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sabato 23 novembre 2013

LETTERA AL DOLORE

Fuggo, da te dolore che mi smembri il corpo, che da troppo tempo ormai usuri la mia esistenza e il mio fisico. Con te dentro al corpo non si scherza, perchè  succhi via tutte le energie che mi rimangono, porti via la mia forza vitale, la mia lucidità, parassita che non sei altro.
E' come trovarsi dentro una prigione, un sarcofago nel quale tu mi hai relegata a forza, fasciata in bende strette che impediscono ogni minimo movimento, e sto lì a fissare davanti a me,  un panorama fisso che i miei occhi  vedono, e ascolto il mio respiro, e i suoni intorno, e coloro che  cercano di starmi vicino, ma impotenti.
Non posso fare nulla perchè se non  rimuovo la  causa che ti ha fatto mettere radici dentro di me, mi inchioderai per sempre, mutilando il mio corpo, togliendomi la capacità sensitiva e ambulatoria. 
Allora non puoi far altro che pensare,  e mentri aspetti, guardi il telefono e speri che da un momento all'altro arrivi, quella telefonata, quella che significa almeno in parte la fine di questo incubo che perdura da non so più quanto tempo, ho perso il conto.
Voglio tornare a passeggiare, a correre, a camminare, a guidare, a far le scale saltellando, a viaggiare, a lavorare....il mondo è solo chiuso fra quattro mura adesso, le mura della mia stanza, dove il mio corpo è steso, sul letto, fermo. 
Mi hai fatto urlare  dolore, mi hai tolto il sonno, notti intere senza neanche poter piangere, ad anelare solo un minuto di assenza da te, solo un minuto per rilassare i muscoli sempre in tensione, per riposare il cuore che batte all'impazzata per la tensione che mi provochi e gli spasmi a cui mi sottoponi.
Rivoglio la mia vita, la pretendo, ho troppe cose ancora da fare, persone da amare, luoghi da vedere perchè tu, maledetto possa pretendere un prezzo così alto. 
E' meglio che ti prepari perchè manca poco alla resa dei conti, e questa battaglia nella quale fino ad ora hai avuto tu il vantaggio, la vincerò io, perchè ti ho studiato così tanto, di te so tutto, ho lasciato che tu barbaricamente vandalizzassi il mio regno e ti facessi vedere per quello che sei, e ora so, perfettamente cosa sei.
La mia battaglia l'ho pianificata, ho mandato ambasciatori, ho acquisito alleati, ho la mia strategia dolore, una strategia che ti farà soccombere, questa sarà l'ultima battaglia che scatenerò contro di te, e poi sarò libera, di rinascere e di rivivere, come meritano la mia tenacia, il mio coraggio, la mia costanza, la mia determinazione.  Questo è il mio ultimatum.

4 commenti:

  1. ...le ha toccate eccome..spero tu vinca la tua battaglia...ti abbraccio

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  2. ...ti capisco benissimo perché sto come te, un abbraccio

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  3. Toccante descrizione della mia vita, ma penso che x me l'unico modo x vincere questa battaglia e questa guerra sarà solo con la mia decadenza da questo mondo. Andandomene sarò libero di vivere in un'altra vita... anche la donna mi ha lasciato x questa vita di m....

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  4. La vita non è tenera e non lascia tregue. Come il marinaio affronta il mare in burrasca e rema contro vento, metre la pioggia gelida gli serza il viso, così è questo nostro viaggio terreno affrontando la dura battaglia contro la sofferenza, perchè la vita è "sofferenza". Mi sono emozionato a leggerti, cara Silvia, nelle tue parole ho visto me stesso. Un caro abbraccio.

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Qualunque sia la modalità che vi ha portato su questa paginetta, vi invito a restare e a leggere i miei racconti e le mie poesie.
Cerco di comunicare tutta me stessa e spero che le mie emozioni arrivino anche a voi.
Lasciate traccia del vostro passaggio, un commento o anche solo una parola, sapere che anche una frase o un solo verso vi ha lasciato qualcosa significherà aver toccato le corde del vostro cuore.
Buona lettura,
Silvia

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