Simply

Visualizzazione post con etichetta Oggi nella mia rubrica_. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Oggi nella mia rubrica_. Mostra tutti i post

venerdì 15 luglio 2016

Tirati su le poppe, ti vo in culo piscio chiaro e bevo boccia

Tirati su le poppe, ti vo in culo piscio chiaro e bevo boccia, tocca e lecca, tocco...in effetti sono un po' volgari, ma tanto d'effetto

TIRATI SU LE POPPE: rallegrati. Ma sa di ironico, quando capita una fortuna o un guadagno insignificante. Il gesto cianesco del tirarsi in su i seni con le due mani contemporaneamente, in segno di soddisfazione, quasi per sentirsi meglio a proprio agio, è l'equivalente dello stropicciarsi le mani


TI VO IN CULO, PISCIO CHIARO E BEVO BOCCIA: è sinonimo dell'optimum della buona salute e della perfetta forma. Così si risponde a Firenze, con esorcismo un po' triviale e in segno di noncuranza, a chi augura del male per scherzo o sul serio. E' d'altronde vero che "chi piscia chiaro va in tasca al medico": lo dice anche il proverbio

TOCCA E LECCA: sinonimo di cosa ghiotta: "unm angiarnio che tocca e lecca", o dicono in Versilia

TOCCO: le ore 13 oppure l'una dopo mezzanotte. "Fare al tocco", invece, significa "fare la conta", cioè a chi tocca


Gynostemma, schisandra e ginseng per stare bene

Gynostemma, schisandra e ginseng per stare bene, affinché corpo e mente possano adattarsi ai cambiamenti non solo fisici ma anche mentali


Affinché stiamo bene è necessario riuscire ad adattarsi ai cambiamenti, fisici e mentali. L'adattamento fa parte dello spirito di sopravvivenza e della nostra evoluzione: ecco perché il nostro organismo è predisposto all'adattamento, grazie a questa capacità. E per aiutarci possiamo far ricorso a tre adattogeni naturali: il gynostemma, la schisandra e il ginseng americano.


Definita anche pianta dell'immortalità, la Jiaogulan è in grado di rallentare i normali processi di invecchiamento. Ma non solo, riduce il colesterolo, stimola il metabolismo dei grassi e l’energia dell’organismo. Diminuisce l'ansia, la depressione, lo stress e la stanchezza.

La schisandra ha in sé tutti gli elementi naturali. Migliora la concentrazione, risveglia l’energia vitale e potenzia la sessualità. Grazie al contenuto dei lignani, la schisandra ha la capacità di rigenerare le cellule epatiche, mentre il glutatione controlla il livello di zuccheri nel sangue. Bastano un paio di cucchiai di bacche fresche o uno di bacche essiccate.

Il noto ginseng americano ha una potente azione anti-fatica, grazie ai ginsenoidi riduce le citochine infiammatorie regolando i livelli di cortisolo associati a stanchezza e stress. E' in grado di ridurre il colesterolo, l’infiammazione e la glicemia.


Irritabilità: può essere disidratazione

Irritabilità: può essere disidratazione, come dimostrato da uno studio, in base proprio al grado di disidratazione del nostro organismo. Ecco perché bere la giusta quantità di acqua è importante.


Abbiamo più volte trattato l'argomento disidratazione, e quanto sia importante essere idratati. Dalla disidratazione dipende anche l'irritabilità. Lo ha dimostrato uno studio condotto dall'Università della California. Dato che siamo in estate è ancora più importante restare idratati, anzi qualche bicchiere di acqua in più farà bene al nostro umore.


Lo studio ha preso in considerazione persone che bevono quotidianamente 2,5 litri di acqua al giorno e persone che ne bevono circa 1,2 litri. Al primo gruppo è stato chiesto di ridurre l'assunzione di acqua di un litro, mentre al secondo gruppo di aumentare il consumo di acqua a 2,5 litri. Inoltre per tutto il periodo della durata dello studio sono state messe a punto diverse scale di umore. Il gruppo a cui era stato chiesto di diminuire il consumo di acqua ha notato meno contentezza, calma, emozioni positive e propositività. L’altro gruppo, invece, ha sentito meno stanchezza, confusione e necessità di bere. In conclusione è stato evidenziato un rapporto tra la poca assunzione di acqua e l’incremento dell’irritabilità.

