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martedì 28 giugno 2016

Sovrappeso nei bambini: non sottovalutare il problema

Sovrappeso nei bambini: non sottovalutare il problema è un dovere dei genitori, che troppo spesso tendono, a torto, a voler sdrammatizzare non focalizzandosi sulle possibili ripecussioni


In base ad uno studio condotto presso l'Università del Nebraska-Lincoln, USA, e condotto dalla ricercatrice Alyssa Lundahl, è emerso che almeno la metà dei genitori che ha un bambino con problemi di sovrappeso ha la tendenza a negare che il figlio sia afflitto da tale problematica, addirittura affermano che il figlio è sottopeso. Le ragioni di questo tipo di atteggiamento sembrano da un lato risiedere nel desiderio dei genitori di sdrammatizzare la questione, dall'altro da una percezione distorta della realtà, per la frequenza con cui i media fanno passare immagini di bambini in sovrappeso, che porta i genitori a pensare che sia la normalità.


Lo studio si è basato su una revisione di ben 69 studi già presenti a livello mondiale condotti tra il 1990 e il 2012. Sono stati coinvolti  più di 15.000 bambini di età compresa tra 2 a 18 anni. Ai genitori è stato chiesto di valutare il peso del proprio figlio utilizzando immagini o scale di valutazione.

I bambini sono poi stati misurati secondo le tabelle di crescita Body Mass Index per stabilire se erano soggetti in sovrappeso o obesi. E' emerso che il 51% dei genitori con figli in sovrappeso o obesi sottovalutava le dimensioni del loro bambino. Ad avere più difficoltà nel distinguere il peso corretto sono stati i genitori dei bambini più piccoli, quelli di età compresa tra i 2 e i 5 anni.

Anche in questo caso ad influire sul peso dei bambini, soprattutto in età scolare è proprio l'idratazione. Secondo uno studio tedesco condotto dalla dottoressa Rebecca Muckelbauer su circa 3mila bambini tra i 7 e gli 8 anni, è stato verificato che un bicchiere di acqua al giorno, nell’intero anno scolastico, ha ridotto del 31% il rischio di sovrappeso.


venerdì 6 maggio 2016

Levare i' grillo

Levare i' grillo, un tipico detto fiorentino dalle origini veramente particolari: una festa 


LEVARE I' GRILLO: a Firenze (il detto è fiorentino) non vuol dire, come sembrerebbe evidente, stanare il grillo dal suo buco nel terreno, ma andare di buon mattino nel parco delle Cascine a far merenda sui prati, megli ose in lieta brigata. Questo succede ogni anno nel giorno dell'Ascensione e i "grilli canterini" ne fanno le spese: chiusi in gabbiuzze, unico conforto una mezza foglia d'insalata, sono acquistati a migliaia per i bambini (ai quali, notoriamente, fanno ribrezzo, neri e grossi come sono quelli cosiddetti "di razza") e per le ragazze da marito (con allusione din troppo lampante". Dalle Cascine le gabbiuzze sciamano per tutta la città: sui balconi e alle finestre, in capo a qualche giorno tutti igrilli muoiono miseramente, per buona pace loro e di quella del vicinato.


Il grillo a dispetto del modo di dire che lo fa passare per allegrone e gaudente ("Vispo cpme un grillo"), è un personaggio piuttosto tragico della mitologia popolare. A chi non stringe il cuore la famosa canzoncina che viene dalla campagna pistoiese?

Pòero grillo 'n un campo di lino
la formicuzza ghie ne chie'un filino.
Risponde grillo: D'i che te vo fare?-
Scuffie e camicie; mi vogghio maritare.
Risponde grillo: I' ti pigghierò io-
La formicuzza: Ne so' content'anch'io.
Ghi arria grillo pe' mettegghi l'anello
e' casca 'n terra e si romp'i' cervello.
La formicuzza v'a chiamà i' dottore.
Pòero grillo! Ghi hàe un gran malore.
Cuando ghi arria, arria di là da i' porto,
vienne la nova che grillo ghi era morto.
La formicuzza e' si buttò n' su i' letto
co' carcagni de' piedi e' si battea i' petto.


mercoledì 30 marzo 2016

Dal Nord Europa: la nanna sotto zero

Paese che vai, usanza che trovi, recita un proverbio. Ed in effetti ogni paese ha le sue usanze e tradizioni. Conoscere usi e costumi degli altri paesi ci aiuta sempre ad aprire la nostra mente, a capire, a prendere esempio, magari per far nostre alcune sane abitudini che possono giovare alla nostra vita. Come la nanna sotto zero, un'interessante pratica del Nord Europa.

Nei paesi del nord Europa a differenza di quanto facciamo noi, è consuetudine la pratica della "nanna sotto zero". Questa modalità è assolutamente out in Italia dove siamo abituati a vestire i bambini con giacconi super imbottiti, sciarpe, guanti, cappelli e calzettoni pesanti e li facciamo uscire solo se fa bello. Se piove o peggio se nevica ci si tappa in casa. I popoli nordici invece lasciano i propri figli in balia delle intemperie invernali, ore ed ore fuori al freddo a giocare, a correre e saltare in mezzo alla neve. Persino i più piccini vengono lasciati a dormire in carrozzine fuori al freddo, ed è una pratica di buona salute.


In ogni scuola e ogni asilo sono previste attività all’aria aperta in inverno, cosa che in Italia sarebbe sicuramente mal vista. Perchè lo fanno? Il corpo deve abituarsi e il sistema immunitario deve saper reagire ai cambi di stagione e alle intemperie per temprare il corpo; quindi pioggia, neve e gelo non sono considerate un ostacolo alle attività all’aria aperta per nessuno. La salute ne trae giovamento e sembra proprio che i nordici stiano benone. Anzi le temperature sotto zero vengono considerate l'ideale per una nanna salutare tanto che proprio nel nord Europa c'è la tendenza  a lasciare i bambini a dormire al freddo, spesso anche fuori dal ristorante nel passeggino.

Questa metodologia  nasce negli anni venti per iniziativa del pediatra Arvo Ylppö; fun in quegli anni che si notò che il tasso di mortalità si abbassò drasticamente proprio grazie alla pratica suggerita dal pediatra, di far dormire i bimbi a temperature tra i -10° e i -15°. L'aria fredda e l'esposizione al sole prevenivano il rachitismo e aumentavano l’immunità ai batteri. Addirittura i bambini di appena di due settimane vengono fatti dormire all’aperto, almeno una volta alla settimana con temperature che oscillano dai -27° ai 5°C. Lo anche confermato uno studio condotto dall’Universita di Oulu che ha stabilito che i bambini dormono meglio all’aria aperta e la temperatura esterna ideale sarebbe di -5°C.

