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mercoledì 16 gennaio 2013

NONNO (fra prosa e poesia)

Ti ricordi quando ci sedevamo vicini a guardare la televisione e ti tenevo la mano? Avevi una vestaglia da camera color barbabietola e un grazioso berrettin da notte che ti avevo regalato.
Ogni tanto gustavamo una caramella e poi facevamo un commento alla trasmissione che stavamo guardando.
La tua camera era accanto alla mia e io potevo sentire il buffo cigolio della tua poltrona, lo sentivo, e questo mi bastava. Eri sveglio fino a tardi per via dell'insonnia e questo mi permetteva di affacciarmi da te quando rientravo dalle mie passeggiate estive con le amiche, per raccontarti e darti la buonanotte.
Sei stato tu il primo a farmi guidare la macchina, appena fui patentata, senza mai rimproverarmi.
Sapevo che se avessi avuto un problema, avrei potuto venire da te a parlarne con tranquillità perché  non mi avresti giudicata e se ti avessi chiesto di non parlarne a mamma e babbo, avresti tenuto il segreto nascosto nel tuo cuore.
Ti ricordi quando ci mettevamo la crema per le mani? Tu avevi la pelle sottile e io le screpolature che mi procuravano le redini, poi facevamo farfallina per farla assorbire più in fretta ed era buffo.
Il tuo risotto con la salsiccia era squisito, il mio preferito e di uguali non ne ho più mangiati.
Avrei voluto avere la tua forza d'animo, la tua volontà, quella capacità di vivere ed andare avanti, quella capacità di affrontare con un coraggio che non mi appartiene.
Ma da te ho ereditato la rettitudine, la costanza e l'onestà che ormai sono fuori moda e forse fuori secolo.
Sapevi fare tutto, e tutto riparare, una mente spalancata, moderna, priva di pregiudizi, con cui confrontarsi, con cui dibattere, questo eri tu.
Ti ricordi quando leggevamo i vecchi libri di preghiere in latino?
E quando mi lamentavo del dover fare la prosa della Divina Commedia, tu, la recitavi a memoria.
Per farmi mangiare da piccola mi raccontavi la storia del PESCIONE, era arancione il PESCIONE, e faceva lunghi e interminabili viaggi nel mare, e per tenermi i piedi caldi, cercavi sempre le calzature più bizzarre.
Con te ho girato tutti i ristoranti della città, ho assaggiato vini pregiati, ho avuto in dono il DE RE EQUESTRI di Senofonte, testo greco a fronte in edizione limitata. Sei riuscito a trovare le CINQUANTA NOVELLE dei Fratelli Grimm con le illustrazioni di Accornero.
Ti arrabbiavi quando mi trovavi la sera  tardi ancora a studiare, perché dicevi, avevo troppi compiti, e a me questo faceva immenso piacere.
Ricordi lo yogurt e i cheerios a merenda? Ci piacevano.
Tutte le mattine quando mi sveglio, di fronte a me c'è il quadro con i cavalli selvaggi che mi regalasti tu. Perché tu sapevi, semplicemente sapevi, davi senza chiedere, ascoltavi senza puntare il dito, consigliavi senza imporre.
Sono passati sedici anni, e il vuoto che hai lasciato è incolmabile per me. Ti cerco tutti i giorni, in quella stanza che ora è diventata la mia.
Forse se ci fossi stato tu, certe cose non sarebbero accadute, e sono contenta che tu non le abbia viste, perché molto ti saresti angustiato per me e non avrei voluto.
Ogni tanto compari nei miei sogni, e quando lo fai, io so che qualcosa sta per cambiare. Cerco sempre di trattenerti, e ti chiedo di non andare via, ma poi tu svanisci e io mi sveglio.
Mi manchi tanto nonno.

3 commenti:

  1. Sono davvero molto belle le tue parole Silvia. La "disdetta" dei nonni è che a volte se ne vanno quando siamo troppo giovani, mentre noi vorremmo goderceli più a lungo e fargli sapere che abbiamo ben custodito i loro consigli e le raccomandazioni. Ma credo che loro da lassù lo sappiano ... :-)

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  2. Sono felice di essermi fermato ed averti letto, mi hai fatto ricordare mia nonna......la mia infanzia.
    Sai "raccontarti" molto bene.....grazie.

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  3. Non puoi immaginare cara Silvia quanto tu mi abbia fatto commuovere.
    Anch'io ho vissuto molto con i miei nonni ed il Nonno in particolare era per me fonte di serenità. Ancora oggi, a distanza di quasi tren'anni, lo ricordo con una intensità tale che trovo "rifugio", spesso, nel suo ricordo e di quelle cose che facevamo insieme. Forse è proprio questa l'eternità. Noi ancora oggi ne parliamo come se fossero stati con noi fino a ieri e loro vivono attraverso noi e sono sicura che in qualche modo riescano a proteggerci da dove sono!
    Ti abbraccio.
    bianca

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Qualunque sia la modalità che vi ha portato su questa paginetta, vi invito a restare e a leggere i miei racconti e le mie poesie.
Cerco di comunicare tutta me stessa e spero che le mie emozioni arrivino anche a voi.
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Buona lettura,
Silvia

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