Perciò non si può affidarsi solamente al senso di sete, che soprattutto nelle persone oltre i 50 anni va diminuendo. Se parliamo di acqua, è bene rispettare la regola non scritta degli otto bicchieri ma anche il modo di alimentarsi può venire in soccorso del giusto apporto idrico che bisogna garantire al nostro corpo. Gran parte dell’acqua della nostra dieta (circa un terzo) viene assunta attraverso i famosi cibi “idratanti”, vale a dire frutta e verdura. E con l’arrivo dell’estate e delle alte temperature, è preferibile pertanto aumentarne il consumo per soddisfare il fabbisogno di liquidi e minerali necessari al corretto funzionamento del metabolismo.


giovedì 14 luglio 2016

Ti ci covano i rondoni, tirar de niffo

Ti ci covano i rondoni, tirar de niffo, tirare l'aiolo, tirare l'umido, tira su e serba a Pasqua per dire che uno è fortunato, che tira di lungo, per significare morire e via dicendo

TI CI COVANO I RONDONI: lo dicono a Siena a chi è molto fortunato. Dov'è che gli covano i rondoni? "Quello ha un culo tanto grande che gli ci covano i rondoni"

TIRAR DE NIFFO: a Massa significa tirar di lungo, sdegnare, no ndare considerazione

TIRARE L'AIOLO: è una delle più familiari tra le molte espresioni del vernacolo fiorentino per non dire morire. "L'Aiolo" è una rete aperta per acchiappare gli uccelli: dopo che è rimasta stesa su un'aia pulita, appena gli uccelli vi si posano il cacciatore tira le corde per chiuderla e nel fare questa operazione stende le gambe "come fa chi muore" (Camaiti). Con diverso significato, "tirar l'aiolo" fu usato dal Sacchetti (nel senso di ingannare) e dal Boccaccio (adescare gli amanti)


TIRARE L'UMIDO: nella lingua italiana l'umido, ovvero l'umidità, "si prende": a Firenze "si tira". E il verbo è molto più proprio, perchè rende meglio il senso dell'assorbimento. Quando, appunto a Firenze, i fuochi artificiali che il Comune organizza perl a festa di San Giovanni riescono un po' fiacchi, di poco effetto e accompagnati da esplosioni fioche, la gente assiepata sui Lungarni osserva ironicamente che "gli hanno tirato l'umido"

TIRA SU E SERBA A PASQUA: si dice per bonario rimprovero al bambino che ha il vizio di non soffiarsi il naso e "tira su", tenendosi il moccio come se fosse una cosa preziosa da serbare per qualche solenne occasione festiva

Cenni sulla Bieta Erbetta

Cenni sulla Bieta erbetta le cui proprietà erano già conosciute dai Celti e dai Romani che l'apprezzavano come contorno ai più svariati piatti, ma ance lessate e in minestre

Beta deriva dal celtico e significa "rosso" per via della costolatura e della radice che rosseggiano; vulgaris deriva dal latino con significato di "molto comune" . La bieta, detta anche erbetta, nella sua specie originaria, detta Beta marittima, fu oggetto di raccolta alimentare fin dalla preistoria, essendo diffusa spontaneamente nei litorali sabbiosi del bacino del Mediterraneo. Tanto pregiata era la pianta, che le selezioni per ottenere foglie più grandi cominciarono addirittura 3000 anni fa ad opera dei Babilonesi.


Già i Romani ne annoveravano diverse varietà: una bianca, una rossa e una a coste sottili che diede vita ai piatti betacei di Apicio. Questi smentiscono il pesante giudizio di Marziale che reputò le "inconsistenti biete" mero cibo di operai, anche se è pur vero che le classi povere ne facevano gran consumo. Ma, mentre queste si accontentavano di mangiarle lessate o in zuppe di verdure o facendone cuocere le radici sotto la cenere, i gaudenti del tempo le ricercavano come gradito contorno a piatti più sostanziosi.

Altre prevenzioni, poi, le circondarono ad onta del loro vasto consumo. Plinio, ad esempio, pur descrivendone le diverse varietà, asse riva che erano malsane. Col passare del tempo ogni pregiudizio si dissolse e la bieta continuò ad essere presente in tutte le nostre cucine. Nel corso dei secoli, dalla bieta originaria sono state create le erbette da orto con superficie grande, le coste, le rape rosse e quelle da zucchero. Dal punto di vista medico, vediamo cosa diceva, nel XIV secolo, il Tacuinum sanitatis in medicina: "... il loro succo toglie la forfora dalla testa e scioglie il ventre. Taluno, a quest' ultimo effetto, indica la radice raschiata col coltello, ricoperta di miele e un poco di sale e adoperata come supposta. Il danno delle biete è che impediscono la digestione, a motivo dell' umidità e della natura lassativa, e che bruciano il sangue. Convengono, nell' inverno, ai vecchi" .