E' stato evidenziato che i bambini che dormono all’aperto non solo dormono di più, ma al loro risveglio risultano più attivi, probabilmente perchè c'è una maggiore ossigenazione del sangue: ciò che è basilare  è indossare sempre abiti adatti, caldi e impermeabili per non rimanere bagnati, per il resto il freddo non deve essere un impedimento alle uscite e alle attività anzi stare all’aria aperta, in particolar modo quando c’è il sole, che aiuta la produzione della vitamina D necessaria al corretto funzionamento dell’organismo. Visto che nei paesi nordici il sole non è poi così presente stare il più possibile all’aria aperta aiuta ad esserne più esposti: ecco che anche i neonati ben vestiti e all’interno della loro carrozzina durante i loro sonnellini vengono posizionati sul terrazzino, in giardino o in veranda per respirare aria pulita e per prendere un pò di sole.

Perchè non provare a metterla in pratica anche qui in Italia? Probabilmente ci beccheremmo una denuncia per maltrattamento e abbandono di minore, ma  sappiate che ai bambini fa bene stare all’aria aperta quindi approfittatene in ogni occasione, in ogni stagione e con ogni condizione climatica!

giovedì 11 febbraio 2016

Alimentazione errata e abuso di farmaci peggiorano la situazione delle intolleranze alimentari nei bambini

Importante per la costruzione della barriera filtrante intestinale e, quindi, per la protezione dallo sviluppo di intolleranze alimentari, è il tipo di alimentazione che viene seguita dallo svezzamento in poi. L'introduzione del latte vaccino (sia come tale, sia sottoforma di formaggi, yogurt ecc.) peggiora la permeabilità dell'intestino.

La caseina, infatti, di cui il latte vaccino è ricchissimo, è di difficile digestione per l'intestino umano ed ha la tendenza ad incollarsi alla mucosa intestinale, causandone l'infiammazione ad il peggioramento della permeabilità (intestino "colabrodo"); come se ciò non bastasse, gli stessi peptidi indigeriti di caseina, entrando nell'organismo attraverso l'intestino "colabrodo", si comportano da antigeni, innescando quel sovraccarico immunitario che è all'origine delle intolleranze alimentari e della predisposizione ad ammalarsi di tantissimi bambini.


L'assunzione di carne, altro alimento di cui si abusa, sin dall'inizio dello svezzamento, è anch'essa implicata nella formazione di intestino "colabrodo". I residui dell'alimentazione carnea favoriscono infatti la crescita della flora microbica putrefattiva che danneggia direttamente l'intestino, senza contare inoltre che, come accade per il latte, le macromolecole proteiche indigerite diventano esse stesse causa di intolleranze.

L'altro grande gruppo di alimenti, di cui purtroppo è ricca l'alimentazione dei nostri bambini, è quella degli zuccheri e dei carboidrati raffinati, a scapito invece di frutta, verdura e carboidrati integrali. Gli zuccheri favoriscono la crescita di microrganismi fermentativi, come la candida, tra i principali responsabili della formazione di intestino "colabrodo". A tutto ciò siaggiunge l'abuso di antibiotici cui sono esposti moltissimi bambini.

Gli antibiotici distruggono quelle poche colonie di lattobacilli e bifidobatteri che, nonostante l'allattamento artificiale e l'alimentazione errata, erano riuscite a popolare in modo benefico l'intestino. L'azione distruttiva degli antibiotici non lascia scampo: l'intestino diventa sempre più un "colabrodo" lasciando libero allo sviluppo di intolleranze alimentari.

mercoledì 10 febbraio 2016

Il sistema immunitario e le intolleranze alimentari

Per capire come mai le intolleranze alimentari possono essere all'origine della facilità ad ammalarsi dei nostri bambini, cerchiamo innanzitutto di comprendere cos'è un'intolleranza alimentare e quali fattori ne inducono la comparsa. Per intolleranza alimentare si intende un risposta infiammatoria, più o meno sintomatica, innescata da specifici elementi del sistema immunitario venuti a contatto con macromolecole alimentari, non completamente digerite, che sono riuscite ad attraversare la mucosa intestinale.


Il sistema immunitario identifica queste macromolecole come sostanze estranee e innesca, di conseguenza, una risposta difensiva di tipo infiammatorio che, giorno dopo giorno, si evidenzia nella comparsa di sintomi e rende l'organismo sempre più vulnerabile e propenso ad ammalarsi. La partita delle intolleranze alimentari si gioca, quindi prima di tutto, a livello intestinale. Le mucose dell'intestino sia nell'adulto che nel bambino, sono, o dovrebbero essere, ricoperte da un tappetino di miscorganismi amici; questo strato, se in ottime condizioni, è una vera e propria barriera fisica che rappresenta il primo muro difensivo in grado di proteggere dalle aggressioni microbiche e impedire il  passaggio di macromolecole e tossine.

Ma se questa barriera, anzichè essre costituita principalmente da microrganismi patogeni amici, è popolata da numerosi microrganismi patogeni nemici, ecco che si creano i presupposti per innescare il meccanismo delle intolleranze alimentari. Infatti in tali condizioni, il proliferare di microrganismi patogeni e/o opportunistici, come ad esempio la diffusissima candida, ma non solo, determina la formazione di perforazioni (varchi) nella mucosa intestinale, attraverso cui possono entrare nell'organismo tossine, antigeni, e macromolecole alimentari non completamente digerite.

Queste macromolecole vengono a contatto con gli elementi del sistema immunitario presenti sotto la mucosa intestinale, i quali rispondono "marcandole" come "nemici da combattere" ed innescando il processo infiammatorio che è all'origine delle intolleranze alimentari. Questa continua sollecitazione del sistema immunitario rappresenta un costante e continuo impegno che rende il sistema meno pronto ed efficace verso le aggressioni microbiche; si spiega così la maggiore predisposizione alle malattie micorbiche ad alle loro complicanze.

In definitiva, soffrire di intolleranze alimentari significa avere un intestino che non è in buone condizioni, con ripercussioni sull'intero stato di salute dell'individuo. Ma cosa innesca questo meccanismo soprattutto nei bambini? Lo vedremo domani con una analisi della loro mucosa intestinale.

domenica 31 gennaio 2016

E' piccino ma c'è tutto, eppoi, e' proebbito andà alle ascine

E' PICCINO MA C'E' TUTTO: si dice specialmente dei bambini che mostrano un certo temperamento o magari più ardire di quanto non farwbbe supporre l'età. Dice una vecchia canzonetta toscana:

Nun so' quelle scarte,
nemmeno com'un'allocca: 
abbè che ci so' poca,
ci so' tutta

EPPOI: è usato pleonasticamente nelle esclamazioni, fra il nome e l'attributo, per ottenere maggiore efficacia attraverso una specie di sospensione nella frase: "Mondo eppoi ladro!".

E' PROEBBITO D'ANDA' ALLE 'ASCINE: vecchio modi di dire pisano per prendere in giro qualcuno che ha i denti grossi e sporgenti, come se impedendogli di andare alle Cascine, cioè nella ex tenuta di San Rossore, si potessero evitare i danni alla vegetazione. I pericoli che minacciano il patrimonio boschivo potrebbero dare un significato di allarmante attualità nazionale al detto pisano se le zanne più pericolose non fossero quelle che meno si vedono.


domenica 17 gennaio 2016

L'acqua, la soluzione migliore per l'idratazione dei bambini che fanno sport

Se ne potrebbe parlare all'infinito, ma tutti ormai abbiamo ben chiaro che l’idratazione è un aspetto fondamentale per il benessere del corpo specie se si tratta di bambini e anziani. Ma soprattutto per i bambini l'American Academy Pediatrics (AAP) dà alcuni consigli in merito all'idratazione di bambini ed adolescenti che praticano attività fisica.


