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mercoledì 4 novembre 2015

A Lucca ti rividi, a me la minestra 'un me la incàci

A LUCCA TI RIVIDI: antico modo proverbiale per dire ironicamente "non me ne voglio impicciare; non ne voglio sapere". Si usa anche quando si teme di non rivedere più un a cosa data in prestito oppure una persona. Sull'origine sono concordi sia il Serdonati, poligrafo e grammatico fiorentino del '500, che il lucchese Tommaso Buono il quale, nel suo Teatro de' proverbj spiegava: "Avendo un gentiluomo lucchese veduto in Lucca un gentiluomo pisano, usò seco cortesia invitandolo a desinare a casa sua, condotto fu trattato con ogni sorta di umanità.


Partitosi il Pisano e ritornato alla patria, avvenne che fra poco tempo il Lucchese andò a Pisa dove parvegli convenvole salutare il suddetto Pisano. Trasferitosi alla casa di quello, dopo avere molte volte bussato, alla fine si affacciò il Pisano e gli disse che non sapeva chi fosse. Onde il Lucchese rispose: <<A Lucca ti védi, a Pisa ti conobbi>>. E con questo si licenziò".

Questo modo di dire fu usato anche dal seicentesco Lippi nel Malmantile racquistato, parodia burlesca della Gerusalemme liberata: 

Diratti che tu gli empia una sua tazza 
a un di quei fonti si' chiari e freddi
ma sela servi, a Lucca ti rivvedi

A ME LA MINESTRA 'UN ME LA INCàCI: a me non la dai a intendere!; con me non ce la fai! E' un modo di dire pisano

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