mercoledì 13 luglio 2016

Te cardo, te la se messa la camicia a rovescio

Te cardo, te la se' messa la camicia a rovescio, tenere come un oracolo, terra santa piglia e non rende, terratrepoli, t'ha detto tigna alcuni modi di dire forse un po'sibillini ma pregni di significato

TE CARDO: in aretino significa "ti pettino", "ti sistemo per le feste". E' modo figurato da cardare la lana

TE LA SE' MESSA LA CAMICIA A ROVESCIO: frase scherzosa che si dice a chi va in cerca di funghi. Innocua superstizione che trova il suo motivo nell'idea di diversi adeguare al regno antitetico della natura non coltivata, com'è appunto il regno dei funghi che nascono spontanei nei boschi e non durante il giorno, ma di notte, secondo la convinzione popolare

TENERE COME UN ORACOLO: cioè in grnde stima, con grande cura, profondo attaccamento. "Qui' figliolo lo tengon come un oracolo".


TERRA SANTA PIGLIA E NON RENDE: si dice di un luogo in cui si è perduto un qualche oggetto che non si riesce più a trovare. Sembra che  il modo di dire sia pisano, probabilmente derivato dalla convinzione popolare che nell'antico camposanto di Pisa fosse stata portata terra santa del MOnte Calvario che in breve riduceva in nulla i cadaveri

TERRATREPOLI: piccola insalata dicampo, non coltivata, che tutti possono andare a raccogliere durante l'inverno quando il terreno è in riposo. I "terratrepoli" sono un po' i parenti poveri dei raperonzoli, altra insalata di campo

T'HA DETTO TIGNA: ti ha detto male, hai avuto sfrotuna. Espressione pisana




Collo e cervicale: evitare il tech neck in 5 mosse

Collo e cervicale: evitare il teck neck in 5 mosse. L'uso smodato dei dispositivi mobili, come smartphone, tablet e laptop ha fatto nascere nuove patologie del collo e della schiena. Ecco come evitarle.


L'uso smodato che facciamo dei nostri dispositivi mobili ha fatto nascere delle nuove patologie che affliggono collo e schiena, dovute principalmente alle scorrette posture che assumiamo. Sono i giovani a soffrirne principalmente, infatti i ragazzi di età compresa tra i  16 e i 34 anni  soffrono di “tech-neck”, la patologia di coloro che usano troppo e male i dispositivi mobili. Ecco alcuni preziosi consigli per prevenirlo.


A nostra disposizione c'è un'App per Android,  "Text Neck" grazie a cui si possono ricevere  feedback in tempo reale sulla correttezza della postura in piedi che viene indicata da una luce rossa o verde. Si può anche optare per notifiche acustiche e vibrazioni che si attivano quando la postura inizia a essere scorretta.

E' bene regolare il monitor del computer a livello degli occhi. Il modo migliore per evitare al collo sforzi sovrumani anche se impercettibili è regolarlo ad altezza d’occhio così da mantenere una buona postura.

Inoltre per il collo vi sono anche  esercizi che si possono fare semplicemente seduti alla propria scrivania per ridurre rigidità e dolori al collo. Bastano piccole ondulazioni per ridare vitalità ai muscoli del collo.

Per chi usa frequentemente il tablet sarebbe opportuno usare il porta-tablet soprattutto perchè spesso viene posato su superfici piane o sulle gambe. Utilizzare un supporto aiuta a mantenere il tablet ad altezza occhi impedendo di spostare il peso sul collo.

E infine ricordate di idratarvi correttamente. Perchè? I dischi della colonna vertebrale sono costituiti principalmente di acqua, quindi è importante restare idratati durante il giorno per mantenerli flessibili e sani.






martedì 12 luglio 2016

Taneo, tanti ne nasce tanti ne pasce

Taneo, tanti ne nasce tanti ne pasce, tanto la morte ci ha a trovà vivi, tarabaralla, tasca ladra, tattamea, detti toscani di cui non vi anticipo nulla leggete e imparate

TANEO: voce lucchese. Come aggettivo significa alterato dal tempo, scolorito, frusto, sclacinato (dal francese tané , conciato, color buccia di castagno). "Per ora son molto tanèo" scriveva Giacomo Puccini alla mamma nel novembre 1880 appena arrivato a Milano da Lucca per sostenere gli esami al Conservatorio musicale. Come sostantivo è usato specialmente per indicare la smorfia, il cenno d'intesa, il colpetto allusivo di tosse con cui il giocatore di carte comunica in codice al compagno. "non vo' tanèi!", "Se m'avvedo d'un tanèo smetto di giocare!".