I giovani atleti bevendo mota acqua prima, durante e dopo l'allenamento e mangiando cibi sani hanno tutti i nutrienti di cui hanno bisogno senza aggiunta d'altro.  Durante le partite e gli eventi competitivi, le bevande devono essere prontamente disponibili in ogni momento. Interruzioni di acqua regolari dovrebbero essere offerti ogni 20 minuti circa.

Le bevande sportive, o integratori di sali minerali contengono calorie e zuccheri in eccesso che possono aumentare il rischio di aumento di peso e carie. L'AAP raccomanda per i piccoli una diminuzione o eliminazione di questa tipologia di bevande.  E’ meglio per i bambini a bere acqua durante e dopo l'esercizio . Le bibite energetiche dovrebbero essere evitate e alcune, come la soda, non sono raccomandate per l’idratazione durante l’attività sportiva. Tali bevande spesso contengono caffeina, che dovrebbe essere limitate per i più piccoli.

sabato 16 gennaio 2016

Stimolare la creatività dei bambini con giocattoli fai da te

I giocattoli per bambini oggi sono al passo con i tempi, tutti tecnologicamente avanzati, pieni di luci, suoni, input. Ma se da un lato sono così attraenti, dall'altro fra coloranti artificiali, plastica, componenti elettroniche di vario tipo non sono poi così sicuri e tantomeno stimolano la creatività, la manualità, la fantasia, l'immaginazione. Proviamo noi a farli in casa dei veri e propri giochi che invece siano utili alla mente dei nostri figli.

Dare zero a un anno il cestino dei tesori:
se il bambino ha imparato a stare seduto, allora è il momento di fargli scoprire le bellezze della propria casa. Basterà dotarsi di un contenitore capiente, potrebbe essere un cesto rotondo, possibilmente naturale e dell'altezza di circa 12 centimetri affinché il bimbo possa infilarvi il braccio. Dentro riponete i "tesori" che devono essere numerosi, una trentina almeno, e di vario genere per stimolare tutti i sensi. Scegliete oggetti che il bimbo possa mettere in bocca, toccare, odorare, far rotolare, con i quali possa fare e disfare. Ecco alcuni spunti per oggetti da inserire nel vostro cestino dei tesori: una pigna grossa, qualche foglia, delle conchiglie, un grosso sasso, il nocciolo dell'avocado, il tappo di sughero da damigiana (evitate quelli troppo piccoli), una spugna da bagno naturale... Un cucchiaio di legno, una spazzola, un portauovo, un pezzetto di tessuto, qualche nastro, gomitolo di lana, foulard appallottolati.


Bottiglia sonaglio da 0 a 1 anno:
procuratevi una bottiglia facile da maneggiare e mettetevi tutti quegli oggetti rumorosi che al tocco del bambino possano fare rumore. Potrete scegliere bottoni, pezzi di giochi, pasta cruda, perline, campanelle, pezzettini di carta molto colorata, conchiglie, pezzi di cannucce.

Da tre anni in su:
si possono fare gli acquarelli home made. Occorretne: 1 cucchiaio di aceto bianco, 2 cucchiai di bicarbonato di sodio, 1 cucchiaio di amido di mais, 1/4 cucchiaio di glicerina, contenitori per le uova riciclati, coloranti naturali. Procedimento: mescolate l’aceto e il bicarbonato e fate riposare, attendendo che non ci sia più schiuma prima di versare gli altri ingredienti (amido di mais, glicerina in quest'ordine). Versare la miscela così ottenuta all’interno delle cavità dei contenitori delle uova, aggiungendo in ognuna diverse gocce di colorante per ottenere i colori desiderati. Mescolate delicatamente per miscelare bene il colore e aspettate che il colore si indurisca, lasciandolo riposare tutta la notte. Si utilizza con il pennello prima intinto nell’acqua come i soliti acquerelli.

Bolle di sapone:
Per fare bolle giganti e resistenti è la glicerina. Farle in casa è semplice, vi servono: alcuni barattoli con coperchio o vecchie boccette per bolle di sapone vuote, un secchiello o una vaschetta, frusta elettrica, 4 cucchiai di detersivo liquido per piatti, 4 cucchiai di glicerina, 1 litro di acqua colorante per cibi (facoltativo). Procedimento:  mescolate l’acqua, il detersivo e la glicerina in un secchio e battere con il mixer ad immersione per farli emulsionare bene. Lasciate riposare per 24 ore il liquido e versatelo nei contenitori scelti. Per fare le bolle usate l’apposito scovolino delle bottigliette oppure dei braccialetti rigidi ai quali avrete montato un manico fatto con spago e una matita. Conservate la quantità non utilizzata in barattoli con coperchio.

Pasta da modellare:
Ingredienti: 2 tazze di farina, 2 tazze di acqua calda, 1 tazza di sale, 2 cucchiai di olio vegetale, coloranti per alimenti. Procedimento:  ponete tutti gli ingredienti in un tegame e mescolate a fuoco basso, lasciando che l’impasto di rassodi piano piano. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. Dovrà risultare un impasto asciutto e non appiccicoso: se l'impasto dovesse essere troppo molle,  continuate la cottura. Una volta ottenuta la consistenza ottimale, si possono aggiungere i coloranti e dividere l’impasto in piccole porzioni che potranno poi essere modellate a piacimento. Attenzione ad evitare che la pasta così prodotta possa essere ingerita da animali o bambini molto piccoli.

giovedì 24 dicembre 2015

Olio di mandorle dolci per tutto e per tutti

L' olio di mandorle dolci, emolliente, nutriente, elasticizzante, è conosciuto per lo più dalle donne in gravidanza per gli effetti benefici sul pancione per prevenire le smagliature. In realtà le proprietà del'olio di mandorle dolci sono innumerevoli e alcune di esse vi sorprenderanno. Al momento dell'acquisto, accertatevi che sia ricavato dalla spremitura a freddo delle mandorle dolci (ricercate questa dicitura sull'etichetta), che lascia inalterate tutte le caratteristiche originali della mandorla. 

L'olio contiene acidi grassi, vitamine (soprattutto B ed E), proteine e sali minerali (zinco, ferro, calcio, magnesio, fosforo e potassio). Per questo motivo è un valido alleato di tutti i tipi di pelle - anche di quella dei neonati, degli anziani e dei soggetti allergici - dei capelli e delle labbra.

