particolari circonstanze, come in caso di diabete, cataratta, glaucoma ecc. Sembra più adeguato un apporto di 1000 mg. Contro il raffreddore, si consigliano invece 2000 mg al giorno per due settimane.


giovedì 9 luglio 2015

Packaging per alimenti senza sprechi: è commestibile

Se i contenitori per gli alimenti sono commestibili si evitano moltissimi sprechi, soprattutto quelli relativi ai piatti o bicchieri usa e getta o al classico contenitore per alimenti in carta, plastica o vetro (benchè ormai tutti riciclabili).


A realizzarli due designer di nazionalità belga, Helene Hoyois e Thibaut Gilquin, che li hanno non solo realizzati ma anche commercializzati. Si evita così di lavare i piatti o di usare i contenitori usa e getta. L'idea è venuta ai due designer proprio al termine di una festa, quando andati via gli ospiti,  si sono trovati di fronte una montagna di piatti sporchi. “E se li mangiassimo?”, ha scherzato Thibaut. Ma quella che doveva essere una battuta, anche un po’ sciocca, è diventata un’idea seria, e si sono messi al lavoro.

Così ce l'hanno fatta e hanno messo a punto un materiale (a base di patate, acqua e olio) adatto allo scopo: resistente abbastanza per contenere cibo e salse di ogni tipo, ma anche commestibile e facilmente digeribile. “Sono biodegradabili, hanno sapore neutro, adatto a cibi sia dolci che salati, e possono anche essere messi in forno”, racconta Helen.

Ne è nata una società che ora produce questi contenitori commestibili, con oltre 30 dipendenti. Ma non riposano sugli allori: sanno che il loro è stato per alcuni versi un colpo di fortuna, e che devono lavorare duro se vogliono rimanere sul mercato. Ma sono ottimisti: “In fondo, non lavoriamo: facciamo qualcosa che ci piace”, dice Thibaut.


martedì 9 giugno 2015

Aminoacidi, Cisteina

CISTEINA



E' classificato come un aminoacido non essenziale, che significa che non è necessario per la sopravvivenza ma può essere di estrema utilità  per il trattamento di determinate condizioni. Combatte i radicali liberi e contribuisce a proteggere il corpo dai danni delle radiazioni ionizzanti ( viene utilizzata in associazione ad alcuni trattamenti anti cancro) e dell'invecchiamento cellulare. Sostiene il lavoro del sistema immunitario.


Si trova in molti alimenti con alto contenuto proteico, tra cui salumi, pollame, uova, latticini, proteine del siero di latte, ricotta, formaggi e carni. Si trova anche nei cibi vegetariani, come il peperone rosso, l'aglio, i broccoli, i cavoli di Bruxelles, l'avena, il muesli e i germi di grano.

Aiuta a promuovere la salute del rivestimento dello stomaco e dell'intestino, in modo che migliorino l'assorbimento delle proteine essenziali che introduciamo con i cibi che mangiamo.

lunedì 7 luglio 2014

Uso interno degli oli essenziali | Salute

Gli oli essenziali di alta qualità sono quasi tutti utilizzabili come alimenti, ad esempio in cucina per aromatizzare le pietanze e per creare dolci e bevande. Si possono dunque assumere per bocca come terapia: bisogna tuttavia agire con cautela e sospendere immediatamente l'assunzione se compaiono reazioni indesiderate.

Il metodo più consigliabile per assumere un olio essenziale per bocca consiste nel versarne 2-3 gocce in un cucchiaino di malto in forma semiliquida (il cucchiaino non deve essere di metallo, ma di vetro, ceramica, legno o plastica: meglio di tutto il vetro).


I malti di riso, orzo, mais sono i più comuni, e si trovano in erboristeria e nei negozi di alimentazione naturale. Alternativamente si può ricorrere al miele o alla panna. Un'altra soluzione è quella di sciogliere il cucchiaino con il malto e le gocce di essenza in mezzo bicchiere di acqua tiepida e sorseggiare la miscela (si consiglia di utilizzare sempre acqua di buona qualità).

In tal caso si possono aggiungere anche 4-5 gocce di olio essenziale a un cucchiaio da cucina di sostanza emulsionante (appunto i malti, il miele, la panna). Se il disturbo è acuto si assumono 2-3 gocce di essenza 4 volte al giorno, se è cronico 2 volte al giorno.

Trascorso qualche giorno, se non si notatno miglioramenti conviene interrompere l'assunzione.

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