TANTI NE NASCE, TANTI NE PASCE: si dice, nel pisano, delle persone che spendono tutto quello che guadagnano


TANTO LA MORTE CI HA A TROVA' VIVI: modo di dire scherzoso per affrontare sportivamente un rischio

TARABARALLA: press'a poco; su per giù; nè bene nè male. Qualcuno ci fa un'aggiunta: "Tarabaralla fa le frittelle", ma senza un particolare motivo

TASCA LADRA: è la tasca all'interno della giacca, aperta nella fodera, dove un tempo si metteva il portafogli per maggior sicurezza contro i ladri

TATTAMEA: definisce con un certo disprezzo ironico la persona di modi stucchevoli, ipocritamente mansueta


La liquirizia contro la carie

La liquirizia contro la carie è un aiuto naturale efficace poichè contiene una sostanza chimica naturale che aiuta a combattere i batteri della bocca e la placca: il trans-chalcone


Gli amanti della liquirizia saranno felici di sapere che questa deliziosa radice contiene una sostanza chimica naturale che combatte i batteri della bocca e la formazione della placca. Tale sostanza, il trans-chalcone sarebbe in grado di bloccare l'azione di un enzima chiave che permette ai batteri di prosperare nelle cavità orali.


I batteri del cavo orale sono in grado di metabolizzare gli zuccheri di cibi e bevande, e questo processo porta alla produzione di placca e acidi che sono la via attraverso la quale si forma la carie. Bloccando l'attività di questo enzima, con la sostanza presente nella liquirizia, si previene la formazione del biofilm batterico, che apre la strada alla placca e alle carie.

Tale proprietà è stata scoperta grazie ad uno studio, pubblicato su 'Chemical Communications'. Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori coordinati  da Dominic Campopiano dell'University of Edemburgh, esostiene che prodotti per l'igiene orale che contengono sostanze chimiche simili, possono migliorare la pulizia e la salute del sorriso. Lo studio è il primo a mostrare che il trans-chalcone previene la formazione dei biofilm batterici.


lunedì 11 luglio 2016

Sudicio come un bastone da pollaio

Sudicio come un bastone da pollaio, sui pesci mesci, sullo stendere, suonare a cicciafredda, taccio, da un modo per dire sporco, ad un incoraggiamento, e altri modi da memorizzare per un vocabolario ricco e sapido


SUDICIO COME UN BASTONE DA POLLAIO: ed effettivamente poche cose possono essere altrettanto sporche

SUI PESCI MESCI: un consiglio, un incoraggiamento e uno dei tanti aforismi gastronomici: questo sembra nato in una di quelle baracche lungo l'Arno dove si friggono saporiti pesci di fiume che fanno la delizia di merende e cene all'aperto, allietate naturalmente da un fiasco di vino locale


SULLO STENDERE: sul finire. "Son sullo stendere", detto anche scherzosamente per "non ne posso più", "Sto per morire". A parte lo stendere o tirare la cuoia, sembra che derivi dall'operazione del cacciatore che toglie le reti tese

SUONARE A CICCIAFREDDA: modo di dire senese, un po' macabro, per: "suonare a morto"

TACCIO: stralcio. "Fare un taccio" significa giungere a un accomodamento, a una transazione



Cedro,cipresso e calamo per fumigazioni ristoratrici

Cedro, cipresso e calamo per fumigazioni ristoratrici, una pratica antica per risvegliare l'energia interiore e rigenerare i nervi.


Vi sono fragranze attraverso cui è possibile fare le fumigazioni, una pratica molto antica che spesso ha accompagnato molti riti spirituali, guarigioni ecc. Quello che si diffonde nell'aria durante le fumigazioni non è solo "fumo profumato", è molto di più, perché viaggia oltre la percezione dei nostri sensi.


Per ritrovare e risvegliare le propria energia il cedro, di cui tutto si utilizza dalla corteccia agli aghi, è l'eccellente rimedio per il benessere fisico e mentale. Dall'essenza che se ne sprigiona si ottiene una grande forza interiore e si elimina lo stress. Va benissimo nei momenti di meditazione ed è utile a curare i problemi di respirazione.