Gravidanza o dieta dimagrante: utilizzato costantemente durante i nove mesi sul pancione, sui fianchi e sul seno (oppure durante una dieta dimagrante), con dei movimenti circolari è il non plus ultra per prevenire le smagliature

Seno: durante l'allattamento può accadere che la pelle del seno e i capezzoli abbiano bisogno di una ulteriore idratazione. In questo caso, l'olio di mandorle è l'unico in grado di nutrire la zona senza alcuna controindicazione per il bebè che vi si attaccherà. 

Prima e dopo la doccia: niente creme idratanti comprate al supermercato! Se volete una pelle liscia e morbida come quella di un neonato, spalmatevi qualche goccia d'olio di mandorle dolci prima di buttarvi sotto il getto della doccia. Oppure, una volta bagnati, applicate l'olio e risciacquate alternando getti di acqua fredda e di acqua calda: avrete subito una pelle più liscia. 

Post ceretta: per rimuovere i residui di cera basta passare l'olio sulle gambe o su qualsiasi altra parte appena depilata. 

Pelle secca: gli acidi grassi di cui l'olio di mandorle è ricco fanno sì che idrati a fondo anche le pelli più aride e secche. 

Neonati: un massaggio leggero leggero fatto sulla schiena e sulle gambine di un pupetto non può fargli che piacere... Così come le sue eventuali irritazioni da pannolino possono essere risolte con l'olio di mandorle. 

Bambini: contro le irritazioni provocate da morbillo, eczemi e varicella, la sua azione emolliente dà subito sollievo. La stessa azione emolliente risulta un toccasana anche in caso di allergie e dermatosi

Pulizia del viso: è' un metodo che non possono seguire costantemente coloro che hanno la pelle particolarmente grassa, ma applicare un po' d'olio quotidianamente su viso e collo aiuta a eliminare le impurità. Idem se, invece di usare un latte detergente o uno struccante qualsiasi, si applica qualche goccia su un batuffolo di cotone e lo si applica sul viso ogni sera. 

Srub per il viso: miscelate olio e un po' di zucchero oppure olio e un po' di sale e via con lo scrub! Capelli: l'olio di mandorle dolci è utile nel trattamento dei capelli molto secchi, crespi o sfibrati dal sole e dalla salsedine o anche solo per aiutarvi nella piega . Applicatelo sui capelli inumiditi prima dello shampoo – se avete i capelli grassi limitatevi alle punte - e lasciatelo agire per 30 minuti. Dopo lo shampoo, asciugando i capelli li noterete sin da subito molto più morbidi e lucidi. 

Labbra: contro il freddo spalmate un leggero strato di olio sulle labbra in sostituzione del burrocacao. Vedrete i "morbidi" risultati da subito. 

Unghie: utilizzato puro o mescolato ad altri oli, come ad esempio l'olio di ricino, l'olio di mandorle dolci si rivela un ottimo trattamento per ammorbidire le cuticole e far crescere le unghie sane e forti. 

In alimentazione: sappiate in primo luogo che l'olio di mandorle è alquanto calorico, contenendo circa 570 kcalorie per ogni 100grammi. I suoi, in ogni caso, sono per la maggior parte grassi insaturi e polinsaturi, per cui benefici per la salute. Uno o due cucchiai di olio di mandorle ogni giorno hanno un'azione rinfrescante sulla vescica, migliora le funzioni intestinali ed è indicato anche per chi ha l'apparato digerente sensibile o irritato. La grande presenza di acidi grassi (buoni) aiuta ad eliminare i grassi "cattivi" e prevenire i fattori di rischio che possono portare a a problemi come ipertensione, arteriosclerosi e trombosi. Prima di acquistarlo, accertatevi che si tratti di olio di mandorle puro al 100%, non raffinato e senza conservanti. L'olio di mandorle dolci, infine, fornisce una buona dose di proteine anche a chi segue una dieta vegetariana.


venerdì 18 dicembre 2015

Estratto di semi di pompelmo per la salute dei bambini con intolleranze

Come abbiamo potuto capire, l'estratto di semi di pompelmo grazie alle sue proprietà, coadiuvato da specifici componenti naturali, rappresenta il fulcro di un approccio di grande utilità per il trattamento delle intolleranze alimentari in età pediatrica. Un approccio che, come abbiamo visto, affronta la problematica sia dalle sue cause, favorendo in particolar modo, la costruzione di quella barriera filtrante intestinale che è così importante per la salute presente e futura dei nostri bambini.


In commercio si possono reperire i singoli componenti e composti che  associano alcuni di essi o, meglio ancora, prodotti che li comprendono tutti (che è anche la soluzione più economica).

Prodotti costituiti da tre integratori alimentari differenziati (da somministrare al bambino rispettivamente al mattino, a mezzogiorno e alla sera, prima di ogni pasto) e da un'importantissima guida all'alimentazione che risolve, scritta con il preciso intento di far comprendere alle mamme l'importanza del corretto approccio dietetico ai fini di risolvere le intolleranze alimentari (e i disturbi ad esse collegati) e di costruire la salute a lungo termine.

I tre integratori, specifici per bambini, sono in gradevoli bustine solubili, in confezioni da 15 bustine ciascuna, e si possono reperire in un unico kit. Se ne consiglia l'uso per un periodo continuativo di almeno 4 mesi. Risolvere le intolleranze alimentari significa non solo porre fine alle sintomatologie  che affliggono i nostri bambini ma, soprattutto, gettare finalmente le basi per costruire la loro salute di oggi e di domani.

giovedì 17 dicembre 2015

Intolleranze alimentari nei bambini: quattro mosse per arrivare alla soluzione

Una volta comprese quali sono le cause che portano sempre più bambini a soffrire di intolleranze alimentari, e quali possono essere le conseguenze per la salute, è possibile delineare un approccio per aiutare concretamente i bambini ad uscire da questo circolo vizioso e costruire la loro salute. Tale approccio si basa su quattro precisi interventi, ad attuare in contemporanea. Vediamo quali.


1) Ripristinare l'integrità della barriera intestinale: risultati straordinari sono garantiti dall'associazione di Estratto di semi di pompelmo (GSE), Agar Agar e Centella. Il GSE esercita sulla mucosa danneggiata un'attività protettiva e riparatrice, favorendo la guarigione dell'intestino "colabrodo". L'Agar Agar, ricchissimo di mucillagini, ha spiccate proprietà antinfiammatorie e lenitive sulla mucosa. Completa l'opera la Centella, la cui attività cicatrizzante cosituisce una garanzia in più alraggiungimento dell'obiettivo

2) Ottimizzare il terreno intestinale e migliorare il metabolismo: di fondamentale importanza l'apporto del GSE, noto pulitore selettivo intestinale (agisce contro i patogeni che aggrediscono la mucosa intestinale senza intaccare la microflora fisiologica), Maltodestrine fermentate ( enzimi digestivi) e di Curcuma, nota per le proprietà antimicrobiche e digestive

3) Favorire il drenaggio delle tossine e migliorare la funzionalità degli organi a ciò preposti: ciò si realizza associando il Cardo mariano, la Curcuma, efficaci epatorpotettori ed epatodepuratori (la Curcuma esplica inoltre un'importante attività antinfiammatoria sistemica), e la Solidagine, favorente la depurazione renale.

