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domenica 26 giugno 2016

Non siate come Don Chisciotte

Ricordate il nome di Don Chisciotte, l'affascinante e patetico eroe del romanzo di Miguel de Cervantes. Gentiluomo amabile e inoffensivo, Don Chisciotte aveva letto troppe avventure di focosi cavalieri armati. Immaginò di essere uno di essi. Vestito d'una armatura arrugginita, a cavallo di un magro ronzino, partì alla ricerca dell'avventura. Povero don Chisciotte! Attaccò un mulino a vento credendolo un gigante. Caricò un gregge di montoni, immaginando che fosse un'armata nemica. Egli era tanto sincero che la sua confusione mentale gli permetteva l'errore. In realtà non poteva vedere le cose tali e quali erano realmente. Il peggio era che non sapeva chi era in realtà [Immagine mentale 52]


Molti uomini sono  nella stessa infelice situazione. Malgrado la fretta di avventurarsi alla conquista del mondo, tutto va di traverso. Non riescono a vederne le cause. Non è il mondo che è cattivo ma la visione che noi ne abbiamo. E quando la nostra visione è negativa, anche le emozioni lo sono.

Noi temiamo altre persone perché pensiamo a torto che esse abbiano il potere di nuocerci. Temiamo il silenzio ed allora continuiamo a parlare, sperando di sotterrare questa paura del silenzio. Non ci accorgiamo che questa paura si può sconfiggere guardandola in faccia. Don Chisciotte non sapeva chi era. Nella paura del suo nulla inventò quadri immaginari.

Nell'immaginazione era un prode cavaliere, un grande amante e un valente avventuriero. Ma quando queste figure immaginarie si urtarono con la realtà, cadde dal suo cavallo. Allora come scoprire chi siamo? Non cerchiamo di scoprire chi siamo realmente. Cerchiamo di sapere cosa non siamo. Non siamo i ritratti immaginari di noi stessi. Quando sapremo cosa non siamo, sapremo anche chi siamo. E' miracoloso. Ci sentiamo completamente diversi. In altri termini, ci sentiremo bene.


venerdì 4 settembre 2015

Amicus Plato sed magis amica veritas

Socrate e Platone, due pilastri della terra della filosofia, su cui tutti gli studenti dei licei si sono dovuti soffermare, volenti o nolenti, a riflettere. Oserei dire che sono fra i più studiati, per lo meno a scuola, e continuo ad affermare che la loro attualità nei millenni non conosce pensionamento.

Amicus Plato sed magis amica veritas: mi è caro Platone ma più cara la verità, nella forma originaria, Amicus Socrates sed magis amica veritas, la frase fu tradizionalmente attribuita a Platone. Con il tempo al nome di Socrate fu sostiuito quello di Platone e la sentenza fu attribuita ad Aristotele; un concetto simile si può infatti trovare espresso nell'Etica nicomachea. Passata in proverbio, sembra che la frase sia citata per la prima volta nel Don Chisciotte.

In ogni caso più importante di tutto è la ricerca della verità, intesa come conoscenza stessa della natura umana, e l'applicazione di essa, in tutte le sue molteplici forme, all'esistenza stessa dell'uomo, ai suoi sentimenti ed alla sua morale di vita, e questo può significare dover criticare le dottrine altrui per il rispetto maggiore verso di essa.


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