Con il cipresso, che nella simbologia rappresenta l'albero della longevità, ci si mantiene giovani e si riesce a dimenticare un passato pesante. Anch'esso risveglia la forza interiore che aiuta quando si deve prendere una scelta e predispone la mente al cambiamento.

Tonificante dei nervi è il calamo che grazie a questa sua peculiarità dona la forza di sopportare le grandi sfide della vita.

Benchè oggi forse poco praticate, le fumigazioni hanno un grande potere rigenerante, infatti gli impulsi nervosi inviati in seguito alla percezione olfattiva vanno a connettersi direttamente con il nostro sistema limbico, la ghiandola pienale e pituitaria. Ciò attiva quelle che sono le nostre  parti più antiche del cervello.  Affinchè le fumigazioni siano efficaci, è bene usare le parti intere o polverizzate da porre su un carboncino o su un incensiere a fiammella, materiale che potete trovare in erboristeria e nei negozi specializzati.


domenica 10 luglio 2016

Le unghie sono lo specchio della salute

Le unghie sono lo specchio della salute, e proprio osservandole possiamo capire se qualcosa non va. Il loro colore, le loro macchie, la loro struttura possono essere dei campanelli d'allarme da non sottovalutare.


Le unghie, soprattutto per noi donne sono diventate un vezzo da mostrare e la nails art la fa da padrone, con tantissimi colori e decorazioni di vario tipo. Ma le unghie sono anche lo specchio della nostra salute, e controllandone il colore e la forma che esse assumono possono rivelare tutta una serie di problematiche: problemi cardiocircolatori o respiratori, presenza di funghi o normale invecchiamento.
Osservandole quindi, possiamo capire cosa ci aspetta e quindi prevenire.Vediamo alcuni esempi a cui possiamo fare sicuro riferimento


Unghie fragili: possibili carenze dovute a diete drastiche, abitudini alimentari sbagliate e manicure troppo frequenti e aggressive

Unghie gialle: possono essere spia di malattie dell’apparato respiratorio oppure utilizzo di smalti di cattiva qualità

Unghie violacee:  problemi cardiocircolatori

Unghie con piccole macchie bianche: si tratta semplicemente di microscopiche bolle d’aria tra le lamine dell’unghia. Ma se le macchioline bianche interessano tutte le unghie potremmo trovarci in presenza di malattie di pelle come psoriasi

Unghie con avallamenti: traumi alla matrice delle unghie

Unghie con righe verticali: si tratta semplicemente del naturale processo di invecchiamento

Unghie bianche e brune contemporaneamente: fate attenzione perchè rivelano la presenza di funghi da curare con la massima urgenza affinchè non si diffondano alle altre unghie

Unghie con inspessimenti (soprattutto quelle dei piedi): traumi causati dall’uso di calzature troppo strette, o una deformazione che riguarda soprattutto le persone più anziane.

In ogni caso chi fa sovente uso di trattamenti dermo-estetici deve stare molto attento e andare nei centri specializzati perché determinati solventi possono danneggiare la lamina ungueale.

venerdì 8 luglio 2016

Strascicato, striggine, struggino, strullo

Strascicato, striggine, struggino, strullo, succhiellare altri detti toscani per la cucina, il freddo, un luogo di Livorno e via andare


STRASCICATO: passato in padella col sugo, "cavolo strascicato, penne strascicate"

STRIGGINE: voce esclusivamente toscana divenuta ormai rara, ma fino a una ventina di anni fa usata nel contado aretino e pisano per indicare il freddo pungente, rigido e secco. A Volterra, in senso traslato, significava anche "carestia"


STRUGGINO: i livornesi chiamano così il luogo alla periferia della città, all'altezza di Stagno, dove venivano interrate e "lavorate" le carogne di animali e le immondizie, paradiso maleodorante di talpooni, mosche e tafani. Il nome popolare è rimasto anche dopo la costruzione dell'inceneritore inaugurato il 2 febbraio 1974. Lo stesso significato di "struggino" si ritrova nel Pisano, per una zona nella frazione di San MArtino adibita all'identico scopo

STRULLO: sciocco. Modo di dire diffuso soprattutto nel contado aretino e in Valdarno, deriva dall'antico "trullo", variante con aferesi da citrullo