4) Evitare le categorie di alimenti che alterano la permeabilità intestinale, favorire ed il giusto apporto di nutrienti: ciò si realizza eliminando innanzitutto cibi quali latte e derivati, carne e zuccheri, responsabili di innescare la problematica, e privilegiando invece alimenti benefici per la salute dell'intestino e dell'intero organismo. In particolare si consiglia di alimentare il bambino con: a) frutta e ortaggi di stagione biologici; b) proteine vegetali (legumi, se tollerati, tofu, tempeth); c) cereali integrali (riso, mais, kamut, farro, etc., senza eccedere con i cereali contenenti glutine) e pseudocereali (quinoa, amaranto, grano saraceno, miglio); d) semi oleaginosi (madorle, noci, semi di lino), preziose fonti di acidi grassi polinsaturi. Per quanto riguarda il pesce, il consiglio è di somministrarlo non più di 2 volte a settimana, scegliendo sempre pesce di piccola taglia, per evitare la contaminzione da mercurio, e di mare aperto, per non assumere, indirettamente, tutti gli antibiotici che vengono somministrati ai pesci d'allevamento

martedì 1 dicembre 2015

Soia: parlano i dati, parte quarta

Per ciò che riguarda i benefici del consumo di soia, segnaliamo alcune sperimentazioni scientifiche. Il consumo di soia sembra ridurre la velocità di declino della densità minerale delle ossa nelle donne cinesi in premenopausa. In uno studio di tre anni, condotto su 130 donne fra i 30 e i 40 anni, l'equipe della dottoressa Ho dell'Università cinese di Hong Kong, ha raggruppato i soggetti in relazione al loro consumo di soia. Durante il periodo di studio, si è appurato che la densità minerale della colonna vertebrale diminuiva del 3,5 per cento nelle donne con un basso consumo di tofu e latte di soia (mediamente 1,4 mg di soia al giorno, benché per alcuni soggetti il consumo fosse nullo). Viceversa, per le donne il cui consumo di soia superava i 15mg al giorno, la riduzione era più lenta, dell'l,1 per cento nell'arco dei tre anni.

Un altro studio di controllo separato è in corso per determinare l'effetto del consumo di isoflavoni sul rischio cardiovascolare nelle donne all'inizio della postmenopausa. C'è poi il dottor Giuseppe Fariselli, dell'Istituto nazionale tumori di Milano, che riferisce di alcuni studi epidemiologici e ricerche sulle popolazioni asiatiche che hanno messo in rapporto il ridotto numero, rispetto alle nazioni occidentali, di casi di tumore del colon, della mammella e della prostata, con le diete ricche di soia. La soia sviluppa effetti protettivi anche sulle malattie cardiovascolari e sulle funzioni cerebrali, mentre attenua i disturbi legati alla menopausa come depressione, osteoporosi, secchezza vaginale, sudorazioni e vampate improvvise. L'effetto protettivo della soia si deve alla presenza di fitoestrogeni, sostanze a debole azione ormonale che bloccano la produzione dei più forti ormoni prodotti dall'organismo prendendone il posto e impedendon e l'azione negativa.


 I fitoestrogeni tipici della soia sono detti isoflavonoidi. Altre ricerche hanno evidenziato anche altri meccanismi d'azione di tipo non estrogenico dei fitoestrogeni della soia. In particolare la genisteina che influenza enzimi preposti alla traduzione dei segnali che regolano l'accrescimento e la moltiplicazione cellulare, e ha proprietà antiossidanti. Tutti questi benefici si sommano, nei vegetariani, agli effetti protettivi di alghe, cereali integrali, crucifere come cavoli, rape, ravanelli, rucola e crescione, fiocchi d'avena, legumi e semi di lino. Il consumo delle proteine della soia, pure in quote modeste, intorno ai 20 g al giorno, può ridurre la colesterolemia e prevenire le malattie cardiovascolari: questo è quanto ha dedotto un gruppo di ricercatori dell'Università dell'Illinois. L'indagine, pubblicata sull' "American Journal of Clinical Nutrition", era stata impostata per dare risposta ad alcune questioni di base, non risolte da precedenti ricerche.

Rimpiazzando nella dieta di alcuni pazienti di prova le proteine animali con proteine di soia, dosi giornaliere variabili fra 20 e 50 g, i ricercatori hanno messo in risalto riduzioni di colesterolemia in 81 soggetti maschi. Dunque, ci sono tanti buoni motivi per mangiare soia e tutti hanno a che fare con i benefici per la salute dal punto di vista preventivo e curativo: cancro della mammella, colesterolo, vampate di calore, cancro del colon, cancro ai polmoni e alla prostata e osteoporosi. Ciò non deve però portare a incentrare tutta la propria dieta su soia e derivati. Il segreto sta nel variare l' alimentazione. Così per un adulto basta consumare 40 g di tofu a settimana; per il tempeh stesso discorso; per i semi 50 g una volta a settimana; il latte la mattina a colazione ma con il consiglio di variarlo con latte di riso, di avena, orzo o succhi.

Il rapporto fra cereali e legumi deve essere di 5 a l. Per i germogli crudi non ci sono limiti. Per i bambini, invece, nel primo anno di vita ci si limiterà all'uso della soia rossa per la preparazione del brodo vegetale e come legume a partire dal 9°-10° mese di vita. Il tofu si può inserire nella pappa dei cereali, a partire dal 9°- 10° mese di vita 1 volta a settimana nella misura di 1-2 cucchiaini (5-10 g). Il tempeh dopo 1 anno di vita, cotto a lungo e in piccole quantità. il latte di soia, opportunamente integrato, è l'ideale per chi manifesti intolleranza al latte vaccino», ci dice il dottor Luciano Proietti, uno dei primi pediatri italiani che ha introdotto 1'alimentazione naturale e vegetariana nella crescita dei bambini.

martedì 24 novembre 2015

Smog e bambini: alcune conseguenze

Le grandi città sono sempre più inquinate e lo smog la fa da padrone. A subirne le conseguenze noi tutti, che respiriamo veleni e polveri sottili. Ma le conseguenze più gravi le subiscono i bambini, in tutta la loro fragilià. Le malattie causate dallo smog nei bambini sono in crescita, anche in Italia: fra queste le allergie, le irritazioni oculari, per non parlare delle patologie legate all'inquinamento industriale, come l'accumulo di piombo nel sangue. In Europa i morti da smog sono 10 volte quelli su strada, un segno che dovrebbe portarci seriamente ad agire per ridurre l'inquinamento.

 1) Asma infantile:  per i bambini lo smog incide come il fumo passivo. Dietro l'aumento dei casi di asma infantile nel corso degli ultimi anni potrebbe nascondersi l'inquinamento. Dopo aver monitorato l'incidenza dell'asma in dieci città europee, gli scienziati hanno scoperto che l'esposizione allo smog ha più o meno gli stessi effetti di quella al fumo passivo. Secondo una recente ricerca, il 14% dei casi di asma infantile cronica è provocata dall'esposizione all'inquinamento causato dal traffico cittadino.

