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venerdì 11 marzo 2016

Antartide: i ghiacci nascondono nuove forme di vita

La vita vince sempre su ogni cosa, anche là dove sembra impossibile per le condizioni estreme del clima. In Antartide occidentale infatti, i ricercatori del programma Wissard (Whillans Ice Stream Subglacial Access Research Drilling), hanno fatto una scoperta davvero interessante, relativa appunto alle forme di vita sotto i ghiacci.


Il team, coordinato dal professor Slawek Tulaczyk, un glaciologo presso l'Università della California di Santa Cruz, perforando con una trivella la calotta del lago Whillans, sepolto sotto quasi 800 metri di ghiaccio,  hanno osservato specie che mai avrebbero potuto immaginare.


Oltre alle già note 4mila specie di batteri chemiosintetici già scoperte nel 2013, durante alcune spedizioni a capo delle quali c'era un italiano, Carlo Barbante dell'Università Ca' Foscari di Venezia e dal professor John Priscu della Montana State University, grazie ad un piccolo robot, chiamato Deep SCINI, calato nel foro non più ampio di una ventina di centimetri, sono stati fotografati circa trenta pesci di almeno tre specie differenti.

Dovrebbe trattarsi di esemplari appartenenti al genere Nototheniidae, famoso perchè nel suo sangue sono state trovate proteine antigelo, che gli permettono di vivere in condizioni e temperature estreme. Oltre ai pesci, Deep SCINI ha fotografato anche crostacei di colore rosso ed altri organismi sui quali i ricercatori al momento mantengono uno stretto riserbo, ma che sicuramente verranno presentati al più presto in apposite pubblicazioni scientifiche.

Saranno fatte inoltre altre analisi, sia sull'acqua che sui sedimenti recuperati nelle operazioni di carotaggio. Gli studiosi hanno predisposto tutto il necessario per mantenere inalterato il remoto ed incontaminato habitat sommerso, utilizzando accortezze come l'acqua bollente, filtrata con raggi UV,  per evitare il passaggio di microorganismi dalla superficie. I dettagli della scoperta sono stati pubblicati sul sito ufficiale del progetto WISSARD.

lunedì 29 dicembre 2014

Alla ricerca di meteoriti in Antartide, la spedizione italiana è partita il 26 Dicembre

E' partita venerdì scorso 26 Dicembre una spedizione in terra di Antartide, finanziata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca con due ricercatori dell'Università di Pisa, inseriti nella 30esima spedizione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra). La spedizione è finalizzata alla raccolta di materiale extraterrestre per studi sull'origine ed evoluzione del sistema solare. 


I ricercatori fanno parte del progetto Meteoriti Antartiche” coordinato dall’Università di Pisa. Coordina il gruppo sul terreno Maurizio Gemelli, ricercatore del dipartimento di Scienze della Terra, a cui si sono uniti Jacopo Nava, studente laureando del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, e Gabriele Giuli, ricercatore dell’Università di Camerino. La missione è iniziata ufficialmente il 26 dicembre con la partenza dall’Italia per il lungo viaggio verso il continente antartico.

L’arrivo in Antartide è previsto per Martedì 30 dicembre quando dalla Nuova Zelanda un volo porterà i ricercatori sul continente bianco. La missione durerà circa 40 giorni con il rientro previsto per il 6 febbraio 2015. Durante questo periodo, i due ricercatori pubblicheranno un diario delle loro attività sulla pagina Facebook “La spedizione in Antartide dell’Università di Pisa”. Gli studiosi pisani utilizzeranno come supporto logistico il campo base italiano del Pnra “Mario Zucchelli“, gestito dall’Enea, che si trova sulla costa del Mare di Ross, nella Baia Terra Nova, e che è aperta dalla metà di ottobre.

Dalla base “Mario Zucchelli”, gli studiosi si muoveranno per montare un campo remoto sul plateau polare a ridosso delle Montagne Transantartiche, dove si tratterranno per più di due settimane alla ricerca di meteoriti, con una temperatura media che oscillerà intorno ai -25° C e un vento di oltre 60 chilometri all’ora. Nel 2012-13 lo stesso gruppo di ricerca aveva effettuato un’altra spedizione in Antartide con risultati straordinari con il ritrovamento di oltre 100 meteoriti tra le quali due rarità: una meteorite lunare e una condrite carboniosa. Meteoriti rarissime che nascondono al loro interno segreti sulla formazione del nostro satellite e del nostro Sistema Solare.

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