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giovedì 17 dicembre 2015

Un messaggio in bottiglia, un consiglio a settimana per migliorare se stessi e gli altri

Il mondo è pieno di persone che soffrono in silenzio, nel corpo, nel cuore o nello spirito, desiderando ardentemente che arrivi lo un messaggio dal mondo dello spirito oppure un messaggio d'amore e di speranza. Basterebbero poche parole di conforto: "Non sei solo, quanlcuno ti sta pensando".


  • Anche noi abbiamo provato, ogni tanto, quanto sia doloroso sentirsi soli e incompresi. Sappiamo di avere accando delle guide spirituali, ma in quei momenti ci sentiamo ugualmente abbandonati a noi stessi, vulnerabili e dispersi
  • L'azione di questa settimana consiste nel mandare un messaggio d'affetto e speranza il più lontano possibile, anche a qualcuno che non conosciamo, purchè sia alla ricerca di un segno che gli dimostri che il mondo non si è dimanticato di lui e c'è qualcuno che gli vuole bene
  • I messaggi possono assumere forma diverse. Usiamo la fantasia e pensiamo al modo più originale per trasformarci in un messaggero
  • Ecco due esempi da cui trarre spunto. 1) Infiliamo il nostro messaggio in una bottiglia e affidiamola ad un corso d'acqua, un fiume o un ruscello, oppure lanciamola in mare. 2) Leghiamo il nostro biglietto ad un palloncino, poi andiamo in un parco, su un ponte o all'ultimo piano di un palazzo e lasciamolo libero di volare via
  • Prima di iniziare a scrivere cerchiamo di "sintonizzarci" con il nostro spirito. Domandiamoci che tipo di messaggio invierebbero le nostre guide spirituali, quali userebbero per risollevare il morale a qualcuno e dargli un po' di conforto. Chiediamoci anche quali parole farebbero piacere a noi stessi
  • Mentre scriviamo visualizziamo le guide spiriatuali al nostro fianco, facciamoci ispirare e ascoltimao ciò che ci suggerisce il cuore. Il nostro messaggio dovrebbe occupare almeno tre righe, ma non più di una pagina. Evitiamo di dare informazioni su di noi. Quando lo inviamo al mondo, chiediamo alle nostre guide di farlo giungere nelle mani giuste
  • Nei prossimi giorni, spediamo un messaggio in bottiglia nell'universo e abbiamo fede: con l'aiuto delle guide spirituali esso arriverà verso chi ne ha più bisogno 



domenica 20 settembre 2015

Ataviche sensazioni

Qualcosa di atavico, di antico, emerge dal mio io più profondo, che mi impedisce di essere espansiva con le persone che amo, che limita i miei gesti d'affetto. Fin dalla più tenera età, ho sempre cercato di sottrarmi ai profumati baci di mamma, agli abbracci, con un istintivo gesto delle mani, atto ad impedire di entrare in contatto fisico con tutti, familiari e non. Era più forte di me, una inconscia maniera di difendermi forse, non so da cosa o da chi, un gesto guidato da un istinto primordiale, la cui presa di coscienza mi faceva star male: perchè ero così distante nei confronti delle persone che amavo e che cercavano di farmi sentire tutto il loro affetto?


Non me ne sono mai liberata, nemmeno quando mi sono innamorata; non sopportavo che mi si prendesse per mano, nè che mi si cingessero le spalle, come del resto tutto l'universo mondo dei fidanzati faceva. No, non con me. Me ne sono fatta persino una colpa, dicendo a me stessa che non ero capace di amare, se questo era il mio modo di comportarmi. Ma non era così, ho amato, così tanto da farmi male, ma quei gesti non erano per me.

Per molto tempo mi sono imposta di non pensare a questo mio modo di essere, a lasciare scivolar via quella sensazione che stringeva il mio stomaco, che sorda rumoreggiava nella mia testa: ero così, non potevo farci nulla, prendere o lasciare. Per anni ho lasciato che tutto scorresse così, accantonando quell'istinto, reprimendo la sofferenza che mi procurava, perchè avrei voluto mostrare con una gestualità che non mi è mai appartenuta, la forza dei sentimenti e delle emozioni che come acque tumultuose straripavano da tutto il mio essere.