SUCCHIELLARE: appartiene al gergo dei giocatori di carte: è il movimento rapido, quella specie di tentennamento col quale, tenendo le carte strette fra il pollice e l'indice si fanno scorrere a poco a poco per il gusto dell'attesa e dell'azzardo

La Vite, per vista e microcircolo

La Vite, per vista e microcircolo si rivela una potente alleata. Grazie al suo alto contenuto di antociani, luteina, zeaxantina, vitamine, manganese, magnesio, fosforo e calcio, costtuisce una potente arma per difendere i nostri vasi sanguigni e la vista


La vite, Vitis vinifera, è stata una delle prime piante ad essere stata coltivata dall'uomo, diciamo che, dallo stato selvatico, è stata addomesticata. E sempre dagli antichi abbiamo ereditato la conoscenza delle virtù curative della vite, già descritta da Plinio il Vecchio. Non v'è parte della vite che non sia utile, in particolare le foglie, i pampini giovani, in cui si concentrano le sostanze utili ai microvasi che irrorano i tessuti oculari: parliamo degli antocianosidi.


Essi sono dei vasoprotettori e agiscono fissandosi sulla membrana dei vasi, nello strato che si trova a diretto contatto col sangue,  contribuendo a stabilizzarla. Inoltre, stimolano l’attività degli enzimi responsabili della sintesi del collagene, migliorando l’elasticità dei capillari.

Gli antocianosidi, sono preziosi alleati contro i radicali liberi, poichè sono in grado di intrappolare quasi tutte le specie conosciute. Grazie ad essi è possibile prevenire varie malattie croniche e degenerative, a carico della vista (come cataratta e degenerazione maculare). Le foglie di vite possono aiutare i nostri occhi perché contengono luteina,  che è in grado di filtrare la luce e proteggere la retina, e zeaxantina, importante per la macula. Inoltre possiamo contare su: vitamine A, B, C ed E (tutte utili per il benessere degli occhi e l’eliminazione dei radicali liberi), manganese (antiossidante), magnesio (rilassante dei nervi), fosforo e calcio, essenziali per il benessere delle ossa.

La si può assumere sottoforma di estratto idroalcolico (si consigliano 60-90 gocce al dì), in estratto secco in capsule (spesso unito ad altri rimedi fitoterapici), la cui dose è di circa 2-3 al giorno, a seconda del prodotto. In associazione ai mirtilli neri è ottima per la protezione dei vasi sanguigni e il miglioramento della funzione visiva. I mirtilli contengono antocianosidi ad azione rinforzante sui microvasi. Si possomo assumere vite e mirtilli in estratto secco, 2 capsule (1+1) 2 volte al dì, prima di pranzo e prima di cena con un bicchiere di acqua.




Succhi benefici: aloe cocktails

Succhi benefici: aloe cocktails, una salutare alternativa ai soliti succhi che, grazie alla presenza di questa portentosa pianta contribuiscono al nostro benessere per le sue ormai indiscutibili doti disintossicanti e molto altro ancora.


Che l'Aloe vera sia una panacea per tantissimi disturbi è ormai assodato, il suo succo infatti fa bene a tutto il corpo proprio per i nutrienti di cui è composto. Non solo è un disintossicante, stimola il sistema immunitario aiutandoci così a difenderci da virus e batteri ed un ottimo antinfiammatorio. Tra l'altro è un buon coagulante del sangue, fa bene ai denti e ai capelli e come si sa è un ottimo integratore alimentare.


Ormai il succo di aloe vera lo si trova con facilità, ma come sempre è bene assicurarsi che sia polpa liquida al 100% e soprattutto che non sia diluito. Ciò che ne determina le qualità è il fatto che la lavorazione della polpa deve essere fatta e stabilizzata a freddo e questo perché il calore comprometterebbe i principi attivi della pianta. Dato che l'aloe contiene contiene aloina, sostanza amara e purgante, essa viene eliminata.  L'aloe è multitasking, e con essa si possono preparare anche dei buonissimi cocktails assai adatti al periodo estivo, buoni e rinfrescanti. Vediamone alcuni.

