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domenica 24 maggio 2015

Caro Bosley, su sto e sta l'accento non ci va - Scene dal precariato lavorativo

Charlie, l'unico, l'inimitabile, "ille Charlie" per latinizzare un po', era anche un cultore della lingua italiana. Parlava benissimo, anzi sapeva proprio parlare, mai una parola fuori posto, mai un concetto spiegato male, aveva un vastissimo vocabolario di parole, da uomo di cultura quale era. Ovviamente era anche un professionista quando scriveva, che si trattasse di argomenti di lavoro o meno.


Un purista come lui non sopportava sgrammaticature scritte o parlate, quando alle sue orecchie giungeva qualche storpiatura, fosse anche una parola pronunciata male, la sua espressione si mutava, come può mutarsi il tempo all'improvviso in certi luoghi della terra.
Zoe da questo punto di vista non aveva problema alcuno, ma altri membri dello staff dello Uaisipiei spesso incorrevano nelle ire del capo supremo: lui guidava un posto di classe, e non ammetteva che i suoi dipendenti sporcassero quel paradiso parlando come mangiavano (il rischio infatti era sentirlo urlare: "Anathema sit!" ovvero "Che sia esplusione!"). E' anche vero però che molti dei suoi ospiti parlavano peggio di come mangiavano e mangiavano male....
Ma, e c'è sempre un ma, purtroppo Bosley non sempre aveva scelto i collaboratori pensando anche alla cultura di base, compreso se stesso, e questo gli costò svariate lavate di testa, che alla fine, fecero fuori anche parte della sua capigliatura. Bisogna dire che a Charlie non sfuggiva mai nulla, nemmeno la mancata punteggiatura all'interno di una mail, che ovviamente non mancava di far notare all' asino di turno, e il "mea culpa" con relativa cenere sparsa sulla testa e lamentazioni incluse da parte del condannato, erano quasi all'ordine del giorno.
Se Charlie era di buon umore, capitava che lasciasse correre, ma questi piccoli miracoli non accadevano quasi mai. Una mattina, mentre Zoe era intenta a dare ad un affezionato ospite di Charlie alcune informazioni relative all'uso dei parcheggi, vide con la coda dell'occhio Charlie che si avvicinava alla porta dell'headquarter, il volto simile a fosca notte. In una frazione di secondo Zoe pensò che un uragano era in avvicinamento, e, con una velocità pari solo a quella di Flash Gordon, aprì la porta nell'istante esatto in cui Charlie aveva appoggiato la mano sulla maniglia.
"Brava la mia bambina rossa, sempre attenta!" urlò, sfondando i timpani di Zoe e del povero ospite che si trovava lì, il quale non osò proferire verbo, uso come era alle ire dell'Altissimo. 
Come una furia Charlie entrò nel suo ufficio brandendo uno dei suoi sigari, e sbatacchiò la porta con una tale violenza che i presenti pensarono cadesse, poi dalla sua sala dei bottoni urlò: "Bambina rossaaaaa, la pasticcaaaaaaaa!" Liscia come l'olio Zoe piantò in asso l'ospite e filò dritta nell'ufficio di Charlie con l'accendi sigari, mentre Bosley se ne stava zitto e fermo alla sua scrivania con la sua solita aria indifferente, fregandosene di tutto e tutti a meno che non si trattasse della tutela della sua persona.

Quando Zoe uscì dall'ufficio di Charlie, tutta odorosa  di tabacco cubano, anche Charlie uscì,  sputando il fumo del sigaro in ogni dove e affumicando gli astanti, Bosley incluso.
Poi proferì, con tono di voce degno di un tenore durante una delle sue migliori performance: "Bosley, ancora una volta ha dato prova della sua ignoranza della lingua italiana, mi chiedo come sia possibile scrivere delle mail di tal fatta, e l'ha anche inviata in copia a tutti i consiglieri! Le faccio presente che il modo condizionale si usa nella proposizione secondaria delle ipotetiche non nella proposizione principale e su "sto e sta" l'accento non ci va!!!!! Si può usare Mastercard per tutto, ma una scena così non ha prezzo.



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