 2) Cancro al polmone: la correlazione tra smog e tumori ai polmoni è ormai stata confermata da una storica sentenza dell'Oms. Ciò che preoccupa maggiormente è che le gravi malattie polmonari causate dall'inquinamento colpiscono persone sempre più giovani, arrivando anche ai bambini. Emblematico è il caso della bambina cinese malata di cancro ai polmoni a soli 8 anni. Il triste record della Cina ci fa pensare immediatamente alla situazione italiana. Dal pesante inquinamento delle nostre metropoli all'Ilva di Taranto.

 3) Piombo nel sangue: sono proprio i bambini tra le vittime più fragili colpite dall'inquinamento causato dall'Ilva a Taranto. La denuncia è sorta da alcuni medici pediatri tarantini riguardo alla presenza di fonti di piombo nell'ambiente, ai quali i più piccoli risultano particolarmente esposti. Acqua, terra e aria sono avvelenate. Nel sangue dei bambini che risiedono nel quartiere di Statte, a ridosso della zona industriale di Taranto, sono stati individuati tra i 22 e i 36 microgrammi di piombo. Secondo i pediatri, qualunque livello di piombemia nell'infanzia può essere associato a possibili esiti neuropsichici.

 4) Congiuntiviti e allergie agli occhi: lo smog e l'inquinamento urbano possono provocare gravi malattie agli occhi dei bambini. Uno studio condotto di recente su bambini tra 1 e 12 anni residenti a Milano ha evidenziato che il 42% dei piccoli pazienti soffre di rossore e prurito, dolori, lacrimazioni e secrezioni oculari. Si tratta di sintomi provocati proprio dallo smog e dall'inquinamento. Gli esperti parlano già di una nuova entità clinica definita Urban Eye Allergy, un'allergia agli occhi che colpisce i bambini che vivono in città per via dell'elevato tasso di inquinamento.

 5) Malattie respiratorie: le malattie respiratorie sono in aumento a causa dell'inquinamento, dello smog e dei cambiamenti climatici. Possono colpire tutti, a partire dai pazienti più deboli, tra cui troviamo anche i bambini, soprattutto se sono già soggetti a episodi di rinite allergica. Tra le malattie respiratorie provocate dall'inquinamento gli esperti inseriscono la BPCO, broncopneunopatia cronica ostruttiva e l'aggravamento dei sintomi di influenza, raffreddore, asma, bronchite e tonsillite.

 6) Dermatite atopica: la dermatite atopica è un disturbo sempre più diffuso in Europa, soprattutto tra i bambini al di sotto dei 5 anni. Un bambino su due ne sarebbe colpito in forme più o meno gravi e visibili. Secondo l'Oms, la maggior parte delle malattie infantili in Europa dovrebbe essere ricondotta all'ambiente malsano e poco salutare in cui i piccoli si ritrovano a vivere. La dermatite atopica si classifica come la più diffusa tra le patologie cutanee riscontrate in età pediatrica.

7) Smog e autismo, un binomio da non sottovalutare. Respirare biossido di azoto e polveri sottili durante la gravidanza e nel primo anno di vita del neonato aumenta il rischio di sviluppare l'autismo. Secondo gli esperti, l'esposizione all'inquinamento è fonte di rischio sia per i nascituri che per i bambini appena nati. Studi recenti hanno rivelato che i bambini che vivevano nelle aree più inquinate avevano il triplo delle possibilità di ammalarsi di autismo rispetto ai piccoli residenti in aree meno soggette allo smog.

domenica 22 novembre 2015

Arricciare le penne, arrivano i Pisani, a seggiola

ARRICCIARE LE PENNE: è l'opposto di "accarezzare per il verso del pelo" e sinonimo di rimproverare aspramente e anche di dare una bastonatura

ARRIVANO I PISANI: si dice ai bambini quando stanno per addormentarsi e socchiudono gli occhi. L'etimologia è controversa: secondo il Giusti è da riferirsi all'aria di Pisa che "essendo pesante" farebbe assopire (da dove il detto "Pisa pesa per chi posa"); secondo altri, fra i quali il Panzini, farebbe parte di un gioco fonetico (Pisa, pisolino, pisolare). Ma potrebbe aver la stessa origine del "soccorso di Pisa", modi di dire per indicare un aiuto tardivo e inutile, come appunto sembra sia successo quando le milizie pisane arrivarono troppo tardi per dar man forte ai crociati nella conquista di Gerusalemme (1099). Nel caso dei bambini che hanno sonno, l'arrivo dei pisani indicherebbe che è troppo tardi per stare ancora alzati.

A SèGGIOLA: fare l'amore a casa della fidanzata, compuntamente seduti e sotto l'occhio vigile dei futuri suoceri; essere cioè, "fidanzati ufficialmente".

martedì 10 novembre 2015

Bicchieri di plastica: come riciclarli e far divertire i bambini

Oggi non è facile far divertire i bambini considerando che la tecnologia li assorbe molto. Per invogliarli in attività creative e contemporaneamente educarli al riciclo e al rispetto dell'ambiente, possiamo coinvolgerli in giochi riciclosi. Un modo divertente è quello di impegnarli nel riciclo dei bicchieri di plastica colorati. Vediamo come.


Fiori colorati:  conservate bicchieri di plastica colorati e poi ritagliate la superficie in modo verticale fino ad arrivare poco prima della base. Quindi, piegate verso l’esterno le strisce realizzate e decorate con glitter o vecchi bottoni.

Telefono con i bicchieri:  vi occorrono due bicchieri di plastica che forerete alla base e collegherete con uno spago piuttosto lungo. Parlate poi all'interno dei bicchieri insieme ai bimbi, sarà divertente.

Porta dessert: incollate un bicchiere di plastica colorato sotto un piatto di plastica e avrete un piedistallo fai da te ecologico e low cost.


sabato 7 novembre 2015

Il Bambino riposseduto, scene dal precariato lavorativo

Capita che dovendo muoversi nelle paludi del precariato, ci si debba arrangiare a sbarcare il lunario utilizzando le proprie risorse culturali. Ecco appunto che in questi anni ci si cimenti in ripetizioni ai ragazzini delle scuole superiori, ripetizioni di latino, greco, italiano e via dicendo.

Con gli adolescenti delle scuole superiori non ho mai fatto una gran fatica, indipendentemente dalla loro preparazione scolastica e dalla gravità delle lacune che devono colmare. Si trovano "fanciulli" studiosi, che si  impegnano, altri meno volenterosi, ma comunque disposti a non far perdere tempo a me e soldi ai genitori. Non ho mai  usato metodi di insegnamento   convenzionali, poiché catturare l'attenzione del proprio interlocutore è la fase più importante per ottenere validi risultati in seguito, perciò, ho dato vita a piccole rappresentazioni teatrali per descrivere l'Anabasi di Senofonte, ho descritto visi, caratteri, fissazioni, e malattie di personaggi storici per far capire che nonostante tutto anche nel passato, i grandi erano persone con pregi e difetti.