Arancia, fragole e aloe: non solo buono per il palato ma ottimo da punto di vista del contenuto di vitamica C.
Succo di pompelmo, sciroppo di granatina e aloe: se desiderate un sapore un po' diverso, forte e secco.
Lamponi e aloe: un frullato depurativo

Ovviamente dovete dare spazio alla fantasia e provare anche con ananas, melograno, anguria, persino menta: quindi lasciatevi ispirare e cominciate a tenere questo portentoso succo nel frigo.

giovedì 7 luglio 2016

Stizza, stoppinare, storiare, stracanarsi

Stizza, stoppinare, storiare, stracanarsi, strapparsi il buco con l'ugne sono dei buffi modi di dire che noi toscani usiamo davvero spesso per definire la ritrosa dei capelli, la chiusura ermetica di una finestra e altro ancora


STIZZA: voce strana ma efficacie con la quale a Montecatini s'intende la ritrosa che a volte si forma nei capelli tenendo appoggiata la testa sul guanciale durante il sonno

STOPPINARE: chiudere bene una finestra, una porta. Quando su vuol sigillare qualcosa si ricorre alla stoppa. Ma il verbo può anche derivare dalla stoppinatura delle botti da vino durante la preparazione per la svinature: dopo che dall'interno è stata scrostata la gruma dell'anno prima, vi si introduce uno stoppino di juta impregnata di zolfo, gli si dà fuoco e si "stoppina" ermeticamente ogni chiusura della botte perchè fumo e gas della combustione liberino e preservino il legno dai cattivi odori e sapori di lezzo o muscido


STORIARE: perder tempo in lungaggini; indugiare; spazientire.

STRACANARSI: affaticarsi per un lavoro o in una corsa

STRAPANARSI: ridursi in brandelli, anche mtaforicamente. Stracciato, malridotto

STRAPPARSI IL BUCO CON L'UGNE: è un vecchio modo di dire fiorentino, ormai quasi in disuso, per significare: disperarsi ma inutilmente. E davvero non si sa se un'operazione del genere potrebbe essere più atroce o più disperata

Il Lapacho: corteccia alleata delle difese immunitarie

Il Lapacho: corteccia alleata delle difese immunitarie, è parte di un albero ed ha numerose proprietà. E' infatti antimicrobica, tonica e aiuta le difese immunitarie. 


La corteccia dell'albero chiamato Tabebuia Avallandae si chiama lapacho le cui benefiche proprietà sono note fin dai tempi antichi. E' un albero originario dell'America Centrale e le sue proprietà erano già note alle civiltà precolombiane. La corteccia di questo albero, il lapacho appunto, se staccata dal tronco ha la capacità di ricrescere in maniera repentina e questo fece dedurre a popoli come Maya, Aztechi e Incas che avesse proprietà medicamentose.



Ed infatti da studi recenti è stato evidenzisto che il lapacho è un ottimo antimicrobico, proprio per il contenuto del lapacholo, che agisce contro batteri e funghi come la candida. Per la concentrazione di sali minerali, il lapacho si rivela un ottimo tonico naturale utile a rinforzare le difese immunitarie e proteggere il corpo dalle malattie infettive.

Per trarre beneficio dalle proprietà del lapacho si può fare un infuso. Le erboristerie sono in grado di fornirvi delle tisane di lapacho da bere la sera prima di andare a letto, oppure si può anche trovare in compresse in cui è già presente la giusta quantità di principio attivo.


mercoledì 6 luglio 2016

Star fresco, starnuti sgloriati

Star fresco, starnuti sgloriati, star sull'albero a cantare, star sulle sue, stiracchio, ridanciani modi di dire per definire altrettante situazioni non sempre piacevoli. Se non altro il modo è comico.


STAR FRESCO: modo di dire ironico che significa "andare incontro a cose o conseguenze spiacevoli". "Si sta freschi se la vita la seguita a rincarare di questo passo". L'origine sarebbe dantesca (Inferno, XXXII, 117): "Là dove i peccatori stanno freschi". Ed effettivamente nell'Antenora, secondo girone, terzo cerchio, quelli ci stanno freschi davvero, dentro il ghiaccio come sono stati messi. "Star lustro" è l'equivalente di "star fresco", e senza scomodare Dante


STARNUTI SGLORIATI: a Siena sono gli starnuti rumorosi, da maleducati

STAR SULL'ALBERO A CANTARE:  gingillarsi; perdere l'occasione propizia. Forse l'origine del modo di dire può essere attribuita alla favola ricorrente in Esopo, Fedro, Apuleio e La Fontaine, di quel corvo che convinto dalla volpe a cantare aprì stupidamente il becco e lasciò cadere il cibo che vi teneva

STAR SULLE SUE: non concedere confidenze; mostrare una certa superbia

STIRACCHIO: a Siena è il lesso rifatto, ovvero gli avanzi del bollito cucinati in modo da gabellarli come una pietanza differente. "Ossessione delle famiglie toscane poco agiate" lo definì Arrigo Benedetti


Dieta: arginare gli attacchi di fame

Dieta: arginare gli attacchi di fame, che sono uno dei principali ostacoli per coloro che vogliono perdere peso, può sembrare difficile. In realtà ci sono alcuni piccoli trucchi da seguire e alcuni alimenti o infusi che possono rivelarsi un valido aiuto.