Sono una contraddizione: per quanto solare, sorridente, di compagnia e allegra da un lato, dall'altro risulto introversa e complessa persino a me stessa. Di me, di quello che vivo e sento non parlo quasi mai, a meno che non vi sia costretta da cause di forza maggiore.
Tutto questo contrasta con la mia capacità di saper stare e trattare con le persone, e della mia spiccata propensione ai rapporti interpersonali.

Solo in questi giorni questi pensieri si sono riaffacciati prepotenti nella mia testa, in una carrellata infinita di ricordi, che continuano ad urlarmi gesti negati seguiti da dolorosi sensi di colpa che mi fanno apparire gelida e fredda quale non sono. E' come essere una statua di ghiaccio con un fuoco che  arde all'interno. Il ritorno prepotente di questo pensiero mi ha costretta a riflettere nuovamente su quelle sensazioni, gettandomi nello sconforto. Ma non ho potuto fare altrimenti, a volte ritornano, i ricordi, e bisogna conviverci. E' come cimentarsi con un puzzle i cui pezzi sono tutti  mescolati alla rinfusa e non si riesce a trovare quello giusto per iniziare. Guardi la figura sulla scatola, chiara, addirittura semplice, poi guardi i pezzi e non trovi il bandolo della matassa.

Guardi, cerchi, e non trovi, riguardi, ricerchi e nulla, fino a che non lasci perdere per un po', e poi all'improvviso si muove qualcosa. Qualcosa di perduto, in un tempo che non riaffiora alla mia mente, ma che sembra avermi marchiata a fuoco e di cui rivivo solo gli istinti e le sensazioni che condizionano il mio comportamento. Ho ripercorso la gestualità a cui mi sono sempre sottratta, chiedendo il perchè del rifiuto di un abbraccio, di un bacio affettuoso, di un braccio sulle mie spalle, di un incrocio di mani: è la sensazione di un'appartenenza impropria, quella della schiavitù.


giovedì 27 agosto 2015

Dedicate del tempo agli animali domestici, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Questa settimana proponiamoci di dimostrare il nostro afffetto e dedicare qualche attenzione in più agli animali che ci tengono compagnia ogni giorno e aiutare tutte bestiole che non hanno una voce per esprimersi. 

DEDICHIAMO DEL TEMPO AGLI ANIMALI DOMESTICI
  • Molti di noi hanno una cane, un gatto o un altro animale domstico. Gli vogliamo bene, certo, ma quante volte gli dedichiamo un po' di tempo per dmostrargli quanto teniamo a lui, per parlargli e sopratutto per ascoltarlo?
  • Dare affetto al nostro beniamino non è solo una meravigliosa ricompensa: studi scientifici dimostrano infatti che interagire con i nsotri animali fa bene alla salute
  • Gli animali possono insegnarci fondamentali lezioni di vita. Non importa se li trascuriamo e li lasciamo soli per ore: loro ci ripagano sempre con una dose infinita di amore e affetto, e  ci perdonano qualsiasi cattiveria. 
  • Spesso dietro un cane , un gatto, un canarino si nasconde una missione: insegnarci a donare al mondo amore incondizionato. Se abbiamo un animaletto, questa settimana dedichiamogli un momento speciale: ascoltiamolo, preatiamo particolare attenzione quando ci guarda, cerchiamo di capire cosa ci sta dicendo, prendiamo nota dei suoi pensieri e dei nostri a trarne ispirazione
  • Anche se non abbiamo una bestiola tutta nostra, cogliamo l'occasione per andare a visitare un ricovero per animali o qualcuno che non può accudire il proprio animaletto perchè è malato. Offriremo un sostegno prezioso a una creatura che non può esprimersi a parole e che non viene udita per chè nessuno l'ascolta
  • Ricordiamo alcune azioni hanno tanto più valore quanto più richiedono impegno. Ai gesti d'amore che rivolgiamo al prossimo seguono sempre grandi ricompense
  • Prendiamoci dunque un po' di tempo per considerare e apprezzare la gioia e l'affetto che gli animali portano nella nostra vita. lasciamo che ci insegnino a donarci a loro e a tutte le creature indifese.

Licenza Creative Commons
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