Ho puntato sui fatti più che sulle date per la storia, sulla crudeltà delle battaglie e l'impiego di mezzi e persone, sulle strategie da Risiko, piuttosto che su una sequela  anonima di nomi che poi non rimangono mai in mente e che fanno sbadigliare il tuo allievo dalla noia.
Alla fine ho sempre avuto un ottimo ritorno: intanto il miglioramento dei miei studenti a scuola, la relativa promozione e un rinnovato interesse per materie che molti giudicavano inutili cadaveri mummificati e polverosi.

Quest'anno invece, sono stata reclutata per un bambino che frequenta la prima media, obiettivo: fargli fare i compiti. Ora, parliamoci chiaro, far fare i compiti ad un bambino di prima media è di sicuro meno stancante che far tradurre ad un liceale Omero, Senofonte, Euripide, Aristotele, Luciano, Cicerone, Cesare, Tacito, Marziale, Plauto.....

E invece no, voi non avete idea alcuna di quello che vi aspetta. Pensate forse che sia più semplice? Allora sappiate che esiste la categoria dei BAMBINI "RIPOSSEDUTI".
Sì avete capito bene, i bambini riposseduti. Questi bambini, di solito molto belli, sono anche estremamente intelligenti e pronti, ma come spiega l'aggettivo, su di loro non c'è possibilità di controllo, perché quel demonietto di Lucibello li possiede totalmente. Così studiare due paginette di storia, fare un'espressione con le potenze, ripetere scienze, diventa un'operazione da esorcismo, e di quelli complessi.

In questo caso il bambino riposseduto è in preda ad una sorta di agitazione convulsa, saltella in ogni dove, sale e scende dai divani, toglie cuscini, si dondola sulle sedie, e da queste ultime si ribalta. Si rotola sui tappeti, accende e spenge gli elettrodomestici, mangia compulsamente, rimbalza su libri e quaderni, perché in questo caso i libri e i quaderni sono come la croce e l'acqua santa per i "Tre capelli d'oro del Diavolo". Quindi tu, disgraziato esorcista in erba, senza esperienza in un campo così oscuro, da subito capisci che: le parole sono inutili, le imprecazioni aria fritta, le preghiere suoni senza senso. Che fare? I compiti devono essere svolti, ma come convincere l'anima dannata? Giorni e ore di osservazione, notti di riflessione, mentre nel frattempo riesci a stento a fargli fare i compiti scritti.

Hai solo un vantaggio, far parlare il bambino riposseduto di se stesso: a ruota libera.  Mentre il bambino riposseduto parla, di giochi virtuali, di film, della sua attività sportiva, ti accorgi che sta tentando di trovare la password che sblocca il tuo cellulare, con la scusa che sicuramente tu, hai delle canzoni interessanti da passare via Bluetooth, e allora ideona: posso batterti sul tuo stesso terreno, lavorando con la mia fantasia.

Mentre il bambino riposseduto recita la sua parte sul palcoscenico casalingo, io mi dedico alla ginnastica antalgica per la schiena, mentre  saltella, io leggo le mie dispense di naturopatia, o sfoglio il suo diario scolastico. A questo punto, la mia indifferenza a cotale comportamento attira l'attenzione del piccolo Diavolo, che, deprivato del pubblico, si sente trascurato. Non che questo lo invogli ad impegnarsi, ma di sicuro comincia a farti la fatidica  domanda: perché? Con grande stupore e innocenza spiego che cerco di placare l'istinto cannibale che mi si annida dentro, e scoprendo i canini, mostro come ogni  giorno li  limo  accuratamente  per  renderli  appuntiti e affilati  per   gettarmi     sull' infante appena abbassa la guardia. Di fronte alla sua incredulità, acconcio gli occhi a fessura e con voce suadente e semi sibilante (da lingua biforcuta), prometto una dimostrazione.
E così è. Approfittando di una distrazione faccio finta di avventarmi a bocca spalancata su di lui o mi alzo dalla sedia,  mi metto la giacca ed esco di casa, lasciandolo solo con se stesso. Bingo! Ora possiamo iniziare la lezione.


lunedì 21 settembre 2015

La mucosa intestinale nei bambini

La costruzione della barriera filtrante intestinale ha inizio (o dovrebbe iniziare) alla nascita. I primi colonizzatori benefici dell'intestino dei bambini sono infatti i lattobacilli (presenti fisiologicamente nella mucosa vaginale della madre), che giungono al bambino attraverso il canale del parto. Il latte materno è, a seguire una fonte straordinaria di batteri "amici" e di tutto ciò che serve alla costruzione di una barriera intestinale efficiente, capace di filtrare efficacemente gli elementi nutritiva e di respingere, invece, le macromolecole.


Si tenga presente che la maturazione del tratto gastro-intesisnale è un processo dinamico, che, in epoca neonatale, è ancora in corso. Basti pensare che l'intestino del neonato non si comporta da filtro (come sarà poi l'intestino dell'adulto), anzi è molto permeabile poichè deve permettere il passaggio di fattori di crescita ed anticorpi, contenuti ne latte materno, che sono funzionali alla crescita e allo sviluppo del sistema immunitario. Successivamente però è necessario che tale permeabilità diminuisca, per preparare il bambino al momento in cui dovrà, con lo svezzamento, selezionare ciò che è utile (nutrienti) e respingere ciò che è dannoso (macromolecole).

Nei bambini allattati al  seno, la permeabilità decresce fisiologicamente, raggiungendo la normalità nell'arco di due mesi, consentendo perciò un ottimo sviluppo della capacità filtrante intestinale; ciò non accade invece, nei bambini allattati artificialmente, il cui intestino continua a restare permeabile, predisponendo all'ingresso di macromolecole alimentari e allo sviluppo di intolleranze. Il latte in polvere per neonati non favorisce, infatti, la colonizzazione intestinale benefica da parte dei lattobacilli e dei bifidobatteri fisiologici (la flora intestinale dei bambini allattati artificialmente è molto più ricca di batteroidi ed Escherichia coli); con l'allattamento  artificiale viene quindi a mancare sin da subito quel "tappetino" di microrganismi "amici" che è così importnate per la protezione dalle intolleranze alimentari.