E' ormai arcinoto e stranoto, quando si affronta una dieta ci si trova spesso ad affrontare il momento in cui si ha un attacco di fame che può mettere a dura prova il percorso che stiamo facendo per dimagrire. Si deve comunque fare uno sforzo di volontà, ma bisogna tener presente che l'attacco di fame è dovuto al fatto che nel nostro organismo si sta abbassando il livello di insulina, fattore di cui si dovrebbe approfittare per prevenire gli attacchi di fame di carboidrati e dolci. Vediamo come.


Tè verde:  ricco di sostanze fenoliche ad attività antiossidante,  ma anche di composti come la teofillina e la caffeina che hanno un notevole potere anti fame e termogenico. Per questo motivo il tè verde ha una buona attività lipolitica che può risultare efficace nei casi di sovrappeso e nella prevenzione degli attacchi di fame. Da bere 2-3 volte al giorno, unendo a ogni tazza il succo di mezzo limone: agendo in sinergia con il tè, questo agrume ha un’azione rimodellante, antinfiammatoria e bruciagrassi.

Fate ben attenzione a non mangiare fuori pasto, tenendo conto di questo piccolo schema:
  - mangiare  sempre e solo ai pasti facendo attenzione ad introdurre quantità sufficienti di proteine (soprattutto vegetali) e di carboidrati integrali, che saziano e sgonfiano.
 - eliminare dolci e cibi conservati: sono fonte di tossine che “fissano” il grasso nei tessuti.
 - evitare i formaggi molto stagionati: contengono molti grassi e sale che poi di accumulano sotto forma di grassi soprattutto sull’addome.
 - usate invece per condire i grassi vegetali come l’olio extravergine d’oliva e quello di lino, disintossicante e bruciagrassi, e come dolcificante usate la stevia. Spezie e sale iodato per insaporire.
 - uova e soprattutto il pesce, fonte di iodio per far funzionare la tiroide e il metabolismo da alternare alle proteine vegetali (nei legumi, nei latti vegetali, nei cereali) per ridurre il grasso di riserva e favorire il senso di sazietà.
 - abbondanti quantità di frutta e verdura fresca (meglio cruda che cotta) aiutano a mantenere il metabolismo sempre attivo, riempiono lo stomaco e placano l’appetito.
- per gli attacchi di fame, uno yogurt naturale con 3-4 mandorle e un pizzico di cacao amaro o una banana: ricca di potassio, ti sgonfia.

Non dimenticate l'avena che, se presa (in compresse) prima dei pasti,  riduce l’appetito, aumentando il senso di sazietà e limitando l’assorbimento dei grassi.


martedì 5 luglio 2016

Spiga, sprocchio, stacchente

Spiga, sprocchio, stacchente, stare alla pidocchina, stare alla scocchetta sono modi di dire davvero interessanti da tenere bene a mente proprio per l'originalità 


SPIGA: i ragazzi che giocano a rincorrersi gridando "spiga!" quando non ne possono più e chiedono un momento di tregua

SPROCCHIO: in Versilia è il rovo, lo stecco pungente e anche qualsiasi cosa che punge. In senso figurato è il ragazzo vivace e anche noioso. Un festival locale della canzone ha come premio "lo sprocchio d'oro". In qualche zona si preferisce il singolare "sprocco". Al plurale lo usa anche Lorenzo Viani ne I Vageri: "Avevano tramutato la soffice lana dei materassi in sprocchi di siepe"


STACCHENTE: si tratta, evidentemente, di belle ragazze, prosperose, che "staccano", cioè risaltano. L'esempio è dal dialetto massese di una poesia di Ubaldo Bellugi:

Stacchente, culurite, bei mi omi,
da magnarle a boccate com'i pomi

STARE ALLA PIDOCCHINA: in Valdinievole significa "stare al solicino, d'inverno, e al riparo dal vento.

STARE ALLA SCOCCHETTA: stare sull'avviso, non perdere la battuta. Si dice a Prato, con ardita derivazione da "scoccare", dallo scattare con violenza della cocca della freccia sulla corda tesa dell'arco


Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.