Il tipo di allattamento materno o artificiale, è quindi la prima discriminante per la costruzione di una micorflora in "eubiosi" (in grado di proteggere dalle intolleranze alimentari) o, al contrario, di una microflora in "disbiosi" (fattore di innesco delle intolleranze). La prossima volta parleremo di alimentazione errata ed abuso di farmaci quali cause del paggioramento della situazione.



giovedì 16 luglio 2015

Spedisci un messaggio d'affetto, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Spesso i bambini scrivono dei bigliettini affettuosi per i genitori, i nonni, gli amici. A loro viene molto più naturale che a noi, che cresciuti, spesso ci troviamo in difficoltà a dar voce ai nostri sentimenti e a dimostrare amore e tenerezza, persino nei confronti di chi ci sta più a cuore. Quindi nei prossimi sette giorni cerchiamo dunque di mandare più messaggi affettuosi possibile.
  • Ritagliamoci un po' di tempo per scrivere un bigliettino e spedirlo, Ci vuole davvero poco, bastano alcuni minuti e un minimo sforzo. Mandare un biglietto ad un amico, ad un vicino di casa, o a qualcuno che ha bisogno d'aiuto può significare moltissimo: molto più di un'email, di un sms o di una telefonata. Mettere nero su bianco una parola d'affetto, di solidarietà o di amicizia richiede un po' più d'impegno, tuttavia la felicità che susciterà nel destinatario sarà immensa. 
  • Per affidare alla carta i propri sentimenti occorre fermarsi un attimo a pensare. E' un gesto intimo, che scaturisce direttamente dal cuore e che il destinatario apprezzerà moltissimo perchè in quel momento potrebbe averne davvero bisogno per andare avanti.
  • Il nostro messaggio potrà essere breve e simpatico oppure più lungo e intenso. Non è necessario che serva a ricambiare un gesto gentile (per esempio un "grazie" per un invito a cena o un regalo). Sarà semplicemente un modo per far sapere a qualcuno che gli vogliamo bene, che lo consideriamo una fonte di ispirazione e che ha un ruolo nella nostra vita.
  • Rileggiamo le parole positive che abbiamo scritto e pensiamo intensamente alla persona a cui sono rivolte,  il regalo che stiamo offrendo è in realtà un regalo che facciamo a noi stessi.
  • A volte non è facile trovare le parole per esprimere i propri sentimenti, ma rivolgiamoci al nostro cuore ed esse arriveranno.
  • Facciamolo e chissà, potremmo riceverne uno noi, e ci accorgeremo di quanta forza, allegria e motivazione siano in grado di diffondere. Impariamo a scrivere con il cuore a scrivere agli altri.

sabato 11 luglio 2015

Gli oli essenziali, precauzioni d'uso

Non assumere essenza per via interna di propria iniziativa senza il controllo del medico. Evitare il contatto con gli occhi e con le mucose: in tal caso sciacquare immediatamente e abbondantemente con acqua. Non applicare direttamente sulla pelle gli oli essenziali non diluiti perchè potrebbero irritare la pelle. Non esporsi al sole dopo l'applicazione di essenze, perchè potrebbero scatenare, in presenza dei raggi ultravioletti, delle reazioni cutanee di tipo fotoallergico. 

Questa precauzione vale in particolare per le essenze derivate dagli agrumi (bergamotto, arancio, mandarino, limone), verbena e cumino.
Per persone soggette ad allergie, è consigliabile testare l'olio applicando una goccia di essenza diluita, a livello della superficie interna dell'avambraccio e attendere 24 ore. Se compaiono nella sede dell'applicazione manifestazioni quali prurito, arrossamento, irritazione, non procedere all'uso. Particolare attenzione va usata con i bambini, diluendo sempre le essenze, e utilizzando quelle più delicate quali: camomilla, lavanda, arancio, mandarino, rosa, benzoino, niaouli, mirto. Per bambini di età superiore ai 3 anni usare metà della dose raccomandata per gli adulti; per i bambini di età inferiore ai 3 anni usare un quarto della dose per adulti; per i bambini di età inferiore  all'anno e mezzo, per bagnetti usare una sola goccia di essenza. Si sconsigliano in età pediatrica i seguenti oli: timo, eucalipto, salvia, anice e tutti gli oli indicati come tossici o lievemente tossici. Tenere le essenze fuori della portata dei bambini. In gravidanza evitare le seguenti essenze: finocchio, issopo, salvia, timo, rosmarino. In caso di ipertensione evitare: issopo, salvia, timo, rosmarino.

Ci sono alcune essenze (anice, issopo) che possono presentare un rischio di tossicità se utilizzate in quantità elevate. Per quantità elevate si intendono 10-20 millilitri di essenza (si tenga presente che un millilitro corrisponde a 20 gocce).
Alcune essenze, a dosaggio elevato, si considerano lievemente tossiche su soggetti sensibili: canfora, ginepro, incenso, timo, eucalipto, rosmarino. Altre, pur non presentando rischio tossicità, possono essere irritanti anche se applicate sulla cute: basilico, limone, melissa, menta, timo, finocchio.


venerdì 29 maggio 2015

Tutti gli animali della pet therapy

Forse non tutti sanno che i benefici della pet therapy furono ipotizzati negli anni sessanta, da uno psichiatra infantile, Boris Levinson. Secondo lui infatti il legame che poteva crearsi fra una persona ed un animale era tale da poter innescare il meccanismo di una guarigione psichica più veloce e di conseguenza anche quella fisica. Ora ai nostri giorni la pet therapy è universalmente accettata e scientificamente riconosciuta, ampiamente utilizzata negli ospedali, nelle case di riposo con il fine di facilitare una guarigione, un recupero, per dare un conforto.


Levinson osservò infatti che molti erano i benefici derivanti dal prendersi cura di un animale sia che lo faccia un soggetto sano sia che il soggetto sia malato:  ansia, depressione e stress diminuivano considerevolmente in favore di uno stato psico-fisico decisamente migliore, soprattutto tra i bambini e le persone anziane.

Pensiamo alle persone anziane, che possono avere grandi benefici dalla visita di un animale perchè scuote la routine della loro vita stimolando interesse e consapevolezza del trascorrere del tempo e crea una relazione e un'interazione altamente benefica. Se poi si tratta di persone anziane colpite da malattie degenerative come Alzheimer oppure da demenza senile, si possono osservare in questi momenti dei "risvegli" inaspettati, che donano alla persona brevi lassi di tempo di lucidità.

La pet therapy ha come obiettivo quello di  stimolare il soggetto a rendersi indipendente, andando ad agire sul senso di autonomia e di responsabilità. Nell'ippoterapia ad esempio,  ci si rivolge a persone in buona salute ma con un ritardo psicologico o si possono seguire stage volti al miglioramento del benessere psicofisico individuale. Il confronto con un animale più grande e più forte di noi permette di lavorare sulla fiducia e di lasciarsi andare liberandosi dallo stress.

In alcuni casi è possibile che una casa di riposo possa adottare un animale da compagnia, magari piccolo e poco impegnativo. Gatti e roditori di solito si rivelano una scelta ottima. Ciò che la pet therapy vuole ottenere  è l'accrescimento della fiducia in se stessi, anche se condizionati da una malattia  o limitati nelle più comuni attività quotidiane: prendersi cura di un animale, che sia un cane, un gatto, un cavallo, un asino o un delfino, aiuta a sviluppare la consapevolezza di dover prendersi cura di se stessi in maniera adulta e responsabile. Anche dopo un incidente o durante il decorso di una malattia degenerativa.

Anche se i cani guida non vengano considerati come parte di un progetto di pet-therapy, non vanno dimenticati per l'aiuto e l'assistenza che forniscono alle persone non vedenti. Grazie infatti all'intelligenza e alle doti empatiche di questi animali ogni anno migliaia di non vedenti nel mondo recuperano autonomia e indipendenza nella vita di tutti i giorni.


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